“Smettila di far così! Vattene se non vuoi parlarmi,
lasciami in pace, mostro!” La mia voce, ora stridula,
riecheggia nei sotterranei del quartier generale
dell’Hellsing.
Mi fissa immobile, apparentemente con aria distaccata. Ma
so che non è così. Non può essere così…
“Agente. Stai mancando di rispetto al tuo Maestro.” Tutto
qui quello che ha da dire? “E allora rispondimi Alucard!
Io non sono altro che un giocattolo, una bambola, non è
così? Piantala di prendermi in giro e rispondimi, o non
sono nemmeno degna di una misera risposta?” Da parte sua,
ancora silenzio. Ma stavolta sono i suoi occhi a parlare:
le fiamme dell’inferno vi scintillano, fiamme che
bruciano, bruciano di ira e di qualcos’altro che non
riesco a riconoscere. Gli ho mancato di rispetto, lo so,
ma dopo quello che ho visto non me ne pento. “Allora mio
Maestro? Ancora senza parole? Ti hanno forse tagliato la
lingua?” Ora ho proprio oltrepassato il limite…e per
questo sarò punita. “Basta così Agente!” Mi sbatte con
violenza contro il muro alle mie spalle, e non gliene
importa niente se mi ha appena rotto un braccio, vuole
solo ricordarmi il mio posto.
Ma le ossa non mi preoccupano più di tanto, quelle
guariranno facilmente, a differenza del mio cuore.
“Cosa avevi in mente, sentiamo! Cosa speri di ottenere
così?”
Questa volta sono io a non rispondere. Non ne ho la
forza, e comunque non mi capirebbe. “Ti ordino di
rispondermi!”
“E perché dovrei? Perché io sì e tu no?”
“Perché io sono
il tuo Maestro! Tu invece..”
“Io invece sono solo la tua schiava”, finisco la frase per
lui. Chino il viso, tentando di nascondere le strisce
cremisi che rigano le mie gote. Non riesco più a
trattenermi. Perché mi fa questo?
“Alza il viso e guardami.” Che smetta questa tortura…io
volevo solo stargli accanto. Non mi muovo, sono immobile,
e se lui non mi stesse ancora stringendo, sarei già
accasciata al suolo.
“Sto perdendo la pazienza. Guardami.” No, mi rifiuto, non
sopporterei di rivedere il disprezzo nei suoi occhi.
Vedendo che non faccio nulla ci pensa lui a prendere il
mio mento nelle sue mani, con l’infinita delicatezza che
gli è propria. Ora che ha visto come sono ridotta sarà
soddisfatto.
“Rispondimi.”
“Niente!”
“Mi spii, strilli come un’ossessa
e mi manchi di rispetto, e mi dici che non volevi nulla?
Non essere ridicola.” Sono costretta a rispondergli, o
troverà di sicuro modi peggiori per farmi
accondiscendere.
“Beh.. allora…dopo…che ti ho visto con
Sir Integra..io…tu.. insomma, mi hai usato.” Chiude gli
occhi per un secondo, e sogghigna.
“Per chi mi hai preso,
Seras? Ti ho creato, ti dato una nuova vita ed una
famiglia, e tutto ciò per puro divertimento? Comunque,
quello che hai visto lo hai male interpretato. Stavamo
solo parlando alla luce della luna ”.
“E allora perché mi hai creato?” Rilascia finalmente la forte presa dalle mie
spalle, e qualcosa brilla nei suoi occhi…ma quando sono
scomparsi i suoi occhiali?
“Non sai il perché? Me lo chiedo spesso anche io. Ma ora
come ora no ho fretta di trovare la risposta. Dopotutto
abbiamo l’eternità, non pensi Seras?”, e con uno dei suoi
ghigni svanisce attraverso il muro, lasciandomi basita. Ma
non sono preoccupata; abbiamo tutta l’eternità, giusto
Alucard?