20 CAPITOLO
A volte trovare la luce
significa dover attraversare la più fitta oscurità.
Le ferite sul corpo se ne erano andate, pressoché
invisibili, però quando muoveva gli arti Briony sentiva
un pizzicore che avrebbe tanto voluto urlare pur di farlo sparire. Ma il dolore
fisico come qualunque altro, presto scompare col tempo. Il suo venne aiutato
grazie a dita gelide che le accarezzavano la pelle come piccole lastre di
ghiaccio, fino a donarle un po’ di conforto. Elijah l’aiutò a tirar sù la cerniera del vestito e dopo averlo fatto le donò
un lieve bacio sul collo, freddo come la neve.
“Vogliamo andare?” le domandò lui con
calma, soffiandole sul collo.
Briony gongolò con un sorrisino andando a
prendere la pochette. “Secondo te cosa possiamo aspettarci da questa serata?”
“Nulla di buono suppongo. Altrimenti non sarebbe una
festa di Mystic Falls”
constatò Elijah e subito lo sguardo divenne grave, segno che non aveva voglia
di sorbirsi una festa. Non a Mystic Falls. Dove dovevi sempre tenere alta la guardia altrimenti
saresti finito ammazzato.
Elijah indossava un completo nero elegante che
risaltava i suoi splendidi capelli scuri e la pelle chiara. Briony invece un vestito color rosso scuro lungo e
senza spalline, i capelli lisci e tutti sciolti lungo la schiena.
Il vampiro all'inizio non era stato molto incline ad
accettare. Le feste di Mystic Falls erano un’inesauribile fonte di pericolo.
Ma per Elijah tutto era un pericolo da quando Briony era stata uccisa. Per lui, da quel momento
drammatico, la prudenza non era mai troppa: le stava sempre accanto e nei
momenti in cui non lo faceva, teneva d'occhio Klaus. Era sempre rigido e duro,
come se qualcosa gli punzecchiasse i muscoli e scattava ad ogni minima cosa.
Ma Briony sapeva
il motivo del suo umore così tetro: lei. Dopo che l'aveva vista morire, Elijah
era stato paralizzato dallo shock a causa della terribile sofferenza provata.
Che Briony fosse risorta era stata una
fortuna insperata ma questo non bastava.
Perché da come la guardava, sembrava che lui si autocolpevolizzasse per ciò che le era successo, e il
rimorso lo avrebbe accompagnato in eterno se fosse accaduto di nuovo.
"Non permetterò che tu viva nel pericolo, fosse
anche un pericolo minimo" aveva affermato lui con sguardo duro e deciso.
C'era voluto un pò per
convincerlo che sarebbe andato tutto bene, e infatti eccoli lì.
Elijah intanto si stava abbottonando i polsi, lo
sguardo non aveva perso nulla della proprio incisività.
<< Vuol mostrarsi freddo ma é preoccupato a
morte che possa accadermi qualcosa. >> pensò Briony mentre lo guardava.
Certe volte vedeva che Elijah la guardava senza farsi
notare, ma lei sentiva comunque il suo sguardo addosso: come se volesse
sincerarsi che lei fosse davvero viva, e allora il suo incubo peggiore tornava
ad affievolirsi in un angolo buio della sua mente, ma sempre vigile per tornare
alla luce al primo segnale di preoccupazione e pericolo.
Briony voleva avere il potere di cancellare
il tormento nell'espressione del suo viso per ritornare alla vita di sempre.
Un bottone del polso non voleva proprio abbottonarsi e
Elijah era sul punto di perdere la pazienza. Così Briony gli
si avvicinò prendendogli la mano.
"Andrà tutto bene" gli sussurrò.
Elijah allora la guardò. Lo sguardo sempre serio ma
cercò di smorzare con un sorriso:
"Forse ne vale davvero pena. Sarebbe un peccato
che gli altri non vedano quanto sei bella" disse lui sfiorandole la
guancia col palmo della mano. Stava per abbassarla ma Briony gliela
prese tra la sua, tenendola stretta sulla guancia.
"E sarebbe un peccato non godersi la serata.
Finché ci sarai tu so che non mi accadrà niente."
Elijah la osservò attraverso i suoi profondi occhi
neri; tese l'altra mano verso il comodino e prese la maschera da ballo.
"Cerca di stare al mio fianco e di non scappare
nel nulla allora" le sussurrò a bassa voce, mettendole la maschera.
Briony trattenne una risatina nervosa. In
verità era un pochino agitata, alla festa forse ci sarebbero stati sia Klaus
che Gwendolyn. Chissà cosa avevano escogitato ai
suoi danni. Ma se lo faceva capire a Elijah, sarebbe stata la fine.
Si sarebbe mai salvata da tutto quel male?
Cercò di essere coraggiosa anche se il fiato le mancò
quando Elijah, dopo averle annodato la maschera, aveva posato le labbra fredde
sulle sue. Subito scattò una scintilla in lei e strinse la mano fra i suoi
capelli, premendo le labbra sulle sue.
Quel sentimento la travolgeva sempre e le mozzava il
fiato, quasi annaspò. Con la stessa urgenza in cui cercherebbe l'aria, cercò
il respiro di Elijah e all'improvviso Briony fu salva.
Niente più preoccupazioni, né paure. Era ritornata a
respirare normalmente, facendosi sommergere da quelle labbra immortali.
Le mani di Briony scesero
sul collo di Elijah fino ad aderire alla spalla. Le labbra del vampiro che toccavano le sue, condividendo
i lenti respiri con lei.
Fu quasi una tortura staccarsi, ma Briony strinse il tessuto della giacca di Elijah sulla
spalla fino all’ultimo e alla fine il suo viso si allontanò.
Lo guardò allora negli occhi, dentro i quali avrebbe
tanto voluto affogarci.
Si rese conto quanto Elijah aveva marchiato la sua
vita, ogni cosa... Dal suo corpo al suo cuore, dal suo modo di agire al suo
modo di pensare.
Qualcosa tremò in lei per la certezza che anche lui
aveva ricevuto le stesse marchiature. Ma poi... Cosa sarebbe successo qualora
non fosse più esistita?
Lei non avrebbe mai potuto diventare immortale e tra
non molti anni avrebbero dovuto separarsi.. Come l'avrebbe presa Elijah? Come
lo avrebbe affrontato? Sarebbe riuscito a risollevarsi dalle sue stesse
macerie? Di colpo le ritornò in mente l'espressione che lui aveva indossato
quando pensava che stesse morendo.
Per un secondo, per un singolo respiro, aveva scorto
in lui l'espressione più terribile e atroce che rasentava il dolore della sua
anima, la quale voleva sempre rimanere nascosta ma in quegli attimi non c'era
riuscito nemmeno con tutto se stesso. Briony non
voleva neanche immaginare il volto di quella sofferenza durare per secoli e
secoli.
All'improvviso scacciò la tristezza, Briony prese invece la maschera di Elijah e gliela
mise sul volto.
"Cerca di non provarci con nessuna signora che
non sia io." lo ammonì con finta severità.
Elijah le sorrise: "Cercherò di ricordarmi il
colore del tuo vestito allora" rispose a mò di
provocazione.
Briony gli diede una pacca sulla spalla
mentre Elijah le prese il cappotto; Briony gli
diede la schiena per aiutarlo ad infilarselo.
"E non preoccuparti d'accordo? Non ho
paura." disse lei mentre Elijah le adagiava il cappotto sulle spalle.
Lo sentì sorridere sul collo: "E non devi averne.
Spaccherò le mani a chiunque oserà toccarti"
Briony tremò leggermente. Non suonava come
uno scherzo, anzi sembrava terribilmente serio. Con ciò che avevano passato, e
con che umore Elijah passava gli ultimi giorni, il vampiro ne era di certo capace.
Briony sospirò e si voltò verso di lui. Gli
sistemò per bene la cravatta e gli sorrise da sotto la maschera: "La festa
ci aspetta. E immagina quanto mia sorella stia battendo i piedi per il nostro
ritardo"
Elijah le sorrise allora:
"Potremo far finta di non conoscerla"
ipotizzò allora con un sorriso sghembo.
Briony sentì rimontare in lei la serenità e
prese la pochette, stringendo la mano al braccio di Elijah.
Eppure il viso dell'Originario tornò presto ad
indurirsi, come se si trovasse al centro di un vortice di fuoco. Ma l'universo
poteva anche esplodere o ridursi in cenere per quel che gli importava, purché
potesse mantenere Briony al sicuro.
--------------------*************************--------------
La signora Lockwood si
era di gran lunga superata: c'erano giocolieri, mangiafuoco, ovunque c'erano
maschere. Briony depositò il cappotto e si
guardò attorno come sempre spaesata, c'era una marea di gente e per la maggior
parte non li conosceva.
Carol Lockwood fermò Briony e Elijah all'entrata per depositare sul loro
petto un tesserino con sopra un numero: ennesima trovata del sindaco. Nel corso
della serata le persone potevano mandarsi messaggi che venivano poi custoditi
dentro una cesta, sorvegliata da un addetto alla festa. Sopra ai messaggi c'era
il numero del destinatario, così avrebbe potuto leggerne il contenuto e
scatenare così nuovi incontri. I messaggi venivano poi costantemente aggiornati
in una schermata digitale riposta nel salone. E c'erano già scritti dei numeri.
Andava per la maggiore il numero 22.
Non fu difficile trovare chi fosse. Non molto lontano
da loro c'era Kol, ebbro di felicità e senza
maschera, che lanciava in aria con una grossa risata le letterine che gli erano
arrivate. Molte ragazze gli cadevano ai piedi, una era al suo fianco
infatti Kol le cingeva la vita con un
braccio. Ma l'altro aveva imprigionato un'altra ragazza e le aveva appena
regalato un sonoro bacio sulla bocca.
Dopo essersi fatto l'ennesima risata, si era pure
puntato gli indici contro e aveva affermato:
"Signorine: Kol Mikaelson. Soddisfa ogni richiesta femminile"
Dopo questa trovata, le ragazzine non avevano fatto
altro che urlare, scalpitare e tirarsi i capelli.
Briony si era portata la mano alle labbra
sghignazzando divertita, e per fortuna non stava bevendo altrimenti le sarebbe
fuoriuscito il vino dal naso per il gran ridere. Si voltò e notò che anche
Elijah si stava trattenendo per rimanere composto e guardava di continuo Kol, scuotendo bonariamente la testa.
Andarono a fare il giro della casa e si strinsero a un
gruppo che stava già ballando. Briony allacciò
entrambe le braccia al collo di Elijah e iniziò a muoversi lentamente; lui le
cingeva i fianchi con le mani ma lo sguardo era guardingo e sempre teso.
Osservava le persone attorno come se fossero tutte degli avvoltoi pronti a
saltare loro addosso alla prima occasione.
Briony sospirò, lo sguardo saettò verso la
schermata digitale: "Uuuh qualcuno ha
ricevuto una lettera. Mi dovrei insospettire?" domandò per alleggerire la
tensione. Lei portava il numero 36, lui 37.
Vide Elijah sorridere misteriosamente da sotto la
maschera:
"Pensi che dovresti?"
Briony fece una risatina:
"No. Penso di fidarmi"
Rimasero un po’ a ballare, quando Elijah prese dalle
tasche della giacca un oggetto.
"Tieni" disse porgendole il braccialetto che
le aveva regalato molto tempo prima.
Briony lo guardò interrogativa mentre
Elijah teneva lo sguardo basso:
"Lo avevi perso nel bosco"
Il viso di Elijah si rabbuiò tutto a un tratto. Briony poteva notare dalla sua rigidità che la mente
di Elijah era tormentata agli attimi, quei pochi attimi, che gli avevano
devastato l'esistenza. Attimi in cui aveva fatto i conti con emozioni che aveva
cercato di seppellire sotto la sua corazza, ma erano esplose così violentemente
da distruggere ogni cosa, ogni strato.
Briony prese timidamente l'oggetto tra le
mani.
"Grazie, non lo perderò di vista questa volta."
“Adesso sono molto più sicuro” replicò lui in un
elegante scherno adatto al suo charme, mentre contemporaneamente lei lo circondava
di nuovo con le braccia, come se in quel gesto lei volesse scacciare il
tormento dal cuore di Elijah e purificarlo da ogni dolore passato.
Quasi quasi anche lei si sentì purificata da quell'abbraccio.
Andarono avanti a ballare in maniera lenta, quando
finalmente Briony scorse Caroline in mezzo
alla folla:
"Ecco mia sorella"
Caroline era bellissima come sempre, indossava un
abito verde acqua lungo fin sopra al ginocchio. Era con Tyler, anche lui vestito in maniera
impeccabile.
Caroline notò la sorella e le fece un cenno con la
mano. Stavano per andare nella sua direzione quando all'improvviso il sorriso
di Caroline si spense e i suoi occhi saettarono su una persona in particolare.
Elijah si irrigidì ma i muscoli erano all'erta pronti
a scattare, non appena anche lui aveva inquadrato una persona non gradita.
Briony vide con la coda dell'occhio Klaus
passare attraverso la folla. Non portava la maschera quindi fu facile notarlo.
Col suo sorriso da canaglia andò prima davanti a Caroline e Tyler - a
quest'ultimo ci volle un certo sforzo per non saltargli addosso - poi Klaus si
mise davanti a Briony e Elijah. Fra loro c'era
un enorme spazio vuoto come se le altre persone avessero paura di riempirlo.
"Vedo che ci siamo tutti alla festa. Ci sarà da
divertirsi" fu il ghigno provocatorio di Klaus.
