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Autore: nuccetta    08/10/2012    6 recensioni
A volte il destino ti porta ad incrociare strade che non pensavi di conoscere, ti porta in quei posti che non credevi esistessero, ti crea delle amicizie alle quali non rinunceresti mai, ti fa innamorare di uomini che spesso ti faranno soffrire. Mi chiamo Nina e questa è la mia storia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Paul Wesley, Un po' tutti, Zach Roerig
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Nina

 

 

Ahia, male, molto male, malissimo. La mia testa sta per esplodere, lo sento. Mannaggia a Candice e alle sue feste super mega devastanti. Ma dai, Nina, l'Hiroshima non è una Vera e propria discoteca. Ci divertiremo. Non vendono alcolici. Ed ora eccomi qui, nel mio letto così accogliente, con un'aspirina frizzantissima nel mio bicchiere e lo stomaco in subbuglio come se avessi ingoiato litri di acido muriatico.

Quando sono tornata a casa, Ian era seduto davanti alla televisione insieme a Sarah e Matt, non mi ha rivolto la parola, odia le mie ubriacature saltuarie, è convinto non si addicano ad una ragazza fidanzata.

Questa mattina, quando mi sono svegliata, non c'era. Pazienza, me ne farò una ragione.

Provo ad alzarmi facendo molta attenzione a farlo lentamente, la testa continua a girare come su quelle giostre pericolose che ti fanno arrivare il cuore in gola. Cerco di evitarle sempre, anche quando Torrey mi costringe a seguirla nei suoi tentativi di ricerca adrenalica. Ma l'alcol è molto più potente, probabilmente senza rendermene conto sto diventando un'alcolizzata, lo spiegherebbe il bicchierino di vodka che bevo con Candi al posto dell'aperitivo. Anche di questo, me ne farò una ragione.

Adesso, scherzi a parte, devo cercare di rendermi presentabile, se Julie, Kevin, o chiunque per loro conto mi vedesse in queste condizioni, potrei incappare in situazioni spiacevoli.

Lavo i denti, incredibile quanto, a distanza di ore, il mio alito sappia ancora di gin tonic, ho un conato di vomito al solo pensiero.

Scendo in cucina e con mia grande sorpresa la casa è piena. Che abbiano organizzato una festa? Candice è seduta sul divano con le ginocchia raccolte contro il petto, guarda nel vuoto con espressione non proprio intelligente, almeno non sono la sola a stare in queste condizioni. So che non dovrei rallegrarmi per i dolori altrui, ma si sa che mal comune, mezzo gaudio.

Ian sta chiacchierando amabilmente con Zach, i due sembrano essere tornati in buoni rapporti, forse dobbiamo ringraziare Alexia, la nuova ragazza di Zach che da qualche tempo ha iniziato a frequentare assiduamente casa nostra. Appena mi vede il suo sguardo si indurisce. Accidenti a me, ancora non gli è passata. Sfodero un sorriso del tutto forzato e mi avvicino a lui.

“Buongiorno”.

“Chi non muore si rivede”. Incredibile come riesca ad altalenare momenti di pura immaturità ad atteggiamenti assolutamente obsoleti.

“SpeRo non ti dispiaccia”. Il suo broncio si distende per un secondo in qualcosa che, con un po' di immaginazione, potrebbe definirsi un sorriso.

“Va' a fare colazione. Con tutto quello che hai vomitato stanotte, nel tuo stomaco deve esserci una sorta di eco danzante”.

Cavolo, ora che me lo fa notare, ho un buco nero nello stomaco, ora come ora mangerei anche un bue pur di placare questo fastidio nauseabondo. Mi avvicino al tavolo e inizio a preparare una fetta di pane con una generosa spalmata di nutella sopra.

“Oggi, pranziamo insieme?”. Cerco di alleggerire un po' la tensione, in realtà sembra un po' più tranquillo, almeno si è preoccupato per la mia salute. Buon segno.

“Pranzo, Nina?! Ma hai visto che ore sono?”.

