Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: dearjoseph    08/10/2012    3 recensioni
"Dovresti rimanere con qualcuno stanotte" si avvicinò spostandole una ciocca nera di capelli dietro l'orecchio.
Non lo sapeva neanche lui, ma gli era bastata una sera per sentirsi responsabile della vita di una completa sconosciuta.
"Rimani qui" continuò poi facendo fermare per un attimo il cuore della ragazza.
E lei, non poteva di certo immaginare che quello sarebbe diventato il suo migliore amico. O, come lo definiva sempre, il suo amico speciale.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter Nineteen

Joseph suonò al campanello e nemmeno un minuto dopo si ritrovò dinanzi al viso sorridente della ragazza. L’unica cosa a cui riuscì a pensare era che quel sorriso non sarebbe rimasto troppo a lungo su quelle labbra carnose e accuratamente colorate di un rosa perlato, non dopo quello che le avrebbe detto, perciò rimase impassibile al suo abbraccio e, anzi, cercò di prendere le distanze da subito.
Alla bionda, d’altro canto, non passò inosservato tutto ciò, ma si limitò a mantenere il suo sorriso smagliante, come se questo bastasse ad impedire a Joe qualunque commento negativo.
In passato aveva funzionato più che bene.
“Amore, perchè quella faccia?  Non dirmi che il colloquio è stato un disastro!” con una mano Rebekah invitò il ragazzo a prendere posto accanto a lei sull’enorme divano rosso del soggiorno, proposta che Joseph rifiutò immediatamente con un cenno del capo. Rebekah, allora, incrociò le mani in grembo mentre il suo viso diventava man mano sempre più cupo. Forse la sceneggiata della fidanzata amorevole non bastava più. Questo la mise subito in agitazione ma, da brava attrice quale era, non diede alcun segno del suo stato interiore.
“Allora? Sei venuto a darmi notizie sul lavoro?” chiese seppur consapevole che non fosse nulla di tutto ciò.
Joseph cercò di rimanere calmo e lucido per far si che ricordasse qualcosa di quello che si era ripromesso di dirle, ma non era mai stato bravo con i discorsi programmati. Si passò una mano in testa, scompigliandosi i capelli, e poi decise di sedersi poco più lontano da Rebekah in modo da non essere influenzato in nessun modo.
“Bekah, credo che sia arrivato il momento di essere sinceri” La canzoncina del programma televisivo che stava andando in onda era l’unico suono oltre alla voce di Joe. Quello stupido motivetto continuava a riempire il vuoto che si era creato mentre Joseph cercava le parole adatte per dirle quello che ormai lei sapeva già.
Rebekah da un pò di tempo aveva avuto il presentimento che sarebbe arrivato il momento, eppure si ritrovò completamente impreparata al sentire quelle parole.
Aveva capito che il loro rapporto non era più come prima. Joe era distante e così legato a quella sua amica, Hanna, che il rischio di perderlo si faceva ogni giorno più reale. E poi c’era stata quella storia col fratello.
 “Sinceri, soprattutto con noi stessi” il ragazzo si limitò ad un tono pacato, e questo basto alla bionda a convincersi ad abbandonare ogni precedente dubbio.  Joe sapeva tutto.
“Joe..” la voce della ragazza fu subito bloccata dalla mano di Joe, che le chiese tacitamente di far finire il suo discorso. Rebekah però decise di ignorarlo.
“Joe, ti prego. Qualunque cosa ti abbia detto Nick, è stato solo un momento di..”
“Nick?” stavolta fu Joe ad interromperla. La voce confusa e più alterata del tono utilizzato precedentemente fece perdere il respiro a Rebekah, che strinse le sue mani l’una all’altra alla disperata ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi.
Come era possibile tutto ciò? Perchè Joe era così sorpreso? La risposta era più che evidente. Joe non sapeva nulla. Joe era venuto a lasciarla per un motivo della quale lei non era a conoscenza. E la cosa della quale lui non era a conoscenza era il bacio tra la sua ragazza e suo fratello, cosa che ora avrebbe scoperto.
“Mi dici perchè hai nominato mio fratello, Rebekah?” le mani della bionda stringevano sempre di più mentre la visione del ragazzo, ormai in piedi e ormai impaziente, le fece rimpiangere il suo inopportuno intervento. Prima che Joe glielo chiedesse di nuovo, decise di chiarire una volta per tutte. Inutile posticipare l’inevitabile, anche perchè era sicura che il ragazzo avrebbe chiesto spiegazioni a costo di rimanere in quella casa un giorno intero, se non di più.
