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Autore: Sallivergron    08/10/2012    1 recensioni
Questa storia parla di una scuola d'arte, la Ohio School of Arts, un istituto che dedicato interamente alle discipline che tutti noi vorremmo fare a scuola- almeno credo - quali il ballo, il canto e la recitazione. I ragazzi saranno sottoposti a due prove e continue novità. Non sempre la loro vita sarà facile. Ogni capitolo sarà narrato in prima persona da un personaggio. Seguite questa storia e fatemi sapere che ne pensate!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sapete ci sono dei momenti in cui ci sembra che nella nostra vita vada tutto alla perfezione, ma ci si rende conto che è solo una concezione mentale che ci siamo creati per evitare di affrontare la realtà.
Ci sono errori che commettiamo per non ferire gli altri, ci sono errori che facciamo per stupidità o semplicemente ci sono errori che facciamo per amore. Io ero solita sbagliare per stupidità, ma quella volta sbagliai  per amore.
Essendo solo una ragazzina delle superiori non potevo sapere a cosa andavo incontro cominciando un’amicizia chiamiamola “diversa” con un ragazzo “speciale”. Avevo sempre trattato Sam come un amico, un fratello, un riferimento, qualcuno in cui potermi rifugiare quando il resto del mondo non sembrava capirmi.
Credevo che cominciando un’amicizia con Noah sarebbe successa la stessa cosa, ma non fu così. Con lui mi sentivo diversa, certo i miei amici mi facevano sentire speciale, ma mai nessuno c’era riuscito come lui. Lo avevo sempre considerato un imbecille, un cretino, ma si sa “Solo gli stupidi e gli ignoranti non cambiano idea!” Chi avrebbe mai detto che avrei provato qualcosa per lui?
Il nostro rapporto era passato da amici ad amici di letto, il che per la mia migliore amica non era buono perché alla fine uno dei due ne sarebbe rimasto coinvolto e a quel punto non sarebbe rimasto più nulla, neanche l’amicizia. Quinn aveva ragione, dovevo prendere una posizione, farmi avanti, dichiarando i miei sentimenti e potendo avere una risposa deludente oppure terminando questa storia degli amici di letto e ritornando ad essere semplicemente amici. Decisi, per evitare una delusione, di optare per il porre fine a questa stupida idea.
Arrivai a scuola con mio fratello e, dopo averlo salutato mi avvicinai all’entrata dove ad aspettarmi c’era Noah. Gli sorrisi e lo salutai anche se morivo dentro. Avrei tanto voluto mettergli le braccia attorno al collo e baciarlo fino a rimanere senza fiato. Ma purtroppo questo non mi era concesso.
-Cos’hai stamattina? Ti vedo strana- mi disse guardandomi. Ormai mi conosceva benissimo.
-Devo parlarti- gli dissi abbassando lo sguardo. Mi guardò con l’aria di chi non capiva. Mi fece tanta tenerezza. Avrei voluto che mi abbracciasse e mi stringesse a se facendomi così sentire la ragazza più felice del mondo. Ma non sarebbe successo. Camminammo fianco a fianco nel corridoio rimanendo stranamente in silenzio. Era la prima volta che accadeva. Di solito eravamo impegnati a ridere e a scherzare o semplicemente a parlare. Avevo paura, paura di perderlo dopo ciò che gli avrei detto. Avevo paura di non poter più passare il mio tempo con lui, paura di vederlo da lontano e non potergli stare semplicemente accanto a fargli da spalla. Ormai era diventato parte della mia vita. Non c’era momento in cui lui non fosse presente nella mia mente e nei miei pensieri. Arrivati agli armadietti vedemmo Sam e Quinn sbaciucchiarsi e scambiarsi sorrisetti complici, tipico degli innamorati. Lo guardai con la coda dell’occhio e notai che mi stava guardando. Pensai che anche lui ricambiasse i miei sentimenti, ma scacciai subito quei pensieri considerando l’ipotesi di essermi immaginata tutto.
-Ehi ragazzi!- dissi interrompendo quel momento così dolce e romantico. Ero gelosa, gelosa di quell’amore così puro, gelosa di quell’amore sincero e ricambiato. Avevo tanto bisogno di una persona che mi amasse e avrei tanto voluto che quella persona fosse Noah, ma in cuor mio sapevo che non sarebbe mai accaduto perché lui non mi amava.
-Ehi siete arrivati!- disse Sam sorridente
-Come mai così silenziosi?- domandò Quinn. Se solo avesse saputo cosa stavo per fare!
Noah alzò le spalle indifferente e fu in quel momento che capì che non mi amava. Mi si spezzò il cuore in tanti piccolissimi pezzettini. La sua risposta fu solo un’alzata di spalle, priva di sentimento, priva d’amore. A lui il mio comportamento non era sembrato strano, forse non aveva neanche notato la differenza rispetto agli altri giorni come avevo fatto io. Decisi che era arrivato il momento di parlare delle mie intenzioni alla mia migliore amica.
-Vi spiace se vi raggiungiamo dopo? Avrei bisogno di parlare con Quinn un attimo, questioni tra ragazze- dissi tirando la mia amica per un braccio e sorridendo falsamente.
-No fate pure!- rispose Sam
Portai la mia amica nell’anfiteatro.
-Santana perché mi hai portato qui?- chiese
