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Autore: OkinoLinYu    09/10/2012    4 recensioni
Due figure su una barca, avvolte dalla nebbia.
«Devi consegnarlo a Re Uther. E’ estremamente importante.»una voce di donna, severa, ma amorevole.
«Certo, madre.» l’altra voce, giovane, ma sicura.
«Sii prudente…» la voce di donna si fa preoccupata.

Una ragazza arriva a Camelot con un messaggio per Re Uther, ma la sua missione avrà dei risvolti inaspettati, che condurranno alla scoperta di altri misteri...
[Dal CAP 3: Erano ad un passo di distanza e Brigit sentì uno strano fremito, dapprima cercò di non pensarci ma poi, sentendo che si faceva più insistente ogni passo che il ragazzo faceva nella sua direzione, decise di ascoltarlo. Come guidata da una forza estranea alla sua mente, si avvicinò a Merlino e gli prese le mani; al semplice tocco aveva già capito, e i suoi occhi s’illuminarono.
«Sei un figlio di Avalon!» esclamò gioiosa.]
Salve a tutti, questa è la mia prima ff su Merlin. La storia che ho pensato è un misto di leggende celtiche, miti dell'antica britannia, del ciclo arturiano, con un po' di storia e un pizzico di fantasia.
Mi auguro che vi possa piacere.
OkinoLinYu
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Galvano, Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
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Writer's Corner: Scusate l'attesa, ma questi 3 giorni sono stata molto impegnata, e mi scuso anche per questo misero capitoletto di aggancio dove non succede nulla di eclatante ^^" Ma vi prometto delle romanticherie in arrivo *-*
Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta e continuano a farlo :D Recensite, fatemi sapere cosa ne pensate :P




