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Autore: Delena85    08/10/2012    3 recensioni
"sono passati molti giorni da quando Elena si è trasformata e Stefan, sta provando ad insegnarle a controllarsi, ma le cose non vanno come vorrebbe tutto è più complicato di come si aspettava, e l'indifferenza di Damon a tutto ciò non le è di aiuto."
ho provato ad immaginare i primi episodi della stagione quattro, naturalmente secondo il mio punto di vista, spero che vi piaccia e che commenterete in tanti. vi dico da subito che questa è la mia prima storia quindi se potete siate magnanimi. (Vi sono alcuni spoiler riguardanti la stagione 4, tutti di carattere generale.)
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: Triangolo
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Camminavamo silenziosi, e per la prima volta dopo giorni mi sentivo calma, confusa ma decisamente meno tormentata, ed era tutto merito suo, come al solito era riuscito a trovare un modo per starmi vicino.
“Sei stata brava stasera” esordì strappandomi ai miei pensieri
“Davvero???”
Annuì senza aggiungere altro, lo guardai confusa e lui continuò
“Ti ho detto di fermarti e lo hai fatto, sono pochi i vampiri che riescono a farlo, soprattutto all'inizio”
Sorrisi mestamente ripensando a quel momento, sapevamo entrambi che senza il suo intervento non mi sarei mai fermata
“Diciamo che il tuo tono di voce non ammetteva repliche , se non mi fossi fermata saresti stato capace di staccarmi la testa”
Rise di gusto alla mia battuta e lo feci anche io…. perché mi sentivo così bene quando stavo con lui??
“Avrei potuto farlo" si voltò verso di me e mi rifilò un sorriso canzonatorio "Sarebbe stato un gioco da ragazzi con una novellina come te”
Lo spinsi via stizzita e lui continuò a ridere divertito.
Eravamo ancora nel bosco, se avessimo voluto saremmo potuti tornare a casa in meno di qualche minuto, ma non lo facemmo, camminavamo uno di fianco all'altra assaporando ogni attimo che passavamo insieme, di tanto in tanto lo guardavo e lo vedevo sereno.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta che lo avevo visto così? La risposta era ovvia…Denver.
Mi fermai di colpo, e questa volta fu lui a guardarmi confuso
“Che c’è che non va?”
“Mi dispiace!” iniziai esitante e vidi il suo volto cambiare espressione e la mascella indurirsi, sapevo a cosa stava pensando così mi affrettai a continuare “Mi dispiace per tutte le volte che ti ho aggredito, per tutte le volte che non ho voluto capire ed accettare la tua natura, e mi dispiace per quella telefonata, per quello che ti ho detto, non avrei dovuto dirtelo in quel modo ma in quel momento mi era sembrata l'unica cosa da fare”
Il suo viso si rilassò anche se non era più sereno come prima e un sorriso amaro gli incurvò le labbra
“Lascia stare Elena, non pensarci più, direi che sta sera abbiamo superato con successo tutte le nostre divergenze ”
Non disse nulla  riguardo alla mia telefonata e al modo in cui lo avevo lasciato andare, e gliene fui grata non avrei potuto affrontare anche quella conversazione, la serata era stata già abbastanza impegnativa senza dover entrare nel merito di ciò che io provavo per lui. Ma c’era una cosa sulla quale non potevo sorvolare
“Perché in tutti questi giorni ti sei comportato come se non esistessi, perché hai smesso di parlarmi?”
“Potrei farti la stessa domanda?” mi schernì
Anche lui meritava una spiegazione, era vero che lui mi aveva ignorata per giorni, ma era altrettanto vero che io non avevo mai fatto nulla per impedirglielo
“Non mi sembrava giusto…ti avevo detto che ti avrei lasciato libero di vivere la tua vita, non potevo venire da te e chiedere il tuo aiuto, non me lo dovevi”
Lo pensavo veramente, quel pomeriggio non era stata la prima volta in cui avevo pensato a lui, per giorni avevo represso l'impulso di attraversare il corridoio come una furia e bussare alla sua porte per implorare il suo aiuto. Sapevo fin dall'inizio che lui sarebbe stato l'unico in grado di capirmi e istruirmi.
Evidentemente percepì che non c'era alcuna traccia di menzogna nelle mie parole e questo lo convinse a rispondere a sua volta
“Avevo promesso a me stesso e a Stefan che se lo avessi scelto, me ne sarei andato via per sempre e vi avrei lasciato vivere la vostra storia in pace. Ma poi la tua morte, e trasformazione, hanno rimescolato le carte in tavola. Non potevo andare via, sapevo che avresti avuto bisogno di tutto l’aiuto possibile, ma mi ero ripromesso che te lo avrei dato solo nel momento in cui tu me lo avessi chiesto”
Si fece ancora più serio e si fermò per guardarmi negli occhi
“Ma tu non mi cercavi, non avevi bisogno di me. Continuavi a fidarti di Stefan, e la mia rabbia cresceva, mi sentivo come un animale in gabbia costretto a vegliare nell'ombra. Ho ascoltato ogni parola che hai pronunciato, ogni passo che hai fatto, ogni respiro, e credimi Elena assistere alla tua indifferenza è stato come morire ogni giorno. Poi oggi sono crollato, ti ho aspettato per le scale, volevo parlarti, ma quando ti ho vista il mio orgoglio ferito ha avuto il sopravvento e sono andato via, non avrei fatto la prima mossa, non questa volta”
Ero stordita, come avevo fatto a fargli tanto male senza rendermene conto. Quella consapevolezza mi provocò un dolore lacerante nel petto che mi fece mancare il respiro. Volevo solo gettargli le braccia al collo e cancellare tutta quella tristezza che gli leggevo sul viso, ma non potevo illuderlo ancora, dovevo essere certa dei miei sentimenti per lui, e Damon con il suo atteggiamento imprevedibile non mi era d’aiuto. Anche oggi, prima mi aveva aggredito come un animale ferito e poi mi aveva aiutata con pazienza e determinazione, come nessun altro aveva fatto prima. Con lui era sempre così inferno e paradiso,  e io non ero ancora pronta ad accettare tutto questo, non ora non con tutti questi cambiamenti.
Ricordavo tutto, ricordavo il nostro primo incontro e di come era stato carino ad augurarmi solo il meglio pur non sapendo nulla di me, ricordavo quella sera in cui era venuto da me a riportarmi la collana, dopo che lui e Stefan mi avevano salvata da Rose e Elija. Quelle parole mi risuonavano nella testa di continuo
 “devo dirlo una sola volta, e tu devi sentirlo, ti amo Elena , e proprio perché ti amo non posso essere egoista con te, io non ti merito ma mio fratello si, ed è per questo che devi dimenticarlo”
Come poteva una persona, che io avevo sempre considerato un assassino incallito, misantropo, egoista e senza cuore essere capace di un amore così grande, così puro, questo proprio non riuscivo a spiegarmelo, eppure continuava a dimostrarmi quell'amore di continuo non importava quanto io cercassi di tenerlo lontano da me, lui era sempre lì dove lo avevo lasciato.
   
 
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