Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: SeleneLightwood    08/10/2012    11 recensioni
Sette one-shot all'insegna del comico e del fluff scritte per la klaine week, sulla base di sette prompt.
Dal Day 1 - Cooper!Klaine:
[cit.]
Blaine abbassa gli occhi e prende a giocherellare con il bordo della maglietta di Kurt, come fa sempre quando è nervoso.
"Che cosa è venuto a fare, qui? Perché non affittare un appartamento a New York?" domanda Blaine a nessuno in particolare. "I soldi non gli mancano. Io non- non capisco. Perché non prima? Perché adesso?"
"Non lo so, ma ho avuto come la sensazione che ci sia qualcosa che non ci sta dicendo, e l'unico modo per avere le risposte che cerchi è dargli una possibilità. Fallo rimanere e vediamo cosa succede in queste due settimane" suggerisce Kurt con calma.
Blaine si agita ansiosamente tra le sue braccia. "Non lo so se c'è posto per Cooper e per il suo ego piuttosto ingombrante, in questa casa".
Oh, Blaine. Kurt sorride teneramente, piegandosi per baciarlo con forza.
"Non c'è posto in questa casa..." sussurra, sorridendo sulle sue labbra e spostando la mano sul petto del suo ragazzo, per premere il palmo proprio sopra al cuore. "...o non c'è posto qui?".
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E iniziamo questa Klaine Week con tantissimo ritardo, yay!

 

Autore: SeleneLightwood

Titolo:

Rating: Dal verde all’arancione

Giorno/Prompt: Day 1 – Cooper + Klaine

Avvertimenti: One-Shot, Comica, Romantica, Fluff

 

 

1 - Cooper + Klaine

 

Walls

 

Vivere a New York con Blaine Anderson si sta rivelando un’esperienza extracorporea, o qualcosa del genere.

Si sono lasciati alle spalle tutte le difficoltà e le incomprensioni dell’ultimo anno di liceo di Blaine l’estate dopo il diploma, grazie anche a due splendide settimane passate su una minuscola casetta sulle rive del Grand Lake Saint Marys a prendere il sole, parlare e finire inevitabilmente a letto, o sul divano, o sotto la doccia, o – insomma, sesso riparatore. Tanto.

Ne hanno parlato a lungo e non è stato facile, ma hanno chiarito. Non è come se non fosse successo, semplicemente è passato e loro ne sono usciti più forti di prima. 

Blaine si è trasferito da Kurt e Rachel dieci giorni dopo la loro piccola vacanza e il divorzio – nemmeno tanto imprevedibile – dei suoi genitori: sua madre, infatti, ha finalmente messo da parte i country club e si è ricordata di avere un figlio gay che vuole capire e con il quale vuole riallacciare un rapporto, e suo padre…beh, è troppo occupato con la segretaria, apparentemente, per ricordarsene. Blaine l’ha presa meglio di quanto Kurt pensasse, in ogni caso.

Ora il ragazzo si sente con sua madre tutti i giorni per telefono e lei ha persino voluto conoscere Kurt. Sorpresa delle sorprese (ma non per Blaine), la donna l’ha trovato adorabile fin da subito. Chissà, forse si aspettava che suo figlio uscisse con un punk ricoperto di piercing, non con uno stagista di moda capace di decorare dei cupcakes meglio dell’intero team di Torte da Sogno USA e contemporaneamente maneggiare dei sai mentre canta un intero medley di Celine Dion.

Ok, forse Blaine sta esagerando (O forse no). In ogni caso ora tutto sembra andare per il verso giusto, nonostante il college sia duro e Kurt sia quasi sempre al lavoro. Certo, non sempre la convivenza è facile: Blaine tende ad essere disordinato, Kurt si chiude in bagno per delle ore intere perché sedere sulle piastrelle lo aiuta a pensare ai suoi modelli e spesso sono costretti a svignarsela in qualche caffetteria del quartiere perché viene Brody e quel ragazzo è davvero adorabile, sì, ma finché non si trasferiscono in un appartamento con i muri tra una camera e l’altra, certe cose preferiscono non sentirle. O vederle.

In fondo se Kurt e Blaine sono gay un motivo c’è.

 Nell’appartamento con i muri ci si trasferiranno a fine giugno. Hanno trovato questo bilocale a cento metri da dove abitano loro, che i proprietari – studenti della NYU quasi diplomati – lasceranno a metà maggio, ed è assolutamente perfetto. Avranno anche tutto il tempo per traslocare, visto che Kurt sarà in ferie e Rachel e Blaine avranno già terminato le lezioni alla NYADA. Sempre che Rachel non si trasferisca permanentemente da Brody.

La relazione tra Rachel e il ragazzo sta andando piuttosto bene: sono anime affini, quindi questo li porta a litigare come matti e poi cantarci sopra qualche pezzo di Love Never Dies o Chicago. Kurt e Blaine non dimenticheranno mai la sera in cui, tornando a casa, si sono ritrovati davanti Rachel e Brody intenti a tirarsi bicchieri di carta e cantare a squarciagola: “Is there the music in your – stronzo! – head, have you followed where – come osi? – it lead” e “And yet somehow – non capisci! – we both see – Rachel, sei odiosa! – the very same way!”.