Di colpo Briony sentì
un terrore raggelarle le vene, ciò che voleva dimenticare ritornò a galla con
prepotenza improvvisa: il dolore immenso prima di morire, la paura, il
rammarico profondo di lasciare le persone che amava. Tutto ritornò alla vista
di Klaus, colui che quasi certamente aveva escogitato la sua morte con un piano
così diabolico.
Elijah serrò duramente la mascella:
"Torno subito" disse gelido, allontanandosi
dal fianco di Briony. Lei capendo le sue
intenzioni cercò di trattenerlo.
"Che vuoi fare?" domandò preoccupata.
Elijah sembrò non vederla nemmeno, il suo sguardo non
era vuoto come presumeva anzi era ricolmo di collera gelida che presto sarebbe
divampata.
"Resta qui." ordinò andando poi verso Klaus.
L'ibrido non fece neanche in tempo a dire una parola che subito Elijah lo
afferrò senza mezzi termini per un braccio, e praticamente lo fece
indietreggiare con la forza.
Briony rimase a guardare la scena con occhi
sgranati, domandosi cosa avessero intenzione di fare. Ne aveva una vaga idea ma
non le piaceva perché anche se Elijah era quello più infuriato, Klaus rimaneva
sempre il più forte. In uno scontro del genere l'esito era purtroppo già
stabilito, e Briony non sarebbe rimasta a
guardare Elijah che veniva sbranato per difenderla.
Come al solito non fece ciò che le venne ordinato e
camminò nella direzione che avevano intrapreso i due vampiri. Li cercò per una
buona mezz'ora in tutte le sale, fra la folla, ma non riuscì a trovarli.
Di colpo fu pervasa da una bruttissima sensazione.
Si immobilizzò in mezzo a una folla strapiena di
maschere. Sembrava che quelle maschere inquietanti stessero tutte guardando
lei, che sogghignassero alle sue spalle, che sotto la maschera fossero tutti
ibridi di Klaus pronti a ucciderla, tagliarla pezzo per pezzo, e sgozzarle la
gola per bere il suo sangue da un calice.
Briony sentì all'improvviso un forte mal di
testa, come un trapano che perforava il cervello, ed ebbe perfino un senso di
nausea. Istintivamente cominciò a indietreggiare per allontanarsi da tutte
quelle maschere mostruose, da quelle visioni macabre che le assalivano la
mente.
Aveva il respiro accelerato mentre continuava a
indietreggiare. Si portò una mano alla testa e constatò che la fronte era
caldissima. Cercò una via di fuga per scappare via di lì, per cercare aria
fresca, e di smettere di essere assalita da quei volti coperti, come se tutti
avessero qualcosa da nasconderle.
Riuscì ad arrivare alla terrazza della villa e lì
respirò a pieni polmoni. Si portò una mano alle guancia che si era arrossata
come a contatto col fuoco. Non riusciva a capire il motivo di quell’improvviso
giramento di testa, forse aveva azzardato troppo e in fondo erano passati solo
pochi giorni da quando era morta… Forse era
normale essere deboli fino ad avere quelle visioni assurde che a Briony non erano certo nuove.
Credette di impazzire sul serio.
Si appoggiò alla ringhiera e grazie all’aria fresca
della sera riuscì a calmarsi, e il trapano alla testa smise di far rumore. Si
rilassò chiudendo gli occhi.
Un braccio spuntò dall’oscurità così all’improvviso
che lei neanche se ne accorse; solo quando si strinse attorno al suo petto,
fermandosi nell’incavo nel collo, lei sobbalzò spaventata e colta troppo alla
sprovvista.
“Ti avevo detto di rimanere dov’eri.” le sussurrò una
voce calda all’orecchio.
Briony riconobbe subito la presenza che
aveva alle spalle e la paura di prima si acquietò. Il cuore però le fece male dalla
potenza dei suoi battiti.
Capì che era Elijah anche grazie a quello, solo lui
emanava un tale potere su di lei.
Briony ritornò alla realtà e cercò di
rimanere calma. “Che è successo con Klaus?” domandò restando immobile.
Elijah subito si irrigidì. Anche se non riusciva a
vederlo in faccia, lo aveva intuito da come i muscoli del petto si erano
contratti contro la sua schiena. Vedendo che lui taceva, lei domandò di nuovo:
“Elijah? Che è successo? Dimmelo”
Il viso dell’Originario divenne impenetrabile fino a
scavarsi. La stretta sul petto di Briony aveva
cominciato a serrarsi sempre di più, e lei fu sul punto di non sentire più
l’aria nei polmoni a causa di quella forza.
Briony cercò di respirare normalmente, ponendo
la mano sul gomito di Elijah per diminuire la presa, ma rimaneva comunque
strettissima fino a toglierle il respiro.
Quell’atteggiamento la inquietò: “Mi vuoi rispondere?”
boccheggiò cercando di girare il viso, ma dalla posizione in cui si trovavano
non riuscì a farlo. Le sarebbe costato solo un fastidioso torcicollo.
“Basta domande” commentò lui in maniera lenta,
scandendo ogni parola.
Briony istintivamente sobbalzò. “Come?” Non
sapeva più cosa dire. La risposta di Elijah le era arrivata così fredda da
raggelarla e schiantarsi su di lei.
“Non ti deve importare ciò che dice quell’infame di
mio fratello” replicò lui con la stessa glacialità di prima.
Briony non riuscì più a trattenersi e
ignorando il male, girò metà viso per riuscire a guardarlo.
Lo sguardo di Elijah era perso in lontananza, ma non
era rilassato. Per niente. Era duro, scavato come se stesse lottando con una
parte importante di se stesso.
Briony deglutì per quell’espressione. “Vi
siete scontrati? Per colpa mia?”
“Amore mio, dovresti smetterla di preoccuparti.”
Rispose lui piacevolmente, alzando l’angolo della bocca in un sorriso
accennato. Si cavò la maschera e la gettò per terra, in silenzio.
Finalmente ora lei riusciva a vederlo bene e
l’espressione era meno dura di prima.
Sempre bellissima, assorta da chissà quali pensieri che Briony non riusciva a tradurre.
“Di certo non mi preoccupo per Klaus. Ma se mi dici
che non hai cavato la testa a nessuno, mi sentirò più tranquilla” rispose lei
accarezzandogli il braccio che fortunatamente aveva smesso di premere sul suo
petto con una tale forza da impedirle di respirare.
Sentì il sorriso di Elijah nella voce: “Ti ho detto:
non preoccuparti” sussurrò accarezzandole lievemente i capelli sciolti.
Briony si rilassò sotto il suo tocco, le
mani di Elijah sembravano simili ad ali di farfalla dal gran che erano leggere.
Adagiò la nuca contro il petto di Elijah mentre lui si chinò sul suo orecchio.
“Stai tranquilla” le sussurrò.
Il cuore di Briony automaticamente accelerò all’inverosimile. Il respiro
di Elijah sull’orecchio la faceva rabbrividire, così come la sua mano che le
stava toccando l’angolo del viso per farlo girare.
Gli occhi di Briony erano già socchiusi quando lui appoggiò delicatamente
le labbra sulle sue, schiudendole appena. Fu un bacio breve, tenero ma bastò
per farle infuocare le guance e il cuore.
Con gli occhi chiusi, Briony riuscì a sentire il rumore delle mani di Elijah che le
slegavano la maschera e questa cadde a terra con un tonfo. Si sentiva
stranamente elettrizzata quando la mano di Elijah tornò a sfiorarle il viso,
adesso senza alcun impedimento.
Questa volta però le sue labbra
divennero più decise quando baciarono quelle di Briony, che subito andò in iperventilazione sebbene le
labbra di Elijah erano fredde come la neve.
Il bacio divenne man mano più
profondo, più esigente e pieno di ardore.
La mano di Elijah era sempre
depositata al suo viso, mentre l'altro braccio si abbassò alla sua vita
lasciando un percorso di fuoco lungo la pelle. La mano di Briony passò sopra quella di Elijah deposta sul ventre, e le
unghie sembravano scavare sul suo palmo pur di attenuare l’eccitazione che si
stava facendo largo dentro di lei, fino a esplodere come fuoco.
Di colpo aveva disconnesso tutti i
pensieri, le paure. C’era solo lui per lei. Si sentiva bruciare i nervi,
sciogliere le ossa e lievitare.
La presa di Elijah su di lei divenne
più salda mentre le esplorava a fondo la bocca con la propria. L’altra mano di Briony si alzò per accarezzargli i capelli e stringerli fra
le dita per far scontrar di più i loro visi. Avrebbe voluto girarsi
completamente ma Elijah la teneva così ferma che faticava persino a respirare.
Non che ce ne fosse bisogno. Entrambi avevano smesso di respirare normalmente
già da un po’ di tempo.
Per quanto Briony si
sforzasse di apparire indipendente, quei sentimenti le riempivano il cuore
frastornato e sapeva che non sarebbe mai riuscita ad averne abbastanza delle
sue labbra.
Elijah iniziò poi a coprirla di baci leggeri intorno
all’orecchio e sul collo.
Un improvviso calore sembrò perforarle i vestiti fino
ad arrivare alla pelle nuda, quando però un forte frastuono la fece riportare
alla realtà e Briony trasalì inavvertitamente,
scostandosi da lui.
Quel pazzo di Kol completamente
ubriaco era caduto a terra, trascinando con sé una marea di bicchieri e pure
delle ragazze, che non sembravano affatto dispiaciute di essere a terra con
lui. Con una risata per nulla rammaricata Kol si
stava alzando, si sistemava la giacca e ritornava a divertirsi come se nulla
fosse successo.
Le guance di Briony intanto
si erano fatte rosso porpora mentre Elijah appariva come sempre normale, anche
se continuava a tenerla stretta a sé. Lei cercò di tornare a respirare e di
tranquillizzare il cuore altrimenti sul serio non avrebbe retto la serata.
“Torniamo dentro? Evitando magari di fare a botte con
tuo fratello e di creare finalmente una serata priva di sorprese?” disse lei
sapendo che Elijah avrebbe capito.
Lui dal canto suo stirò le labbra in un sorriso.
“Sarà davvero arduo” Il sorriso divenne però cupo.
Briony lo guardò titubante intuendo che
c’entrava in qualche modo Klaus. Oppure sua madre. Non solo lei, ma anche
Elijah aveva i suoi problemi che gli artigliavano il cuore gelido.
Prese la maschera caduta per terra e se la infilò, poi
prese Elijah per braccetto.
“Andiamo? Scommetto invece che se raggiungiamo gli
altri potremmo addirittura pentirci di aver pensato che questa festa sarebbe
stata un disastro” disse per incentivarlo a sorridere. Ma a sorridere
veramente. E per scacciare l’ansia di poco prima.
Elijah la guardò e in silenzio le sistemò
poi un ciuffo di capelli. Lei gli sorrise timidamente in
preda un brivido, e Elijah la riportò poi dentro lasciando la sua maschera
dov'era. Tornarono a infiltrarsi in mezzo alla folla che era
aumentata di netto. Faticavano persino a passare.
Briony vide anche Rebekah in
un angolo della sala, ma era sola e sembrava annoiarsi. La biondina vide Matt
passarle accanto senza però degnarla di uno sguardo, così lei lo prese per il
braccio per farlo fermare.
Da quel che Briony vide,
fu una chiacchierata piuttosto fredda infatti lo sguardo di Matt era spento
mentre Rebekah parlava a velocità smisurata
e agitando le mani. Dopo aver finito di parlare, Matt la liquidò e se ne andò
senza dir nulla. Rebekah cercò di
trattenerlo ma capì che era tutto inutile così restò immobile, mordendosi
nervosamente il labbro.
Briony provò una profonda pena per Rebekah perché non si meritava di soffrire nonostante
ciò che la gente pensava di lei. “Mi dispiace per lei.. Matt e tua sorella
hanno litigato?”
Lo sguardo di Elijah era fisso sulla sorella, anche
lui dispiaciuto.
“Lui non le parla da quando lei ha bevuto il suo
sangue quella notte nella foresta. E qualunque cosa mia sorella faccia sembra
non sia giusta, almeno dal punto di vista di una persona umana" disse lui
con un tono stranamente gelido.
Briony lo guardò ma non disse nulla.
Avrebbe voluto andare a confortare l'amica ma i suoi occhi captarono Ylenia che era appena entrata. Difficile non notarla
visto che non era da tutti i giorni vedere una bellezza mora abbronzata alta 1
metro e 77.
"Vai pure da tua sorella, io sto con Ylenia intanto" disse Briony e
subito Elijah acconsentì visto che non smetteva di guardare la sorella.
"Occhi aperti" mormorò lui dandole un bacio
sulla fronte, per poi avviarsi verso l'Originaria.
Briony sospirò e notò che Ylenia le si era già avvicinata
"Buona sera Briony.
Sapevo che eri talmente pazza da venire" disse la strega con una risata.
Era bellissima, portava un vestito blu di tessuto molto delicato.
"E perché? É vietato divertirsi? Le feste
di Mystic Falls sono
sempre uno spasso" rispose Briony in
tono ironico prendendo da mangiare.
Vedendo che Ylenia appariva
nervosa più di lei, Briony si fece seria:
"Che c'é? Qualche problema nuovo?"
"Vorrei solo evitare Klaus il più possibile"
rispose Ylenia sistemandosi la maschera.
"Prima ha fatto una delle sue comparse ma Elijah
l'ha mandato a farsi benedire credo.."
A sentire che Klaus era alla festa, Ylenia si irrigidì come solleticata da qualcosa di
fastidioso. E Briony lo notò subito:
"Che c'è, temi che stia escogitando qualche altro piano diabolico? Non mi
hai mai detto cosa ti ha legata a lui in passato, pensi che possa vendicarsi
perché tu stai dalla mia parte...?"
