Fanfic su artisti musicali > Big Bang
Segui la storia  |       
Autore: Yuna_Orange    08/10/2012    4 recensioni
(Dal capitolo 13)
- Posso sapere almeno che cazzo ci fai qui? – Sputò, acida.
Quello ci pensò su, prima di rispondere con uno scialbo: - Non lo so, Gaho ieri notte mi ha portato qua. –
Cane traditore!
- E ti sembra una spiegazione sensata? –
- Boh, forse: avevo sonno e non sapevo neanche dove mettevo i piedi. –
- Ah, adesso sì che ha senso! –
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 8 – Korean Dream
 
 
 
Erano passate due settimane da quando JiYong era piombato in casa sua, ed erano anche due settimane che non si faceva vivo.
Pur tuttavia essendo ancora in Giappone: infatti Ao-san le aveva detto che quello si trovava a Tokyo per lavoro, non poteva di certo cazzeggiare tutti i giorni e, di conseguenza, fiondarsi in casa sua a rompere le girelle! Ma, l’avvertì lo Hyun, il re degli idioti, prima di partire per la Corea, senza ombra di dubbio si sarebbe diretto dritto dritto alla prima porta del tredicesimo piano del loro palazzo, ovvero da lei.
 
 
Appena sveglia, Nives diede un’occhiata alla sua agenda. In quegli ultimi giorni s’era sobbarcata una marea di lavoro: alcuni traduttori erano malati e/o in vacanza, quindi lei, unico pesciolino sano, era stata schiacciata da un macigno con su scritto ‘LAVORO’.
Fortunatamente quel giorno non doveva fare praticamente nulla, si trattava più che altro di faccende domestiche e di…conti da pagare.
Alla fine era arrivata anche la mattina del 26 Febbraio.
Data del giorno prima della scadenza delle bollette accumulate e abbandonate su una mensola in cucina.
L’aveva completamente dimenticato.
Prese quelle scartoffie e quasi le venne un colpo: avevano speso 90000 yen solo per la corrente elettrica in tre mesi!
Ma che avevano fatto, se l’erano bevuta?
- ‘n giorno – Sentì bofonchiare dietro di lei.
- Buon giorno un cazzo! – Butto lì, incazzata con la cifra da pagare.
Seung-hyun la guardò con una faccia da ‘ma cosa minchia ho fatto di male ora?’, a suo avviso tenerissima, quindi si sentì in dovere di scusarsi e di spiegare il perché di quel saluto molto delicato.
 