Alzo lo sguardo verso il grosso orologio attaccato sopra lo stipite della porta. Cavolo, è già l'una ed io sto facendo colazione.

Approfitto dell'assenza momentanea di Zach che sta aiutando Kat a mettere a posto la spesa e mi avvicino a Ian, esibendo il mio più tenero sguardo da cucciola indifesa.

“Ma avrei voluto trascorrere un po' di tempo con te”.

“Avresti dovuto pensarci prima”. Sottolinea la seconda parola, quasi per schernire la mia volontà.

“Ok, ho sbagliato, scusami, giuro che non succederà più”. Gente scappate, prima che il mio naso occupi tutta la stanza.

“Non giurare, Nina. Sai anche tu che è una bugia”. Ops, sgamata!

“Ok, cercherò però di fermarmi quando il mio fisico lo richiede”.

“Questo potrebbe già andare”. Si avvicina a me e con entrambe le mani mi trattiene i ciuffetti ribelli che escono dalla coda scombinata, costringendomi a tenere alta la testa. I miei occhi si fondono con i suoi e un focolaio di emozioni prende vita dentro di me. Sento di potermi tuffare nell'azzurro del suo mare, è così sexy e rassicurante che la mia testa ricomincia a girare, questa volta in modo stramaledettamente piacevole. Ian Somerhalder ed i suoi dannatissimi effetti sulle donne!

“Quindi? La mia proposta di trascorrere un po' di tempo insieme?”. La voce mi esce un po' roca, cerco di mascherarla, facendola passare come un effetto del freddo, ma sappiamo benissimo entrambi che a prevalere è solo l'eccitazione.

Si avvicina un po' di più e sento la sua erezione solleticare il mio bacino da sotto i pantaloni. Bene, non sono l'unica maniaca ossessionata dal sesso.

“Sai che oggi non posso. Questa sera dobbiamo girare ed oggi pomeriggio devo vedere Megan”.

Pua pua pua pua. La mia vocina interiore oggi fa anche la spiritosa. Ma come siamo allegre, Nina! Non ci pensavo già più. Dopo tremila chiamate di Megan e mille tentativi miei di farli incontrare per sapere cosa frulla in testa alla stronzetta, Ian si è finalmente deciso a vederla. Sì, ok, so che sono stata io a fargli una testa grossa come un pallone, però adesso che la situazione si concretizzerà, sono assolutamente motivata a starci male. Cacchio, in fin dei conti è la sua ex, hanno un passato alle spalle e in più sono convinta che lei non mollerà la presa tanto facilmente.

Vedi cosa succede ad avere troppa fiducia di se stesse? Mi sono convinta che un appuntamento tra di loro sarebbe stata l'ennesima prova dell'amore di Ian nei miei confronti, ora invece sono sopraffatta dalle mille paure. E se lui dovesse accorgersi di provare ancora qualcosa per lei? Se i momenti trascorsi con lei dovessero ricordargli quanto l'ha amata? O Dio mio, che cosa ho combinato?

Regalo un sorrisino fintissimo a Ian e mi tuffo direttamente sul barattolo della nutella. Meglio affogarci subito i dispiaceri! Smetto immediatamente. E se diventassi grassa e brufolosa e Ian non mi volesse più?

 

 

 

Pov Ian

 

 

Sono fuori dal “Blanco”. In questo momento vorrei essere in qualsiasi altro posto, ma non qui. Solo che Nina ha insistito tanto, voleva a tutti i costi che io e Megan ci incontrassimo e ho preferito accontentarla, voglio che sappia che qualsiasi cosa potrebbe dirmi, non cambierà mai niente nel nostro rapporto. Nessuna donna potrebbe mai darmi quello che lei è riuscita a darmi in così poco tempo, è come se i suoi occhi fossero due fari nella nebbia, è il mio punto di riferimento, quel bastione felice nel quale sempre ritornerei.