Raccapricciante.

In un modo o nell’altro, comunque, le cose vanno alla grande: è come se qualcuno avesse preso tutti i pezzi delle loro vite e li avesse messi insieme in un collage disordinato e caotico fatto di tazze di caffè, lezioni di recitazione, macchine da cucito e camere da letto, imperfetto ma proprio per questo meravigliosamente unico.

C’è un solo problema. Un piccolo, insignificante tassello del puzzle rimasto nascosto sotto al tappeto per quasi due anni, in attesa di essere ritrovato nel più catastrofico dei modi. E quel tassello è niente di meno che Cooper Anderson.

 

*

 

Dlin dlon!

“Vai tu!” gridano quattro voci contemporaneamente da quattro angoli diversi della casa.

Kurt grugnisce sonoramente, posando sul bordo del water la matita e appoggiando le bozze del modello al quale sta lavorando sul tavolino che si è trascinato in bagno. Come al solito tutti ignoreranno il campanello e toccherà a lui riemergere dal suo nascondiglio per andare ad aprire alla porta.

L’ultima volta che è successo si è trovato di fronte il vecchietto del piano di sopra che gli ha annunciato la fine del mondo e la volta prima, invece, uno sconosciuto convinto di essere Chuck Norris che lo ha quasi steso con un calcio rotante. Quindi scusate tanto se non è entusiasta dell’idea. 

Se non altro peggio di così non può andare.

Peggio di così può andarci eccome, ma Kurt lo scopre solo aprendo la porta – dopo essere inciampato nella tazza di caffè di Rachel e in Rachel stessa, stesa a terra a fare stretching insieme a Brody.

“Ehilà, novizio di Marc Jacobs nonché fidanzato del mio adorato fratellino! C’è Blaine?”

Silenzio, poi: “Cooper?”.

Ebbene sì: sull’uscio del loro piccolo appartamento newyorkese c’è Cooper Anderson in carne ed ossa, con il suo sorriso collaudato da cinquanta kilowatt ed un borsone in spalla. Kurt spalanca la mascella e sbatte le palpebre un paio di volte ma Cooper a quanto pare non è frutto della sua fervida immaginazione, perché ogni volta che riapre gli occhi è ancora lì, sorridente come un bradipo morto.

“Cooper nel senso di Cooper Anderson il fratello di Blaine? Quel Cooper?” gli fa eco Rachel dal soggiorno sporgendosi oltre Brody per sbirciare.

“No, babbo natale. Sì, quel Cooper” sbuffa l’uomo spostando il peso da un piede all’altro. “Ciao, piccola Barbra. Perché tutta questa sorpresa?”

“Non lo so, forse perché non ti fai né vedere né sentire da marzo?”

La voce di Blaine riecheggia cupamente per l’appartamento e Rachel e Brody si tirano su a sedere, preoccupati. Blaine è appoggiato al tavolo della cucina, le braccia incrociate al petto ed un’espressione accigliata e ferita che convertirebbe il peggiore dei criminali in un santo. Kurt fa un passo verso di lui, preoccupato, e Cooper scivola oltre la porta aperta, chiudendosela alle spalle.

“Scusa, Blainers, sono un idiota, lo so” sussurra Cooper sfregandosi una mano sulla guancia. Sembra sincero. “Ho avuto un po’ da fare e-“

“Otto mesi? Hai avuto da fare per otto mesi?” domanda Blaine facendo un passo avanti per trovarsi tra suo fratello e Kurt. Ha la mascella rigida e gli occhi un po’ lucidi, un’espressione che Kurt conosce bene: Blaine sta cercando di mantenere il controllo sulle proprie emozioni. "E' ottobre".

“Mi dispiace” mormora Cooper abbassando gli occhi. “Possiamo parlare dove non abbiamo pubblico?” chiede, accennando con la testa alle altre tre persone nella stanza.

“Facciamo un giro a Central Park, Rach?” domanda Brody, che a quanto pare è un ragazzo molto intelligente. Rachel annuisce e lo trascina via in silenzio. Kurt non si è ancora mosso, limitandosi a far scorrere lo sguardo da Blaine a Cooper e viceversa, scervellandosi sul perché il fratello del suo ragazzo sia qui proprio adesso, dopo mesi di silenzio.

La porta di casa si chiude dietro le spalle della loro coinquilina con un leggero tonfo.

“Cosa sei venuto a fare, Cooper?” domanda immediatamente Blaine, ostentando un tono duro. Kurt lo conosce abbastanza bene da sapere che finge: Blaine non è capace di sbattere la porta in faccia a suo fratello tanto quanto non è capace di uccidere una zanzara. 

Si morde il labbro ansiosamente, osservando la postura rigida del suo ragazzo e i suoi occhi lucidi mentre scruta Cooper da capo a piedi. Non è un buon segno e Kurt non sa bene come agire.

Cooper si volta verso Kurt lanciandogli un’occhiata supplichevole, che lui ricambia con una perplessa. “Kurt, potresti lasciarci da soli per un attimo?”