Ylenia trasalì: "Guarda Briony.. meglio che tu non sappia niente"
"Sai ho imparato a mie spese che i segreti sono
la peggior difesa che un uomo possa indossare. Alla fine la verità viene fuori
comunque.." rispose lei amareggiata.
Ylenia prese due bicchieri e ne porse uno
a Briony. "Non sai quanto hai ragione. I
segreti causano sempre sofferenza. A entrambi le parti. Ma é solo la sofferenza
che alla fine nobilita un amore" Il viso di Ylenia divenne
il quadro esatto delle sue parole. Anche se portava una maschera non era quella
che indossava veramente. Sembrava indossare la sofferenza vera e propria nella
profondità dei suoi occhi neri, nella cavità del suo viso, nel modo in cui
faceva tintinnare il bicchiere nella mano.
Briony seguì il suo sguardo e capì
che Ylenia stava fissando Finn, anche lui alla festa.
Ebbe la chiara sensazione che Ylenia poco
prima non si rivolgeva alla loro amicizia o a qualcos'altro che la riguardava.
Tutta la sofferenza della strega proveniva da Finn,
il suo viso ne era pieno mentre guardava l'Originario da lontano.
"Dai su non pensiamoci, brindiamo"
mormorò Briony alzando i calici per far
sorridere la strega, che tuttavia non si sprecò nemmeno a sorridere mentre
beveva.
"Avanti Ylenia.
Vedrai che con Finn risolverai ogni cosa.
Perché non vai da lui e gli parli? Secondo me Finn é
un tipo a posto, tra tutti gli Originali sembra il più normale" disse per
incentivarla e le cinse le spalle con un braccio.
Ylenia sorrise tristemente: "Ci sono
cose che non si possono perdonare"
Briony scosse la testa, poi le venne in
mente una cosa: “E’ da tanto che volevo chiedertelo ma… tu
come fai ad essere.. così? Insomma sei molto vecchia secondo l’età anagrafica
ma non sembra proprio a guardarti” mormorò dubbiosa.
La strega infatti doveva avere qualche centinaio di
anni eppure ne dimostrava una trentina. Briony voleva
capirne il nesso… se in qualche modo anche
a lei poteva accadere la stessa cosa visto che non poteva trasformarsi in
vampiro.
Ylenia questo lo intuì e subito si fece
scura in volto. “Mi dispiace ma io sono immortale perché ho dentro di me una
magia molto potente… mi ha aiutata a
mantenermi giovane negli anni ma solo una strega molto forte può predisporre di
quell’energia. E anche se fosse non ti conviene proprio averla, richiede un
prezzo troppo alto..” disse truce finendo il bicchiere.
Briony la guardò dubbiosa, sinceramente
rammaricata e dispiaciuta che non poteva essere come Ylenia.
Lei di certo non era una strega, e non possedeva poteri di quel genere… anche se da come la strega ne parlava, non ne
sembrava affatto contenta di possederli.
La ragazza istintivamente alzò il viso. Subito si
bloccò.
Klaus era ancora lì, la schiena appoggiata al muro
adiacente e stava rivolgendo loro uno sguardo duramente tetro. Non sapeva se a
lei o all'amica.
"Ylenia...." Briony si girò verso la sua parte ma la strega si era
improvvisamente volatilizzata nel nulla. Scomparsa.
Briony sbatté le palpebre e si girò su se
stessa per cercarla. Notò con shock che anche Klaus non si trovava più dove
era prima.
Cercò allora Elijah con lo sguardo: si era appartato
con Rebekah e stava ancora parlando con
lei. L'Originaria sembrava visibilmente provata dall'ultimo incontro con Matt.
A Briony vennero
all’improvviso in mente le parole di Ylenia, mentre
guardava Elijah.
“Ma é solo la sofferenza che alla fine
nobilita un amore”
Forse era vero. Forse più soffriva, più il suo amore
per Elijah e il suo attaccamento a lui aumentavano fino a eliminare se stessa.
Ma non ne avevano avuto già abbastanza della
sofferenza? Di solito c’era un limite al dolore che un uomo può sopportare e nella
loro lunga storia, sia lei che Elijah lo avevano oltrepassato, assaporando le
spine avvelenate dei suoi confini.
Alla fine ne erano usciti più forti di prima eppure
entrambi meritavano di non soffrire più, e di godersi la normalità e
semplicità che una storia travagliata come la loro poteva offrire.
Il loro legame era già stato nobilitato abbastanza e a
caro prezzo.
Briony andò verso Elijah e Rebekah infiltrandosi tra la folla. In sottofondo
avevano messo una musica assordante.
Si sentì però afferrare all’improvviso per un braccio
e questo si contorse dietro la sua schiena. Briony sussultò
in preda sia alla paura che alla sorpresa, ma restò immobile non riuscendo a
respirare mentre percepiva una presenza inquietante dietro di lei.
Quella stesse presenza le torceva il braccio
all’indietro in maniera così forte che si sentì torcere la pelle. “Mi lasci
andare. Subito” ordinò Briony cercando di
strattonarsi ma era come muovere un cumolo di pietra.
Cercò di girare il viso per vedere chi diavolo fosse
ma non appena tentò di girare il collo, la presa sul suo braccio si serrò di
più fino a farla boccheggiare dal dolore.
Briony strinse gli occhi quando una voce
inquietante le arrivò all’orecchio:
“Mi dispiace per tua madre”
Briony allora strabuzzò gli occhi. Le
sembrava di riconoscere quella voce, ma in mezzo a tutto quel casino a quella
musica non riuscì a fare nemmeno un ragionamento compiuto. Aprì la bocca per
dire qualcosa, ma fu paralizzata da una nuova scossa al braccio.
“Faresti bene ad allontanarti da quegli Originari se
non vuoi che facciate tutti una brutta fine”
Briony alzò automaticamente gli occhi e
vide Elijah in lontananza che stava guardando appunto nella sua direzione.
Gli occhi del vampiro si erano stretti in due fessure
profonde e micidiali, i muscoli all’erta. Rebekah gli
stava ancora parlando ma lui non sembrava nemmeno ascoltarla: i suoi
occhi neri erano tutti puntati sulla scena davanti a lui, come se fosse un
falco predatore.
Briony deglutì, con l’altro braccio cercò
di divincolarsi e sciogliere quella stretta micidiale “Lasciami andare. Chi
diavolo sei?” sbottò irritata, riuscendo finalmente a scansarsi e a girarsi. Ma
quando lo fece non c’era più nessuno dietro di lei.
Solo una mandria di ragazzi urlanti che ballavano
gioiosi e ubriachi. Briony spalancò la
bocca shockata provando a cercare quell’essere inquietante, allungò il collo da
tutte le parti ma non riuscì nemmeno ad identificare una persona sospetta.
Riuscì soltanto a ricordare quella voce inquietante che le perforava il
cervello, facendole venire un gelo improvviso alla schiena.
Si girò nuovamente e sobbalzò quando vide che Elijah
si era così avvicinato a lei tanto che quasi i vestiti si toccavano. Briony si portò poi nervosa le mani ai capelli.
“Ehi. Come sta Rebekah?”
farfugliò con gli occhi ancora sgranati.
“Chi era?” domandò Elijah senza aver ascoltato la sua
domanda. Lo sguardo era indecifrabile e non c’era alcuna traccia di ilarità
negli occhi.
Di colpo la musica sembrò non perforarle più il
cervello. La mente si riempì del silenzio pesante fra loro.
“Non lo so.. un pazzo che sicuramente non c’è con la
testa” disse lei sviando lo sguardo da quello di Elijah. Eppure anche così
riusciva a sentire il suo sguardo indagatore che non smetteva di schiantarsi su
di lei. Si morse nervosamente il labbro:
“Conosceva mia madre.. ha detto una cosa su di lei… Non lo so, non l’ho visto in viso..”
Elijah sbattè le
palpebre ascoltandola, poi lei abbozzò un sorriso alzando lo sguardo:
“Lasciamo perdere. Spostiamoci di qui.” disse lei
prendendolo a braccetto.
Voleva far finta di nulla e che non provasse un male
atroce al braccio, come se gli avessero appena infilato delle schegge, ma era
parecchio inquieta. Di nuovo una fitta di gelo alla schiena.
“Spero di non dovermi preoccupare” mormorò Elijah all’improvviso,
sfoderando un sorriso sghembo.
Briony rise e gli diede una pacca sulla
spalla per farlo zittire.
Ma dopo un po’, notò che Elijah aveva assunto
un’espressione pensierosa mentre si infiltravano in mezzo alla gente e
prendevano da bere. Faticava a guardarla come se stesse accumulando pensieri
contrastanti che poteva condividere solo con se stesso.
E non sorrideva più.
--------------****************----------------
Ylenia stava percorrendo un corridoio poco
affollato di casa Lockwood. Non appena aveva
visto Klaus si era fatta furba e aveva deciso di evitarlo, perché sicuramente
da un altro scontro non ne sarebbe venuto fuori nulla di buono per lei. Sperava
di non incontrarlo ma finchè stava a Mystic Falls poteva
incorrere a quella dannata sfortuna.
Quando sembrò che fosse tutto a posto si sentì
afferrare rudemente per la gola e sbattere contro il muro. Ylenia sgranò gli occhi portando le mani sulla mano
che le aveva inchiodato il collo con furia disumana. Ovviamente sapeva chi
fosse e poteva anche non dire il suo nome perché non aveva voglia di stare ai
giochetti di quell’ibrido pazzo.
“Ti sembra il modo questo?” chiese lei con finta
calma. Le poche persone che passavano di lì se la davano a gambe perché avevano
fiutato il pericolo.
“Adesso non ti senti più così tanto forte senza alberi
o radici a disposizione? Lurida bugiarda” sibilò Klaus con tono strafottente.
Ylenia gli diede dei colpi sul petto:
“Lasciami andare altrimenti mando a fuoco la casa”
“Il fuoco non mi uccide sai”
“Allora manderò a fuoco l’unico neurone che ti ritrovi
nel cervello” rispose lei con poca voce.
Klaus strinse di più la presa poi la diminuì. I loro
visi erano faccia a faccia.
“Ora basta chiacchiere. Smettila di stare dalla parte
di Briony e di intrometterti nei miei piani.
Se lo farai magari ti risparmierò”
“Lo sai dove te le puoi mettere le tue minacce?”
Klaus non gradì per niente la risposta e infatti
scaraventò Ylenia dall'altro lato del
muro, con una tale ira da lasciarne uno squarcio. La strega
stramazzò senza un grido, portandosi le braccia in avanti per alleggerire il
colpo.
Klaus fece dei passi verso di lei:
“Hai poco da fare la furba. Se non fai come ti dico ti
riduco in cenere”
Ylenia alzò il viso respirando a fatica.
Con quella botta le aveva provocato numerosi tagli alle braccia e aveva perso
la maschera.
“Sei uno stupido senza cervello Klaus. Come puoi non
accorgerti che Briony è completamente
innocua? E finchè tu non le farai del male,
lei non ne farà a te sebbene ti odi”
Klaus le rivolse un sorriso diabolico.
“Mi dispiace ma non faccio tregue con mostri che hanno
il potere di uccidermi. E se non sarò io a renderle la vita un inferno, lo farà
qualcun altro.” disse misteriosamente.
Ylenia gli lanciò uno sguardo disgustato,
restando seduta per terra.
“Sono stato anche fin troppo paziente con te, se ci
fosse stato qualcun altro non avrei esitato nel strappargli le viscere. Quindi
vedi di non spazientirmi ulteriormente”
Vedendo che Ylenia continuava
a lanciargli uno sguardo pieno d'odio e ribrezzo, Klaus la afferrò un'altra
volta per il collo e la fece alzare rudemente da terra.
“Hai capito?” sibilò lui fra i denti.
Ylenia fu davvero tentata di sputargli in
faccia invece disse solo:
“Agli ordini”
La faccia era distorta per la ricerca d'aria.
Klaus la lasciò andare con uno scossone:
"E vedi di non fare parola con nessuno della nostra
conversazione altrimenti ti taglio le dita" sibilò lui duramente
andandosene via.
Ylenia si portò le mani al collo per
massaggiarsi il bruciore. Mandò Klaus all'inferno col pensiero e traballò sui
tacchi cercando di stare in piedi. Si diede una sistemata ai capelli e cercò di
apparire normale mentre cominciava a camminare lungo il corridoio.
Riconobbe all'improvviso una figura nell'oscurità,
molto alta, che sembrava aspettarla alla fine del corridoio.
“Buona sera Ylenia”
proruppe quella voce nell'ombra.
Ylenia sentì una scossa lungo tutto il
corpo e si paralizzò. Ebbe il vano presentimento di riconoscere quella voce ma
era senza dubbio uno sbaglio. Doveva per forza sbagliarsi.
La figura si fece avanti arrivando finalmente alla
luce e scacciando l'oscurità dietro di sé.
Ylenia fu sul punto di strozzarsi, di avere
un tuffo al cuore, e pensò che fosse un'allucinazione. Perché non poteva essere
vero e che fosse solo un incubo dal gran che era irreale.
La figura davanti a lei inarcò un sopracciglio:
“Non sei cambiata per nulla... quasi almeno”
Il suono della sua voce spazzò via ogni dubbio. Presa
dallo shock e dall'incredulità, lei barcollò all'indietro in maniera agitata e
finì contro una sedia. Ormai Ylenia non
sentiva più nemmeno le gambe e infatti cadde scomposta sulla sedia. Faticava a
respirare, non riusciva a credere ai suoi occhi.