Ieri sera sorridevo di fronte ad un'immagine mandata in rete da alcune fans della coppia Damon-Elena, in cui compariva una frase bellissima di un film che non ho mai visto, “The perfect man”, recitava le stesse parole che ogni mattina, quando apro gli occhi e scorgo il suo magnifico viso addormentato, vorrei pronunciare a lei: l’uomo perfetto è quello che potrebbe essere in qualunque parte del mondo ma sceglie di stare con lei, perché accanto a lei la vita è più bella,
perché senza di lei, niente avrebbe più senso…

E' esattamente ciò che penso di questo amore sublime che mi sta divorando giorno dopo giorno, passo dopo passo, attimo dopo attimo.

Sono così preso dai miei problemi che non vedo neanche Megan arrivare, un impermeabile leggero le avvolge con delicatezza il corpo, i capelli sono legati in una coda alta, sembra molto più bella dell'ultima volta.

“Ian”. Pronuncia il mio nome in un misto di gioia e timore, la vedo tremare sotto il pesante tessuto e vista la temperatura primaverile, posso affermare con sicurezza che non si tratta del freddo.

Con una mano la invito ad entrare nel locale, lei si incammina senza rivolgermi parola, se la conosco abbastanza bene, ora come ora vorrebbe tirarmi dietro una scarpa.

Ci accomodiamo in un tavolino molto intimo, il brusio del bar non ci disturba affatto e ordiniamo due Spritz per spezzare il ghiaccio.

“Sono felice che ti sia deciso a parlarmi. Avrei preferito lo facessi un po' prima, ma la ritengo comunque una vittoria”.

“Nina ha insistito tanto”. Non so neanche perchè questa sia la mia risposta, l'unica cosa che posso dire è che voglio mettere bene in chiaro quanto la mia donna conti nelle mie scelte

“Immaginavo fosse così. Non c'è bisogno di sottolinearlo, so quanto tu e Nina siate legati e so che lei occupa un posto nel tuo cuore che io non avrei mai potuto occupare”. La ricordavo meno intelligente. Buon per lei!

“Sono felice che alcune cose ti siano chiare”.

“Non capisco perchè continui ad essere così acido nei miei confronti, soffri di vuoti di memoria per caso? Ricordati sempre che tu sei un traditore ed io solo la vittima di questa terribile storia”.

“Ripeto ciò che ti ho detto qualche tempo fa, Megan, tu non sarai mai una vittima, sei troppo crudele e spietata per esserlo”.

Il suo volto si trasforma in un ghigno malefico, questa è la vera lei.

“Comunque mi hai cercato, hai addirittura disturbato Nina, tra parentesi, bruttissima mossa, per riuscire a parlarmi, dunque ora, se mi permetti, vorrei ascoltare ciò che hai da dire”.

La mia voce esce acida, so vorrei che questo appuntamento finisse all'istante, sono già stufo di Megan, dei suoi giochetti, delle sue frasi appena accennate.

“Non penso che ciò che ho da dirti ti farà fare i salti di gioia”.

“Non ti preoccupare, normalmente, quando si tratta di te, non faccio mai i salti di gioia”. Esibisco un sorrisetto cattivo, sono dell'idea che ricambiare con la stessa moneta abbia comunque i suoi vantaggi.

“ Povero Ian, così sexy e così stupido”. Continua con il suo tono da grande provocatrice improvvisata, non mi scompongo più di tanto, la sua è una tattica per farmi arrabbiare, dunque non voglio e non devo dargliela vinta.

“Per favore, Megan, ho ottomila cose che farei più volentieri che stare qui in un locale che puzza di fumo a guardare te atteggiarti da grande diva”.

Mi scruta attentamente, sembra quasi che i suoi occhi mi stiano trapassando, reggo il suo sguardo come se fosse la cosa più naturale del mondo. Inaspettatamente si alza in piedi, i suoi occhi ancora terribilmente incollati ai miei, inizio a stringere lo sguardo cercando di capire qualcosa di più, mi è quasi impossibile a dirla tutta. Le sue mani vanno ad afferrare entrambi i lembi dell'impermeabile, distolgo lo sguardo convinto che sia solo un tentativo per prendere più tempo e poi, dopotutto, in questo locale si muore di caldo.