“C’è stato un bacio, tra me e Nick” in quel preciso istante Joe si voltò e, rosso in volto, tirò un pugno contro la spalliera del divano. Meglio quella del muro alla sua destra che non difficilmente gli avrebbe provocato un paio di ossa rotte. Rebekah rimase impietrita nella sua posizione, non certo sorpresa della reazione ma pur sempre turbata. Non aveva mai visto Joe con quello sguardo vuoto, nemmeno durante i loro litigi più duri e si spiegò quella rabbia mai vista che si era impossessata del suo viso sempre allegro con il fatto che ci fosse di mezzo anche il fratello. Una persona cara che ti delude è un duro colpo, due è praticamente inaccettabile.
Si sentì sorpresa nell’udire le seguenti parole, prima ancora di capire che era stata lei stessa a pronunciarle.
“Non prendertela con tuo fratello. Nick non ha colpa”
Joe si voltò a fatica verso Rebekah, e in quel momento incrociò i grandi occhi di lei gonfi di lacrime e non potè fare altro che calmarsi e pensare che lui non era proprio quello giusto a farle la predica.
Anche se con Nick..
Cercò di dimenticare per un istante quel dettaglio tutt’altro che insignifiante e focalizzò l’attenzione sulla ragazza di fronte a sè e sul motivo per il quale era andato a trovarla. Tutta quella situazione non rendevano più piacevole confessarle ciò che lo tormentava da tempo. Soprattutto ora che quella ragazza aveva cominciato a mascherare in tutti i modi i singhiozzi che stavano prendendo il sopravvento.
“Non posso giudicarti per quello che hai fatto, perchè l’ho fatto anch’io” le parole di Joseph pesavano come macigni che Rebekah non era nello stato di sopportare, ma lei si sforzò di sembrare il meno sofferente possibile. Per il giovane di certo non era più facile, ma continuare era necessario.
“Non so perchè tu l’abbia fatto, ma so perchè l’ho fatto io. Le cose stanno così:Io la amo
Rebekah annuì amaramente, immediatamente consapevole di chi stesse parlando.
Hanna.
“L'altro giorno non ho potuto dirglielo perchè mi sentivo come se stessi facendo del male a te. E io ci tengo a te, ma non come tengo ad Hanna. Non come si dovrebbe tenere alla persona che vorresti con te per il resto del tuoi giorni”
Dopo ciò che Rebekah gli aveva confessato non avrebbe mai pensato di poterle parlare in questi toni, e neanche lei lo avrebbe mai immaginato perchè ora i singhiozzi si erano interrotti e avevano lasciato spazio solo a qualche lacrima silenziosa che si lei preoccupava di stroncare sul nascere.
“Non voglio mentirti e non voglio più mancarti di rispetto, come anche tu hai fatto con me. E l'altra persona a cui non voglio mancare di rispetto, sono io. Perchè mi ha fatto male trattenermi quella volta, e non voglio farlo più. Voglio essere libero di amare senza restrizioni”
Joseph si sentì emotivamente più coinvolto di quanto si fosse ripromesso prima di aver varcato la soglia di casa, ma con un ultimo sospiro rivolse a Rebekah la frase conclusiva di quel lungo capitolo.
“Perciò credo che se entrambi abbiamo avuto il bisogno di cercare qualcun’altro vuol dire che la nostra storia è finita da tempo, senza che noi nemmeno ce ne accorgessimo. "
E senza sapere cosa fare, o cos’altro dire, decise di salutare Rebekah e lasciare quella casa una volta per tutte.
La bionda rimase lì, ancora sul divano e ancora con le mani intrecciate, ma senza versare più una sola lacrima.
Era vero; la loro storia era finita da tempo e la colpa di certo non era di quest’ultimo avvenimento. Errori vari, incomprensioni, tutto ciò aveva fatto si che il loro rapporto si fosse spento pian piano.
Ma se tra di loro ormai tutto era andato in frantumi, non voleva dire che doveva succedere anche ai due fratelli. Per quanto Joe non andasse d’accordo con Nick, lui rimaneva pur sempre la cosa più vicina alla famiglia che avesse mai avuto; erano legati, erano fratelli. E l’ultima cosa che Rebekah aveva deciso di fare in nome dell’amore che c’era stato tra di loro e dell’affetto che ci sarebbe stato per sempre, era proprio quello di salvaguardare l’unico pezzo di famiglia che era rimasto a Joseph.