Capitolo 6: L'ambasciata

Merlino restò a bocca aperta. Tre uomini, o meglio, due uomini e un nano erano appena scesi sul suolo di Camelot.
«Ehi stecchino! Che hai da guardare?» il nano si avvicinò minaccioso al ragazzo, puntandolo con un dito. Sarà stato alto circa un metro e poco più, i vestiti erano fatti perfettamente su misura e, al contrario degli altri, non indossava un mantello ma un pesante gilet di pelliccia. Aveva i capelli castani, corti, gli occhi vispi e scuri, qualche ruga sulla fronte e vicino le labbra, accentuate ancor di più dall’espressione arrabbiata.
Merlino indietreggiò spaventato.
«Calma, calma. Midir, non agitarti» disse Brigit verso l’ometto. «E tu Merlino, smettila di fissarlo, non è educato» disse bacchettandolo.
Midir sbuffò violentemente contro il ragazzo e si voltò per tornare alla barca. Merlino era perplesso e leggermente spaventato.
«Non gli piace che la gente lo fissi…» sussurrò Brigit, giunta vicino a lui. «E’ molto suscettibile»
«Ho notato» replicò Merlino, con ancora gli occhi sbarrati.
«Vieni» disse la ragazza trascinandolo per una mano. «Midir l’hai già conosciuto…» il nano li fulminò con lo sguardo, lei rispose con un sorrisetto di circostanza; «Questo è il consigliere Fergus» presentò al giovane mago un uomo di mezza età, alto, spalle larghe, aveva una barbetta incolta, scura ma con qualche peletto bianco, lo stesso valeva per i capelli, brizzolati, semi lunghi, tenuti legati da un laccio di cuoio. Era vestito con un completo di camicia e pantaloni sui toni del marrone, un mantello verde petrolio e degli stivali scuri. Aveva in mano una pipa nella mano destra, che portò alla bocca per poter salutare Merlino. La stretta di mano fu alquanto vigorosa tanto che il ragazzo iniziò a massaggiarsi l’arto.
«E’ un  vero piacere conoscerti, Brigit non ha fatto che parlare di te durante il viaggio…» disse con un sorrisetto ammiccante.
La giovane arrossì lievemente; Merlino ridacchiò imbarazzato.
«Quello lì è Aengus» disse la ragazza, indicando l’ultimo arrivato.
Era completamente diverso dagli altri due: alto, slanciato, i capelli erano di un biondo cenere, acconciati con dei dread, barba e baffi solo intorno alla bocca e di una tonalità più chiara rispetto ai capelli, gli occhi grigi e stanchi, era il più giovane dei tre, ma quell’aria malinconica e pesante gli conferiva un aspetto invecchiato. I suoi abiti erano sui toni del grigio, l’unico colore era dato dal marrone degli stivali e del mantello. Se ne stava in disparte, parlando con i paggetti, indicando loro come e dove muoversi.
«E’ un tipo solitario...» disse Brigit osservandolo con malinconia.
«E’ tutto pronto» esordì Midir avvicinandosi a Fergus, che rispose con un assenso del capo. Tolse la pipa dalla bocca e avvicinate le labbra emise un lungo fischio, dapprima molto alto, tanto che Merlino dovette tapparsi le orecchie, poi sempre più lieve, fino a svanire del tutto. Attesero qualche istante, poi sentirono dei rumori provenire dalla foresta, voltandosi videro arrivare cinque cavalli, tra questi anche il cavallo nero di Brigit. La sua giumenta fu la prima ad avvicinarsi, facendosi carezzare dolcemente il muso. Gli altri vennero presi dai rispettivi padroni, l’ultimo, il più possente, venne preso in custodia dai paggetti. Gli animali rispecchiavano perfettamente i loro proprietari, Mirid aveva un pony pezzato, Fergus un arabo dalla criniera brizzolata e Aengus un magnifico cavallo bianco con screziature grigie. Il cavallo dei paggi era un esemplare da traino di colore nero e bianco, con la criniera che gli copriva anche parte del muso.
I servi si apprestarono a posizionare le selle che erano sulla prima barca. Aengus si avvicinò alla seconda, ormai vuota, alzò la mano destra e la fece scorrere davanti a se a formare un mezzo cerchio. Si sentirono degli scricchiolii, la barchetta cominciò a tremare; Merlino si voltò, attirato da quel rumore. Ben presto i pezzi di legno si staccarono e cominciarono a svolazzare in giro, fino a fermarsi in un punto e costruire un carretto provvisto di attacco per un cavallo. Il mago era piacevolmente sorpreso, lui non aveva mai provato a fare una cosa del genere. Brigit sorrise. L’uomo poi si voltò verso l’altra barca, fece un gesto della mano come a spingerla via e questa si allontanò silenziosa dalla riva, tornando a nascondersi e poi svanire in quella strana nebbia.
Quando i bagagli furono caricati sul carretto, tutti presero posto sulle proprie cavalcature, Brigit offrì un passaggio a Merlino che accettò un po’ titubante. La ragazza se ne accorse; «Dana non ama le selle» si giustificò. Merlino alzò un sopracciglio e poi si decise a montare. I servi salirono sul carro e si misero in fondo alla carovana. Fergus fu il primo a partire, con uno schiocco di lingua diede il via al cavallo, che s’incamminò al trotto, tutti gli altri lo seguirono ordinatamente.
«Non posso farmi vedere con voi» sussurrò preoccupato Merlino all’ orecchio di Brigit, che era seduta davanti; lei si voltò appena «Non ti preoccupare, andrà tutto bene, scenderai poco prima della fine della foresta.» disse per rassicurarlo. Lui annuì e silenziosamente proseguirono.
Al limitare della foresta, Merlino scese da cavallo e salutò Brigit, si sarebbero visti poco dopo, imboccò un sentiero secondario e sparì tra le fronde. Il gruppo proseguì, lasciati gli alberi, si diressero lungo la strada principale, entrando in paese. Era una bella giornata, il mercato era pieno di gente, sembravano tutti felici; i mercanti gridavano per proporre le merci e gli acquirenti cercavano di contrattare sul prezzo, ragazze camminavano spensierate per le vie e le madri giocavano con i rispettivi figli. Brigit si scoprì ipnotizzata da queste scene di vita quotidiana, per lei era tutto diverso da ciò a cui era abituata, le persone, le merci, gli atteggiamenti; si ridestò solo quando Aengus le passò accanto facendo un colpo di tosse per invitarla a sbrigarsi, gli altri erano quasi all’entrata del castello. Con un versetto spronò Dana che si mosse veloce tra la gente, riuscendo a raggiungere il carretto proprio mentre Fergus si annunciava alla guardia. Passarono senza problemi e si ritrovarono nella piazza antistante il castello. Si guardarono un po’ intorno, avvicinandosi al grande portone d’entrata, scesero da cavallo e attesero. Pochi istanti dopo sopraggiunsero delle guardie, seguite subito dal Re e suo zio, scesero la scalinata e si avvicinarono agli uomini. La prima reazione di Artù appena vide il nano fu di pieno stupore, Midir se ne accorse e lo fulminò con lo sguardo; Agravaine si limitò a fare uno sguardo quasi schifato e poi dirigere la sua attenzione verso il più anziano dei tre.
«Benvenuti a Camelot» disse poco contento e senza tante cerimonie.
Fergus lo fissò intensamente, poi si voltò leggermente a cercare consenso dai suoi compagni, entrambi annuirono lievemente con il capo.
«Vi ringrazio, messer?»
«Agravaine Pendragon» rispose secco.
«Agravaine» ripetè Fergus in un sussuro, assaporando quel nome come si fa con una buona boccata di pipa.
«E voi sareste?» domandò lievemente infastidito.
«Fergus Bregfire, consigliere personale della Regina Viviana» rispose elegantemente; «Questi sono gli altri membri dell’ambasciata: Midir Boyne e Aengus MacOc» disse indicandoli rispettivamente, essi risposero con un cenno d’assenso.
«E’ un vero piacere avervi qui» intervenne Artù che fino a quel momento era rimasto lievemente in disparte.
«Voi dovreste essere Arthur Pendragon» constatò il consigliere, lisciandosi lentamente la barba.
«Proprio così» rispose fiero.
«Maestà è un vero piacere rivedervi» esclamò Brigit, che nel frattempo si era avvicinata a Fergus.
«E’ una gioia rivedervi» rispose cortese, facendo un leggero e impercettibile inchino.
Agravaine sbuffò. «Non perdiamoci in chiacchiere» esclamò infastidito.
Artù gli lanciò un’occhiata leggermente rabbiosa. «Prego, seguitemi, vi farò subito scortare nelle vostre stanze, sarete stanchi, parleremo stasera a cena» sottolineò l’ultima parte della frase rivolgendosi allo zio, il quale, offeso si rigirò sui tacchi e risalì la scalinata. I tre uomini lo guardarono stupiti.
«Qui ci sono i nostri bagagli» disse perentorio Midir.
«Certo, certo. I miei servi li recapiteranno direttamente nelle vostre stanze» rispose stupito il re.
Il nano sembrò accontentarsi e iniziò a salire le scale.
Brigit si avvicinò al re «Non fateci caso, è sempre così» sorrise.
Il re la guardò  un po’ stranito. Poi scrollò le spalle e si avvicinò a Fergus, iniziarono a borbottare e salire le scale, seguiti da Aengus e i paggi che portavano le prime borse. Quasi giunti alla porta, Artù diede ordini di prendere i bagagli e accompagnare i cavalli alle stalle. Brigit avvertì che sarebbe andata a sistemare Dana. 
   
 
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