 
Quella mattina, Ao-san s’era sentito così generoso da uscire e andare a pagare tutti i conti. E in più si era offerto volontario per una spedizione al supermarket e al negozio di animali.
Che ragazzo coraggioso.
 - Prenditi una giornata di riposo, rilassati e non pensare al lavoro. Alle faccende ci penso io! –
Quanto era stato dolce! Ma quel ‘alle faccende ci penso io’ la inquietava. Avrebbe combinato qualche pasticcio in casa, tipo scambiare la cera per detersivo, lo sentiva. E proprio per questo aveva accennato alle sole faccende da eseguirsi al di fuori delle mura domestiche. Lei ci teneva al suo appartamento.
Così ho la mattinata libera eh?
Cosa avrebbe potuto fare? Guardare la TV? Ma anche no, si sarebbe solo fritta il cervello ancora di più. Leggere?...ANCORA? Quindi, escluse anche quell’opzione.
Decise di strimpellare qualche nota. Era da molto che non suonava, quindi probabilmente avrebbe fatto schifo, ma, appunto perché era sola e nessuno tranne lei avrebbe udito l’orribile suono,  approfittò dell’occasione per rispolverare la sua chitarra.
L’accordò per bene, spendendo mezz’ora del suo tempo solo in quello, prima di cominciare a suonare ‘Wonderwall’ degli Oasis.
Ma è noto che a questo mondo non si può mai star tranquilli.
Sentì bussare al campanello.
Probabilmente quel cretino di un Mr. Ricrescita s’era scordato qualcosa e se ne era reso conto a metà strada, quindi era tornato indietro. E, poiché aveva bussato, presumibilmente s’era scordato pure le chiavi.
Idiota.
Eppure gli aveva anche chiesto se avesse preso tutto. Bah…
Andò ad aprire la porta.
- Che cosa hai dimen…-
Le parole, assieme alle imprecazioni, le morirono in gola.
Al suo cospetto c’era un JiYong vestito di tutto punto, lavato e stirato, figo al pari di Ao-san di ritorno dalla festa all’Insomnia qualche settimana prima.
Ma da dove escono questi soggetti? Secondo me hanno la figaggine nel DNA…è l’unica spiegazione.
- Oh…ehmm, ciao! Se cerchi Seung-hyun…beh non c’è! Ritenta, sarai più fortunato! – E stava per chiudergli la porta sul muso, come aveva fatto la prima volta che, aprendo l’uscio, s’era ritrovata quel tizio davanti, ma quello aveva bloccato la porta con un piede.
Lo guardò torva: - Ti ho detto che Ao-san non c’è, quindi ciao! – e gli fece ‘ciao ciao’ con la mano.
- Tu e l’ospitalità siete due sconosciute? Ah no…mi correggo: TU E LE BUONE MANIERE SIETE DUE SCONOSCIUTE!! – Quel tizio se la prendeva troppo.
Cacchio! Chi cerchi te non c’è!! E quindi, che vuoi?
- Non avevamo pattuito una tregua? – Domandò, acida.
- Sei stata tu la prima ad infrangerla! –
- Ma se ti ho detto che Seung-hyun non c’è! –
- E cosa ti fa pensare che io sia venuto qui solo per lo Hyun? – Ribatté, stizzito.
Nives sbuffò: - Cosa vuoi allora? –
- Prima di tutto: vorrei entrare. – Affermò.
Ecco che la sua amata giornata libera andava a farsi fottere.
Niente chitarra, niente relax, niente.
Solo rompipalle.
Si fece da parte per far entrare nell’appartamento quel tipo, il quale, tranquillamente, come se fosse stato a casa sua, toltosi le scarpe, si spaparanzò sul divano.
Va bene voler entrare in casa propria, ma fare come se la suddetta casa fosse sua…- E poi sono io quella che non conosce le buone maniere…- soffiò, incazzata.
- Uh? – E quell’idiota neanche l’aveva sentita! Basta, con questo qui ci rinuncio…è una battaglia persa in partenza!!
Si sedette sull’altro lato del divano.
- Mammamia che stanchezza! Non hai idea di quanto sia sfiancante il mio lavoro! – Disse quel cretino, stiracchiandosi e recuperando il pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni.
- Non vedo in che modo la cosa mi tocchi – disse, cinica – e poi…io ne dubito. Noi traduttori veniamo schifosamente fruttati, anzi, mi correggo, sono io quella che viene schifosamente sfruttata. – Confessò, strappandogli le sigarette e fregandosene una.
A sua volta, JiYong recuperò il pacchetto e, mettendosi seduto a gambe incrociate, disse: - Ma tu lo sai che lavoro faccio io? –
Nives scavò nella sua memoria, ma non scovò nessun dato chiamato ‘lavoro del coglione coreano’. Scosse la testa.
- E allora prova ad indovinarlo – Disse, con un sorriso beffardo, sbuffando una nuvoletta di fumo grigio-azzurra.
- Chi sei? Fai parte della yakuza? Sei uno spacciatore? Se sì: cosa hai da offrirmi? –
