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Autore: Meramadia94    07/10/2012    2 recensioni
Personale rivisitazione de ''Il cacciatore di Streghe''
Merlino è accusato da Aridian di essere uno stregone. Interrogato e risultato colpevole, Uther lo condanna a morte. Artù, viene a sapere la vera natura del ragazzo ma a discapito di cio si getta inna disperata corsa contro il tempo per salvarlo dalle fiamme. Ad aiutarlo, Gwen e Gaius.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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''Spero che tu abbia avuto ottimi motivi per far sospendere l'esecuzione...''- disse Uther all'indirizzo del figlio-:'' o ti posso assicurare che la punizione sarà tremenda.''

Artù dal canto suo era molto tranquillo: il testimone c'era, ed era sicuro che Gaius avesse fatto in modo che nessuno avrebbe potuto aver dubbi riguardo alla colpevolezza di Aridian.

Quando sia il droghiere che le testimoni arrivarono, il giovane principe prese la parola.

''Tanto per cominciare volevo assicurarti, che non c'è mai stata alcuna magia. Niente di cio che ti è stato detto è reale.''

Uther si fece interessato-:''Stai dicendo che le testimoni hanno mentito?''

Artù scosse la testa e rispose-:''No, hanno detto la verità... la verità che il vero colpevole ha voluto far credere loro. Non si sono nemmeno accorte di mentire.''

''Le tue parole sono troppo sibilline Artù, parla più chiaramente.''- gli impartì il re.

In risposta, il biondo estrasse dalla tasca una boccetta di vetro che porse al padre.

''Ciò che le testimoni hanno creduto di vedere, altro non erano che visioni provocate dalla belladonna, contenuta in questa tintura per gli occhi.''

''Che stregoneria è mai questa?''- chiese Uther.

Gaius intervenne-:'' Nessuna stregoneria, Mio Signore. La belladonna è una pianta medicinale che serve per curare molti disturbi, ma se usata per creare una tintura per gli occhi provoca allucinazioni.''

Il re si rivolse alle testimoni che giorni prima avevano rivelato di aver visto cose che non potevano essere reali-:''Avete acquistato la Belladonna da quest'uomo?''- chiese indicando il bottegaio.

Le poverine, tremanti di paura annuirono.

Dopodichè il monarca si rivolse all'uomo.

''Dove hai trovato la belladonna?''

Il bottegaio esitava: come dire di essere stato minacciato in presenza del suo stesso aguzzino?

Il principe gli si avvicinò per rassicurarlo-:''Vi ho gia spiegato, che non c'è alcun motivo di aver paura... godrete della protezione del principe ereditario, non vi accadrà nulla di male, ma dovete dire la verità.''

L'uomo si convinse: conoscieva Artù, e sapeva che era un uomo d'onore.

''Il cacciatore di streghe, Sire...''- disse quel poveretto indicando Aridian-:'' mi ha ordinato di vendere la belladonna o mi avrebbe fatto finire al rogo.''

Il re si rivolse ad Aridian-:'' Come rispondi alle accuse?''

''Nego ovviamente.''- fece lui sogghignando-:'' avrei dovuto immaginare che vostro figlio, visto che si trova sotto incantesimo, avrebbe fatto di tutto per salvare la vita del ragazzo. Ma non mi sarei aspettato che un uomo d'onore quale voi siete.... arrivasse addirittura a fabbricare prove false.''

''Dite di riportare Merlino al rogo''- Gaius, Artù e Gwen vennero invasi dal terrore-:'' non preoccuparti Artù, presto starai bene e lo staremo tutti...''

'' Se davvero sono così pazzo da vaneggiare certe sciocchezze solo per salvare un servo, non avrete nulla in contrario se diamo un'occhiata ai vostri appartamenti. Padre, ti supplico...''- implorò Artù sperando che Gaius avesse ragione delle stanze di Aridian-:''che cos'hai da perdere, se non un po' di tempo? Fai perquisire le sue stanze.''

''E se non dovessi trovare nulla?''- chiese Uther.

''Mi prenderò ogni responsabilità, se vuoi mi prostrerò a terra implorando il perdono di entrambi ed accetterò qualunque punizione tu decida di impartirmi, ma ti prego...''

''Se volete perquisire le mie stanze fate pure... io non ho nulla da nascondere.''- concordò Aridian.

Gaius sogghignò sotto i baffi.

Se solo avesse saputo cosa lo attendeva...

 

''Posso dirvi che state solo sprecando il vostro tempo, ed anche il mio?''- fece Aridian mentre i soldati mettevano a soqquadro la sua stanza.

Artù iniziava sinceramente a preoccuparsi, ma Gaius gli aveva detto che da una perquisizione accurata nelle sue stanze sarebbe uscito qualcosa d'interessante...

Allora si ricordò le parole di Gwen: i fiori di belladonna si trovavano dentro un armadietto chiuso a chiave.

In questa convinzione e disperata speranza, si avvicinò all'armadio e lo aprì.