La figura si fece lentamente avanti:
“Non parli? Hai riacquistato un po’ di sano buon senso
vedo. E oltre a non parlare, dovresti alzarti e andartene finché faccio finta
di non ricordare cosa hai fatto”
Ylenia si sentì raggelare. Mai nella sua
lunga vita si era sentita così spaventata. Cercò di racimolare
un po’ di coraggio ma non trovò niente.
Quando quella figura si fece più vicino, Ylenia serrò le dita nei braccioli della sedia.
“E falla finita di pensare a come ammazzarmi. Non ti
servirà a niente” mormorò quell'essere con un sorriso gelido, chinandosi
pericolosamente verso di lei.
Ylenia deglutì pensando invece che non
aveva alcuna intenzione di non fare niente se non svignarsela. Era così sotto
shock che non riusciva neanche a formulare una parola.
“Ci rivedremo, hai la mia parola.”
E all'improvviso una forte folata di vento gelido le
scompigliò alcuni ciuffi di capelli e lei istintivamente chiuse gli occhi, come
se quel vento avesse il potere inquietante di parlarle e di incuterle maggior
terrore.
Quando finì, lei riaprì gli occhi e li strabuzzò
persino, perché davanti a lei non c'era più anima viva.
Tremando cercò di issarsi in piedi. Era tutta tesa,
sul punto di avere un attacco isterico.
Si guardò attorno spaesata e l'unica cosa che riuscì a
fare fu dire:
"Merda"
----------------*************-----------
Intanto la festa andava avanti. Il divertimento della
serata era Tyler che si cimentava ad ogni tipo di bravata. Dal
braccio di ferro, alla gara a chi beveva di più un boccale stracolmo di vodka,
allo scambio delle maschere che finiva sempre con qualche risata. Finì l'ultimo
braccio di ferro e Tyler come al solito ne uscì vittorioso e alzò il pugno per
farsi valere.
“Bravo!” Ci fu un grande applauso e Tyler rise
divertito.
"Perbacco potrei perfino battere un
Originario!"
Briony si trovava vicino a lui e con un
braccio cingeva la schiena di Elijah. La ragazza non aveva fatto altro che
ridere ed incitare, e anche Elijah sembrava essersi rilassato, almeno per
un po’. Aveva gettato via la maschera cupa di prima e sembrava
semplicemente un normale uomo. Qualunque cosa gli avesse detto Klaus prima, sembrava
svanita grazie alla gioia sprizzante della festa.
Elijah infatti sorrise gentilmente alla sfida di Tyler
e gli disse che era meglio se non ci provava altrimenti si sarebbe ritrovato il
braccio mozzato. Ci fu un clamore ma Tyler scrollò noncurante le
spalle. Si protese e diede un bacio a Caroline;
dopo la prese all'improvviso in braccio facendole fare un giro su se stessa.
Caroline gridò divertita e anche Briony rise
sul petto di Elijah.
Quella semplice normalità si fece strana nelle sue
vene, irradiando una nuova forza.
Tyler mise giù Caroline e si guardò intorno:
“Oh basta voglio cambiare donzella. Briony permetti?” domandò porgendole la mano.
Briony inarcò divertita un sopracciglio ma
vedendo che Caroline sghignazzava, si fece avanti con un sorriso:
“Non posso negare un ballo al mio caro quasi cognato”
Elijah lasciò il fianco di Briony senza
dire nulla, e allora Tyler guardò prima lui poi Caroline:
“E tu Caroline con Elijah va bene?”
Briony per poco non si strozzò dalle
risate. Non che se la prendesse se Elijah ballava con la sorella ma a giudicare
dalla faccia impietrita di Caroline era meglio evitare.
Briony si girò verso Elijah dandogli una
pacca sulla spalla:
“Meglio se balla con Rebekah invece.
Evitiamo qualche testa mozzata!”
Elijah scosse la testa bonariamente ma si fece da
parte, mentre Tyler la conduceva a ballare. Briony si
girò verso Elijah ma vedendo che non gli dispiaceva, accettò con entusiasmo.
Lei e Tyler ballarono per un po’, e subito Briony capì cosa Caroline amava in Tyler: era un
ragazzo che emanava entusiasmo e passione in ogni cosa che faceva, e quando
voleva sapeva essere molto protettivo. Se all'inizio Briony aveva
dei dubbi sulla loro relazione adesso era più che mai convinta che Tyler Lockwood era perfetto per la sorella.
Quando finirono di ballare in maniera sfrenata, Briony rimase in piedi al centro della stanza
sistemandosi i capelli disordinati e la maschera, mentre Tyler ritornava da
Caroline.
Briony si sentì all'improvviso afferrare da
dietro e un braccio la fece fare una giravolta così velocemente che ebbe le
vertigini. Andò a sbattere contro un petto marmoreo e una voce suadente le
arrivò all'orecchio.
“Hai scordato chi è il tuo cavaliere?”
La ragazza sentì le narici inondarsi del profumo di
Elijah, e alzò il viso per incrociare quello profondo dell'Originario. Lui le
stava sorridendo misteriosamente e Briony ricambiò:
“Non sia mai.” rispose divertita mettendo le braccia
al collo di Elijah cominciando a muoversi in un lento. Allungò il
collo per toccargli le labbra con le sue in un bacio lieve. Si sentì
all'improvviso leggiadra, come se stesse fra le nuvole. Aveva voglia di ridere
di nuovo. Era da tempo che non si sentiva così serena. E al diavolo i cattivi
pensieri.
Finito il ballo, andarono di nuovo dagli altri. Con
Caroline c'erano anche Elena e Stefan. Briony allungò il collo per cercare Ylenia ma non si trovava.
Ebbe un brutto presentimento ma fu catturata
dall’arrivo improvviso di Damon: a giudicare da come si teneva in piedi era
un po’ brillo. Il suo sguardo ilare vagò tra i presenti:
“Bella serata vero? Ogni festa che si rispetti deve
essere riempita da mostri soprannaturali” borbottò con uno strano tono.
Stefan aggrottò la fronte mentre lo sguardo
di Damon si inchiodò su una persona in particolare.
“Giusto Briony?”
Il suo tono la fece inspiegabilmente trasalire. Anche
Elijah aveva aggrottato la fronte.
Damon continuò il suo monologo da ubriaco:
“Vampiri, ibridi, licantropi, streghe e….” agitò le mani e lasciò la frase in sospeso guardando
sempre Briony, come se sapesse qualcosa su
di lei.
Ma come aveva fatto..?
Elijah al suo fianco si era talmente irrigidito che
quasi non prendeva ossigeno.
“Vuoi per caso perdere il collo, Salvatore?” sibilò
lui lentamente con sguardo diabolico. Anche lui doveva aver intuito che Damon
sapeva qualcosa di troppo e non ci avrebbe messo molto a strappargli la lingua.
“No di certo” rispose Damon con un ghigno.
“E quindi se ci tieni alla tua vita chiudi quella
fogna di bocca” Il tono di voce di Elijah era terrificante, e faceva presagire
che non avrebbe più parlato da quel momento in poi ma sarebbe passato a una
minaccia vera e propria.
Damon non sembrava neanche capire il pericolo letale
che aveva di fronte e infatti ricaricò la dose:
“Qualcuno ha la coda di paglia?”
Briony trasalì di nuovo in preda a una
strana sensazione. Sentì il sangue pulsare nelle vene troppo freneticamente.
Alzò lo sguardo per guardare Elijah ma il vampiro era totalmente concentrato su
Damon, e quello sguardo avrebbe fatto scappare chiunque.
Nessuno parlò, ci fu silenzio.
“E tu sei ubriaco e ci stai rovinando la serata.
Perché non fai una cosa buona e te ne vai senza le tue parole campate per
aria?” mormorò Briony cercando di apparire
decisa di fronte agli altri e senza la benché minima paura.
Ma il ghigno di Damon la colse di sorpresa: “Noi tutti
invece dovremmo chiederci come mai è successo quel casino qualche giorno fa!
Quell’incendio a dir poco strano.. Ibridi dappertutto….
Non so voi ma… dovremmo tenere sempre un
paletto speciale a portata di mano per difenderci” Lanciò a Briony un’occhiata inequivocabile e la calma gelida di
Elijah venne sopraffatta da una furia disumana.
Afferrò Damon per il collo e lo sbattè contro la parete, facendo cadere alcuni
bicchieri sul pavimento. Briony strabuzzò
gli occhi per la sorpresa, Caroline rimase immobile anche lei shockata, mentre
Elena gridava loro di farla finita.
“Se pensi di poter elargire le tue luride minacce
senza che io batta ciglio hai fatto un grosso errore.” Sibilò Elijah con voce
crudele, stringendo la presa su Damon fino a stritolarlo. Damon si lasciò
fuoriuscire un mugolio di dolore.
“Mi sembra di aver toccato un nervo scoperto”
farfugliò non riuscendo a non fare una smorfia ironica.
Elijah senza esporre la benché minima emozione lanciò
il corpo di Damon contro un tavolo vicino a loro, pieno zeppo di caraffe e
bicchieri. Damon ci andò a sbattere completamente, e nello schianto violento un
pezzo di vetro grande come una palla da di basket gli si era infilato dritto
nello stomaco. Damon alzò il viso delirando a causa del dolore e dell’alcool.
I presenti guardarono la scena senza dire
niente, Briony fu sul punto di fermarli ma
Caroline la trattenne per un polso.
Elijah intanto si avvicinò a Damon con passi lenti e
inquietanti, e prese tra la mano quel pezzo di vetro - ancora conficcatogli
nello stomaco - scavando giù fino in fondo facendogli bruciare e esplodere il
sangue dal dolore.
“E questo non è niente se proverai a minacciarla di
nuovo” sibilò Elijah con parole piene di glacialità e collera. Lo sguardo
ricolmo di crudeltà mentre Damon si dimenava.
Briony allora si liberò dalla presa di
Caroline e corse da Elijah bloccandolo per un braccio. “Lascialo perdere. E’
ubriaco”
Sapeva che quella opposizione non avrebbe contato
molto, non con quell’Elijah che sembrava aver perduto la calma gelida che
l’aveva sempre caratterizzato e che adesso si stava sciogliendo a causa di una
fiamma nuova e improvvisa. Molto più terribile.
Damon cercò di tirarsi in piedi ma la mano di Elijah
infieriva ancora contro il suo stomaco e non accennava a lasciarlo
andare. Briony serrò di più la presa sul
suo braccio per bloccarlo, per farlo ritornare da lei con la mente. Lo chiamò.
Gli occhi di Elijah intanto dardeggiavano ma quando
incontrarono il volto di Briony, il fuoco che
era in essi si spense e tornarono neri. Come una notte buia.
Senza proferir parola tolse la scheggia di vetro dallo
stomaco di Damon, e questi stava quasi per cadere a terra se non fosse stato
per Stefan che era sopraggiunto per
sorreggerlo.
Elijah fece due passi indietro guardando Damon senza
il benché minimo rimpianto o compassione. Elena guardava la scena shockata
mentre Caroline lanciava sguardi di fuoco sia a Damon che a Elijah. Tyler
cercava di sistemare il casino per terra dicendo a tutti di darsi una regolata
visto che quella era casa sua.
Briony invece si era ammutolita in un
pesante silenzio mentre guardava Damon che alzava faticosamente il viso: “Ti
devo ricordare che abbiamo ancora un accordo. Non ci potete fare nulla”
Secondo Briony fu
come buttare legna al fuoco ma a dispetto dei suoi pensieri, Elijah rimaneva
immobile, quasi avesse ritrovato la calma gelida: “Non lo dimentico” disse
lui solamente.
Stefan portò Damon via di lì lanciando uno
sguardo dispiaciuto a Briony e dopo vennero
seguiti da Elena.
Così Caroline liberò tutto quello che aveva da dire:
“E’ pazzesco! Come diavolo ha fatto Damon a…”
La biondina gesticolava come se fosse un fior di nervi
e Briony intuì che lei non c’entrava nulla.
Ma non era Damon il problema, lui si poteva facilmente governare con qualche
minaccia. Era Klaus il problema, e quella sua inquietante sorella soprattutto.
Ebbe una sensazione di gelo e questa aumentò quando
guardò Elijah. L’Originario non era ancora riuscito a reprimere la sua ira. Lo
sguardo era scavato e durissimo, come se il suo umore fosse sempre stato nero
fin dal primo minuto, e la normalità di poco prima si era volatilizzata come
foglie secche, forse perché non gli era mai appartenuta completamente.
Era da quando aveva parlato con Klaus che i suoi occhi
erano diventati indecifrabili, come se non voleva che nessuno al mondo
scorgesse i suoi pensieri che si erano chiusi dietro a una porta blindata,
dentro la quale Briony non aveva accesso.
Ne fu turbata. Prese Elijah per un braccio per
costringerlo a guardarla:
“Che sta succedendo?”
Elijah però sembrò non guardarla neppure: “Succede che
quel maledetto sa qualcosa”
“Non mi riferivo a lui, sono sicura che ha recepito
bene il tuo messaggio. Sei tu che sei strano” sottolineò l’ultima frase per
fargli capire i suoi timori e magari farsi dire che erano infondati. Che erano
frutto della sua immaginazione e che vedeva pericoli dove non ce ne erano.
Eppure Elijah sviò subito lo sguardo da lei e si
scansò con una mossa gelida:
“Non è niente”
Briony allora deglutì e girò anche lei lo
sguardo in segno di resa. Inutile insistere, quando Elijah si comportava così o
era davvero niente oppure qualcosa che era meglio non sapere.
Tuttavia ne aveva diritto perché era sicura che era
una cosa importante, e la logorava non riuscire a capire i pensieri distanti di
Elijah e se in qualche modo lei stessa ne era la causa.