Quello la guardò, forse indeciso se sputarle in un occhio o mandarla a farsi fottere e basta. Glielo si leggeva in faccia.
- Mi prendi per il culo? –
- In realtà sì –
- E impegnati, magari ci arrivi! – Disse, esasperato.
- Secondo te non si fa prima se me lo dici direttamente? – Domandò, retorica.
- No, ci devi arrivare da sola –
Stronzo.
- Come se mi fregasse qualcosa di quello che fai tu! – A quell’ultima frase, JiYong divenne rosso per la rabbia: i suoi occhi erano così sgranati ed iniettati di sangue da sembrare sul punto d’esplodere.
Ma non le rispose, stette zitto.
Passarono cinque minuti in silenzio, spezzato dal rilascio del fumo di JiYong, che non poteva farlo come le persone normali: no! Lui doveva fumare teatralmente. Ma si vedeva che non lo faceva consapevolmente: era nella sua natura il non voler passare inosservato. E Nives lo aveva capito anche dalla sua reazione quando aveva palesato il suo disinteresse verso la questione ‘mestiere di JiYong’.
Vide lo sguardo di quel tipo posarsi su qualcosa alle sue spalle: - È tua quella? – chiese, indicando quel qualcosa.
La ragazza si girò e scorse la chitarra abbandonata al suo destino.
- No, è della mia gatta, sai è una musicista dal grande ed incompreso talento! – Gli rispose, sarcastica.
Quello non si curò della sua ironia, continuando il suo questionario: - La sai suonare? –
- Certo che la so suonare! Una chiavica, ma la so suonare –
Quello s’alzò e recuperò lo strumento, per poi porgerglielo: - Voglio sentirti. –
Nives lo guardò con tanto d’occhi, allibita.
- Perché vuoi farti del male? – Gli chiese, come per implorarlo di non farle uccidere una canzone.
- Ma che dici!! Dai, fammi sentire. – Le disse, supplice.
Nives sospirò, mannaggia a me e al fatto che non so dire di no! , prese la chitarra e disse: - Cosa vuoi che ti suoni? –
- Qualunque cosa, ma devo chiederti un’ultima cosa: sai cantare? – Domandò, sedendosi al suo posto, intrecciando le dita. Sembrava uno di quegli strani presentatori di show musicali.
- Ma che è: un’audizione? –
Quello rise sommessamente e ripeté la domanda.
- Faccio schifo pure a cantare, ti risparmio il doppio strazio. –
Ventimila ‘- e invece sì che lo farai -’ e ventimila ‘- e invece no -’ dopo, Nives, ormai stanca di quell’insulso teatrino e volendo farlo stare zitto, acconsentì alla sua richiesta.
Però ora si presentava il vero problema: quale canzone che sapeva a memoria ricordava, anche solo vagamente, come si suonasse? Alla fine mandò a farsi fottere mentalmente JiYong e la sua fottuta curiosità, e mandò a quel paese anche Ao-san: se non si fosse offerto come addetto alle bollette, ora non si sarebbe trovata in quella situazione.
Decise quindi di suonare ‘Some Say’ dei Sum 41.
La canzone nella sua interezza era sempre bellissima, stupenda a suo avviso. Ma l’esecuzione…non era sicura di riuscire a suonarla bene, poi ricordò le parole di quel suo amico del liceo che l’aveva iniziata a quello strumento.
 ‘Non importa come suoni, importa ciò che senti quando lo fai. Ricorda: il sentimento è il cuore di una canzone’.
Attinse quanta più energia le era possibile da quelle parole, magari buttate lì quando cazzeggiavano/imparavano a suonare assieme, ma che in quel momento le stavano dando la forza…soprattutto la forza di non spaccare la chitarra in testa a quel deficiente.
Quindi cominciò.
L’aveva cantata tutta, ad occhi chiusi, sperando di posizionare bene le dita.
Alla fine ce l’aveva fatta.
Quando dischiuse gli occhi, il suo campo visivo venne invaso dal faccino di JiYong, che, radioso, disse: - Ora ne sono convinto, tu mi servi –
Il punto interrogativo dipinto sul volto di Nives e il suo: - In che senso? – non ebbero risposta, perché quello la ignorò completamente mettendosi a trafficare con il suo cellulare.
Solo dopo dieci minuti, durante i quali Nives l’aveva mandato al diavolo, aveva messo al suo posto la chitarra e si era piazzata davanti al portatile, quello le rivolse nuovamente la parola: - Che ne dici di venire in Corea? –
- Tu sei pazzo…- Ma che cagate uscivano dalla bocca di quel cretino?
- Guarda che parlo sul serio...dai, il 26 aprile è il compleanno di un amico mio e di Seung-hyun, e anche lui sarebbe felice di conoscerti…ora, stavo pensando: che ne dici di venire in Corea per un po’ e festeggiare con noi il suo compleanno? –