Dovette indietreggiare di qualche passo per non essere investito dall'incredibile quantità di bracciali che ne uscì.

Tutti identici a quello trovato negli alloggi di Gaius e Merlino.

E dietro a quelli, altrettante boccette di belladonna.

Per una volta da quando era arrivato a Camelot, era il viso di Aridian ad essere paralizzato dalla paura.

''Questi oggetti non mi appartengono!!!''- strillò cercando di discolparsi.

Aveva gia intuito cosa stava succedendo.

''Qualcuno sta cercando d'incastrarmi.... pensateci bene sire, non vi pare strano che vostro figlio fosse fin troppo sicuro di trovare questa roba nelle mie stanze....''- fece cercando d'insinuare il tarlo del dubbio nella mente del re.

Peccato che proprio in quel momento il cacciatore di streghe venne colto dai dei violenti attacchi di tosse, che si conclusero con l'uscire dalla bocca di Aridian un rospo.

Tra lo stupore e il disgusto di tutti.

''Sei uno stregone!!!''- urlò Uther sguainando la spada, seguito a ruota dal figlio e dagli altri soldati.

Aridian, in preda al panico, afferrò il pugnale che aveva sullo scrittoio e afferrò Morgana per un braccio, mirandole in coltello alla gola.

''Aridian non fare sciocchezze...''- balbettò Uther, visibilmente preoccupato per la sorte della figlia-:'' pensaci bene, non riuscirai mai a lasciare Camelot...''

''Lo farò, se tenete alla vita di Lady Morgana.''- li contraddì Aridian.

Artù doveva pensare, e in fretta. Nel frattempo Aridian si allontanò giu per le scale con la donna in ostaggio, sempre con i soldati, il re e il principe alle calcagna.

Avevano ordinato a Gwen e Gaius di non muoversi da dove si trovavano.

A forza di scappare si ritrovò nella piazza.

''Aridian, la piazza è circondata. Ti conviene lasciarla andare e arrenderti se vuoi avere almeno una possibilità di evitare la forca...''- tentò Artù cercando di mascherare l'ansia per la vita della sorellastra.

''Non m'importa di finire all'inferno... ma in quel caso, non ci andrò da solo.''- continiando ad indietreggiarre arrivò fino al braciere ancora accesso, lo urtò per sbaglio e...

La catasta imbevuta di resina prese fuoco in un batter di ciglia.

Gli occhi di Merlino si sgranarono dalla paura.

''NOOOOOOOO!!!!''- Artù non poteva crederci. Dolore, lacrime, battaglie contro il tempo per trovare le prove per scagionarlo, una notte insonne... tutto buttato al vento.

Approfittando dell'attimo di distrazione Morgana tirò una gomitata ad Aridian.

L'uomo battè la testa violentemente e morì sul colpo per trauma cranico.

La ragazza, ancora sconvolta, corse a rifugiarsi tra le braccia del padre adottivo.

Gaius e Gwen corsero vicino al rogo affannati.

Merlino aveva cominciato a tossire.

''Artù...''- lo implorò Gwen. Il principe afferrò un secchio di legno la vicino, corse vicino alla fontana e dopo averlo riempito fino all'orlo se lo rovesciò addosso.

Dopodichè corse sulla catasta ed incurante del dolore alle mani a causa dell'ortica intrecciata nelle corde, slegò il giovane mago e se lo caricò tra le braccia portandolo giu.

''Come sta?''- chiese Morgana preoccupata per l'amico.

Artù lo riadagiò per terra e lasciò che Gaius facesse il suo lavoro. Il medico gli prese il polso e gli tastò più volte collo e viso.

''Ha solo respirato un po' di fumo, ma per il resto se la caverà.''- i presenti tirarono un sospiro di sollievo. Artù lo prese in braccio.

''Lo porto in camera sua.''

''Ce la farà davvero?''- chiese Gwen ancora sotto shock per cio che stava per accadere all'amico, tamponandogli la fronte madida di sudore con un fazzoletto.

''Certo, non c'è da preoccuparsi, anche se l'ha vista davvero brutta.''

In quel momento Merlino aprì gli occhi-:''Dove sono, cos'è successo?''

''Bentornato tra noi, ragazzo. Qualcuno che sta molto in alto deve volerti bene...''- detto questo prese una ciotola e un cucchiaio-:'' è per farti calmare.''

''Gaius, lascia...''- fece Artù prendendo il contenitore-:'' lascia che me ne occupi io.''

Detto questo si sedette ed iniziò ad imboccare Merlino.

Quando ebbe finito, Merlino tentò di parlare ma il sonnifero iniziava gia a fare il suo lavoro.

''Artù... io... mi dispiace...''

''Ne riparliamo in un secondo momento. Ora riposati, hai passato un brutto momento.''

Il sonno lo colse quasi subito, e si risvegliò solo nel primo pomeriggio.