Blaine è al suo fianco in un istante. “Lui resta” gli ringhia quasi contro stringendo la mano di Kurt con forza. “Qualsiasi cosa devi dirmi, puoi dirmela davanti a lui”.

Cooper sospira e si passa di nuovo una mano sul viso, ed è allora che Kurt nota il livido sulla sua guancia che sta lentamente scomparendo, vecchio forse di quale giorno.

“Ok, ok” mormora alzando le mani in segno di resa. Alza gli occhi verso Kurt, che lo sta osservando con aria preoccupata. “Non volevo tagliarti fuori, Kurt. Io – ok, come lo spiego?”

Blaine gli lancia uno sguardo freddo. “Inizia dal perché sei qui”.

Cooper osserva suo fratello a lungo, ansioso come Kurt non l’ha mai visto. “Ho bisogno di un posto dove stare per un paio di settimane”.

 

*

 

Visto che in casa non ci sono muri – ad eccezione di quelli del bagno, grazie a dio - Kurt e Blaine hanno spedito Cooper in giro e si sono accoccolati sotto alle coperte nel letto di quest’ultimo e hanno parlato a lungo. Rachel ha mandato un messaggio dieci minuti fa, annunciando che si sarebbe fermata a dormire da Brody, probabilmente per dar loro un po’ di privacy e tempo per riflettere. Blaine ha ascoltato le spiegazioni balbettate di Cooper senza dire una parola e poi gli ha detto "torna per cena, ho bisogno di riflettere". Il fatto che gli abbia fatto lasciare la sua roba sopra al divano, però, è da interpretare come un buon segno.

"Amore, se vuoi farlo restare sai che Rachel non obietterà. In fondo è solo per due settimane" sussurra Kurt stiracchiandosi e passando una mano sui capelli di Blaine, finalmente liberi dal gel.

"E tu?"

Kurt scrolla le spalle con una risatina. "Tuo fratello è figo. E' una bella vista".

 

Blaine sospira pesantemente e scuote la testa. 
"Non vedo perché dovrei farlo rimanere" obietta con testardaggine. "Devo fare un provino qui a New York per il remake del signore degli anelli non è una spiegazione valida. Dov'è stato, in tutti questi mesi? Dov'era quando mamma e papà hanno divorziato? E al mio diploma?"

"Non c'era" risponde pazientemente Kurt, baciandogli la tempia. "Però non significa che-"

Il suo cellulare, poggiato sopra al comodino, squilla proprio in quel momento e Kurt grugnisce e lo afferra con malagrazia. Isabelle.

Sprofonda di nuovo tra le coperte e trascina Blaine con sé, stringendolo in un abbraccio. Lui gli sorride debolmente e Kurt risponde alla chiamata. 

"Pronto, Isabelle" mormora al telefono, piegandosi per baciare Blaine sulla guancia e guardarlo negli occhi. "Il modello in microfibra? Terzo cassetto sulla sinistra. Esatto". Una pausa, e Kurt ne approfitta per baciare Blaine sulle labbra. "In ufficio? Adesso?" 

Non ha nemmeno un istante di esitazione, ormai ci ha fatto l'abitudine. "Posso venire, ma non prima di due ore" risponde con sicurezza, accarezzando la guancia del suo ragazzo con la punta delle dita. Ridacchia con leggerezza. "Sì, te lo saluto. Ok, ci vediamo lì. A dopo".

"Kurt" lo rimprovera Blaine alzando gli occhi ma Kurt lo zittisce prontamente premendo le labbra sulle sue con entusiasmo. Per un po' rimangono così, stretti sul letto a baciarsi sotto le coperte. 

Quando l'ossigeno torna ad essere una necessità si separano e Blaine scuote la testa. 

"Magari era importante" sussurra ad un soffio dalle sue labbra, negli occhi ambrati un vago senso di colpa. 

Kurt scuote la testa e le sue guance si tingono di rosso. "Collezione primavera, può aspettare due ore" mormora di rimando, annullando lo spazio e cercando avidamente la bocca del suo ragazzo. "Compromessi, ricordi?"

E' ciò in cui consiste il loro patto, stipulato durante il periodo in cui stavano ricostruendo una relazione intera da capo: compromessi

Funziona a meraviglia e entrambi si sono dati degli idioti per non averci pensato prima. Certo, ora che Blaine è a New York le cose sono diverse.  

"Allora?" riprende Kurt dopo un bacio particolarmente coinvolgente, staccandosi dalle labbra di Blaine per darsi un momento per calmarsi. 

Blaine abbassa gli occhi e prende a giocherellare con il bordo della maglietta di Kurt, come fa sempre quando è nervoso.

"Che cosa è venuto a fare, qui? Perché non affittare un appartamento a New York?" domanda Blaine a nessuno in particolare. "I soldi non gli mancano. Io non- non capisco. Perché non prima? Perché adesso?"

"Non lo so, ma ho avuto come la sensazione che ci sia qualcosa che non ci sta dicendo, e l'unico modo per avere le risposte che cerchi è dargli una possibilità. Fallo rimanere e vediamo cosa succede in queste due settimane" suggerisce Kurt con calma. 