I miei occhi ispezionano rapidi tutto l'ambiente, sono circondato da coppie felici che si stringono la mano, nelle loro espressioni la voglia di stare insieme, da fare progetti, di vivere intensamente ogni attimo che è loro concesso.

Ritorno nuovamente a Megan. Trattengo il respiro e mi sento quasi morire: di fronte a me, in una maglia rossa e bianca, una donna dalle labbra sottili e il ventre abbondante sta sorridendo.

Ora penso a tanti piccoli particolari che prima avevo ignorato, il comodo impermeabile che le nasconde le curve, gli occhi più vivi e accesi, le labbra un po' più piene, la nuova bellezza che senza fatica sta venendo fuori.

Rimango a bocca aperta, non ho il coraggio di parlare, è come se tutto, intorno a me, si fosse fermato a quest'attimo, come se niente al mondo avesse più un significato.

“Non fare quella faccia, Ian, potrebbe non far piacere a tuo figlio”.

 

 

 

 

Pov Nina

 

 

Ian non è ancora tornato a casa ed il mio nervosismo inizia ad essere visibile. Sto guardando un film con gli altri ma il mio pensiero è fisso a lui. Ogni tanto sento la mano di Paul che tenta di fermarmi il ginocchio che, in uno stato indecente, trottella su e giù sfregando contro il divano di pelle. Ringrazio che Elena non tenga particolarmente alle unghie, sarà più facile ridare vita a quelle poverette che sono state torturate dai miei denti agitati.

Ritorno per un attimo al mio film, è una di quelle commedie ridicole ed insensate che, almeno una volta al mese, Candice ci costringe a guardare.

In questo momento pagherei per essere sul set, recitare mi aiuta a dimenticare, o meglio a non pensare alle cose. Ma è normale che quando io ho bisogno di un attimo di svago, Julie decida di farci girare alle dieci di sera, cosa potevo pretendere?

Sento la porta dell'ingresso aprirsi e richiudersi praticamente in contemporanea, mi guardo un po' in giro e, dopo aver realizzato che di quelli che sono fuori nessuno dovrebbe far rientro, mi alza in piedi per raggiungere Ian.

Sta appendendo il golfino sull'attaccapanni e guarda spaesato il vuoto.

Senza che me ne accorga il mio cuore inizia a tamburellare nel petto, lo riesco a sentire addirittura nella testa.

“Cosa... cosa è successo?”. La mia voce, un po' roca, mi pone di fronte all'evidenza che ho paura, paura di ciò che potrebbe essere successo, paura di ciò che lei potrebbe avergli detto.

Il suo volto vago, si trasforma in un sorriso non appena i suoi occhi incrociano i miei. Ci leggo dentro l'immensità del suo amore, l'essenza della sua devozione a me e torna a controllare nuovamente il mio respiro, i miei sensi.

“Ne possiamo parlare dopo?”. Sembra stanco, forse anche un po' più vecchio, ma ripensando alla tensione di questa giornata decido di essere comprensiva e gli sorrido rassicurante.

Mi afferra la mano e, con mia enorme sorpresa, mi conduce al piano di sopra, ignorando le mie intenzioni di raggiungere gli altri. Senza fiatare lo seguo incoraggiante.

Ci ritroviamo di fronte alla porta della nostra camere, avverto già l'eccitazione farsi strada dentro di me, quella porta è un po' come un accesso al Nirvana.

Mi sdraio sul letto, Ian si appoggia sopra di me ed inizia a baciarmi lascivo il collo. Mi abbandono alle sue labbra libidinose, alle sue mani invadenti fino a quando non mi ricordo di tutto il tempo impiegato per truccare gli occhi.

“Aspetta, aspetta, poniamo dei limiti. Gli occhi non si toccano”.

