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Autore: Nihal_Ainwen    08/10/2012    0 recensioni
"-Dico solo che ho bisogno che qualcun altro conosca la mia...”Storia”, se così si può definire.- gli spiegò tracciando disegni astratti nella sabbia.
-Fammi capire, vorresti parlarmi di te?- domandò Finnick incredulo."
Non so voi, ma io sono sempre stata curiosa di sapere cosa intendesse dire la cara Johanna Mason con "No one left I love". Ebbene, ho provato a farmi una mia personale teoria.
Spero che vi piaccia.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Haymitch Abernathy, Johanna Mason, Katniss Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il mare si stava calmando di nuovo, sotto lo sguardo dei due ragazzi seduti a riva. La luna e le stelle splendevano fulgide sullo sfondo color ossidiana del cielo. L’acqua si faceva pian piano più calda, grazie al calore accumulato durante le ore del giorno.
-Ma il mare fa sempre così?- domandò Johanna smettendo definitivamente di ridere.
-Così come?- le chiese Finnick un po’ perplesso.
-Prima mosso, poi calmo...- gli rispose lei guardando le piccole onde che si infrangevano sulla spiaggia, solo ombre di quelle di prima.
-Beh sì. È nella sua natura.- disse lui alzando le spalle. –Ed è bello anche per questo. Almeno secondo me.- conclusse sorridendo.
-Capriccioso. Capisco perché alcuni ne hanno paura.- rifletté ad alta voce la ragazza. -Io no, sia chiaro.- si affrettò ad aggiungere, raccogliendo una conchiglia trasportata lì dalla corrente.
-Comunque... Dov’eravamo rimasti?- la incalzò Finnick, sempre più curioso di sapere altro sull’emblematica amica.
-Diciamo che non nulla da dirti se non cose che già sai.- taglio corto lei abbassando lo sguardo.
-Ma come! Tutto qua?- esclamò un po’ deluso.
-E va bene, ma non te la prendere.- sbuffò lei arrendendosi.
-Prendermela? Perché me la dovrei prendere?- domandò il ragazzo.
-Zitto e fammi parlare, se ti interessa.- lo rimproverò Johanna lanciandogli un’occhiataccia.
 