Blaine si agita ansiosamente tra le sue braccia. "Non lo so se c'è posto per Cooper per il suo ego piuttosto ingombrante, in questa casa".

Oh, Blaine. Kurt sorride teneramente, piegandosi per baciarlo con forza. 

"Non c'è posto in questa casa..." sussurra, sorridendo sulle sue labbra e spostando la mano sul petto del suo ragazzo, per premere il palmo proprio sopra al cuore. "...o non c'è posto qui?". 

 

 

 

*

 

 

Kurt torna a casa alle dieci passate di sera - conversando amabilmente con i lampioni sulla strada, tanto è diventata un'abitudine e si sa, le abitudini sono dure a morire - e trova Blaine e Cooper seduti ai due lati opposti del tavolo, tazze di caffè in mano ed enorme, grasso elefante schiacciato tra il piano cucina e la sedia vuota. Sono in silenzio, chissà da quanto tempo, e il disagio si può quasi fare a fettine con il coltello (e magari cuocerlo impanato). 

"Ehi" li saluta entrambi, sistemando con cura la tracolla sulla poltrona e la giacca sull'attaccapanni. 

Blaine gli lancia un debole sorriso e Cooper alza una mano timidamente. Cosa che assolutamente non è da Cooper e Kurt è in grado di intuirlo nonostante lo conosca pochissimo. 

Kurt accetta con un sorriso la tazza di caffè che Blaine gli sta porgendo - se c'è una cosa che non manca in quella casa, è il caffè. E i preservativi, ma shh, non ditelo in giro - e si lascia cadere stancamente sulla sedia di fianco a quella del suo ragazzo, permettendogli di baciargli delicatamente la guancia. 

"Allora" esordisce dopo aver preso una lunga sorsata di caffè ed aver fatto una smorfia perché per l'amor di dio, ancora ginseng, Blaine? Comunque. "Siete entrambi ancora vivi, quindi direi che è un passo avanti".

Blaine non ha un'espressione molto convinta e Cooper è il ritratto del senso di colpa, ma a Kurt continua a sfuggire qualcosa. 

"Può restare sul divano" mormora Blaine tormentando la tazza blu e rossa che stringe tra le mani. Si alza lentamente e posa l'oggetto nel lavandino, dando la schiena al tavolo. "Se laverà i piatti ogni volta".

Kurt sorride tra sé, fiero del suo ragazzo. Blaine è una brava persona, non getterebbe mai via l'occasione di ricucire il rapporto con suo fratello. Anche se quel rapporto è caotico, a volte doloroso, a volte ad intermittenza.

Un paio di occhi dorati cercano i suoi e si addolciscono all'istante. "Vado a dormire" mormora Blaine a Kurt, indicando con un lieve cenno della testa il letto a due piazze e mezzo oltre il separé. "Vieni?"

 

Cooper lascia andare un impercettibile sospiro di sollievo e Kurt si prende un momento per osservarlo di sottecchi. Ha un sorriso appena visibile ad arricciargli le labbra e guarda Blaine allontanarsi lentamente come se voglia dire qualcosa, ma non abbia idea di come farlo né da dove cominciare. 

Forse ad entrambi serve tempo per sistemare le cose, questo Kurt non lo sa, ma una cosa è certa: da questa convivenza verrà sicuramente fuori qualcosa di positivo.

 

 

*

 

 

"Com'è andato il lavoro? Isabelle ti ha strapazzato di coccole anche stavolta?" domanda Blaine sottovoce, scivolando sotto le coperte per raggiungere Kurt. Cooper è addormentato sul divano e russa come se non ci fosse un domani. Naturalmente

"Pensavo fossi l'unico che può strapazzarmi di coccole".

"Infatti".

Il controtenore inspira velocemente quando un soffio d'aria fredda penetra oltre il lenzuolo, ma non fa in tempo a lamentarsene, perché un istante dopo il corpo di Blaine è premuto contro il suo e oh, piacevole, piacevole calore.

Kurt si volta a pancia in giù e affonda il viso nel cuscino e Blaine ne approfitta per tirarsi su e piazzarsi a cavalcioni proprio sopra al suo sedere, premendo i palmi delle mani sulle sue scapole. 

"Tutto ok, voleva solo - Mphf, Blaine, pesi -mostrarmi il nuovo progetto per sapere c-cosa ne penso e - e cosa stai facendo, Anderson?"

Blaine ridacchia contro il suo collo e continua imperterrito a far vagare le mani sulla schiena, muovendo appena i fianchi proprio sopra al suo sedere e allora ci fai apposta, dannazione.

"Massaggio" sussurra il ragazzo, il tono di voce più basso del normale, prima di far scorrere le labbra piene e aperte contro la pelle sensibile della sua nuca.  

"Massaggio prevede che io m-mi rilassi, Blaine" puntualizza Kurt di rimando, voltando la testa per cercare di guardare il suo ragazzo in viso. Blaine però è più veloce e in men che non si dica è completamente sopra Kurt e lo ha intrappolato sul letto con il suo peso, bloccandogli i polsi sopra alla testa con facilità. 