 
                                                   ~~~~~
                                               
 
 TOP cominciava a pentirsi della sua nobile impresa.
Stare al supermercato era stressante e lo era ancora di più stare alle poste!
Ma alla fine ce l’aveva fatta, era riuscito a comprare tutto e ad arrivare sano e salvo anche al negozio di animali.
Quando arrivò infine sull’uscio di casa si riconosceva più o meno stanco come quando appena finito di girare un MV. Ok non esageriamo, girare un MV lo portava a profonde crisi dovute alla mancanza di sonno, no…preferiva di gran lunga il tipo di sforzo al quale si era sottoposto per non far affaticare Nives.
Anche il lavoro di quest’ultima, ammise, non era dei migliori: si costringeva a star sveglia fino a tardi, la mattina si levava quasi all’alba ed era più morta che viva. Seung-hyun si sentiva in colpa nel vederla faticare così tanto e di non poterla aiutare in alcun modo: il suo giapponese scritto faceva schifo, figuriamoci l’italiano! Quindi si impegnava a non disturbarla, a preparare pasti decenti, anche se frugali, e a preservare quel po’ d’ordine che regnava nell’appartamento.
E quella mattina aveva voluto regalarle anche un po’ di tempo da dedicare a sé stessa, nel quale riposarsi e recuperare le forze. In più aveva pagato tutto di tasca propria. In qualche modo voleva contraccambiarla, anche se era consapevole che neanche tutto l’oro del mondo non sarebbe bastato a ringraziare e ripagare ogni suo singolo gesto.
Infilò la chiave nella toppa ed esclamò un – Sono ritornato! – ormai abituale.
- Ah, alla fine hai ritrovato la strada di casa, brutto cazzone! –
Ok, Nives non poteva aver cambiato tono di voce e non poteva neanche aver subito una profonda metamorfosi che l’aveva tramutata nel re degli idioti.
Vide il leader avvicinarsi e appoggiarsi al muro, a braccia conserte, intento ad osservarlo, con il suo solito sorriso sghembo dipinto sul volto. Gli si leggevano in faccia frasi tipo ‘- Guarda come ti sei ridotto! A far da donnina di casa! –‘.
- E tu cosa ci fai qui? Non dovevi lavorare? -
- Ho finito, domani si ritorna in Corea! – Disse, gongolando.
Si diresse in soggiorno, dove trovò una Nives sconfitta che lo salutava con un cenno stanco della mano.
Mise le buste della spesa sul bancone della cucina e le si andò a sedere affianco, preoccupato: - Nives, tutto bene? –
- Certo che va tutto bene, perché non dovrebbe andare bene? – Si intromise GD, facendo capolino fra i due.
TOP rivolse all’amico uno sguardo tagliente, avrebbe voluto farlo a fette. Stesso sguardo gli rivolse Nives, chissà che cosa era successo in sua assenza; Seunghyun, da parte sua, sperava solo che GD non avesse fatto il porco o peggio.
- Indovina un po’ Hyun! – disse il leader, raggiante – Indovina chi verrà al compleanno di Dae? –
Che cosa c’entra adesso il compleanno di Dae?
Lui non v’avrebbe partecipato comunque: doveva ritornare in Corea a fine Maggio, si sarebbe perso ben due compleanni: quello di Dae e quello di Tae. La cosa gli dispiaceva: avevano sempre festeggiato assieme tutti i compleanni, ma quell’anno lui se ne era andato e avrebbe dato buca ai due compagni…
Vide Nives fulminare JiYong con lo sguardo.
Vuoi vedere che…
Lentamente, tremando, indicò Nives dicendo: - Non avrai mica… - le parole gli morirono in gola.
- EEEESATTO! – Esclamò G-Dragon, saltandogli al collo come una fangirl impazzita.
N O N   P U Ò  E S S E R E !
Tre domande martellavano nella testa di un TOP alquanto confuso, incredulo e sconcertato:
1)     Perché diamine quel deficiente l’ha invitata al compleanno di Dae?
2)     Come ha fatto a convincerla?
3)     E adesso, cosa sarebbe successo?
Alla prima poteva rispondere con facilità: GD voleva che tornasse quanto prima in Corea, quindi aveva imposto ad un Dae, che voleva conoscere, come tutti gli altri membri della band, l’anima pia che lo aveva accolto, la presenza di quella tipa al suo compleanno. Perché GD sapeva che l’unico motivo per il quale continuava a starsene lì in Giappone era Nives, e sapeva che l’avrebbe seguita anche se, nella durata di quei cinque mesi, la coinquilina avesse deciso di andarsene in Italia.
Per la risposta alla seconda domanda…bastava guardare la faccia della sua povera ragazza: l’aveva asfissiata e alla fine aveva ceduto. Anche se non si metteva di impegno, JiYong sapeva esasperare le persone fino ad ottenere qualsiasi cosa.
E per la terza…non riusciva a vederla, perché in realtà non vi era una soluzione precisa. E, in qualsiasi caso, lui aveva paura della risposta che gli sarebbe stata data solo dal tempo.
- Oh non è un avvenimento così sensazionale! Non agitarti, pezzo d’idiota! – Disse Nives, frustandolo con le sue parole.
Peccato che GD quel giorno aveva voglia di sadomaso.
- La mia piccola Nives verrà a casa nostra! – Disse, abbracciandola.
A quella stava per scoppiare una vena sulla tempia.
Quello che accadde dopo fu un susseguirsi di insulti da parte dell’italiana e un continuo sparare minchiate zuccherose da parte del leader, con la prima che si tratteneva dal pestarlo a sangue.
Seung-hyun seguiva il tutto in silenzio. Non riusciva a collegarsi con il suo cervello, riceveva sempre il solito segnale ‘Siamo spiacenti, i suoi neuroni al momento non sono disponibili, riprovi più tardi!’. Non digeriva la questione ‘Nives in Corea al compleanno di Dae’.
Non che non gli facesse piacere, beninteso. Solo…avrebbe affrettato la trattazione sia della questione ‘io sono un idol e l’unica che non lo sa sei TU!’ , sia ‘ ciao, non ci vedremo più’.
Che stress che era quel GD, doveva far sempre tutto di testa sua!
 