Mise le mani sopra a un tavolo mentre Caroline le si
avvicinò per risollevarle il morale, dicendole che sicuramente Damon aveva
bevuto così tanto che sicuramente le sue erano frottole. E che non doveva avere
paura di niente.
Briony sorrise nervosamente. Non aveva
paura, no era preoccupata. Che la faceva sentire anche peggio. Lanciò uno
sguardo di sottecchi a Elijah ma lui sembrava una statua che non faceva
trasparire nulla.
Caroline allora per smuovere gli umori disse che era
meglio alzare un po’ il gomito e ci voleva davvero proprio.
All’improvviso spuntò fuori Kol che
portava due bottiglie. “Alle feste di solito sono io che combino casini. Vuoi
rubarmi il posto fratello?” sogghignò rivolgendosi a Elijah, il quale gli
rivolse un sorriso gelido.
“Il tuo primato è ineguagliabile fratellino,
constatando però che la gran parte dei tuoi casini sono superflui e inutili.”
Accettò il bicchiere che Kol gli offrì.
“Giusto, è molto nobile che tu difenda l’onore della
tua fidanzatina ma anche io devo difendere il mio.. se per caso esiste
ovviamente, domani dovrò controllare nel mio portabagagli degli oggetti
smarriti” rispose Kol con un sorrisetto.
Elijah sorrise scuotendo la testa e finalmente tutti
quanti si rilassarono un po’. Tyler ritornò e propose un altro braccio di ferro
ma contro Kol non ebbe vittoria facile; infatti
l’Originario lo spezzò praticamente in due e come punizione gli bagnò i capelli
con lo champagne e gli ruppe pure la bottiglia in testa. Caroline sgranò gli
occhi shockata e fu subito da lui per soccorrerlo, ma vedendo che Tyler
sghignazzava noncurante, anche Briony si
unì alla sua risata.
Elijah strinse le braccia al petto sfidando Kol a fare la stessa cosa con lui se ne aveva il
coraggio. Finalmente cominciavano a rilassarsi un po’ tutti.
Briony vide all’improvviso Ylenia passare in mezzo alla folla come un fantasma
smarrito, e allora disse a Elijah che andava da lei per parlarle. Fu facile
fermarla anche perché la strega non oppose resistenza. Aveva lo sguardo vacuo,
quasi trasparente. Al limite massimo dello shock.
“Ylenia? Che è successo?”
La strega allora sbattè le
palpebre, come se solo allora si fosse accorta della presenza di Briony. Farfugliò un “niente” e se ne andò via trascinandosi
come uno zombie.
“Ma Ylenia..” Briony la guardò andarsene completamente allibita.
Che diamine stava succedendo a quella festa?
Elijah aveva l’umore incontrollato, Ylenia sembrava uno zombie spiritato, e poi quel tipo
che le aveva detto quelle cose…
Scosse la testa non volendo pensarci. La fine della
serata era ancora lontana ed era ingiusto sprecarla con altri brutti pensieri.
Andò dagli altri, quando dalla schermata digitale vide
il suo numero scritto in fondo. Il 36. Sgranò gli occhi sorpresa. Forse qualche
ragazzina le implorava di lasciarle Elijah per qualche notte. In effetti il
vampiro, anche se era apparso terrificante per qualche minuto, era
bellissimo quella sera.
Sghignazzando tra sé e sé andò a vedere la lettera
indirizzata a lei che era raccolta in una cesta. Era proprio curiosa di
leggerla, forse avrebbe fatto divertire anche Elijah. Fece vedere al custode il
suo numero e prese poi in mano un foglio accartocciato in due parti.
In lontananza Briony vide
Tyler sfidare di nuovo Kol, e Caroline
incitava il fidanzato. Fece un sorriso tra sé e sé per quella scena e poi aprì
il foglio.
Ci vollero due secondi buoni per capire bene cosa ci
fosse scritto e capirne veramente il senso. Un brivido gelido le
percorse la schiena.
“Le cose che amiamo finiscono sempre con il distruggerci.
Finchè sei in tempo dovresti tagliarlo fuori dalla tua
vita.”
Il cuore le balzò in gola
inspiegabilmente. Le sembrò davvero uno scherzo di cattivo gusto e orribile.
Persino le lettere scritte apparivano inquietanti.
Che diavolo significava? E chi doveva tagliare fuori
dalla sua vita?
La risposta però le venne automatica quando alzò il
viso e vide Elijah, impresso anche lui nei suoi pensieri. Briony tremò in preda a un brivido freddo.
Ma non volle lasciarsi suggestionare da quelle
fandonie idiote. Sicuramente l’aveva scritto quell’ubriaco di Damon o forse
qualche pazzo. Tutte bugie a cui lei mai avrebbe dato peso.
Si cavò nervosamente la maschera, stracciò il foglio
in mille pezzi e andò a passo spedito verso Elijah e gli altri. Cercò di
scacciare il tremolio del suo corpo e sperò di essersi riuscita non appena si
unì al gruppo. Tuttavia una bruttissima sensazione sembrò farle compagnia come
una seconda pelle e Elijah questo lo captò:
“Briony? Che succede?”
domandò lui fissandola.
“Perché?” domandò lei sbrigativa tentando di non
arrossire.
Elijah la stava osservando scrupolosamente come se
volesse leggerle la mente.
“Niente. Hai una strana espressione”
Briony si maledisse per aver buttato via
anche la maschera. Con il viso esposto, Elijah sembrava intuire ogni cosa,
quasi stesse ascoltando un battito. Sempre.
Si scompigliò i capelli: “Cos’ho che non va?” domandò
lei innocentemente.
Elijah a sua volta le sorrise senza alcun doppio fine.
“Sto scherzando. Sei carina” disse sorridendole e toccandole lievemente il viso
dove c’erano rimasti i segni della maschera. Sembrò prenderla in giro e Briony gli fece una smorfia ironica, dimenticando per
un attimo lo strano contenuto di quella lettera e ciò che era successo prima.
D’altronde era una festa di Mystic Falls. Qualcosa di strano doveva pur accadere.
Si domandò dove fosse finita Ylenia e
se fosse uscita dal suo stato catatonico, quando fu raggiunta da una ragazzina
che non conosceva “Ciao. Tu sei Briony?”
Lei subito aggrottò la fronte, colta alla sprovvista.
Non conosceva la sua interlocutrice ma le sembrava innocua. “Sì sono io”
“Ti posso parlare un secondo in privato?”
Briony esitò un attimo ma vedendo com’era
quella ragazzina, più bassa perfino di lei, constatò che non c’era alcun
pericolo. E nel caso si sarebbe difesa a dovere.
Anche Elijah aveva corrugato la fronte ma
come lei non ci trovò nulla di male e restò dov’era,
mentre Briony si appartava in un angolo con
la ragazzina.
<< Ma che cosa vorrà mai? >> Pensò.
Lontano da orecchie indiscrete, la ragazzina parlò:
“Ho un messaggio da darti. Da parte di Esther”
Subito Briony sussultò:
“Come?”
“Sì mi ha detto di dirti queste stesse parole:
incontriamoci nel vecchio studio di Richard Lockwood.
Non dirlo a nessuno e vieni da sola, altrimenti potrebbero insorgere
complicazioni che non ti faranno per nulla piacere. Sai cosa intendo”
Briony restò a bocca aperta non osando
fiatare. Esther alla festa?? Perché diavolo
nessuno se ne era accorto? E che cosa diavolo voleva da lei? Fosse matta ad
accettare.
“Ah sì? E perché non viene lei di persona?”
La ragazzina alzò le spalle. “Così mi ha detto e io ho
riferito. Ma non sembrava aver voglia di ricevere un no come risposta. Era
parecchio inquietante”
Briony lo sapeva bene questo. Forse doveva
accettare? Se non l’avrebbe fatto a quanto quella ragazzina diceva, ne avrebbe
pagato le conseguenze… forse quella pazza
avrebbe fatto del male a qualcuno o escogitato un nuovo incantesimo per far
fuori i suoi figli.
Si inumidì le labbra non sapendo cosa fare. In
entrambi i casi Elijah non ne sarebbe stato affatto contento.
Alla fine prese una decisione: “Dille che verrò”
“Io il mio compito l’ho fatto. Ti sta già aspettando”
E la ragazzina si defilò.
Briony prese allora un profondo respiro per
calmarsi e trovare abbastanza coraggio. Era un rischio enorme accettare ma non
poteva disinteressarsene come nulla fosse. Avrebbe ascoltato ciò che
quell’arpia aveva da dire e subito dopo l’avrebbe mandata all’inferno. Avrebbe
affrontato tutto da sola, d’altronde non era una cacciatrice super
forzuta dotata di poteri psichici? Non voleva permettere che qualcun
altro pagasse per tenerla al sicuro e difenderla.
Respirò di nuovo e tornò da Elijah. “Nulla di che, era
solo una ragazza che voleva informarmi che Ylenia non
si sente molto bene. Ora vado da lei se non ti dispiace” Aveva mentito
benissimo, non era nemmeno arrossita.
Elijah aggrottò la fronte: “Vuoi che venga con te?”
“No no, non preoccuparti. Ci metterò poco” rispose lei
cercando di essere convincente. Gli accarezzò un braccio e si allontanò.
Avrebbe tanto voluto tornare indietro e dirgli tutto quanto, ma invece continuò
a camminare e si costrinse ad essere coraggiosa e a non pesare sempre sulle
spalle degli altri.
Non si ricordava bene dove fosse l’ufficio del sindaco
e girò metà villa in tondo. Andò fuori in terrazza per chiedere informazioni a
qualche cameriere, quando all’improvviso i suoi occhi captarono una presenza
vicino a lei.
Le sorprese quella sera non avevano fine. Era Gwendolyn.
Era appostata in un angolo al muro, come se si stesse
nascondendo, e teneva le braccia serrate al petto. Briony non
credeva che anche lei ci fosse alla festa e ci aveva sperato visto che nessuno
l'aveva vista. Una fortuna improvvisa, invece come al solito le andava tutto
storto.
Gwendolyn era bellissima: portava un vestito
bianco con un lieve spacco. Ma al buio quella bellezza immortale appariva
inquietante.
Briony le lanciò solo un’occhiata di
sfuggita e cercò di ignorarla per uscire dalla terrazza, ma la voce
dell’Originaria la bloccò. “Serata movimentata vero? Non ti secca farti sempre
proteggere da mio fratello? Finirà per rimetterci lo sai”
Briony le lanciò uno sguardo pieno d’odio:
“Hai mandato altri ibridi a fare il lavoro sporco per te?”
Sapeva che dietro c’era Gwendolyn.
Klaus doveva pur averlo saputo da qualcuno anche se negava l’evidenza.
Gwendolyn le sorrise perfidamente: “Ma vedo
che l’erba cattiva non muore mai. Hai rimasto solo un genitore ora, vuoi far
crepare anche lui al posto tuo?”
Briony ebbe sul serio voglia di darle una
sberla: “Non so dove vuoi arrivare ma ti conviene finirla. Tuo fratello non ti
ha più vista da quella volta, ma appena ti vede ti appenderà ad un palo
in men che non si dica”
“Ma davvero? Non credo proprio. Sono sua sorella, per
lui la famiglia è tutto. Credi ancora alla favoletta che
lui sceglierà te rispetto a noi?”
“Sei tu che lo costringi a farlo. Anche se una sorella
perfida come te è meglio perderla che trovarla”
Gwendolyn le rivolse l’ennesimo sorriso tetro
e Briony non volle più stare ad ascoltare
le sue idiozie perché sicuramente sarebbe scoppiata.
Le parole della vampira la fermarono:
“Goditi la tua storia d’amore quanto ti pare. Non
durerà per molto”
Briony serrò duramente i pugni con il
desiderio potentissimo di staccarle la testa. Le ci volle uno sforzo disumano
per trattenersi. Quella bastarda l’aveva quasi uccisa. Doveva pagare in qualche
modo. Non appena avrebbe affrontato Ester, decise che ne avrebbe parlato
con Elijah perché nonostante tutto quell’arpia era sua sorella.
Se lei avesse agito da sola e staccato la testa a
quella bastarda, forse Elijah non l’avrebbe colpevolizzata ma si trattava pur
sempre di un membro della sua famiglia. Se lei fosse stata al suo posto non
l’avrebbe presa bene, in nessun caso.
Briony se ne andò fulmineamente pestando i
tacchi. Nell’oscurità l’ombra di un sorriso crudele apparve nel viso di Gwendolyn: le tornò alla mente il piano che aveva
idealizzato con Klaus.
Lo aveva fatto perché gli serviva, Klaus d’altronde
era più forte di lei. Aveva anteposto l’odio per il fratello per un odio ancora
maggiore. Verso quella cosa mostruosa che Briony rappresentava.
E sapere che Elijah nonostante tutto non aveva
cambiato idea su di lei la mandava in bestia, e aveva quindi deciso di agire
subito altrimenti sarebbe stato troppo tardi.
“Quindi vuoi l’aiuto dei miei ibridi? Però io non mi
becco alcuna colpa... perché ti vuoi prendere tu la responsabilità, scusa?” era
stata la domanda di Klaus qualche ora prima dell’incendio.
“Perché se Elijah intuisce che ci sei solo tu dietro a
questo losco inganno, ti farebbe subito fuori e addio piano. Ormai gliene hai
fatte troppe e non ti perdonerebbe mai un’ennesima accoltellata alle spalle.
Mentre io…. A me non farà niente, non corro
rischi. Mi vuole bene quanto ne vuole a Rebekah,
basta che gli faccio ricordare com’era bello essere una famiglia, che Briony può distruggerci tutti… sicuramente
si arrabbierà ma so come gestirlo.”