Così non gli avrebbe mai detto che era stato Nicholas a baciarla e che era stata lei ad opporsi con tutte le sue forze.
 
 
Spaghetti ai frutti di mare ancora fumanti. Pollo arrosto su un letto di patate al forno tagliate in grossi spicchi e arricchite di aromi. E per ultimi, ma non meno essenziali, cannoli ripieni di ricotta dolcissima, granella di pistacchio e scaglie di cioccolato.
Hanna non ricordava da quanto non entrasse in un ristorante italiano, ma si appuntò mentalmente di farlo più spesso. Alzò appena il suo viso dal piatto di spaghetti e tra il fumo che producevano scorse il volto di sua madre e ricordò di non essere sola. Pulì le labbra al tovagliolo che aveva sistemato in grembo e si mise a guardarla aspettando di sapere quale grandiosa novità l'aspettava. Nella famiglia Morgan anche un nuovo paio di scapre col tacco strampalato era degno di nota.
"Vedo che ti piace il cibo italiano" il padre, Micheal Morgan, sorrise al pensiero che da troppo tempo non vedeva la figlia mangiare con così buon gusto. In realtà da troppo tempo non vedeva la figlia, e basta.
Hanna annuì, anche lei sorridente, convinta per una volta che forse erano lì solo per una rimpatriata, un pranzo in famiglia, come si fa in una vera famiglia.
“Sono contenta che ti piaccia” la voce della madre era tranquillizzante, allegra. “Perchè credo che ti ci dovrai abituare”
Le sopracciglia di Hanna si incurvarono involontariamente, non avendo capito quella frase. Di sicuro lei non era più tranquilla, nè allegra. Le spiegazioni arrivarono appena poco dopo la consapevolezza di quelle parole.
“Il lavoro va molto bene ultimamente e abbiamo deciso di aprire una nuova casa della moda in Italia, a Milano” la signora Morgan sembrava parecchio eccitata mentre raccontava di quella che doveva essere la loro stupenda notizia, così eccitata da non notare la neutralità con cui Hanna stava cercando di assimilare la cosa.
“Stavolta abbiamo intenzione di traserirci lì, Hanna”
Questo cosa voleva dire? Che si sarebbero visti ancora più raramente?
“Tutti insieme, come una vera famiglia” concluse infine.
Quell’ultima frase esplose in Hanna con una serie di emozioni nettamente contrapposte, alla quale non riuscì a dare un nome nemmeno durante la lunga pausa che arrivò subito dopo.
“Ah”
L’unico suono che fuoriuscì dalla bocca della ragazza.
Cosa le stavano chiedendo? Di lasciare tutta la sua vita e rifarsene una nuova con loro? In Italia?
No, non poteva. Non poteva lasciare il suo appartamento. Non poteva lasciare Ivy da sola. Non poteva lasciare Joseph.
Eppure, aveva bisogno dei suoi genitori. Aveva bisogno di sentirli accanto come lo erano ora, aveva bisogno di qualcosa di stabile nella propria vita e sentiva che se non ne avesse approfittato ora, se ne sarebbe pentita per il resto della propria vita.
“Tu avresti un posto nell’azienda, naturalmente. Ma non vogliamo una risposta ora” la tranquillizzò il padre, notandola in uno stato confusionale che, in tutta sincerità, non si sarebbe mai aspettato. “Ora siamo qui, abbiamo deciso di prenderci tre mesi di riposo. Hai tutto il tempo per valutare la situazione, okay?”
“Okay” rispose.
Hanna si sentì un pò più tranquillizzata dal fatto che non avrebbe dovuto decidere di fare i bagagli o rimanere lì dove ha vissuto per tutto questo tempo, quella sera stessa.
Aveva il tempo di pensare, almeno questo era positivo: ciò poteva aiutarla a trovare la giusta risposta.
O poteva disorientarla totalmente; se si fosse messa a pensare a tutto ciò che avrebbe perso trasferendosi in Italia, e a ciò che avrebbe guardagnato andandoci.
Inutile negare che la notizia era stata molto più che scioccante, e inutile far finta di essere la ragazza più felice del mondo dinanzi ai suoi genitori; comunque Hanna comandò a sè stessa di ricomporsi e vietò alla sua mente di pensare a quella parola che iniziava con I e finiva con Talia, almeno fino al giorno dopo. Chissà, magari la notte le avrebbe portato consiglio e la risposta sarebbe magicamente comparsa la mattina seguente... non che ci sperasse così tanto in realtà, ma questo pensiero l’aiutò a trattenersi dallo scappare fuori dal ristorante o dal rifugiarsi in uno dei bagni fino al momento del conto.
