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Autore: EleRigoletto    07/10/2012    1 recensioni
Avril è una ragazza di vent'anni, odia il mare per via del divorzio dei suoi genitori e non ci và da quando aveva cinque anni.
Suo fratello, decide di invitarla in California per passare un mese con degli amici; all'inizio non è tanto convinta, poi, decide di dimenticare il passato e di fare un piacere a Marc ( il fratello) .
Arrivati lì, cambierà idea sul tanto odio per il mare, grazie ad una nuova persona che le farà aprire gli occhi.
Il resto è da scoprire ...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: David Desrosiers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Quando arrivarono finalmente le pizze pagammo il tipo ed iniziammo a mangiare, tutti i ragazzi sembravano maialini.
Io ero composta e ferma, concentrata a distruggere quel cartone e quell’impasto così duro e sottile da sembrare quasi gomma pane.
“Ragazzi, questa pizza non era niente male … qui in California ci sono dei bei ristoranti.”
Disse Chuck toccandosi la pancia gonfia dopo aver finito di mangiare, no anzi scusate, di divorare la pizza.
‘Dici sul serio?’ Pensai tra me e me.
“Già, siamo fortunati a restare qui per un altro po’.
Dopo si ritorna alla solita routine e ai soliti luoghi di lavoro.”
“Come sei profondo mister Lee, ti dovrebbero fare un monumento per la poesia e il modo poetico in cui parli.”
“Oh grazie Chuck, ne sono onorato.
Però lo farò io a te, così potranno cagarti in testa i piccioni.”
Si misero a scherzare come dei bambini, saltandosi a dosso e facendo la lotta.
Io li guardai divertita, notando che Chuck si sentiva un po’ impotente di fronte a mio fratello che al posto del cervello, aveva una patata.
Giocarono come se stessero per gridare da un momento all’altro, trattenendo le risate.
Finito lo spettacolino, i restanti ragazzi, decisero di uscire fuori in un locale a divertirsi.
“Noi andiamo in un locale in centro, volete venire con noi?”
Propose mio fratello a me e David.
“No è meglio di no, i due piccioncini devo restare soli per fare cose poco immaginabili.”
Disse Darker ridendo come uno stupito, facendo allarmare Mike che abbassò lo sguardo.
“Piantala, pensa per te che stasera non devi massacrarti.
Non bere assolutamente, se no quando torni ti spezzo le ossa.”
David lo fulminò con lo sguardo, io non dissi niente.
“Stai calmo era solo uno scherzo, davvero!”
“Ok ora dobbiamo andare, tra un po’ inizia lo spettacolo al locale.” Si fermò per guardare l’orologio del telefono e continuò “… alle dieci e trenta inizia, muoviamoci.”
Marc prese per un braccio Darker, accompagnato da Chuck e da Mike.
Appena chiusero la porta, David si avvicinò a me e mi prese per i fianchi, stavamo per darci un bacetto, quando entrò dalla porta Mike che rimase paralizzato.
Dave si allontanò e tossì rumorosamente, io diventai tutta rossa e abbassai lo sguardo.
“scusate mi ero dimenticato la felpa.” La prese e rinnovò le sue scuse, andando via.
Maledette interruzioni, non potevamo mai approfondire la “conversazione” che dovevano subito interromperci.
“Che hai?” Mi chiese.
“Niente è che sono stufa di queste interruzioni.”
Lui si mise a ridere e mi prese per mano, portandomi nella mia stanza.
“Che ci facciamo qui?” Domandai perplessa.
“Visto che l’ultima volta ci hanno interrotto in camera mia, forse è meglio se stiamo qui.”
Si mise una mano in tasca ed estrasse il cellulare, lo spense e lo buttò giù dal letto, sedendosi.
“Sei proprio scemo, tu.
Cosa vorresti mai fare adesso?” Dissi davanti a lui, con le mani sul bacino, guardandolo sorridere.
“Un’idea ce l’avrei.”
Mi attirò a lui facendomi sedere sull’altra parte del materasso ed iniziò a prendere le ciocche dei capelli e arrotolarsele sulle dita.
“Sei così bella e così dolce, mi viene voglia di …”
Si fermò, guardando fisso nel mio sguardo.
“Ti viene voglia di far cosa?” Sorrisi.
“Di mangiarti.”
Ridemmo ed iniziai a baciarlo più approfonditamente, incontrando piano, piano la sua lingua e avvicinandola contro il palato.
Continuammo così per un po’, finche  lui non appoggiò la sua mano sulla mia spalla, mentre io gli baciai il collo.
Lui mi toccò la fronte e poi mi prese la mano, baciandomela.
“Cosa vorresti fare?”
Mi chiese.
“Vorrei diventare finalmente tua.”
Non lo feci rispondere e si sdraiò, togliendosi la maglietta e  lo baciai sul torace.