 
Erano passati già tre anni dalla morte di Kyle e Johanna non era ancora riuscita a superarla. Ogni giorno doveva sfogarsi facendo a pezzi qualcosa, prendendosela con il mondo intero. Lei lo amava, lo amava così tanto. E lui amava lei. Cosa c’era di sbagliato? Perché Capitol City le aveva portato via anche lui? Perché si accaniva con lei?
Erano queste le domande che la ragazza si poneva senza sosta, ogni minuto del giorno, ogni giorno dell’anno. Eppure non c’era una risposta, lo sapeva.
Questo però le era servito a prendere una decisione: non si sarebbe più affezionata a nessuno. Non avrebbe più corso il rischio di soffrire così tanto, consapevole che non esisteva nessun rimedio per quel dolore.
Aveva continuato a fare la mentore anche negli anni successivi, ma era inevitabilmente cambiata e se ne rendeva conto anche Blight.
Quel giorno, era un giorno particolare: era “Quel” giorno. Il dodicesimo giorno degli Hunger Games, l’anniversario della morte di Kyle. Erano proprio tre anni precisi.
Johanna si vestì, afferrò la sua ascia e uscì dell’appartamento al settimo piano che occupava durante l’intera durata di quei maledetti Giochi. Prese l’ascensore e scese fino al piano terra, per poi dirigersi verso la sala dell’addestramento dei Tributi. Ovviamente ora era vuota e spesso la ragazza la usava per allenarsi, o meglio, per sfogarsi. Solo Blight ne era al corrente, visto che l’aveva vista più di una volta fare a pezzi manichini in quella sala.
La ragazza si diresse con passo deciso verso uno dei tanti fantocci, pronta a compiere la sua opera di distruzione. Stava per sferrare il primo colpo, quando si accorse di non essere sola. Appoggiato alla parete di fronte a lei, c’era un ragazzo. Alto, atletico, ben fatto, muscoli definiti e scattanti: un fisico da far invidia alle statue degli dei greci in pratica. Portava un semplice paio dei pantaloni neri e una maglietta bianca. Aveva i capelli rosso rame e un viso così bello da mettere in soggezione. Sulla carnagione chiara risaltavano due profondi occhi verde intenso, che in quel momento erano puntati su di lei. La guardava senza muoversi o dire nulla. A quattordici anni la sua era una bellezza ancora acerba, quei tre anni l’avevano reso definitivamente il ragazzo più bello di Panem.
Finnick Odair, Distretto Quattro. Vincitore dei 64° Hunger Games.
Gli stessi Hunger Games di Kyle.
Era stato proprio lui ad ucciderlo. L’aveva catturato con una rete e poi trafitto con un tridente, il paracadute più costoso mai visto ai Giochi. Era solo da un anno che il Presidente Snow aveva potuto mettere le mani su di lui, ma si diceva che avesse già trovato il mondo da farlo fruttare una fortuna. In fondo, non era poi così difficile da immaginare.
-Johanna Mason giusto?- disse ad un tratto il ragazzo sorridendole.
-Non mi ammalierai con un sorriso Odair.- gli rispose lei dando finalmente il colpo al manichino.
-Non voglio ammaliarti, solo conoscerti.- affermò lui senza smettere di sorridere. –Per ora almeno.- aggiunse staccandosi dal muro.
Lei lo ignorò, mettendo sempre maggior forza nei suoi colpi. I tonfi rimbombavano nell’intera sala.
-Allora, che ci fai qui?- le chiese lui che ormai l’aveva raggiunta.
-A te che importa?- lo liquidò lei mozzando la testa del fantoccio, che rotolò fino a piedi di Finnick.
-In verità nulla, era una domanda come un’altra.- disse scavalcando il pezzo del manichino.
Johanna si fermò, abbassò l’ascia e gli lanciò uno sguardo di fuoco. Già aveva deciso che non lo sopportava.
-Senti, si può sapere che diamine vuoi da me?- sbottò continuando a guardarlo dritto negli occhi.
Lui non abbassò lo sguardo, dimostrando di essere in grado di sostenere quello della ragazza. Poi, inaspettatamente, scoppiò a ridere. La giovane si spazientì e cominciò a digrignare i denti dall’irritazione.
-Che hai da ridere?- esclamò lei scocciata e offesa allo stesso tempo.
-Niente. E’ evidente che non mi sopporti, solo che non riesco proprio a capire il motivo.- le spiegò lui smettendo di ridere, ma mantenendo un alone di sorriso sulle labbra. -Magari ci siamo già incontrati e non  me lo ricordo...  E’ così?- le domandò inclinando la testa di lato.
-No, non è così.- lo corresse lei. –Però su una cosa hai ragione: non ti sopporto.- aggiunse rialzando l’ascia, pronta a colpire di nuovo. –Perciò, sparisci.- concluse mozzando il braccio destro al fantoccio.
-Come siamo acidi di prima mattina...- la provocò Finncik ridacchiando. –Comunque tranquilla, tolgo il disturbo.-
-Grazie al cielo!- mormorò lei ignorandolo mentre si avviava verso la porta.
-Alla prossima Mason.- la salutò lui mentre usciva.
-Alla prossima? A mai più rivederci semmai, Odair.-
 