"Allora rilassati". 

Blaine scende a baciargli la spalla scoperta, la scapola, l'inizio della spina dorsale, tracciando con le labbra calde ed asciutte il bordo della maglietta. 

Kurt inarca appena la schiena, spostando leggermente il peso di Blaine, che scivola in avanti di qualche centimetro, sprigionando calore in ogni punto che tocca. Le sue labbra continuano a tracciare linee immaginarie senza un ordine preciso e Kurt sospira, rilassandosi lentamente. 

"Mhm" si lascia sfuggire quando Blaine gli libera i polsi per intrecciare le dita alle sue e continuare a tenerle sopra alla testa. "Mi p-piace dove sta a-andando a parare questa c-cosa".

"Immaginavo" ridacchia Blaine, la bocca premuta contro il suo collo. La vibrazione della sua risata delicata viaggia fino al suo stomaco e si ferma lì con un colpo sordo. Oh, farfalle. Ed è meraviglioso che dopo tre anni e mezzo ha ancora le farfalle allo stomaco ogni volta che Blaine lo sfiora, pensa Kurt, e sta per dirglielo, voltarsi e trascinarlo con sé sotto le coperte per baciarlo fino a togliergli completamente il fiato dai polmoni, quando -

"Non puoi passare. Tu non puoi passare" mormora qualcuno dall'altra parte della stanza, in un punto imprecisato dove dovrebbe esserci il divano. 

Kurt e Blaine gelano sul posto, alzando la testa in contemporanea e scambiandosi un'occhiata allibita. 

"Cooper?" chiama tentativamente Blaine, la voce flebile, lasciando andare le mani di Kurt. Il controtenore si solleva sui gomiti in attesa di una risposta. 

Ci sono trenta secondi di silenzio, poi-

"Legolas, cosa vedono i tuoi occhi di elfo?"

 Aspetta, cosa?

Blaine allunga il collo per sbirciare oltre il separé e Kurt ne approfitta per scivolare sotto di lui e avvicinarsi. "Sta ripassando le battute per il provino?" sussurra al suo orecchio, sconcertato. E' quasi mezzanotte, per l'amor di Barbra!

"Il mio tesssssoro".

"No" gli risponde Blaine, inorridito. "No, sta parlando nel sonno".

"Uno non se ne va semplicemente a Mordor".

"Oh, santo cielo" borbotta Kurt, trascinando Blaine con sé e stringendogli le braccia attorno ai fianchi. Cosa si è fumato, esattamente, quando ha pensato che questa convivenza possa portare qualcosa di positivo? "Mi rifiuto di fare sesso con te quando dall'altra parte della stanza c'è tuo fratello che borbotta battute del Signore degli Anelli mentre dorme".

Blaine si lascia sfuggire un gemito e borbotta: "Hai già vietato il sesso in bagno perché altrimenti l'ispirazione per i tuoi modelli sarebbe deviata. Ci sono altri luoghi che sono tabù e che dovrei sapere ora?"

"Il tavolo della cucina. Ci decoro i cupcakes, lì sopra".

Blaine grugnisce e Kurt può quasi vederlo spuntare la sua lista mentale. In sottofondo Cooper sta conducendo un'interessante arringa sugli alberi e gli orchi e dio solo sa cos'altro. "E dov'è esattamente che possiamo fare sesso, ad esclusione di questo letto?"

Kurt inarca un sopracciglio. "Sul pianoforte. Ma non con tuo fratello nei paraggi".

Gli occhi di Blaine hanno raggiunto le dimensioni di due boccini d'oro, tanto sono spalancati, e Kurt sorride maliziosamente. 
"Non riuscirai più a toglierti quest'idea dalla testa, vero?" gli sussurra Kurt ad un centimetro dal viso, gli occhi fissi sulle sue labbra e le ciglia che gli sfiorano delicatamente gli zigomi. 

"Distruggilo!"

Blaine si lecca le labbra in un riflesso involontario - o forse no. 

"Due settimane" geme sommessamente. "Due settimane. Pianoforte. Oh, dio".

"Non ho nessuna intenzione di odiarlo o permetterti di diseredarlo, papà! E' mio fratello!"

Kurt alza la testa, interdetto, sporgendosi oltre il separé. 

"Anche questa è una battuta del signore degli anelli?" domanda sommessamente. Blaine lo osserva preoccupato, poi alza gli occhi verso il muro. 

"No. Non lo è".

 

*

 

Blaine è scappato a lezione decisamente troppo presto per i gusti di Kurt, scivolando fuori dalle lenzuola in silenzio per cercare di non svegliarlo. 

Inutile, visto che Kurt è sempre dolorosamente consapevole dell'assenza del calore di Blaine, e l'ha fermato afferrandogli un braccio e trascinandolo di nuovo giù per un abbraccio. 

Blaine gli ha baciato la fronte con delicatezza, sussurrandogli: "Tieni d'occhio Cooper se stamattina non devi lavorare" e si è alzato di nuovo, lasciandosi accarezzare delicatamente i capelli. 