Dopo poco lui mi tolse la maglia e i jeans e restai in biancheria, poi lui si tolse i  rispettivi pantaloni e mi strinse forte, appoggiando le sue labbra contro il mio petto.
Io presi i suoi capelli tra le mani ed iniziammo a sdraiarci l’uno sull’altro fino a dominare la situazione.
Restammo uno sopra l’altro, andando avanti ed indietro con movimenti fluidi e del tutto naturali.
La biancheria era per terra sul mio pavimento e nessuno ci era venuto a disturbare.
Era la mia prima volta e stranamente non mi fece male, anzi, mi aiutò a concentrami su tutto quel sentimento che provavo per Dave.
Dopo qualche ora, mi misi accanto a lui, ansimando e sudando come una stupida.
Notai che anche lui stava sudando e a stento riusciva a respirare.
“Che c’è?” Mi chiese lui, notando la mia faccia un po’ spenta.
“Niente è solo che … che non so se sono stata brava e questo mi disturba, perché tu avrai già fatto le tue esperienze, mentre per me è la prima volta.”
Lui mi fissò e mi strinse a sé, ricoprendosi con il lenzuolo.
“Non devi pensarlo neanche per un momento, tu sei stata perfetta e non perché sei andata bene, ma perché ti amo e non conta nient’altro.
Ti sbagli riguardo alle mie esperienze, questa è la prima volta anche per me e ti dirò, io mi aspettavo qualcosa di male, ma invece è stato tutto bellissimo con te.”
Con tutta la forza che mi rimaneva per muovermi, mi alzai e lo baciai, accarezzandogli la fronte.
“Mi piaci molto.”
“Anche a me piaci, Avril.”
Ci addormentammo insieme, stando accanto, accarezzandoci e pensando alla magnifica nottata.
Il mattino seguente ci svegliò un rumore strano.
Aprii gli occhi e vidi davanti a noi Darker e mio fratello che ridevano, ridacchiando felici.
“Che ci fate voi due qui?” Urlai, coprendomi di più con il lenzuolo  e facendo alzare David.
“Oh scusate, siamo venuti per guardare se ieri sera vi eravate divertiti.”
“Darker io ti spacco la faccia!” Dave si mise i vestiti e andò verso la porta, buttando fuori i due ‘intrusi’.
Mi rivolse uno sguardo.
“Io inizio a fare colazione, tu mi raggiungi?”
“Sì.”
Lo vidi andare, chiudendo la porta.
Andai a fare una doccia e misi i vestiti di ieri da lavare e ne presi degli altri.
Indossai una maglia rossa, dei jeans e delle converse nere.
Mi legai i capelli e andai in cucina, dove trovai tutti i ragazzi abbuffarsi sulla colazione.
“Ciao Avril!” Mike mi accolse con un bombolone in bocca e un sorriso a trentadue denti.
“Ciao Mike, come mai così felice?”
Ricevette una gomitata da mio fratello che iniziò a spiegare.
“Vedi, il nostro boy ieri ha incontrato una giovincella e hanno parlato un po’.”
“Hanno fatto molto più che parlare!” Puntualizzò Darker.
Guardai il ragazzo in questione che diventò tutto rosso ed iniziò a mandar giù i bocconi di pasta.
Mi sedetti al mio solito posto e presi del caffè con una brioche.
“Spero almeno che prima di fare determinate cose, tu la conosca bene.”
Gli rivolsi un sorrisetto da amica e lui capì il significato delle mie parole.
“Bene, invece di parlare della scorsa serata che per noi è stata abbastanza tranquilla, parliamo di oggi … cosa si fa?”
Darker si alzò in piedi ed indicò la porta.
“Io vado in piscina, Chuck è l’ultimo giorno che resta qui e ci ha proposto di andare nel suo albergo.”
Disse mio fratello, accompagnato da Mike.
“Allora è deciso, tutti in hotel da Chuck con il costume, voi due venite o restate a casa come sempre?”
“Io passo, scusa Darker ma oggi devo fare altre cose.”
Risposi io.
“Avril, se devi fare sempre qualcosa non è una vacanza.
Tu, invece, vieni?”
Si rivolse a David.
“Potrei andare, così mi posso divertire.”
Mi guardò e con una faccia tenerissima, mi chiese il permesso.
“Sì, certo che puoi andarci.”
“Grazie tesoro.”
Corse ad abbracciarmi, per poi lasciarmi andare.
“Bene, prepariamoci che andiamo subito da lui, così mangiamo là.”
Marc trascinò gli altri ragazzi a preparare la borsa, lasciandomi in cucina da sola.
“Possibile che mi lascino sempre sola e per di più con la tavola da sparecchiare?”
Ripetei tra me e me, cominciando a pulire tutto.
Appena finii tutto, mi squillò il cellulare.
“Pronto, chi è?”
“Ciao Avril, sono papà.”
Oh eccolo che rompe ancora.
“Ciao, cosa c’è?”