Annuisce sorridendo e io lo imito.

Continua a baciarmi e un po' mi spaventa, lo sento così vicino, ma anche così distante al tempo stesso, è come se fosse disperato, come se cercasse di allontanarsi una volta per tutte da ogni problema.

Senza avvisare, entra dentro di me, lo sento scorrere con dolcezza mentre trattengo un respiro. I suoi movimenti sono lenti, ma decisi, sembra quasi mi voglia fare male, mi voglia entrare dentro per legarmi a lui per sempre. Un momento, Ian, io sono già tua.

Raggiungo il piacere una volta, due volte, tre volte... ogni suo movimento mi provoca scosse elettriche per tutto il corpo e le sue mani che circondano a coppa i miei seni di certo non mi aiutano.

Risvegliandomi dal coma momentaneo, decido di prendere in mano la situazione, con un leggero movimento di bacino, scivolo da sotto la sua erezione, con le mani spingo il suo petto fino a buttarlo duramente contro il materasso e mi metto a cavalcioni su di lui. Inizio a cavalcare il suo piacere, ritrovando immediatamente il mio.

Continuo a muovermi dolcemente, ora non c'è più nessuno, solo io e lui persi in questa folle danze. Non esistono le riprese di questa sera, non esiste il litigio di questa mattina, non esiste neanche quella stronza di Megan e la voglia di sapere che cosa voglio ancora dalla nostra vita.

Poco dopo mi ritrovo tra le su braccia, lui mi accarezza con dolcezza i capelli, io affondo il viso sul suo petto marmoreo e profumato. Non ha proferito parola, escludendo il “ti amo” abituale che conclude sempre le nostre performances, ma ho cercato di non sforzarlo, godendomi anche io l'intensità di quell'attimo.

Mi stringo di più a lui, le mie gambe cercano riparo tra le sue e le mie mani una sorta di contatto con il suo nudo corpo.

Lo sento sospirare più intensamente, mentre il suo cuore inizia ad accelerare nel petto. Mi sollevo con il gomito, sorreggendo la testa con la mano, e lo guardo intensamente come a cercare di spogliarlo di tutti i dubbi ed i problemi di cui si è rivestito.

Mi perdo nei due ghiacciai che gli brillano sul viso e ci leggo dentro angoscia disperazione... paura?!

Lo osservo interrogativa, so che non abbiamo bisogno di domandarci certe cose, so che lui riesce a leggere esattamente i miei tormenti e anche questa volta non mi delude.

“Megan è incinta”. Tre parole. Così semplici, eppure così capaci di far crollare il mondo sopra di me.

 

 

 

Pov Ian

 

 

I suoi bollenti occhi scuri ispezionano corrucciati il mio viso. Mi vuole leggere l'anima, questo lo so, l'ha sempre fatto ancora prima che imparasse ad amarmi.

“Megan è incinta”. Le parole mi scivolano di bocca senza che possa fare nulla per fermarle. Ma d'altronde, perchè mai dovrei fermarle? Dopotutto i giri di parole, i tempi prolungati non sempre ti aiutano ad affrontare situazioni delicate, dunque tanto vale essere diretti e sinceri, forse fa più male, ma aiuta a realizzare meglio.

Che altri modi ci sono per spiegare alla tua ragazza, alias tua ragione di vita, che la tua ex fidanzata è rimasta incinta poco prima che tu la lasciassi ed ora viene a rivendicare la tua paternità? Nessuno, credo.

Nina non ha pronunciato parola, neanche uno stupido versetto che mi facesse capire che non è entrata in uno stato di shock, ma anche fosse la capirei, non voglio neanche pensare a cosa succederebbe se un giorno lei venisse a dirmi di essere incinta di un altro uomo. Conoscendomi scatenerei l'inferno e potrebbe farlo anche Nina, volesse, di certo io non glielo impedirei.