"Mhm" ha mormorato Kurt affondando la faccia nel cuscino del suo ragazzo. Blaine ha ridacchiato sottovoce, mormorando un "Ti amo" al suo orecchio e iniziando a trafficare con l'armadio. 

 

 

Due ore più tardi, Kurt è seduto al tavolo della cucina e sta giocherellando distrattamente con l'omelette nel suo piatto. 

Non riesce a smettere di pensare a ciò che si è lasciato sfuggire Cooper involontariamente. 

"Non ho nessuna intenzione di odiarlo o permetterti di diseredarlo, papà! E' mio fratello!"

Non è una battuta del Signore degli Anelli, quello è certo. Ha l'atroce sospetto che si riferisca a Blaine e che risponda esattamente a tutto quello che il suo ragazzo si sta domandando in questo momento.

Dov'è stato Cooper per tutto questo tempo? Perché non era presente quando ha avuto bisogno di lui? E perché adesso è qui?

Come richiamato dal filo dei suoi pensieri Cooper compare nel suo campo visivo, i capelli da letto più disastrosi che Kurt abbia mai visto - buon sangue non mente - e il pigiama tutto stropicciato.

"Mfpgiorno" biascica l'uomo, stiracchiandosi come un gatto e gettandosi sulla sedia di fianco alla sua. Kurt non può fare a meno di notare che lo fa sempre anche Blaine. 

"Ehi" gli risponde il controtenore, porgendogli una ciambella. "Dormito bene? Il divano è un po' scomodo, però ci si fa l'abitudine". 

Lui annuisce, accettando la ciambella con un sorriso smagliante ma assonnato, e Kurt si alza per piazzarsi davanti ai fornelli. "Vuoi del caffè?"

"Sai fare un medium drip?" chiede Cooper flebilmente. Kurt si irrigidisce e si volta di nuovo verso di lui.

"Sei fortunato, il mio medium drip è eccezionale" dice piegando la testa per osservarlo meglio. Cooper gli restituisce un'occhiata sorpresa. 

"Davvero? Hai lavorato come barista?" 

Kurt abbassa gli occhi e si volta di nuovo verso la caffettiera, pensieroso. "Una specie" gli risponde mentre sistema lo zucchero in una tazza. "E' che è il caffè preferito di Blaine".

Cooper non dice nulla e Kurt decide di lasciarlo ai suoi pensieri, concentrandosi sul caffè e sulla sua colazione. Passa qualche minuto, quando finalmente l'uomo si decide a parlare.

"A proposito di Blaine" esordisce tenendo gli occhi ben piantati sulla tazza di caffè tra le sue mani, come se stesse parlando a lei e non a Kurt. "Mi odia, vero?"

Kurt sorride e scuote la testa, addentando un biscotto a basso contenuto calorico. "No, non ti odia. E' arrabbiato e si sta domandando perché ricompari ora, ma non ti odia".

Cooper scuote la testa e si passa una mano sulla guancia, sfregandosela a disagio. 

"Ieri notte hai parlato nel sonno" dice dopo un po' Kurt, cercando lo sguardo del fratello del suo ragazzo. "Agitato per il provino, immagino, visto che erano quasi tutte battute del Signore degli Anelli".

Cooper deglutisce rumorosamente e alza gli occhi nei suoi. "Cos'altro ho detto?"

Allora hai capito dove voglio andare a parare, eh?

"Qualcosa come 'non ho nessuna intenzione di odiarlo, è mio fratello'" risponde Kurt porgendogli un'altra tazza di caffè. "Perché ho il sospetto che si tratti di Blaine?"

Cooper lo guarda negli occhi a lungo, prima di sorridere amaramente e scrollare le spalle. 

"Perché è così" esala con voce spenta. "Lo so che pensi che io sia un imbecille, Kurt, e hai perfettamente ragione - o meglio, sono un imbecille dall'aspetto piuttosto piacevole - ma sto andando fuori tema, vero? - comunque. Mi sono comportato da cretino perché non sapevo come comportarmi con Blaine dopo la nostra...riappacificazione". Cooper fa una pausa, torcendosi ansiosamente le mani. "Posso contare sul fatto che quello che sto per dirti non - ti prego, non dirlo a Blaine".

Kurt lo fissa interdetto per un istante. Mentire a Blaine? Omettere il fatto che potrebbe avere le risposte che cerca? Il suo radar delle pessime idee sta ululando.

"Ti giuro che glie lo dirò io quando - quando avrò guadagnato un po' della sua fiducia, ma non dirgli nulla".

Cooper lo sta guardando supplichevolmente e c'è qualcosa nella sua espressione, qualcosa di terribilmente serio, che spinge Kurt ad annuire lentamente. 

"Non gli dirò quello che ci siamo detti, promesso".