“Non sei troppo ottimista?”
“E perché? Già una volta Elijah ha anteposto la
famiglia all’amore. Dovresti ricordartelo” E la vampira gli aveva lanciato
un'occhiata eloquente. Klaus aveva capito subito dove voleva andare a parare ma
aveva scosso la testa:
“E ora sei tu la sciocca Gwendolyn. Briony Forbes non
è Tatia Petrova.
La ama. Più di quanto amasse la cara Petrova,
non c’è proprio confronto.”
“Ma Tatia non era
un mostro. Era sì una sgualdrina, ma un mostro no. Appena si renderà conto del
danno che Briony può provocarci, magari la
ucciderà lui stesso”
“Non tratterei il respiro nell’attesa se fossi in te”
Gwendolyn allora era sbottata:
“Ok va bene, la ama. E allora? Anche io ho amato
Christopher eppure una stronza della stessa razza di Briony me
l’ha portato via senza alcun ritegno o compassione. E io ora in cambio le
renderò la vita un inferno, ma non saremo mai pari per ciò che mi ha tolto”
L'odio del passato aveva pervaso il suo bellissimo volto. Nella sua
mente, Briony aveva preso il posto di
Charlotte e vendicarsi sarebbe stata come una giustizia personale.
Klaus però non aveva voglia di ascoltare storie romantiche:
“Passando al piano. Se qualcosa va storto… se Briony dovesse
sopravvivere e i miei ibridi fallissero. Cosa hai in mente di fare?”
“Tu fai finta di niente, dì che non sai nulla,
inventati qualcosa. Elijah penserà subito a me ma ho la situazione sotto
controllo. E in quanto a Briony… bisogna sempre
avere un piano B di riserva no? Ci sto già pensando” E aveva sfoderato un
sorriso fin troppo maligno.
Klaus allora l’aveva guardata bene:
“Ci assomigliamo più di quanto pensassi”
Gwendolyn lo aveva fissato storto:
“Non esageriamo ora”
Era soltanto più furba e intelligente, e questo era
un'arma letale.
-------------********************-------
Briony finalmente trovò la strada per
arrivare all’ufficio del sindaco. Era sola, aveva il via libera ma si sentiva le
gambe tremare. Era in ansia per ciò che la strega Originaria aveva da dirle.
Sicuramente nulla di nuovo ma non si sarebbe fatta sottomettere.
Fece dei passi in avanti ma una forte folata di vento
gelido la paralizzò, come se fosse stata appena trafitta da delle frecce.
Alcuni ciuffi di capelli le caddero sul viso e cercò di sistemarseli in maniera
agitata.
Sentì un rumore dietro di lei.
Briony si voltò fulmineamente col cuore che
pompava all’impazzata: “Esther?”
Non ci fu nessuna risposta. Solo silenzio, ma quel
silenzio era così inquietante che lei avrebbe tanto voluto spegnerlo con le
urla. Urlò di nuovo il nome della strega ma niente.
Sentì poi qualcosa di gelido dietro di lei e si voltò
di nuovo con un sussulto, trattenendo un grido.
Di nuovo nulla. Briony aveva
la pelle d’oca e faticava a riprendere il controllo di se
stessa. Aveva persino le allucinazioni perché non c’era nessuno in quel
corridoio e come al solito lei si faceva prendere dalle situazioni drastiche.
Fece un gran respiro e camminò verso la porta che dava
all’ufficio del sindaco. Ogni passo era come un macigno ma lei andò avanti.
La mano si trovò sulla maniglia. Era gelida e fu
tentata di non aprire e di tornare indietro a cercare Elijah. Era la scelta più
saggia in fondo.
Briony aprì le labbra e le fuoriuscì un
respiro ghiacciato che sembrava evaporare. Si portò così la mano alla bocca
provando un improvviso senso di freddo, come se fosse nuda.
Cercò di darsi calore con le mani e finalmente si
decise ad aprire. Non riusciva più ad aspettare.
L’interno era buio e lei cercò l’interruttore della
luce. “Esther, avanti dimmi ciò che devi e facciamola
finita”
Quando la luce si accese però non c’era nessuno ad
aspettarla. Briony strabuzzò gli occhi
facendo alcuni passi in avanti. Chiamò la strega ma non ebbe nessuna risposta.
Pensò che le aveva giocato un brutto tiro o che si
stesse prendendo gioco di lei.
Briony allora se la prese con se stessa per
esserci cascata e girò il viso per andarsene via di lì. Ma non appena lo fece
vide da dietro a un tavolo in fondo qualcosa che catturò la sua attenzione.
Il cuore smise di battere. Era una mano insanguinata.
Senza sapere come, Briony riuscì
a camminare. Voleva scappare e chiedere aiuto ma camminò sempre in avanti non
respirando nemmeno. Aveva paura, troppa paura da non riuscire a esprimerla a
parole.
Quella mano fortunatamente era ancora attaccata al
braccio di una persona che stava distesa sul pavimento, e sembrava svenuta. Ma
aveva un buco profondo sul petto e il sangue fuoriusciva a vista d’occhio. Si potevano
intravedere nel mezzo la gabbia toracica spezzata in due come sfracellata. Del
sangue le colava dalle labbra semiaperte.
Le ci volle un po’ per riconoscerla.
Era Esther.
----------------************************-----------
Era strano. Tutto tremendamente strano. Chi diavolo
aveva ucciso quell’arpia di Esther? E in che
modo poi.. quasi squartata. E prima che potesse parlarle.
Non appena si era resa conto di ciò che era
successo, Briony era indietreggiata
rischiando di incespicare sui suoi stessi piedi ed era corsa a chiamare aiuto.
Dopo era successo il finimondo, molti ragazzini volevano vedere il cadavere coi
loro occhi, altri erano scappati a gambe levate.
Elijah dopo aver saputo ciò che era successo aveva
subito preso Briony e l’aveva portata a casa.
Quella festa come al solito era finita nel peggiore dei modi.
Non c’era normalità in quella città maledetta.
Briony non sapeva come avevano reagito gli
altri Originari ma in fin dei conti era un bene che Esther si
fosse tolta dai piedi. Almeno i figli non si sarebbe sempre guardati le spalle
per colpa dei suoi incantesimi omicidi.
Elijah si era infuriato come non mai quando aveva
saputo che Briony doveva incontrare Esther di nascosto. Mentre guidava per poco non aveva
cavato il volante a causa di come le mani aveva penetrato in profondità su di
esso, ma il viso era sempre rimasto glaciale come le occhiate intimidatorie che
le rifilava. Briony era trasalita numerose volte
quando lui aveva alzato la voce e nei momenti in cui lui lo faceva diventava
più temerario e pericoloso del solito, come se la scuotesse dall’interno.
Alla fine si era calmato ed era tornato al solito tono
di ghiaccio.
Non avevano più parlato di quella sera e fino alla
mattina Elijah era rimasto con lei, perché voleva ben assicurarsi che non le
accadesse nulla. Briony poi era un
tutto un tremolio, ed era stato un bene essere circondata dalle braccia di
Elijah durante il sonno e dormire sopra il suo petto. Sembrava che per lui
contasse solo che lei stesse bene, non aveva mostrato la benché minima emozione
per la morte della madre. Almeno non davanti lei.
Le era stato vicino tutta la notte, e nelle sere a
venire accadde quasi sempre. Solo in maniera strana… che
l’aveva quasi turbata per quanto felice.
Qualche sera dopo la festa in maschera, Briony si era svegliata nel cuore della notte e per
poco non le era venuto un colpo al cuore quando aveva scorto qualcun altro
all’interno del suo letto.
Ma era Elijah, solamente lui.
Subito si era tranquillizzata ed era stata sul punto
di avvicinarsi, ma si era sentita bloccare. Dalla stessa espressione di Elijah.
Lui la stava fissando da chissà quanto tempo, e aveva dipinta sul viso
un'espressione assorta ma allo stesso tempo triste, in maniera quasi cupa.
Il corpo era sdraiato in maniera diritta, solo il viso
era girato dalla sua parte. E continuava a guardarla con occhi socchiusi, in
silenzio. Come se stesse ascoltando il suo respiro, quasi fosse aria o sangue
per lui e guardarla semplicemente lo faceva dissetare.
Nessuno dei due aveva detto nulla e Briony alla fine si era riaddormentata, col pensiero
che Elijah non avrebbe fatto lo stesso.
Andò avanti per qualche sera e Briony aveva deciso di porre fino al silenzio e gli
aveva chiesto che cosa avesse. Elijah aveva girato il viso, rivolto in alto.
Nel buio Briony era riuscita a scorgere un
tormento cruciale in lui, che però sembrò quasi volerle nascondere a tutti i
costi.
Così gli si era avvicinata posando una mano sul
suo petto.
"Parlami"
Elijah a quel punto si era irrigidito come se la mano
di Briony fosse fuoco. Le aveva dato una
fugace occhiata ma fu come se non l'avesse veramente guardata. Le aveva
semplicemente detto di tornare a dormire con l'abbozzo di un sorriso per farle
credere che andasse tutto bene. Dopo vari tentativi si era arresa.
Al mattino però non lo trovava mai al suo fianco, come
se fosse un predatore notturno che viveva di notte e si nascondeva dalla luce
del mattino, che non sapeva più di respiri rubati in silenzio e sguardi
segreti.
Un giorno Briony doveva
incontrare Rebekah proprio su richiesta
della vampira all'uscita della scuola.
"Mi dispiace, avrei dovuto chiamarti io prima..
Come stai?"
Rebekah si irrigidì pensando a quando aveva
visto il cadavere di sua madre. Questa volta morta per davvero.
"Prima o poi sarebbe accaduto. O lei o noi"
Briony la guardò titubante, conscia che
prima o poi in quella scelta ci sarebbe caduta anche lei.
Decise di cambiare discorso:
"E con Matt? Ho notato alla festa che c'era
un po’ di freddezza tra voi" Anche se il termine freddezza era
un eufemismo.
"Purtroppo é finita. Anche se credo non sia mai
cominciata. Ma chi se ne importa" rispose la vampira con un
tono indifferente ma Briony non se la
bevve:
"É inutile che menti a te stessa, so che ti
piaceva molto. Ma dimmi perché avete rotto così all'improvviso. Ok tu hai
bevuto il suo sangue ma non l'hai mica fatto apposta. Non volevi fargli del
male.."
Rebekah restò per qualche minuto in silenzio
poi diede un pugno sopra la panchina.
"É colpa di quell'oca di tua sorella e di quella
racchia di Elena! Avrei dovuto strappare loro la lingua a morsi già da
tempo!"
Briony cercò di parlarle razionalmente:
"Scusami Bex ma
se Matt si fa condizionare dalle sue amiche a svantaggio tuo, allora é meglio
non insistere troppo perché magari il suo sentimento non era così forte. Vedrai
che troverai qualcun altro alla tua altezza, forse tu e Matt siete troppo
diversi.."
Rebekah all'improvviso la trafisse con uno
sguardo duro.
"Perché? Tu e Elijah siete simili forse?"
Briony trasalì per quel tono:
"Uhm no.. Per niente. Ma é completamente
diverso."
Rebekah fece un profondo respiro
mentre Briony la guardava di sottecchi.
Dopo un po’ l'Originaria disse:
"Volevo parlarti appunto di lui. Di Elijah"
Briony allora si rizzò sulla schiena.
"Non lo trovi strano?" domandò la biondina.
"Strano come?"
"Strano nel senso di strano strano"
Briony inarcò un sopracciglio:
"Tuo fratello é sempre stato strano, normale non
rientra nel suo vocabolario"
Rebekah sembrò non trovare le parole giuste:
"Sì ma più strano del solito"
Briony la guardò perplessa poi si fece una
risata:
"Bex non ci sto
capendo un tubo"
Rebekah però era seria:
"Andiamo non hai notato niente di insolito nella
solita stranezza di Elijah?" Quel gioco di parole la confuse ma Briony smise di ridere.
Purtroppo anche lei se ne era accorta ma aveva pensato
che fosse frutto della sua fantasia e di preoccupazioni inutili.
"Sì.. Dopo la festa.. Credi che sia per Ester?
Con me non vuole affrontare l'argomento della sua morte"
"Fu lui ad ideare il piano per ucciderla quando
ci aveva legati con quell'incantesimo, quindi se é rammaricato di questo allora
non avrebbe molto senso.. no, il suo malumore non dipende da nostra
madre."
Briony ci pensò un po’ su. Quello
che le diceva Rebekah era vero.. Ben prima
della festa Elijah era strano, turbato, di umore mutevole. In qualche modo
sapeva che c'entrava la conversazione con Klaus, se solo però ne avesse saputo
i contenuti.. Si strinse nelle spalle mentre la vampira continuava:
"Non parla, non dice niente, se qualcuno di noi
gli dice qualcosa lui ci trafigge con uno sguardo che terrorizza più delle
parole. É sempre via, una volta gli ho domandato dove andava ma lui non mi ha
risposto. Io dopo ho insistito, forse più del dovuto, e ha detto che per il mio
bene era meglio non impicciarmi. Ma non l'ha detto con un tono gentile.” La
vampira deglutì: “É turbato... da qualcosa che lo assilla giorno e notte, e non
gli dà pace"
Briony trasalì, colta da un improvviso
gelo. Le parole di Rebekah aveva fatto
riaffacciare una paura che Briony aveva in
tutti i modi cercato di nascondere e di annullare. Tentò di restare calma anche
se il suo viso tradì la sua inquietudine:
"É qualcosa che riguarda me.. ho provato a
parlargli ma é come se abbia innalzato un muro"
"Sì è colpa tua." rispose Rebekah freddamente "Quando tu eri scappata.. non
so come dirtelo ma Elijah era letteralmente impazzito. Schiumante di rabbia ti
aveva quasi sguinzagliato dietro gli ibridi di Klaus per trovarti, ma per
fortuna aveva fatto un passo indietro perché potevano essere un pericolo per
te.."
