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Autore: SoleStelle    08/10/2012    2 recensioni
Questa storia è il continuo della long "Fine dell'incubo.. inizio della favola" ma può essere letta anche indipendentemente.
Avrà 25 capitoli e, come nella vecchia storia, il primo e l'ultimo capitolo saranno corti e serviranno per dare il quadro della situazione.. (prologo ed epilogo).
Beh..che altro dire?!
Dal testo:
[...] caddi in terra inginocchiandomi e strinsi i pugni iniziando a piangere.. ancora.
Era tutto finito.. tutto sparito.. [...]

Buona Lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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Dieci minuti dopo mi ritrovai seduta su uno sdraio ad ammirarlo nuotare..
Quanto avrei voluto raggiungerlo..
Fece una dozzina di vasche, poi si fermò e si avvicinò vicino al muretto.
“mi allunghi l’asciugamano?” chiese.
Scattai subito e, dopo averlo preso dall'armadio vicino, glielo portai. Lo prese ma lo buttò in terra. Mi afferrò, poi, il braccio e mi tirò facendomi cadere in acqua, vestita.
Ringraziai, mentalmente, di aver lasciato il cellulare in casa e riemersi dall’acqua, trovandolo vicinissimo.
Notai che, al contrario mio, toccava così ne approfittai per sorreggermi alle sue spalle.
Cercai di parlare, per scusarmi, ma venni interrotta, ancora prima di iniziare, dal suo bacio.
Me lo godetti a pieno e, quando si staccò, mi ritrovai con il sorriso stampato in faccia.
“mi manchi” confessai.
“anche tu” rispose. “nonostante tutto ti amo ancora” continuò. Lo abbracciai e gli baciai il collo.
“ti amo anche io.. non immagini quanto.. mi dispiace per quel bacio” sussurrai.
“non è stato il bacio ad avermi infastidito.. tu hai cercato di allontanarlo.. mi ha dato fastidio il fatto che non ti fossi fidata di me.. ti avevo detto di non andare sola” disse tenendomi abbracciata.
“avevi ragione.. lo so, mi dispiace”.
“devo chiederti scusa anche io, comunque.. quando l’ho visto li, che ti baciava, non c’ho più visto”.
“già, so quello che si prova”.
“eh?” disse, incredulo e curioso. Annuii contro il suo collo..
Non lo avevo ancora lasciato andare.. e non avevo intenzione di farlo.
“ho visto le foto della cena di classe.. la rimpatriata” dissi.
“ah..”.
“già..”. Feci una smorfia e sentii la sua presa rafforzarsi. Dopo poco mi ritrovai a baciarlo, sott’acqua.
Rimanemmo in piscina ancora qualche ora poi, visto che era ora di pranzo, tornammo nella dépendance.
Mi tolsi i vestiti bagnati di dosso e mi misi una tuta asciutta poi feci vestire anche lui.
Cucinai e apparecchiai, poi mangiammo.
Dopo mangiato sparecchiai mentre lui andò a guardare la televisione in sala. Lo raggiunsi e rimanemmo tranquilli per un po’, poi si sentì la porta sbattere.
Riconobbi la voce che urlava il mio nome e mi alzai per aprire. Mi ritrovai mio cugino davanti che mi spintonò, facendomi cadere.
Riccardo scatto e mi aiutò a rialzarmi ,poi mi si piazzò davanti, tenendomi dietro di se con un braccio.
“non ti sono bastate stamattina?” chiese retorico. “sfiorala ancora e ti garantisco che riprendo da dove mi sono fermato”. Mi liberò e gli si avvicinò, sovrastandolo. Matteo indietreggiò, quasi fosse una formichina impaurita e Riccardo lo spintonò fuori, chiudendogli la porta in faccia.
“grazie” dissi.
“ti sei fatta mele?” chiese, apprensivo, mentre mi diede un bacio sulla fronte. Negai con la testa. “sicura?”. Annuii.
“non mi sono fatta nulla.. tranquillo..” dissi. Mi sollevò, prendendomi in braccio, e si risedette sul divano.
Mi ritrovai seduta a cavalcioni su di lui e mi persi a fissarlo..
Seguii tutti i lineamenti del suo viso.. era tutto esattamente come lo ricordavo: il naso dritto, le labbra carnose, le sopracciglia ben definite, il mento sottile, il collo muscoloso, i capelli folti.. persino il suo profumo era sempre lo stesso.
Sorrise.
“mi fisserai ancora per molto?” chiese.
Tornai sui suoi occhi e sorrisi di rimando, annuendo.
“mi piace guardarti” confessai. << lo farei per ore intere.. >>.
Ed è proprio quello che feci. rimasi a fissarlo fino a quando non andammo a prendere la sua macchina..
 
Dopo essere andati a recuperare la sua macchina nella facoltà di mio cugino tornammo a casa e rimanemmo fermi sul divano a chiacchierare fino alla sera, poi decise di andare a mangiare fuori.
Subitmo mi rifiutai ma, alla fine, ebbe la meglio.. vinsi, però, nella scelta del ristorante.
Andammo a mangiare una pizza e, quando ordinai, notai il suo sguardo curioso su di me.
“hai preso una margherita anche ieri” constatò. Annuii e frugai nella mia borsa. Estrassi un piccolo contenitore trasparente con delle pastigliette dentro.
“devo prenderne due ogni volta che assumo dei latticini. Contrastano l’allergia” dissi. “ieri le ho prese mentre eri andato a lavarti le mani” specificai.
Mangiammo tranquilli e dopo cena tornammo a casa mia.
Mi accompagnò fino alla mia dépendance.. un po’ per evitare di lasciarmi sola, sapendo che Matteo era nei paraggi, e un po’ perché aveva lasciato le chiavi della sua macchina sul tavolo della cucina, quando avevamo deciso di prendere la mia, e doveva prenderle se voleva tornare a casa sua.
Posai la borsa sull’attaccapanni mentre lui recuperò le sue chiavi. Aspettai, vicino alla porta, che tornasse e quando me lo ritrovai di fronte non potei non guardarlo sorridendo, contenta della serata.
“buona notte” disse.
“buona notte” sussurrai mentre lui sfiorava le mie labbra con le sue. Rimase fermo qualche secondo poi mi baciò.
Trattenni il fiato qualche istante, giusto il tempo necessario per capire se erano davvero le sue mani quelle che sentivo sotto il vestito, poi gli legai le braccia al collo.
Mi sollevò da terra senza fatica e chiuse la porta alle mie spalle. Diede una sola mandata poi mi portò in camera. Mi mise sul letto e si sdraiò sopra di me, senza mai interrompere il nostro bacio.
Nel giro di pochi secondi tutti i nostri vestiti finirono sul pavimento..
Era arrivato il momento di fare pace.. questa volta come si deve!
 
 
 
 
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Note dell’Autrice:
sara, davvere,pace fatta o succederanno altri casini?
   
 
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