Una pausa, un sospiro, poi - 

"Sono stato a San Francisco per qualche mese a casa di amici. Non sapevo come comportarmi con lui né con - con i nostri genitori. Hanno divorziato ed io non c'ero, al suo diploma non c'ero, alle Nazionali del Glee Club non c'ero. Sono stato talmente imbecille, non hai idea. Non sapevo cosa dirgli, cosa fare, quindi non ho fatto niente, non l'ho chiamato, l'ho - l'ho lasciato da solo". Cooper sospira e evita lo sguardo di Kurt, continuando a conversare con la tazza. "Dopo una settimana dal divorzio di mamma e papà, nostro padre mi ha chiamato per telefono e - sono andato da lui. Diceva che voleva parlare con me e - e - ha iniziato a dire delle cose su Blaine". Kurt si irrigidisce, perché non ha mai visto Cooper così, è strano e non riesce a capire cosa è successo, ma da un parte ha il terrore di scoprirlo.

"Voleva che lo aiutassi con un procedimento penale o qualcosa del genere, non lo so, una cosa in tribunale. Per - per non riconoscere Blaine, o comunque n-non fargli avere soldi o cose del genere, credo".

Kurt serra la mascella e sta per dirne quattro all'uomo davanti a lui perché nessuno può azzardarsi a fare una cosa del genere a Blaine, non quando Kurt può impedirlo, quando Cooper sussurra, appena udibile al di sopra del rumore della lavatrice: "Non lo so di preciso, perché gli ho urlato contro e - e ha detto che potevo anche andare a farmi fottere e - e credo di averlo colpito. Dopo che ha colpito me".

"...Cosa?"

Cooper apre e chiude la bocca un paio di volte, evidentemente incapace di aggiungere altro, e piega la testa.  Kurt l'ha già notato, il livido ormai quasi svanito sul suo zigomo, ma ora non riesce a distogliere lo sguardo. 

Vorrebbe dire un sacco di cose, rassicurare Cooper, chiamare Blaine, prenotare un biglietto aereo per Westerville ed andare a massacrare di botte il signor Anderson, ma alla fine se ne esce con: "Quindi non c'è nessun remake del Signore degli Anelli?"

Sul viso di Cooper compare l'ombra di un sorriso. "Oh, quello. Sì che c'è. Ma avrei potuto affittare un appartamento a New York, non credi? Volevo - Voglio riavere indietro mio fratello. Basta fare il cazzone".

Kurt a quel punto gli sorride e allunga una mano per appoggiarla sopra alla sua. 

"Quando te la sentirai, parlagli. Raccontagli tutto questo e vedrai che capirà". 

"Non voglio essere di troppo in questa casa" mormora lui senza guardare Kurt. 

"Recitare le battute dei film nel sonno è un abitudine?" domanda Kurt con un sorriso. 

"Uhm. Sì."

"Vado a cercare i tappi per le orecchie. Ho come l'impressione che saranno due settimane rumorose".

Si alza e fa per andarsene, ma ci ripensa e si gira un'ultima volta a guardare Cooper. 

"Parla con Blaine. Muore dalla voglia di perdonarti".

 

 

*

 

 

Quando Blaine torna a casa nel tardo pomeriggio trova solo Kurt intento a districarsi tra chiamate, bozze di modelli e documenti dall'aria incomprensibile, seduto a gambe incrociate sul letto. 

"Cooper?" domanda guardandosi intorno e buttando la tracolla in un punto imprecisato tra il divano e la sedia. 

Kurt alza appena lo sguardo azzurro dai modelli e si copre l'auricolare con la mano. 
"Central Park, torna per cena" sussurra a voce bassa. "Rachel?" Poi, in un tono di voce normale e professionale, dice: "Ma certo signora Shouberg, il modello è già pronto. Isabelle la sta aspettando nel suo ufficio". 

Kurt fa una smorfia esasperata che stona di gran lunga con il suo tono pacato e Blaine si lascia cadere vicino a lui, facendo attenzione ai modelli sparsi sulla coperta. 

"Rachel rimane da Brody anche stasera. Sesso riparatore, credo" sussurra togliendosi la giacca. 

Kurt gli lancia un'occhiataccia e si affretta a dire: "No, signora, dev'essere la radio di un auto di passaggio. Sì, signora, abbiamo ordinato il caviale per l'incontro. Arrivederci, signora".

Un attimo di silenzio, poi Kurt sospira pesantemente e sprofonda tra le coperte. Socchiude gli occhi e fulmina Blaine con lo sguardo. "Non ti azzardare più a dire 'sesso riparatore' mentre sono al telefono con clienti psicopatici, ti prego".

Blaine ridacchia e si stende accanto a lui - ehi, ma sono sempre a letto, ora che ci pensa - e si avvicina per baciarlo, ma Kurt gli appoggia delicatamente una mano sul petto e lo allontana quel tanto che basta per guardarlo negli occhi. 
"Ho parlato con tuo fratello, stamattina. Mi ha detto cos'è successo e perché è qui".

L'espressione di Blaine cambia alla velocità della luce. 

"Cos- davvero?" domanda abbassando gli occhi e torturando il lembo del lenzuolo. "Lo dice a te e non a me. Fantastico".