Quando si svegliò si sentiva ancora un po' debole e decise di rimanere a letto ancora una mezzoretta.

Gaius gli aveva lasciato un biglietto che diceva che si era recato in città per comprare delle cose. Gli aveva lasciato anche una tazza di brodo.

Il ragazzo sorrise e si mise degli abiti di ricambio,decidendo di alzarsi per sgranchirsi le gambe.

Entrando nello studio di Gaius, ebbe quasi un infarto per la sorpresa.

''Mio signore, voi qui...''- fece Merlino accennando un lieve inchino-:'' se state cercando Gaius, è in città, ma se posso esservi utile io...''

Uther dissentì-:''No. Volevo solo informarmi di come stavi. So che hai passato un momentaccio in questi ultimi giorni.''

''Diciamo che ho avuto giornate migliori.''

''Lo so.. volevo informarti che il corpo di Aridian è stato gettato in una fossa comune.''

''Bene...''- disse Merlino.

''Volevo chiederti scusa... mi dispiace che tu abbia dovuto soffrire per colpa sua.''

''Non c'è bisogno di chiedermi scusa a nome suo... è vero, ho sofferto ed anche tanto. Mi sembrava di essere sul punto di impazzire e sono stato tentato di mettere la parola fine alla mia vita io stesso.

E' stata la sua mano a farmi soffrire, ma stava solo eseguendo il vostro ordine.''

''Lo so che cosa pensi, ma se gli ho permesso di fare cio che ha fatto... Aridian ha approfittato della fiducia di tutti noi, deliberatamente.''

Merlino non ci vide più-:''Posso dirvi qualcosa che penso da tempo immemore, scusandomi per l'avventatezza Vostra Maestà?''

Uther diede il consenso.

''Vi siete ingannato da solo, e questo gia da prima che Aridian muovesse le sue accuse contro di me. Siete talmente accecato dall'odio verso la magia che vedete amici dove ci sono nemici, e persone malvagie in coloro che tutte le mattine si alzano per compiere il loro dovere al meglio delle loro capacità.

Io non so perchè tanto odio e sinceramente non m'interessa nemmeno saperlo, ma la maggior parte di quelli che avete fatto giustiziare erano innocenti. E non tutti hanno avuto la mia stessa fortuna.

E ora, con tutto il rispetto, vi pregherei di lasciarmi solo: ho bisogno di stare solo e di riflettere. Vostro figlio è stato così gentile da concedermi un paio di giorni di congedo.''

Uther se ne andò leggermente scosso: nessuno, nemmeno Gaius che considerava un amico di vecchia data, si era mai permesso di fare la voce grossa con lui, e un ragazzino, servo per di più, si era permesso.

Eppure aveva ragione lui... forse.

''Ti posso assicurare che in futuro le cose cambieranno. Artù mi ha chiesto di dirti... vorrebbe che tu lo raggiungessi in camera sua stasera.''

All'ora stabilita Merlino si recò nelle stanze del suo padrone.

''Desideravate vedermi?''-fece Merlino.

''Stai su.''- gli ordinò notando che il servo non lo guardava-:'' come stai?''

''Molto meglio grazie.''

Cio che accadde dopo lo spiazzò completamente.

Artù Pendragon lo stava abbracciando?

''Non sai quante volte ho desiderato farlo, ma il mio orgoglio e la mia posizione me lo hanno sempre impedito. Ho promesso a me stesso che se riuscivo a farti scendere vivo dal rogo ti avrei abbracciato e detto tutto.''- spiegò Artù.

''Detto cosa?''

''Quanto ci tengo a te, quanto apprezzi tutto cio che fai per me, e che mi dispiace, ma trattarti come ti tratto è un modo strano per dirti ti voglio bene.''

Merlino sorrise.

''Anch'io mi sono comportato molto male con voi. Avrei dovuto dirvi il mio segreto appena ho capito che potevo fidarmi di voi e invece ho taciuto.''

''Diciamo che siamo pari allora.''- disse Artù-:'' mangiamo?''

Durante la cena Merlino raccontò tutto all'amico: di cosa aveva fatto per lui e del destino, che stando a cio che diceva la lucertola troppo cresciuta imprigionata nei sotterranei, erano destinati a compiere: fondare un grande regno, chiamato Albion.

''Certo che alla fine... non è stato molto carino nascondere quegli oggetti in camera sua.''- fece Merlino ridendo.

Artù si finse scandalizzato-:''Questa poi!!! Io ti salvo le natiche e tu mi ringrazi così? Beh, figurati non c'è di che.''

''Se dovessi convertire in denaro tutte le volte che vi salvo la vita vivrei di rendita fino alla fine dei miei giorni.''- i due risero.

''Hai ragione, non è stato onesto, ma nemmeno lui è stato molto leale a nasconderti il bracciale in casa. E poi... l'espressione che ha fatto sputando il rospo non ha avuto prezzo. Veramente, avresti dovuto vedere la sua faccia!!!''

E risero di nuovo.

  
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