Briony tante volte si era immaginata
l'espressione di Elijah quando lei lo aveva ingannato, voltato le spalle e
lasciato. Ma ogni sua immaginazione non era per nulla comparabile alla realtà,
e ogni volta le si formava una crepa nel cuore sempre più grande.
"Ha paura che mi succeda qualcos'altro.. che
accada di nuovo…" disse riferendosi alla
sua morte. Mai aveva visto Elijah così devastato. Nessun grido, urla, o follie
potevano compensare con il dolore paralizzante nei suoi occhi e nel suo viso.
Capì allora di aver fatto un errore. Non era dopo la
festa, Elijah era diventato strano ben prima. Da quando lei era morta. Come se
quel fatto drammatico avesse fatto scattare qualcosa dentro di
lui, a cui lei non sapeva dargli un nome. Era ancora da stabilire se quel
qualcosa avrebbe portato altri pericoli, o segreti...
Rebekah continuò:
"Io in questo momento sono preoccupata
per mio fratello. Chissà cosa potrebbe fare.. ho una bruttissima sensazione.
Con te lui abbassa le sue difese, solo tu sei in grado di farlo. Ma vedi.. la
calma, la sua freddezza, sono queste la sua armatura e la sua difesa. Ma quando
queste crollano, Elijah diventa come altofuoco implacabile.
E ho pietà di chi oserà mettersi contro di lui adesso"
Briony allora si inumidì le labbra. Se a
Elijah stava accadendo qualcosa di sbagliato a causa sua, non poteva stare
ferma facendo finta di nulla. Non voleva che Elijah si costruisse una nuova
armatura più spessa e pericolosa di prima, come se così avrebbe in qualche modo
potuto proteggerla.
Mise una mano sul ginocchio di Rebekah cercando di rassicurarla:
"Gli parlerò io. Sono sicura che non é come
sembra, vedrai che sono solo brutte sensazioni e basta" Cercò di dire con
un sorriso forzato.
Rebekah assentì gravemente con la testa e se
ne andò, lasciando Briony da sola con i
suoi pensieri che le torturavano la mente. Si alzò con la pelle d'oca a causa
del vento freddo o forse a causa di qualcos'altro che le attagliava il cuore.
------------******************-----------
Diede appuntamento a Elijah nel pomeriggio. Avrebbero
parlato, si farebbe fatta dire cosa c'era che non andava e avrebbero risolto
insieme ogni cosa.
D'altronde lei sapeva quanto i segreti danneggiassero
un legame, ne aveva pagato caro le conseguenze e non voleva che accadesse
un'altra volta.
Con tristezza ricordò la paura quando Elijah diceva
che avrebbe fermato lui stesso quel mostro che avrebbe tentato di nuocere alla
vita della sua famiglia; quella paura l'aveva chiusa più a riccio e aveva
negato a Elijah quella dura verità.
Ma questa volta sarebbe stato diverso, lo avrebbe
spinto a tirar fuori ciò che reprimeva e non l'avrebbe giudicato.
Pensò poi che troppe cose erano accadute alla festa:
le frasi contorte di Damon, lo stato irriconoscibile di Ylenia, quel tipo strano e alla fine la morte di Esther.
Ma la cosa più importante e che le perforava il cuore
era Elijah. Tutto passava in secondo piano se gli stava succedendo qualcosa...
Aspettò in camera, e Elijah non si fece molto
attendere. Entrò nella stanza con passi lenti e il suo sguardo cercò subito
quello di Briony. Le sorrise avvicinandosi e in
quel momento sembrava non avesse nulla che non andava.
"Le cose che amiamo finiscono sempre
con il distruggerci"
Non seppe perché le venne in mente la frase del
biglietto e Briony rabbrividì mentre
fissò il vampiro.
Si attorcigliò poi le mani. "Dobbiamo
parlare"
Elijah corrugò la fronte aspettando che lei
continuasse. Briony gli fece segno di
sedersi nella sedia vicino al letto e lui si sedette su di essa, ritrovandosi
faccia a faccia.
Di colpo il suo sguardo la mise talmente in soggezione
che lei dimenticò le parole; gli occhi si smarrirono dentro quelli
nerissimi di Elijah.
"Di cosa dovevi parlarmi?" proruppe lui ad
un tratto.
Briony sembrò ricollegarsi con la realtà e
disse: "Sei tu che dovresti parlarmi. É da troppo tempo che sei
strano e rifiuti qualunque spiegazione valida. Che sta accadendo?"
Aveva parlato a bassa voce, tentennando e sperò
davvero che Elijah avesse capito. Lui però d'altro canto sbatté solamente le
palpebre, in una maschera di impassibilità:
"Non so cosa intendi"
"Eppure sento che c'è qualcosa che non mi
dici.." rispose lei titubante.
Elijah la guardò dubbioso, poi le labbra si
piegarono in uno strano sorriso mentre si mossero:
"Che dici Briony? Che cosa dovrei
nasconderti?" domandò lui alzando il mento.
C'era qualcosa nei suoi occhi che la metteva
profondamente a disagio. Un'arma che lui era ben consapevole di avere e che non
esitava a usare.
Ma il suo essere così distante la convinse a
scavare più a fondo:
"C'é qualcosa che ti turba, lo percepisco.
Anche Rebekah é della mia stessa
opinione"
"Tu e mia sorella parlate di me?" Le labbra
di Elijah si curvarono in un sorriso divertito e Briony ebbe
la sensazione di star virando fuori strada, di essere nel bel mezzo di un
maremoto. Non riusciva a trovare la via giusta per entrare dentro la maschera
impenetrabile di Elijah.
"Vogliamo soltanto capire cosa ti sta
accadendo."
L'Originario sembrò sul punto di irritarsi da come si
muoveva sulla sedia:
"Che assurdità. Non mi sta accadendo proprio
niente, mi sto solo prodigando per tenerti al sicuro"
"E in che modo?"
Lo sguardo di Elijah si soffermò su Briony, che si sentì avvampare per la sua tremenda
intensità:
"Non ti fidi di me?"
Il ghiaccio nella voce era tornato. Briony lo sentì scivolare sulla pelle facendola
tremare:
"Certo, ma se tu mi parlassi seriamente e mi
dicessi cosa c'é che non va.."
"Così come tu mi hai detto quella famosa
verità?" domandò lui con uno strano tono e Briony allora
lo guardò allibita. Credeva che ormai l'avessero superato...
"C'é qualcosa che non mi stai dicendo. Sei stato
proprio tu a dirmi che i segreti avvelenano la nostra vita e spaccano qualsiasi
fiducia. Non facciamo lo stesso errore" mormorò con tono comprensivo.
Appunto perché c'erano già passati che non aveva senso
ripercorrere quella strada tortuosa che faceva solo male.
In quel momento sembrava esserci tutta la
delicata innocenza del mondo dipinta nel viso di Briony mentre
restava in attesa di una risposta; continuava a guardare Elijah, ma interrogare
quell'espressione sarebbe stato come interrogare i volti di pietra.
"Nel mio caso non ho nulla da dire. Mia sorella
vede complotti dove non ce ne sono, e visto che si annoia tutto il giorno si é
creata qualche storia assurda in testa. E tu le stai dando ascolto." I
suoi occhi neri erano diventati due fessure oscure e impenetrabili, e Briony serrò i pugni sopra il letto:
"Non mi sto lasciando suggestionare da delle
fantasie, perché vieni da me la notte e te ne stai in silenzio senza dirmi
nulla?"
"Ti dà fastidio forse?"
"No.."
"E allora chiudiamola qui." La liquidò con
uno sguardo impenetrabile, sul punto di alzarsi e andarsene.
Briony però si ostinò a non dargli tregua e
si alzò andandogli vicina:
"No! Ti prego dimmi la verità perché sento che c’è
qualcosa sotto. C'entra per caso Klaus? Tua sorella Gwendolyn?
Qualcuno di noi corre qualche pericolo?" domandò testarda ma la risposta
di Elijah, e il modo in cui i suoi occhi la inchiodarono, la lasciarono
indifesa:
"Non credo di gradire la tua raffica di
domande."
Solo Elijah Mikaelson era
capace di suonare così calmo e allo stesso tempo così minaccioso.
Briony deglutì debolmente:
"Perché non vuoi parlarmi?"
Elijah si alzò guardandola truce:
"Perché questa conversazione non ha il minimo
senso e le tue paure sono completamente infondate"
Briony si morse il labbro non sapendo più
cosa dire.
Ma forse proprio non c'era nulla da dire, magari era
lei che vedeva pericoli dappertutto ed era diventata paranoica. Le sue parole
non erano riuscite a smuovere Elijah, insistere sarebbe stato anche peggio.
Eppure non riuscì a scrollarsi di dosso il suo turbamento.
Lo sguardo di Elijah intanto si era perso in
lontananza e poi come se avesse udito i battiti accelerati del cuore di lei, si
voltò.
Lo sguardo divenne meno duro, più trasparente mentre
alzava la mano per toccarle il viso:
"Briony, ti ho già
detto che non devi preoccuparti. Ho la situazione sotto controllo."
"Quale situazione? C'entra Klaus?" chiese
subito lei.
Elijah questa volta si irrigidì e Briony lo vide deglutire. L’Originario girò il viso
pronto a indossare un'altro pezzo di maschera che lei avrebbe tanto voluto far
cadere giù.
Elijah sospirò prima di parlare.
"Lascia perdere Briony"
"Ma.."
"Ci penserò io a tenerti fuori da ogni pericolo.
Non devi far altro che rimanere al sicuro, é questa la cosa più importante"
Mormorò determinato guardandola con occhi così profondi che invasero il suo
universo e bruciarono ogni sua testardaggine.
Elijah le accarezzò il viso sfiorandole con il pollice
la linea della guancia. Briony cercò di sostenere il suo sguardo
poi sospirò debolmente.
"Ok". Abbassò gli occhi sentendo qualcosa
pesarle nel petto ma decise comunque di fidarsi di Elijah.
Mise le mani sul petto del vampiro, accarezzandogli la
camicia tra le dita.
All’improvviso notò qualcosa di strano sotto il
colletto della sua camicia. Sbattè le
palpebre e sbottonò con cautela i primi bottoni. Fece appena in tempo a vedere
la pelle arrossata prima che Elijah la bloccasse fulmineamente, afferrandola
per i polsi.
"Cosa ti è successo?". Domandò Briony con sgomento.
Elijah si voltò, senza risponderle e lasciando la
presa. Fece qualche passo verso l’interno della camera in completo silenzio.
"Elijah …" lo richiamò lei, col cuore a
mille. Lo raggiunse ponendosi davanti a lui. Scostò i bottoni aperti della
camicia per poter vedere meglio quella che era un ustione.
Non era molto grande, copriva la parte della linea del
collo giù fino ai pettorali, ed era di un colore rossastro come se fosse stato
bruciato.
“Chi è stato?” domandò lei con repulsione guardando la
ferita.
Elijah non le rispose, continuava a guardarla freddo e
senza giustificarsi in alcun modo.
Alla fine sospirò e andò a risedersi: “Non è niente”
disse semplicemente senza neanche guardarla.
“Come non è niente? Tu sei un Originario, è
impossibile ferirti a meno che qualcuno non ne abbia il potere.. Come diamine è
successo, ho il diritto di saperlo.” disse lei fra il sgomento e la
determinazione mentre gli andava vicino.
Elijah si portò una mano nei capelli, apparendo sempre
gelido: “Perché non puoi semplicemente lasciar perdere?”
Lei scosse la testa decisa, sedendosi sulle sue gambe
attenta a non fargli male.
Lo sguardo di Elijah si scostò in alcune parti della
stanza e poi finalmente arrivò al viso di Briony.
Lei si fece piccola sotto il suo sguardo penetrante ma restò in attesa di una
sua risposta.
“Credo di aver rintracciato chi ha ucciso mia madre.
Uno stregone, e forse ce n’era più di uno alla festa.. non so cosa avessero da
spartire con Esther, comunque ho fatto delle ricerche
e il risultato è questo”
Briony sbattè le
palpebre colta alla sprovvista: “E sei riuscito a ucciderlo o per lo meno a
fermare il colpevole?”
“No, ma non sono neanche sicuro se la mia teoria è
esatta. In fondo da sempre le streghe odiano noi Originali quindi c’era da
aspettarselo. E comunque non devi preoccuparti di questo, credi che basti una
scottatura per farmi fuori?” Le rivolse un sorriso misterioso a fine frase.
Briony ricambiò sentendosi quasi sollevata.
Credeva che il motivo dei malumori di Elijah fosse lei, invece era per Ester..
d’altronde era pur sempre sua madre. Le altre sue preoccupazioni era solo
paranoie, nulla di reale..
“Perché non me ne hai parlato? Potevo venire con te,
sai che non avrei rifiutato” mormorò lei mettendogli le braccia al collo.
Elijah le scostò un ciuffo di capelli finito sopra gli
occhi: “E’ proprio quello che volevo evitare”
Lei alzò gli occhi al cielo per il perenne bisogno del
vampiro di tenerla al sicuro, ma comunque non replicò né gli fece altre
domande.
Fece scorrere le dita sui suoi pettorali, sperando che
lui questa volta non l’avrebbe allontanata. Assaporò la morbidezza di quella
pelle e i muscoli che si tendevano sotto il suo tocco, ma quando sfiorò la
scottatura il viso di Elijah si contrasse impercettibilmente per il dolore.