A quel punto Kurt si toglie l'auricolare e gli prende il viso tra le mani. "E' - non è come pensi, davvero. Muore dalla voglia di dirtelo, credimi. E' solo complicato. Dagli tempo. Ci tiene a te, molto più di quanto pensi". Gli bacia delicatamente le labbra, accarezzandogli una guancia. "Ti fidi di me?"

Blaine annuisce debolmente, lasciandosi sfuggire un sospiro. 

"Allora dagli tempo. Vedrai che andrà tutto bene. Dovete solo imparare a non mettere muri tra di voi. Non è facile, ma alla fine ne vale la pena".

Finalmente Blaine gli regala un vero sorriso, piegandosi per accoccolarsi al suo fianco. 

"Sei il miglior fidanzato del mondo, anche se non possiamo fare sesso sul tavolo della cucina e hai fatto un falò con i miei tubetti di gel".

 

 

 

*

 

Qualche giorno dopo Kurt torna a casa terribilmente tardi, terribilmente stanco, terribilmente bisognoso di coccole. Apre lentamente la porta di casa e accende la luce dell'ingresso, guardandosi intorno in cerca di -

oh.

Un sorriso dolce gli spunta sulle labbra mentre osserva i due ragazzi addormentati sul divano. Blaine ha il naso rosso e le guance ancora rigate di lacrime, ma sta dormendo placidamente sulla spalla di Cooper, che lo ha avvolto in un abbraccio e gli ha appoggiato il mento sui ricci morbidi. 

Stanno sorridendo entrambi come Kurt non li ha mai visti, probabilmente perché hanno chiarito e l'ultima battuta di Cooper dev'essere stata qualcosa come: "scriverò la sceneggiatura di un film, un giorno", o qualcosa del genere. 

Osservandoli così, accoccolati sul divano, sa di aver avuto ragione a pensare che questa convivenza avrebbe portato qualcosa di positivo. Dopotutto ha appena riportato a Blaine suo fratello. 

Si avvicina con il sorriso sulle labbra e li copre entrambi con una coperta. In fondo, per stanotte, può dormire da solo.

 

 

*

 

 

 

Quattordici giorni dopo.

 

"Siamo in ritardo, siamo in ritardo!" sta gridando Rachel da dentro al bagno. Un suono di qualcosa che cade, qualcosa che si rompe, un'imprecazione. "Brody, il taxi!"

La testa di Brody spunta dal cestino dell'immondizia, il panico negli occhi chiari. "Chi diavolo ha buttato via il mio telefono? Kurt, il taxi!"

Kurt saltella in cucina con un calzino infilato, uno in testa e il cellulare stretto in mano. "Ci sono! Blaine, dove diavolo vai, hai dimenticato i pantaloni!"

"Non li ho dimenticati!" esclama Blaine, entrando in cucina in mutande. "Rachel, esci dal bagno, ci sono i miei jeans!"

Kurt ha come la sensazione che la cosa non finirà affatto bene. 

"Non indosserai mica dei jeans al provino di tuo fratello, spero!" esclama Kurt sollevando un sopracciglio. 

Brody geme sommessamente. "Kurt, non abbiamo tempo per un intero outfit. Blaine, zitto e vestiti. Rachel, esci da quel maledettissimo bagno, non lo devi mica fare tu, il provino!"

"Lo specchio, ho rotto lo specchio!" esclama istericamente Rachel da dietro la porta. 

"Sfiga" sussura con voce flebile Brody, lasciando che Blaine si appoggi sulla sua spalla per infilarsi un paio di jeans a caso. "Saremo perseguitati dalla sfiga".

 

 

 

Sette attacchi di panico e due taxi dopo, i quattro stanno correndo verso l'entrata degli Studios dove Cooper aveva il provino per quel maledettissimo film, proprio -

"Mezz'ora fa. Sono finiti mezz'ora fa" geme Blaine, tenendosi lo stomaco per la corsa e lanciando un'occhiata preoccupata all'orologio. Kurt si accascia sulla sua spalla. 

"Scherzi? Il taxi andava a centoventi!"

"Su una strada di Manhattan, amore" risponde Blaine prendendo fiato con difficoltà. "Siamo pur sempre a New York".

"Ehi, ecco Cooper!" grida Brody di fianco a loro. 

E' vero: Cooper si sta avvicinando a passo di marcia, un'espressione curiosa in volto. 

"Coop, Coop!" esclama Rachel, saltellando sul posto come un'invasata. "Com'è andata, farai Gandalf?"

"Oppure Legolas, ti ci vedo biondo!" aggiunge Brody con un bel sorriso.

"Magari farà Aragog, no?" tenta Kurt, tirandogli la manica. 

Quattro paia di occhi si voltano verso di lui con sguardi di profondo biasimo. 

"Quello è il ragno di Harry Potter, idiota" lo prende in giro Blaine scuotendo la testa incredulo.

"Oh. E allora che-"

"Gimli" borbotta Cooper tutto d'un tratto, con la chiara intenzione di zittirli e togliersi un dente piuttosto doloroso. "Mi hanno preso per Gimli perché ehi, amico, tu con la barba saresti perfetto, sei pure basso!"

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: SeleneLightwood