“Volevo chiederti com’è andata con il mio amico.”
“Quello che fa il giudice? Sì, entro la fine della nostra vacanza, ci farà sapere sulla faccenda.”
Cercai di usare un tono delicato.
“Vedrai che andrà tutto bene, in fondo è solo per poco.
Tu cosa ne pensi?”
“Penso sia una faccenda che riguardi più te e la mamma; Hai sentito Marc?”
“Sì poco fa, gli ho chiesto cosa faceva oggi e mi ha detto che con gli altri andava da un loro amico in piscina, ci vai anche te?”
“No, io ho da sbrigare alcune faccende per quando tornerò a casa.”
“Ora vado che ho dei lavori da sbrigare in studio, ci sentiamo presto.
Ciao piccola.”
“Ciao.”
Misi via il telefono e corsi in camera dei ragazzi, chiamando mio fratello.
“Che vuoi Avril? Adesso andiamo.”
“Senti, ti devo chiedere una cosa.”
“Dimmi.” Si avvicinò a me, lasciando i ragazzi sul letto a chiudere le sacche.
“Mi ha appena chiamato papà e volevo sapere se anche a te ha chiesto dell’avvocato.”
“Oh no, non ricomincerai a dubitare di papà e della sua proposta.”
“No, ormai non spetta a me decidere, però mi è sembrato un po’ sulle sue.”
Lui fece una faccia strana.
“Cosa intendi?”
“Intendo dire che sembrava come se sapesse di più su quella faccenda.”
“Non farti tante pare per niente, entro domani proverò a chiamare il giudice per il prossimo appuntamento, poi ci rincontreremo e aspetteremo il nostro ritorno per la conclusione dei fatti.”
Mi strinse per le braccia e mi diede un buffetto sulla guancia per poi ritornare dai ragazzi e andare verso la porta di casa.
“Ora andiamo e non pensarci più di un tanto, noi saremo di ritorno per cena.”
Mi fece l’occhiolino, aprendo la maniglia e uscendo insieme agli altri.
“Ciao, noi ci vediamo stasera.”
David mi venne vicino e mi diede un bacio sulla guancia.
“Tranquilla, te lo riporteremo in tatto e lo terremmo d’occhio.”
“Darker devi rovinare sempre tutto.”
Disse lui,accarezzandomi la mano, allontanandosi verso l’uscita.
“Ciao ragazzi, ci vediamo stasera.”
Li vidi salire su un taxi chiamato poco tempo prima, per poi sparire nell’immensità della strada.
Mi portai la borsa a dietro ed uscii per le vie del centro, andando in un bar, ordinando qualcosa da mangiare, per poi restare lì.
“Ecco a lei signorina.”
Un cameriere di mezza età mi portò il mio panino, sorridendo gentilmente.
“Grazie mille.”
“Si figuri, mi spiace vederla qui da sola senza nessuno a farle compagnia.”
Con uno straccio preso dalla tasca, pulì un tavolo accanto a me.
Mi guardai attorno prima di rispondere e notai che in quel bar non c’era quasi nessuno.
“Oggi mi sono presa un po’ di tempo per me.”
“Lei è di qui?”
“No sono venuta in vacanza.”
“Le piace questo posto?”
“Sì, abbastanza.”
Sorrisi, iniziando a mangiare.
“Lei mi sembra una brava ragazza, non se ne trovano tante in giro.”
“Grazie per il complimento è fin troppo gentile.”
“Ora la lascio in pace, le ho fatto perdere un tempo prezioso, però le dico solo che può restare quanto vuole.”
Stava per andarsene, quando lo fermai per dargli i soldi.
Il cameriere li rifiutò.
“No, ad una ragazza così carina e buona bisogna offrire il pasto.”
Se ne andò dietro al bancone, lasciandomi perplessa.
Consumai l’ordinazione e mi alzai dal tavolo, cercando il signore.
Appena mi avvicinai, lui comparve con delle casse di succhi e mi sorrise.
“Ciao cara, spero che prima che partirai, mi verrai a trovare.
Mi sembri una ragazza forte ma anche molto indecisa, avresti bisogno di una spinta per prendere più coraggio, così da ricordare il passato come buone esperienze.
Ora ti saluto, ciao.”
“Salve a presto.”
Lo salutai e mi trovai per strada a ripensare alla sua ultima frase, pensando che forse aveva ragione.
Dovevo decidermi a prendere una decisione, forse David poteva essere una di quella.
Andai a prendere dei fogli, per poi ritornare a casa e prepararmi tutti i discorsi possibili sui lavori da visitare.
 
Ciao a tutti, questo capitolo non mi convince molto e mi vergogno un pochino di averlo scritto.
Se sareste così gentili da farmi sapere com’è, ne sarei felice.
Ringrazio chi recensisce e chi legge.
Vi adoro anche se siete in pochi a commentare.
Un bacio da Ele! ;)
  
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