 
 
Una macchina lunga e scura si avvicinò all’appartamento di Hanna, per poi parcheggiarvi vicino. Joe, che dopo svariati tentativi al campanello aveva capito che Hanna non era in casa, si sorprese nel vederla uscire vestita di tutto punto da quell’auto lussuosa e mai vista prima. Scese anche lui dal suo veicolo e si incamminò verso la ragazza, che lo aveva appena riconosciuto. Prima ancora di arrivare ad una distanza minima necessaria per una conversazione, notò in Hanna uno sguardo cupo. Subito dopo ne capì il motivo. Un uomo e una donna scesero dalla stessa auto e Joe li riconobbe immediatamente.
Il giovane non ebbe neanche il tempo di salutare che già la signora Morgan gli si era avvicinata, sgargiante come sempre.
“Joseph, che bel ragazzo che diventato!”
Joe sorrise a quel commento che si sentiva ripetere ogni volta che i genitori di Hanna ritornavano in città.
Come sempre, non ebbe modo di rispondere in nessun altro modo che non fosse quello di continuare a sorridere a quella donna che lo abbracciava, lo salutava calorosamente, e lo abbracciava di nuovo.
Tutto ciò fece ardentemente desiderare a Joseph di arrivare a fine giornata il prima possibile (e possibilmente tutt’intero) ma non lo diede tropo a vedere, consapevole che lì da qualche parte Hanna se la stesse ridendo alla grande, come ogni santissima volta.
Da quando era uscito dalla stanza nella quale si era svolto il suo colloquio di lavoro, egli non aveva fatto altro che pensare ad Hanna e a quanto avrebbe voluto riferirgli ogni dettaglio dell’incontro con il grande chef. Poi però si era sentito in dovere di sistemare una volta per tutte la sua situazione sentimentale quel giorno stesso, dato che non aveva alcun senso rimandare, ed ecco che si era ritrovato a casa di Rebekah.
Proprio quando sembrava che tutto fosse stato messo a posto, si ritrovava all’improvviso faccia a faccia con i genitori di Hanna.
Joseph, in quanto miglior amico della figlia, aveva già conosciuto i signori Morgan durante un paio delle loro brevi visite.
Ora però la situazione era un tantino cambiata. Joe non era più un semplice amico della loro unica figlia, ma non era neanche il suo ragazzo dato che i due non avevano ancora avuto modo di parlare in privato.
Come poteva lui presentarsi al padre di Hanna come il suo “quasi-fidanzato”?
“Mi sei sempre piaciuto, Joe. Mi dispiace che ora tu ed Hanna non vi potrete più vedere.. ma potrai comunque venire a trovarci in Italia ogni tanto!”
Non ebbe molto tempo per porsi quella domanda, che si ritrovò davanti a qualcosa di completamente inaspettato.
“Cosa, signora? Può ripetere?” Joe si rivolse alla madre di Hanna in tono educato e controllato. Non stava prestando molta attenzione al suo frenetico monologo, eppure da esso aveva colto una frase del tutto inconcepibile, ma lui era convinto di quello che aveva sentito.
Rivolse lo sguardo ad Hanna e la vista del suo volto mortificato bastò a convincerlo che una ripetizione di quella frase era inutile. Aveva sentito più che bene.
“Hai intenzione di partire?” chiese allora dritto verso Hanna, in un tono tanto freddo da far zittire anche la signora Morgan.
 
 
 
Postata speciale delle 19:30!
Buonasera ragazze, finalmente ho trovato un pò di tempo per scrivere e postare.

Che ne dite di Rebekah? Ho voluto spezzare una lancia a suo favore, in fondo è solo una ragazza troppo innamorata e gelosa di un rapporto che non avrebbe mai avuto... e voi che ne pensate?
Naturalmente l’arrivo dei genitori di Hanna doveva portare un’ondata di novità, e l’ha portata eccome! Ora la domanda è fino a che punto essa può essere positiva...
Ve l’ho mai detto che vi adoro? Certo che ve l’ho detto, però continuo a dirvelo ancora oggi. Sapere che al 19esimo capitolo c’è ancora gente che segue la storia è una gioia immensa per me, grazie
Alla prossima e Keep Calm And Wait For Jonas Brothers New Music!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: dearjoseph