18 luglio.

 

Non saprei dire se è il giorno più bello della mia vita. Ma cosa dico, certo che lo è !

Sono qui, seduta sugli scalini davanti alla stazione di Milano ad aspettare Caroline ed Ellie. 

Ho il cuore che batte ancora come un'orologio impazzito, gli occhi rossi, un sorriso da ebete stampato in faccia, il suono della musica e di quelle stupende voci mi rimbombano ancora nelle orecchie. 

Quant'è strano: aspetti un momento così a lungo e quando arriva, vola via come una foglia d'autunno.

 

Non riesco a credere di esser appena stata ad un loro concerto e che ero lì davanti, in prima fila, con due delle mie migliori amiche a cantare con quelle magnifiche voci dei One Direction. Non so se è stata una botta di culo o cosa ma Harry, si Harry Styles, mi ha preso la mano, si è inginocchiato e guardandomi dritto negli occhi ha iniziato a cantare il suo pezzo di ''What makes you beautiful''.

 

''Baby you light up my world like nobody else

The way that you flip your hair gets me overwhelmed

But you when smile at the ground it aint hard to tell

You don’t know
You don’t know you’re beautiful''

 

Mi stavo sciogliendo. In quel momento sentivo la pressione calare e il mio cuore scoppiare. Tutti mi guardavano ma non me ne ero accorta, l'unica cosa che vedevo erano i miei occhi riflessi in quelli di Harry. 

Non riuscivo a realizzare se stavo sognando o meno.

Adesso, a ripensarci, il cuore mi batte come in quel preciso istante. Si, era tutto vero !

 

Annie, ritorna alla realtà.

''Dove sono finite quelle due?'', pensai.

Guardo l'orologio e spalanco così tanto gli occhi che li sento uscire fuori dalle orbite: sono le 23.15. Cazzo !

Bah, prendo il cellulare e telefono a quelle due rimbambite và.

TUU, TUU, TUU, TUU, TUU, TUU, TUU, TUU, TUU...

Sono in panico, perchè non mi rispondono? Dovevano tornare non più tardi di 5 minuti e ormai ne sono passati 20, dopotutto il MC è qui dietro l'angolo.

Provo ancora.

Prima volta, niente.

Seconda volta, niente.

Terza volta, niente.

Quarta volta, niente.

Quinta volta, niente. 

Ne una ne l'altra rispondono.

PANICO. ANISIA. PAURA.

''Ok Abbie, respira. Non sei da sola, è estate e c'è tanta gente introno a te.'' Si, tanta, a momenti passava una palla di fieno davanti a me.

SEMPRE PIU' PANICO. SEMPRE PIU' ANSIA. SEMPRE PIU' PAURA.

Mi accovaccio sui gradini, piegando le ginocchia verso il petto e appoggiando la testa alle ginocchia incrociai le mani sopra di essa. La paura si è impossessata di me.

Sento delle voci provenire dal lontano ma non erano le loro. La paura sale ed ecco le lacrime che iniziano ad incidere una riga dritta, lasciano dietro se quel poco di mascara e matita che erano rimasti.

Sento quelle voci diminuire di tono e d'un tratto sento che qualcuno che mi tocca la spalla. Alzo la testa, un brivido mi percorre la schiena, tante fitte percorrono la mia pancia e...