Lui cercò di non darlo troppo a vedere ma lei lo notò,
infatti lo guardò con un’espressione mista a dispiacere e dolcezza.
“Ti fa male?”
Elijah pose la mano sulla sua per bloccarla. “Non è
niente”
Briony ebbe l’impulso di uccidere colui che
aveva osato compiere una diavoleria del genere, e continuò a toccare lievemente
la ferita come se avesse voluto alleviare la sua sofferenza.
“Non mi stai mentendo di nuovo vero?” gli domandò lei
con un sorriso malizioso.
Elijah la guardò profondamente, lasciandole le mano.
“Questa bruciatura non conta nulla rispetto a quella
che mi è stata provocata quella notte nella foresta”
Briony allora lo guardò tristemente perché
sapeva a cosa si riferiva. Senza neanche pensarci due volte appoggiò con forza
le labbra su quelle del vampiro, come se in qualche modo volesse scacciare il
tormento e quei ricordi nell’animo di Elijah. Le mani premettero sulla ferita
per cancellare qualsiasi bruciatura.
Le labbra di Elijah erano così gelide che toccarle era
una sofferenza, ma una sofferenza piacevole. Lei gli si strinse di più facendo
aderire i loro corpi mentre Elijah le pose una mano sulla
guancia, ricambiando il bacio con riguardo come se stesse esitando.
“Non andartene stanotte” gli bisbigliò Briony sulle sue labbra, stringendolo a sé.
Elijah dopo le sue parole abbassò la testa e le diede
un lungo bacio sul collo, poi alzò il viso e le loro labbra di scontrarono con
profonda intensità. A dispetto di prima Elijah strinse Briony forte
contro di sé, ricambiando il bacio come se ne avesse bisogno. E in quel bacio
prese un piccolo pezzo della sua anima.
Per questo Briony cominciò
ad avere le vertigini mentre le mani si strinsero attorno ai capelli
dell'Originario, affondando in essi quasi fossero seta, mentre lui l’attirava
contro i suoi fianchi.
Lei sentì di volerlo. Lo voleva così disperatamente
come se fosse una sofferenza struggente tollerare la benché minima distanza.
Si sedette bene sopra di lui alzando di più la schiena
e cingendogli i fianchi con le ginocchia, e continuando ad approfondire il
contatto tra le loro labbra mentre le mani vagarono sul petto di lui per
disfarsi della camicia. Le braccia di Elijah le circondarono la schiena
percorrendole la colonna vertebrale in una lunga carezza.
In ogni punto che la toccava, Briony sentiva
una scossa di adrenalina che la faceva fremere e ribollire il sangue.
Lui affondò poi le mani nei suoi capelli sciolti,
scompigliandoli, e attirandola contro di sé con meno riguardo di prima.
“Hai idea di cosa farei se ti perdessi?” mormorò lui
con respiro affrettato tra un bacio e l’altro. Suonava come una minaccia, una
dolce minaccia.
Le sue parole erano come incendiarie e il sangue
di Briony di conseguenza prese fuoco.
Si scansò a baciargli e toccargli gli angoli del viso.
“Resterò con te, per sempre” Era una promessa solenne. Eppure una vocina dentro
di lei le sussurrava che era un bugia. La scacciò via con violenza mentre le
mani percorrevano adesso le spalle ampie di Elijah, godendo ogni qualvolta
sentiva i suoi muscoli tendersi e gonfiarsi.
Le mani di lui invece penetrarono sotto la sua maglia,
le accarezzarono la schiena nuda con le mani fredde e subito la sua pelle
ribollì. Elijah scese a toccarle i fianchi mentre qualche attimo dopo lei si
tolse la maglia, stringendolo poi forte a sé continuando a baciarlo
e spingerlo contro lo schienale della sedia.
Il corpo di Elijah era gelido sotto le sue dita,
talmente gelido che lei rabbrividì e cercò di infondergli calore con il suo
corpo. Eppure rimaneva sempre dolorosamente freddo.
La mano di Briony finì
sul petto del vampiro all’altezza del cuore. Lui subito si irrigidì sotto le
sue labbra e scansò via la sua mano mettendosela attorno al collo. Lei sorrise
sulle sue labbra: “Perché non vuoi che ascolti il tuo cuore?” bisbigliò lei.
“Perché non batte”
La risposta semplice e impassibile di Elijah la colse
in contropiede e la bloccò. Briony aprì gli
occhi mentre lui scese a distribuirle baci sul collo, continuando a cingerla.
Briony impiegò qualche secondo a
contemplare le sue parole ma fu il suo stesso corpo a tradirla, perdendo del
tutto l’equilibro mentale quando Elijah indugiò a lungo nei baci sul suo petto
e vi respirò sopra, inondandola col suo fiato gelido.
L’Originario le sganciò il reggiseno, e ogni lucidità
fu perduta mentre lei alzava il viso al cielo facendo fatica a respirare, mentre
Elijah tracciava un sentiero di fuoco ovunque le sue labbra lasciavano il
segno. Briony strinse di più i suoi capelli
fra le dita, chiudendo gli occhi e sentendo la pelle rovente.
Le mani di Elijah scivolarono lente sulle sue
gambe, accarezzandole come se non ci fosse il tessuto dei jeans a separargli le
mani dalla pelle nuda, mentre le sue labbra salivano fino al collo di lei in
serie di lunghi e interminabili baci.
Il respiro di Briony continuava
a essere accelerato mentre lo stringeva a sé come in un impeto disperato.
Voleva assaporare l’essenza del momento che stava vivendo, ma una voce
dentro di lei gridava che c’era qualcosa che non andava.
La pelle di Elijah era freddissima come non lo era mai
stata. La solita vocina interiore la metteva in allarme quando Elijah salì a
lambirle le labbra con delicata prepotenza, prendendole la testa con una mano.
Quelli erano baci dai quali voleva scappare, che la
spaventano, che la distruggevano ma che inevitabilmente non la lasciavano più
andare.
Si sentì consumare da essi e scacciò un’altra volta
quella voce interiore.
Si abbandonò a lui, Elijah la prese in braccio
alzandosi, i loro respiri continuavano a cercarsi e trovarsi in un'agguerrita
lotta, e insieme caddero sul letto.
Briony lo tenne sempre stretta a sé come se si
aspettasse che fuggisse da un momento all’altro. Sentì le mani del vampiro
andare esclusivamente a toglierle gli indumenti rimasti, e infine la pelle
gelida di Elijah a diretto contatto sopra a quella di lei le provocò numerosi
brividi.
Quella vocina tornò all’attacco di nuovo ma lei
continuò ad abbandonarsi a lui, abbracciandolo subito dopo che entrò in lei. Elijah
cominciò a muoversi sopra di lei in maniera lenta e regolare, poi accelerando
in maniera impercettibile. Lei gli allacciò le braccia sulle spalle,
deliziandosi di lui anche se quel corpo perfettamente scolpito pareva
soffocarla contro il materasso. Sollevò di più la testa per tornare a respirare
ma Elijah le voltò di scatto il viso come voleva lui per lambirle le labbra,
dove lei vi sentì mordere.
Percepì il respiro frantumarsi ma la passione non
retrocedette perché lei raccolse il volto dell’Originario tra le mani per baciarlo
più volte mentre quel corpo compiva languidi movimenti dominanti sopra il suo.
Ansiti nuovi d'eccitazione le fuoriuscirono dalle
labbra, velati di qualcosa di sconosciuto, confusionale, quasi da stordimento.
Lei stessa si sentì bruciare, le venne da dire qualcosa ma non sapeva cosa,
tanto che quella situazione non glielo permetteva, visto che i loro bacini cominciarono
a scontrarsi ritmicamente con forza più volte, e Briony
fu costretta a inarcarsi tra continui boccheggi, scollegando così il cervello.
Elijah continuava a pressarle sopra di più, rendendo
come tangibile la promessa di non lasciarla quella notte e Briony
sentì come un desiderio famelico di non permetterglielo e così le mani
arrivarono ad avvinghiarlo di più a sé, assecondando quella travolgente e
stordente passione che tagliava a metà l’aria.
Quasi proprio per compensare ciò che era successo
prima, veniva consumato l'ardente e inarrestabile desiderio che avevano l'un
per l'altra e che nella sua violenza voleva far dimenticare tutti i loro
problemi. Briony allungò poi le braccia all'indietro,
sospirando come se si trovasse nel più maledetto dei paradisi, mentre Elijah
scendeva con la testa a disperdere baci bollenti sul suo petto, assaggiandone avidamente
la pelle.
Briony non resistette nell'allungarsi di nuovo
all'indietro e Elijah risalì, stringendole le braccia con le sue, guardandola e
continuando sempre a possederla senza freni, come se volesse impadronirsi di
lei. Dagli ansiti e dalle reazioni del suo corpo, si direbbe che Briony non trovava alcun male o sbaglio in ciò che stava
succedendo ma di nuovo quella vocina nel cervello tornò all'attacco,
avvertendola.
In preda all'ennesimo colpo implacabile del vampiro,
però Briony si lasciò travolgere dal fuoco bollente
che divampava nel suo sangue e chiuse gli occhi in quel dolce tormento. Quella
vocina però non se ne andò e nemmeno le brutte sensazioni di poco prima,
ma per scacciarle si strinse di più a Elijah, fino a stritolarlo quasi a sangue,
come se fosse l’unico scoglio in mezzo a quella tempesta di emozioni
contrastanti.
Alla fine però si sentì sovrastare dalle sue onde.
------------***********----------
Si svegliò con i sensi tutti intorpiditi, tra le
braccia di Elijah. Le gambe intrecciate in mezzo alle lenzuola scomposte in
maniera disordinata, mentre le ossa sembravano essersi sciolte. Non si era mai
sentita così a pezzi e cosa ancor più strana provava un'insolita inquietudine
nel ricordare mentalmente gli sguardi voraci che si erano lanciati durante la
passione, la voglia irrefrenabile dei loro corpi diversa da ciò che condividevano
normalmente...
Briony cercò comunque di non darci peso perchè dopotutto erano una coppia da molto tempo. Le saltò
alla testa un sussurro che lei gli aveva pronunciato, così naturale, di getto,
quando si erano staccati: “Non andartene.”
Ricordò un sospiro del vampiro e la mano sui suoi
capelli, un bacio deposto su di essi, come per rassicurarla, ma adesso
riconobbe di averlo avvertito, come dire, stanco.
Briony provò ad alzare il busto e notò che
Elijah stava ancora dormendo. Questa volta si concedette lei di guardarlo in
maniera segreta e silenziosa.
Era bellissimo, affascinante in maniera disumana, la
ferita non lambiva in alcun modo la sua perfezione. Eppure lei sentì
anche in quel momento, mentre dormiva, che Elijah era turbato. Che
non era in pace.
Anche quando l’aveva baciata, stretta a sé, sembravano
delle mosse tormentate e prive di controllo, come bisognose di qualcosa..
Di nuovo si lasciò pervadere da quella brutta
sensazione. Ebbe il presentimento che Elijah non le avesse detto tutto, anzi
che le stesse pure mentendo. Eppure le risposte sembravano così lontane, come
perse in un’oscurità fitta.
Adagiò timidamente le labbra sulla ferita di lui come
se volesse curarla e la baciò per più volte, attenta a non svegliarlo.
Si raggomitolò tra le sue braccia cercando di
tranquillizzarsi, ma non ci riuscì.
Sapeva che il loro futuro era sempre stato sull’orlo
di un precipizio, ma mai come in quel momento era conscia di un enorme abisso
di oscurità che si faceva strada nella sua mente, molto vicino a loro. Come se
fiancheggiassero un dirupo ma riusciva a scorgerne il pericolo soltanto troppo
tardi. Quando ormai i piedi erano fin troppo vicini al ciglio.
Briony scosse la testa. Non sapeva a cosa
pensare: se fosse lei paranoica e che doveva fidarsi ciecamente di Elijah come
in passato. Oppure se doveva credere al suo istinto.
Si alzò nervosa portandosi dietro un lembo di
lenzuolo. Andò vicino alla finestra per scorgere la luna in alto nel cielo.
Cercò di rilassarsi e si voltò a guardare Elijah ancora immerso nei suoi sogni.
O forse incubi?
Briony all’improvviso si sentì estraniata
da quella realtà che presto l’avrebbe annientata.
Fine capitolo!
Bleah penso
che questo sia il capitolo peggiore che abbia mai scritto! Che schifo! Stavo
per cancellarlo tutto ma ormai avevo fatto la fatica quindi vi ho depresse con
questa sottospecie di capitolo. Purtroppo vi avviso che metterò i prossimi
capitoli con un po’ di ritardo per motivi personali e anche perché
voglio vedere i nuovi episodi di tvd che
magari ne ricavo qualcosa di buono! Voi però continuate a scrivere e a
commentare :-)
Ringrazio vivamente quella santa di
Briony96 che mi sopporta sempre e mi dà preziosi consigli.
Non ho spiegato molto in questo capitolo
ma io mica svelo tutti i miei tranelli così subito..ihihi vi
lascio un po’ bollire nella suspense :P
E Questo capitolo sarà pure mezzo insulso
ma ci sono diversi frasi molto importanti che vi faranno capire gli avvenimenti
dei capitoli successivi.
Spero di non avervi troppo deluse e vi
auguro buona giornata! <3
Questo è il vestito di Briony: http://oi47.tinypic.com/35aopch.jpg
Questo è quello di Ylenia http://oi45.tinypic.com/1o5aiw.jpg
Questo quello di Gwendolyn http://oi45.tinypic.com/15zgn46.jpg
Questo invece di Caroline http://oi46.tinypic.com/34pmm20.jpg