“Chi è il padre del bambino??”. Sollevo subito lo sguardo sollevato, nei suoi occhi riesco, però, a vedere il terrore, è una donna troppo scaltra per non aver capito la situazione. “Tu che diavolo c'entri?”. Non rispondo, il cuore diventa pesante mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime. Il desiderio di stringerla a me è immenso, ma come potrei farle una cosa del genere?

“E' di sette mesi, dunque immagino che sia mio”.

Socchiude gli occhi come se volesse impedire alla sua rabbia di venire fuori, potrebbe sputare parole d'odio da un momento all'altro ed io so già che reagirei nascondendomi dietro un muro e tirando fuori la testa solo alla fine di tutto. Mi comporterei da perfetto codardo, esattamente come mi sono sempre comportato. D'altra parte non è colpa mia, fa parte del mio essere, della famosa e lunga lista dei difetti. E perchè in questo lungo elenco, vedo splendere di un rosso acceso la mia colpa, la colpa di far soffrire sempre le persone che amo? Che poi, a pensarci bene, non sono neanche capace di farmene una colpa. Le situazioni mi stravolgono senza che io possa fare nulla per fermarle.

“Perchè Ian? Perchè il nostro amore non è destinato a vivere felice?”.

Vorrei essere un bambino, tornare a casa e rifugiarmi nei miei giochi dimenticandomi dei problemi che vivono intorno a me. Mi vergogno io stesso delle parole che ho detto, devo mettermi in testa che dovrei essere maturo, che dovrei essere un uomo e, soprattutto, che dovrei essere un padre.

“Noi possiamo comunque vivere felici, Nina”.

Inizia a scuotere la testa e lì il mio cuore perde parecchi battiti.

“Come potremmo? L'uomo che amo sta per avere un figlio da un'altra donna. Condividerà con la cosa più importante della sua vita, come potrei avere un ruolo in tutto questo?”.

Ed io non so più cosa rispondere, non ancora almeno, non prima di aver tenuto tra le braccia mio figlio.

“Sono convinto che l'emozione che ti dà un figlio sia inspiegabile, ma di una cosa sono sicuro: niente e nessuno cambierà mai il mio amore per te. Te lo chiedo con il cuore in mano, metti da parte la razionalità, usa l'istinto, il cuore, prendi in mano il mio e leggi quello che ho scritto dentro per te. Io ti amo e non voglio perderti, vorrei che questo bambino fosse per noi motivo di unione, non di rottura”.

“Non è mio figlio, non riesco ad immaginare come possa tenerci uniti, io non ho nessun legame con lui. Cosa ti aspetteresti dal nostro futuro?”.

“Non lo so, ma so cosa aspettarmi dal presente. E mi aspetto una vita fatta di te. Questo bambino sarebbe una cosa in più, non andrebbe mai a sostituire quello che provo per te, te lo assicuro. E per dimostrarti che non ti voglio lasciare andare, te lo chiedo ufficialmente: Nina, resta con me e sposami”.

Non sono sicuro di essere stato io a pronunciare queste parole, le penso da una vita, ma pensavo di non essere abbastanza coraggioso per farlo. Ogni giorno, quando incontro Paul e lo sento parlare della sua clamorosa vita con Torrey, dell'eccitazione del matrimonio e dei progetti del futuro, oltre ad essere felice per il mio migliore amico, sento una punta di invidia nella parte alta dello stomaco. Non mi era mai successo prima, inizialmente ero convinto fosse perchè ero troppo giovane,, troppo desideroso di divertirmi, poi ho realizzato da solo che il motivo non ero io, bensì la donna che avevo al mio fianco.

“Che cosa hai detto?”. Nina non sembra credere alle sue orecchie, i suoi occhi sono dilatati mentre mi guarda e la sua voce trema, scossa dalle congetture degli eventi.

“Sposami. Ti renderò felice, lo giuro”.

Nina inizia a respirare affannosamente, ho addirittura paura che le venga una crisi di panico. Non dico nient'altro, appoggio solo le mani sulle mie spalle, non voglio farle pressione, ha bisogno di connettere con serenità tutto ciò che sta succedendo.