 
Nives li aveva lasciati soli, si vedeva che era più stanca di prima, quindi decise di andarsi a farsi una doccia rilassante, lasciandoli soli.
TOP, con uno scatto ferino, appena la porta del bagno si chiuse, afferrò per il bavero della camicia JiYong: - E adesso veniamo a noi due – gli soffiò, algido, in un orecchio.
- N-no Hyun, non è come pensi tu!...- Tentò di difendersi lui.
- Perché? Com’è ‘come penso io’? – Chiese, ostentando una calma che non aveva.
- Se mi lasci e non mi spezzi il collo ti spiego – Disse, con voce tremante a causa della paura.
TOP volle ascoltare cosa avesse da dire a sua discolpa, prima di massacrarlo.
Quello si sistemò sul divano, schiarendosi la voce: - Devi sapere che trovo la tua nuova amichetta un soggetto alquanto interessante, quindi, non leggere la sua prossima venuta in Corea come un mio sporco tentativo di separarti da lei, io voglio studiarla…-
- Ma che l’hai presa per un topo da laboratorio?? –
- Ma no, diciamo che potrebbe essere fonte di ispirazione. È strana…- disse, difendendosi, poi gli si dipinse un sorrisetto beffardo sul volto - comunque voglio vedere in diretta la sua reazione quando scoprirà chi sei, ti prego, non dirglielo. –
Che stronzo.
- Non glielo avrei detto comunque…- 
 
 
 
 
 
 
 
 
   ~ The idiot’s space o(*o)(o*)o   ~
Due pov belli lunghi eh?
Prima che veniate sotto casa mia con le torce e i forconi (?) devo dirvi due parole. L’ho dovuto riscrivere 4 volte, e nonostante ciò non mi convince :D e poi, due giorni fa, lo avevo scritto tutto, pronto per essere pubblicato, ma la cara grande matre di mia matre (?) mi ha spento il pc, non facendomi salvare i dati…volevo ucciderla e morire per la rabbia TuT
Vabeh, ma ciò non giustifica il fatto che ‘sto capitolo è troppo corto .-. eh scusate, ma è uscito così (?) non è colpa mia TAT sono loro! *indica i personaggi della sua fic*.
E ora, ringrazio, come al solito, voi bravi lettori e recensitori, grazie per tutto il sostegno che mi date, sul serio T^T
…E ora che faccio? La nomino o no? Mi picchia? Boh, vediamo 8D…io devo abbracciare Shinushio, che ha compiuto un’impresa sovrumana recensendo ogni singolo capitolo T^T *abbraccia* non ho risposto alla tua ultima recensione, mi scuso °3° non volermene éwè
Ah…un’ultima cosa, prima che mi dimentichi di scriverla anche in questo capitolo LOL, nessuno ha notato che il titolo di tutta ‘sta roba (V.I.U – Very Important U) è una canzone dei B2ST? No eh? 8D *sì perché mi ero fissata con quella canzone quando cominciai a scrivere, mi aveva ispirata (??)*
E ora, vi saluto bella gente! *fa ciao ciao con la manina*
Good Bye ~
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Big Bang / Vai alla pagina dell'autore: Yuna_Orange