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Autore: FairySweet    08/10/2012    1 recensioni
Un figlio che non vuoi, la consapevolezza di dover scegliere e solo quella dannata paura a mangiarsi viva la razionalità ...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cristina Yang
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Dentro di te                                                                                          Le Ombre non fanno Paura










Dormi mammina, non aver paura dei mostri, ti proteggo io. Li manderò tutti lontano, dove non ci sono le caramelle e gli umani si nascondono nell’armadio.

Non so come si usa una spada però posso raccontarti una favola così fai dei bei sogni e le ombre vanno tutte via ...  una lacrima a scendere silenziosa nel buio ... Tanto tempo fa, viveva in un mondo lontano un bambino che aveva tanta paura di imparare a nuotare. La sua mamma e il suo papà provavano in tutti i modi a farlo entrare in acqua ma ogni volta lui si spaventava perché sai mamma, l’acqua è profonda e toglie il respiro ... com’era difficile riuscire a pensare, riordinare la mente e trovare una via d’uscita, per lei, per quel bambino che non voleva e che ora, era sempre nei suoi pensieri ...  Però una notte, mentre le stelle giocavano a nascondino con la luna, il piccolo bambino vide una fatina seduta sopra ad una foglia di castagno e le chiese “Perché sei qui?” allora la fatina rispose “Ho paura di volare” “Ma hai le ali” e quell’esserino piccolo piccolo sorrise “A te non capita mai di aver paura di qualcosa?” “Io ho paura dell’acqua, però io non ho le pinne come i pesciolini ma tu hai le ali, sei fatta per volare via” ... stava perdendo tutto, ogni punto fermo nella vita, ogni ragione per andare avanti, litigare con suo marito? Beh, forse quella era solo l’unica cosa certa che aveva ... La fatina sorrise “A volte, anche se si hanno le ali fa paura perché il cielo è così azzurro e da lassù tutto è piccolo e lontano. È come l’acqua, fa paura perché è profonda e scura e a volte anche cattiva” “E allora come faccio a non aver paura?” “Devi fare un bel respiro e poi tuffarti perché la paura passa solo se la prendi per mano, allora si spaventa e scappa via” ...  non riusciva a trovare un solo motivo valido per far nascere suo figlio. Terrorizzata dal poter in qualche modo fargli del male riusciva solo a restare lì, sospesa tra la realtà e la fantasia ... Tutti abbiamo paura mammina, io ho paura di tante cose, del freddo quando sarò lì da te, della voce delle persone così diverse dalla tua e ho paura di non essere bello come vuole papà però, se ci penso tanto divento triste e allora chiudo gli occhi e faccio dei bei sogni ... “Papà è un po’ arrabbiato amore mio” mormorò posando una mano in fronte “Ma non è arrabbiato con te, no, è solo spaventato”  ... Anche tu ma lui può scappare, può andare via se vuole e tu invece devi restare qui e decidere per me, perché sei tutto quello che ho mamma e anche se fa paura, anche se è come l’acqua profonda e buia, devi scegliere per me ...“Se ti faccio nascere, se lascio che tu venga al mondo sarai abbastanza forte da lottare assieme a me?” un debole sorriso a colorarle il volto, come poteva risponderle il silenzio?  ... Se mi lasci nascere mamma ti prometto che lotterò per te, e se non lo farò, non devi piangere perché ti voglio bene, anche se sono piccolo piccolo e ti prometto che non mi arrabbierò con te ... “Oddio, parlo con te sperando che tu mi risponda” mormorò ironica alzando gli occhi al cielo “Hai ventotto settimane e probabilmente sei grande quanto la mano di Owen, come puoi rispondermi?”  ... L’ho già fatto mamma e solo che non mi senti ancora, però, se nasco forse puoi sentirmi, forse non ti faranno più paura le ombre, allora forse mamma dovresti lasciarmi nascere ...fece un bel respiro profondo, solo il cuore a battere, a dimostrarle che era viva, che poteva scegliere perché se la natura l’avesse fatto per lei si sarebbe portata via il suo bambino “D’accordo” una mano posata sul ventre e l’altra ad asciugare le lacrime “D’accordo Julian, puoi nascere, la mamma non si arrabbia con te” allungò una mano verso il comodino afferrando il cellulare, pochi secondi e la voce del medico a farla sorridere “Dimmi solo che le voci che sento sul tuo conto sono vere” “Dipende a quali ti riferisci” esclamò allegro l’uomo “Possiamo ritardare il parto?” lo sentì sospirare “Al massimo qualche giorno ma non di più, il distacco della placenta era sotto controllo ma hai la pressione piuttosto bassa e vorrei evitare la sofferenza fetale quindi, si dottoressa, sono molto bravo nel mio lavoro”  chiuse gli occhi riprendendo fiato “D’accordo, va bene allora, fai nascere il mio bambino”
  
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