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Autore: kiara_star    09/10/2012    2 recensioni
Agosto 2012 | Norvegia | Set di Thor 2
Chris Hemsworth e Tom Hiddleston sono impegnati nelle riprese del loro nuovo film. Tutto nella norma, se non fosse che il dio interpretato dall’attore inglese, si materializza nel loro mondo.
Follia? Magia?
Forse è tutto reale. Forse, è solo un inganno.
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“Nel momento esatto in cui aprì gli occhi, Loki capì di trovarsi in un luogo diverso da Asgard. Solo qualche istante dopo si accorse di non avere più il bavaglio meccanico né le mani legate.
...
Seguì silente i due umani per qualche minuto in cui si sentì rivolgere domande a cui non poté che dare risposte vaghe, considerando che non sapeva davvero di cosa stessero parlando.
Una cosa però era chiara, quei due continuavano a chiamarlo Tom.
...
«La tua roulotte non è ancora pronta, comunque puoi usare quella di Chris» "

---
[Storia Completa]
Genere: Commedia, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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3

Loki: The Bright World




Ciak 3. "
Non si dicono le bugie, Chris..."



Tom rimase ad osservare lo schermo del cellulare per qualche istante, finché non si oscurò.
Aveva pensato che invece di piombargli in camera senza preavviso, avrebbe potuto semplicemente telefonare a Chris e chiedergli se era libero. Magari potevano cenare insieme, ed invece...
Quella breve telefonata lo aveva destabilizzato. Il suo cervello gli mandò qualche input su una possibile stupida gelosia, ma subito quell’insensata idea fu scartata. Non erano state le sue parole, era stata la sua voce, molto -forse troppo- paurosamente simile alla sua. Il suo accento, la sua intonazione. Solo un po’ più bassa.
«Che sciocchezza!» Si ritrovò a scuotere la testa con un sorriso. Cosa c’era di male se qualcuno aveva una voce simile alla sua? In fin dei conti, non era l’unico inglese al mondo! Eppure, proprio non riusciva a togliersi dalla pelle quella strana sensazione. Chi era la persona che aveva risposto al cellulare di Chris? Un amico, probabilmente. Un amico, di cui Tom, ignorava l’esistenza. Cercò di non badare alla morsa che gli aveva attanagliato lo stomaco. La sua non era assolutamente gelosia. Chris era libero di avere tutti gli amici che voleva, lui poteva solo esserne felice.
Si avvicinò al frigo bar ed afferrò una bibita color arancio. La scritta sull’etichetta era in norvegese, ma non si curò più di tanto di chiedersi se fosse o meno alcolica. Mandò giù un sorso generoso e si accorse che non lo era, ed avrebbe aggiunto, purtroppo. Si passò poi sospirando le dita fra i capelli mossi e guardò verso la porta della sua camera.
“È sotto la doccia”
Avrebbe dovuto aspettare, il suo amico gli avrebbe riferito che lui l’aveva chiamato e probabilmente sarebbe stato proprio Chris a contattarlo. Sì, non c’era alcun motivo di stare in ansia. Si sforzò di sorridere, sebbene dentro, aveva davvero uno strano presentimento.