“Ian... io, io...”. La invito a proseguire, il mio cuore sembra voler uscire dal petto.

“Io ci devo pensare... a tutte e due la richieste”. Ora il mio cuore è sprofondato, ne sento il rumore assordante mentre rantola dalle scale.

“Nina, no”. Non avevo preso in considerazione il fatto che avrebbe potuto pensare di non rimanere con me, ora sembra davvero che la camera stia crollando su di me.

“Ian, è troppo complicato, non so se me la sento”. Le lacrime scivolano copiose sulle sue guance lisce, gliele asciugherei se solo non fossi incementato al pavimento.

“Ho bisogno di riflettere, ti chiedo scusa”.

Si gira verso l'armadio, raccoglie un paio di vestiti e li metti in borsa, dopo scappa verso l'uscita, io non riesco a muovere un passo, l'unica cosa di cui mi rendo conto, anche in un momento come questo, è la meraviglia che vive dentro i suoi occhi.

 

 

 

Pov Nina

 

 

Suono al citofono un paio di volte. Non so neanche come sia riuscita ad arrivare fino a qui, l'unica cosa che ho in testa è il discorso di Ian. Come diavolo può pensare che tra noi funzioni quando sta per avere un figlio, la cosa più bella e preziosa del mondo, da una donna che non sono io?

Sento gli occhi appesantirmi di un po' il viso e mi tuffo con gioia tra le braccia aperte di Paul che mi ha appena aperto la porta.

Non ho bisogno di domandare nulla, il silenzio imbarazzato di mio cognato parla per lui: Ian deve averlo chiamato.

“Vado a prepararti un tè, tu accomodati pure”.

Mi siedo sull'enorme divano blu e intanto i momenti felici trascorsi con Tor, Paul e Ian in questa casa ritornano ossessivi nella mia testa. Perchè doveva andare così?

“Torrey dovrebbe arrivare a momenti?”. Annuisco lentamente pur sapendo che da quella posizione, Paul non può vedermi.

Come se l'avessimo chiamata, mia sorella mi raggiunge frettolosamente nel salotto, negli occhi la preoccupazione, sul volto il dispiacere. Mi getto su di lei ed inizio a piangere sulle sue braccia. Mi sembra di essere tornata ragazzina, quando Colin Fell non mi voleva ed io piangevo, raccontando le mie preoccupazioni a mia sorella. Già, mia sorella, perchè a volte il legame di sangue non conta.

“Mi dispiace tanto, Nina”.

“Non è possibile. E' come se qualcuno ci volesse divisi, come se per una qualsiasi ragione dovessimo stare lontani”.

“Tesoro è normale faccia male, ma tu devi combattere, non dovrai mai mollare”.

Stringo le mie mani intorno alle sue, quasi a voler scambiare i ruoli, a non voler essere io anche questa volta quella che soffre.

“Sapete cosa fa più male? Dover rinunciare a lui, senza che nessuno dei due lo voglia veramente”.

Torrey mi stringe in un abbraccio strita costole, Paul annuisce comprensivo da sopra la sua tazza di tè alla vaniglia.

“Appunto, Nina, lui non c'entra nulla, è capitato”.

“Lo so, Paul, ma succede sempre tutto a noi. Come posso pensare di vivere con lui una vita intera, se non riusciamo a stare tranquilli per più di un paio di mesi?”.

“Io ti capisco, piccola, ma non puoi rinunciare così a lui, a voi”.

“E che cosa dovrei fare? Vivere per sempre nell'ombra di un bambino che non mi appartiene, che non è nostro?”.

Mia sorella e mio cognato sgranano gli occhi colpiti spiacevolmente dalla durezza della mia voce. So che questo bambino non c'entra nulla, ma non posso fare altro che provare un pizzico di irritazione anche per lui.

