I lunghi capelli rossi le si scompigliavano davanti al viso, l’aria la trapassava con fare pungente. I pensieri si affacciarono alla sua mente, libera sino a quel momento.

Cosa porti la gente a darsi agli estremi gesti nessuno lo sa ancora, ma c’è sempre qualcosa dietro.

In fondo cosa poteva desiderare una come lei, pensava sul orlo del precipizio.

Un passo e il mare l’avrebbe accolta a braccia aperte nel suo manto nero della notte.
 Un passo e il mondo l’avrebbe ricordata come la migliore delle persone per un giorno o un mese forse e poi se la sarebbe dimenticata.
Un passo era tutto quello che le serviva per realizzare la sua fuga.

Era nata in una bella famiglia, con tanto amore, forse troppo. Era cresciuta in un mondo che non si sapeva difendere dai cattivi. Era stata usata da ragazzi vogliosi e da ragazze pettegole. Ma il suo cuore grande aveva accolto anche un po’ di  gioie, che però non bastavano a riempire il vuoto che si era formato lì dentro.

Il vestito bianco si sporgeva, lei avrebbe voluto fare lo stesso, ma esitava.

Mai aveva avuto il coraggio di dire o fare qualcosa. Nemmeno quella volta pensò il vento.

l mare ti chiama, devi assecondarlo.

Un passo e tutto sarà nero.
Un passo verso quella che tutti chiamano fine.
Un passo che significa coraggio, ma manche stupidità. Ingratitudine.

Fino a che punto è giusto vivere senza averne voglia?

Sperava ancora nel principe azzurro che l’avrebbe salvata, ma ormai era tardi, lei nel baratro ci era sprofondata quando aveva iniziato a tagliare i suoi polsi, quando aveva deciso di smettere di mangiare, quando piangeva silenziosa il suo dolore.

Ciao vita, sei stata crudele con lei.

Guardò avanti, sospirò.

Un piede nel vuoto, l’altro sul terreno.

Un salto le sarebbe bastato per far realizzare i suoi piani.

Un secondo dopo sprofondava nel buio.