Dopo l’incontro con Finnick, si accorse che sfogarsi non le serviva a nulla. Quel sorriso le si era impresso in mente, e più ci pensava, più le veniva il nervoso. La cosa che la dava più fastidio, era che se non fosse stato per lui, ora Kyle sarebbe ancora vivo. E avrebbe potuto godere del suo sorriso, non di quello del suo assassino. La rabbia straripava come un fiume in piena, perciò decise di tornare al settimo piano. Magari parlare con Blight le sarebbe stato utile, anche se ne dubitava fortemente.
Appena entrata si buttò a peso morto sul lungo divano verde pallido al centro del salone. I Tributi del Distretto Sette erano morti entrambi nel bagno di sangue, per cui lei e Blight non avevano più nulla da fare. Eppure erano costretti a rimanere a Capitol City comunque. Ora che ci pensava, anche il Tributo del Quattro era morto. Il primo tributo di Odair... Mentre pensava a come potesse sentirsi Finncik ad essere mentore per la prima volta, sentì chiaramente la porta che si chiudeva. Bene, finalmente era tornato quello che era stato il suo, di mentore.
-Blight?- lo chiamò tirandosi su a sedere.
-Sei già tornata?- chiese lui sorpreso, accomodandosi su una poltrona dello stesso verde del divano.
-C’è stato un piccolo imprevisto…- cominciò lei con voce un po’ sommessa.
-E’ successo qualcosa di grave pulce?- domandò lui preoccupato.
-No. E quante volte te lo devo dire non chiamarmi così?- sbuffò lei, anche se sotto sotto le faceva piacere.
-Un’altra ancora... Pulce.- le rispose lui ridacchiando.
La ragazza gli lanciò un cuscino dritto in faccia, che lui non fece in tempo ad intercettare.
-Comunque, oggi l’ho visto.- riprese lei tornando seria.
-Visto cosa?- disse l’uomo in attesa di un qualche chiarimento.
-Semmai chi.- lo corresse lei annuendo.
-Fatto sta che se non me lo dici, io non so di chi tu stia parlando Johanna.- spiegò lui sospirando.
-Finnick Odair.- disse lei in tono asciutto.
-Lo sapevi che prima o poi avresti dovuto conoscerlo, no?- minimizzò Blight cercando di sorriderle. –Non è così male, ci ho parlato un paio di volte dall’inizio degli Hunger Games.- aggiunse annuendo.
-Non è così male?!- sbraitò la ragazza. –Ha ucciso Kyle!- esclamò indignata.
-Non aveva altra scelta Johanna. Nessuno a scelta nell’Arena.- cercò di farla ragionare l’uomo.
-Al diavolo! Io lo odio!- sbottò irritata, alzando la voce.
 
 
-Lo sapevo io che c’era una qualche ragione!- la interrupe Finncik schioccando le dita.
-Mi vorresti spiegare che diamine stai dicendo?- gli domandò Johanna scocciata a causa dell’interruzione.
-Mi sono sempre chiesto perché all’inizio mi trattavi così male.- le spiegò lui annuendo. –Una volta sono arrivato addirittura ad ipotizzare che ti piacessi. Assurdo vero?- aggiunse per poi sorridere passandosi una mano tra i capelli.
-Ma fammi il piacere Odair. Ti sopravvaluti.- affermò lei tirandogli di nuovo della sabbia umida addosso.
-Si corre questo rischio quando si è adulati da un’intera città.- ribatté lui alzando le spalle.




Angolino dell'autrice schizzata
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Prima di tutto, grazie a tutti voi che leggete questa modestissima storia.
Spero tanto che vi piaccia. c:
Secondo poi grazie a chi ha recensito il primo capitolo e chi ha inserito la storia tra le seguite o ricordate. 
Vi adoro, siete la forza che mi spinge a continuare. *^*
In terzo luogo, mi scuso per i possibili errori e per la scarsa lunghezza dei capitoli.
So che a molti piacciono più lunghi ma a me vengono così. D:
Detto ciò, vi ringrazio nuovamente e vi invito a farmi sapere cosa ne pensate (tramite un messaggio o una recensione, come preferite voi insomma).
Baci, vostra Nihal_Ainwen <3
   
 
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