“Ninetta, io sono tua sorella e sarò sempre dalla tua parte, ma pensaci bene, soprattutto da te non vorrei mai ascoltare un discorso del genere.

Quando tu e Alex siete entrati in casa mia, vi odiavo, eravate quelli che volevano rubarmi il papà. Poi ho iniziato a condividere la mia vita con voi, non è stato facile, soprattutto per quanto riguardava te, eppure ho iniziato a conoscervi e mi siete entrati dentro. Micaela è diventata la madre che avrei tanto voluto conoscere e non ho mai pensato a te e ad Alex come a dei fratellastri, eravate sangue del mio sangue esattamente come le altre”.

Ho capito dove vuole arrivare, mi vuole dire che per quanto possa far male inizialmente, anche io mi affezionerei a questo bambino, ma al momento non riesco a pensarci. Sono troppo giovane per improvvisarmi mamma nei weeek end!

“Ti prometto che ci penserò bene”. Cerco di tenerla buona, è uno dei pochi momenti in cui sta in silenzio e non vorrei rovinare l'atmosfera pacifica che si respira.

Guardo distrattamente l'orologio, sono quasi le 21 e tra mezz'ora devo essere sul set dove mi aspetta Ian, ovviamente. Come se non bastasse, la scena non ci risparmia nulla, si tratta del primo bacio tra Damon ed Elena, già quando si dice che il fato mi è avverso...

 

 

 

 

Pov Ian

 

 

Tra tutte le cose che farei oggi, questo proprio non vi rientra. Sono qui di fronte a Ros che cerca di dare un colorito pallido alla mia pelle e fremo dal disperato bisogno di parlarle.

E' seduta al mio fianco, ma mi ignora completamente, io non riesco a fare la stessa cosa con lei, purtroppo.

E' tutto troppo complicato, tutto troppo stupido e inaspettato. Chi avrebbe mai detto che mi srei trovato in una situazione del genere.

Faccio per prendere la camicia appoggiata sul divano, sono pronto ad entrare nei panni di Damon.

“Ian”.

A sua voce mi accarezza dolce come una piuma, mi volta verso di lei, prendo un respiro e dentro di me prego Dio di donarmi la grazia.

“Ho valutato le tue proposte e ho fatto la mia scelta.

 

 

 

Tu che ci fai qui?”. Ha in mano dei vestiti, i boccoli scuri le incorniciano ribelli il bel viso.

Ho cercato inutilmente di rendermi utile”.

In quale modo?”

Non ha importanza”. Le appoggio le borse su una panchina.

Sei gentile”.

Quando sono arrivato in questa città, volevo distruggerla, ma stasera ho sentito che volevo proteggerla. Come è potuto accadere? Io non sono un eroe, non faccio il bene perchè non è da me”.

Forse ti sbagli”.

No, il bene lo fa mio fratello, e tu, e Bonnie. Nonostante avesse tutte le ragioni per odiarmi, comunque ha aiutato Stefan a salvarmi”.

E perchè questo ti sorprende?”

Perchè lei l'ha fatto per te. E ciò significa che per qualche ragione tu hai pensato che io meritassi di essere salvato e per questo motivo ti volevo dire grazie”.

Non c'è di che”.

Le bacio delicatamente la guancia. Dopo di che mi sposto sulle sue labbra. Ci baciamo con passione. E mentre Damon bacia con profonda devozione Elena...

 

 

Ian fa la stessa identica cosa con Nina, consapevole che questa serata ha sconvolto letteralmente la sa vita.

 

 

 

 

Non mi uccidete. Non ho voluto raccontarvi tutto subito per un motivo, voglio lasciarvi con un po' di brivido e voglio far viaggiare un po' la vostra fantasia. Che cosa avrà risposto Nina?

Scusate sempre il mio ritardo, ormai mi viene impossibile aggiornare più di una volta a settimana ….

grazie mille a tutte voi che seguite con entusiasmo e passione la mia storia.
nel prossimo capitolo, sscopriremo che cosa Nina ha deciso di fare, non perdetelo

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