-Perché è l’unico posto in cui a quest’ora non c’è mai nessuno- risposi. Camminai sul palcoscenico per un po’ giocando nervosamente con le mani, mentre la mia amica si accomodava su una delle poltroncine in prima fila.
-Mi dici che ti sta succedendo?- domandò. La guardai triste, quasi con le lacrime agli occhi -Dio Santana sei incinta?- mi chiese. Feci di no con il capo. Magari se fossi rimasta incinta avrei avuto qualcosa che mi tenesse legata a lui, avrei avuto un piccolo Noah che girava per casa e che giocava in giardino.1
-Quinn ho deciso di smettere di andare a letto con Noah, voglio seguire il tuo consiglio- dissi
-Oh che bello! Quindi gli dirai cosa provi?- mi chiese sorridente. Feci di no con il capo e in quel momento qualche lacrima mi bagnò il viso. -Cosa? Perché no?- mi chiese lei raggiungendomi sul palco e mettendomi una mano sulla spalla.
-Perché lui non mi ama, non voglio un rifiuto. Voglio poter stagli accanto almeno come amica- risposi guardandola
-Chi ti dice che lui non ti ama! Santana in amore bisogna rischiare, nulla è dato per scontato. Nessuno dice che è facile, ma ci devi provare- mi disse
-Non posso. Se ci provassi e lui mi dicesse di non ricambiare i miei sentimenti lo perderei. Lo perderei per sempre, anche come amico e non voglio rinunciare a stargli accanto, ho bisogno di sentilo vicino. Mi fa stare bene, mi fa sentire così completa. Nessuno è mai riuscito a farmi sentire così, credevo che almeno tu avresti potuto capirmi- disse avviandomi alla porta lei mi seguì e mi afferrò per le spalle.
-E ti capisco, ti capisco meglio di chiunque altro, è esattamente questo che provo ogni qual volta Sam è accanto a me. Sento di essere così completa, sento questa sensazione di benessere invadermi il corpo- esclamò lei guardandomi negli occhi.
-Se mi spingi a rischiare allora non mi capisci come credevo!- detto questo mi sottrassi alla sua presa ed uscì dall’anfiteatro recandomi in bagno per rifarmi il trucco. Quinn era sempre stata assieme a Sam una delle persona in cui confidavo maggiormente, una di quelle persone che ti capiscono sempre e che sanno dire la cosa giusta al momento giusto, ma in quel momento mi sembrava che dalla sua bocca uscissero solo tante parole insignificanti. Uscita dal bagno mi recai a lezione, recitazione con Dante. Avevo passato l’ora ad ascoltare quello che il professore diceva, cercando di non pensare alla conversazione con Quinn e a quello che avrei detto a Noah. Quando la campanella suonò cominciai ad agitarmi. Avevo un’ora di buco e come ogni settimana la passavo con Puck sul tetto, che ormai era diventato il nostro posto. Salì le scale e aprì la porta. La forte luce mattutina mi accecò. Intravidi la sagoma di Noah che affacciato all’enorme balconata guardava di fronte a se.
-Sei già qui?- dissi
-Si, sono arrivato qualche minuto fa, Adela ha terminato prima- rispose e mi venne incontro. -Santana cosa devi dirmi? C’è qualcosa che non va? Sono tuo amico sai che puoi dirmi tutto-
-Lo so, tranquillo non è successo nulla- dissi giocando nervosamente con le mani e sedendomi su quell’unica sedia che c’era. -Noah io voglio cominciare a frequentare di nuovo dei ragazzi-
-Che intendi? Non vuoi più venire a letto con me?- domandò
-No, voglio cominciare una storia seria. Ovviamente quando mi fidanzerò sarai il primo a cui lo dirò!- esclamai per sdrammatizzare. Lui mi guardò incredulo. Poi mi sorrise.
-Mi fa piacere sapere che sarò il primo!- disse e mi abbracciò. Mi abbracciò come mai aveva fatto prima, mi strinse forte, più del solito ed io feci lo stesso con lui. Sembrava quasi un addio. In quel momento sentì un brivido invadere il mio corpo. Era una sensazione nuova per me. Non volevo più staccarmi da lui. Volevo rimanere tra le sue braccia, ma dovetti presto tornare sulla terra.
-Resterai mio amico per sempre vero?- chiesi
-Ti starò accanto per sempre, fin quando mi vorrai e quando ti sarai stancata di me non andrò via, rimarrò a darti fastidio- detto questo poggiai la mia testa sul suo petto e mi feci piccola piccola tra le sue braccia.
-Ti voglio bene Santana!-
-Ti voglio bene anche io Noah!-
Lui mi accarezzò i capelli e mi diede un bacio sulla guancia. Mi sentivo uno schifo, mi sentivo un vero schifo. Avrei voluto mettermi a piangere ma non potevo. Stavo così bene tra le sue braccia! Sembravano fatte su misura per me.
Avevo una voglia matta di baciarlo ma quelle labbra non erano mie, non lo erano mai state e mai lo sarebbero state, sicuramente erano destinate a qualcun’altra, qualcun’altra che non ero io.  


1. Magari se fossi rimasta incinta avrei avuto qualcosa che mi tenesse legata a lui, avrei avuto un piccolo Noah che girava per casa e che giocava in giardino = è una frase che ho storpiato presa dall'eneide di Virginio e pronunciata da Didone, regina di Cartagine innamorata di Enea, quando questi va via da Cartagine lasciandola con il cuore a pezzi e (secondo Didone) avendola illusa. A causa di questo lei si suiciderà. 

Disegno di Didone ed Enea. 




















  
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