- - -


Il letto era comodo. La vista, accettabile. L’ambiente discretamente accogliente.
Loki girò lentamente per la stanza prendendo di tanto in tanto qualche oggetto fra le mani. Lo esaminava e poi lo riponeva al suo posto. Sul viso un ghigno soddisfatto, mentre udiva il rumore dell’acqua continuare a risuonare nell'aria.
Ormai era chiaro. Il piano di Odino, era davvero chiaro.
Aveva i suoi lineamenti, la sua voce, perfino il suo stesso odore. Ma quell’uomo biondo, non era per nulla Thor. Forse quella non era neanche Midgard. Era tutta un’illusione. Una blanda ed insulsa illusione. Si risentì solo di non essersene accorto prima. Come dio dell’inganno era stato fin troppo sciocco a credere a ciò che vedevano i suoi occhi. L’ingannatore aveva rischiato di cadere in un inganno altrui. Quale irritante paradosso. Ma ora che le carte erano in tavola, toccava a lui fare la prossima mossa.
Si rigirò fra le sottili dita un piccolo foglio di carta. C’erano scritte poche parole, un cortese paragrafo di qualche riga in cui si augurava un “sereno soggiorno”a: «Mr. Chris Hemsworth» sospirò ridacchiando per poi far scivolare il foglio sul legno del tavolo. Così era questo il suo nome completo.
Chris Hemsworth, l’uomo che aveva sul viso l’immagine del suo odiato fratellastro Thor. Simili, molto simili, alcuni avrebbero detto uguali. Ma non Loki. Ora, non più.
In quel momento capì il perché delle sue sensazioni.
Il perché lo aveva seguito silente, il perché si era limitato a qualche sporadica frase invece di annegarlo in un mare di ingiurie. Il perché non lo avesse ancora aggredito fisicamente. Il perché non fosse ancora uscito da quella stanza. Semplicemente, non era Thor.
Il rumore dell’acqua si spense e il dio puntò lo sguardo verso la porta, pronto a giocare la sua, di partita.
«Chris!» Gli sorrise amabilmente quando lo vide entrare nella stanza. Era in accappatoio e teneva un asciugamano nella mano, con cui raccoglieva le gocce d’acqua che gli cadevano dai capelli.
«Tom... ti senti meglio?» Loki annuì a quella domanda allargando il sorriso.
«Sì, decisamente meglio.» Lo vide sorridere a sua volta con una luce serena negli occhi.
Come aveva potuto confonderlo con Thor?
Lo seguì con lo sguardo andare verso l’armadio e tirar fuori qualche indumento.
Doveva ammettere che però quella volta, l’AllFather ci si era messo d’impegno. Un'illusione quasi perfetta, che avrebbe ammirato, se non fosse stata creata per raggirare lui.
«Mi ha cercato qualcuno? Mi è parso di sentire il suono del telefono.» Loki fu costretto ad ingoiare una risata divertita. Quanto avrebbe voluto dire la verità almeno per una volta, ma non poteva giocarsi la sua strategia in modo così sciocco.
«No, Chris. Non ha chiamato nessuno.» Il biondo lo guardò per qualche attimo per poi scuotere la testa ridacchiando.
«Sono contento che sei ritornato te stesso... Mi hai spaventato prima, lo sai?»
Spaventato? Non aveva idea di quanto potesse davvero spaventarlo. Loki però doveva ammettere che faceva ancora fatica ad identificare giustamente la figura che aveva davanti. Bastava che gli si rivolgesse, o solo lo guardasse, che il risentimento che provava per Thor venisse fuori dal suo cuore come una cascata di lava.
«Perdonami... non volevo causarti pensieri.»
«Ma figurati, l’importante è che stai bene.» Chris gli si avvicinò poggiandogli una mano sul collo pallido. Il suo tocco caldo come quello del suo nemico giurato, provocò in Loki un leggero fremito. Sentiva di voler sfuggire via, ma non poteva farlo. Doveva continuare il suo inganno. Chris doveva credere che lui fosse Tom, chiunque egli fosse.
«Grazie.» Dirlo gli risultò più difficile del previsto. Lo stomaco gli bruciò furente come avesse appena ingoiato del fuoco, e lo sguardo gentile dell’altro non gli era di aiuto. Benché si sforzasse, non riusciva ancora ad eliminare del tutto l’immagine dell’asgardiano ogni volta lo guardava. «Dovrai vestirti... Io quindi...» Avrebbe dovuto dire “vado via”, ma si rese conto di non sapere bene dove sarebbe andato. Per fortuna Chris gli risolse il problema, o sarebbe meglio dire, gliene creò uno maggiore.
«Come se fosse la prima volta!» Ed un attimo dopo il suo corpo nudo ed ancora umido, era sotto gli occhi chiari di Loki. Dopo un attimo di incertezza, il dio distolse subito lo sguardo piantandolo sulla parete della stanza, sentendo l’altro ridacchiare.
Maledetto spudorato! Neanche Thor aveva mai osato essere tanto sfrontato. Ed il dio del tuono era un tipo decisamente a corto di buone maniere, questo Loki l’aveva sempre potuto appurare.
Lo sentì armeggiare con qualcosa e girò di poco lo sguardo per portarlo sulla sua schiena. Almeno si era degnato di infilarsi le braghe e sembrava essere intento a chiudere una cintura. La sua schiena era maledettamente identica alla sua...
Scosse appena il capo per mandare via quel pensiero. Quello non era Thor. Doveva costringere la sua mente ad accettarlo, per quanto fosse visivamente difficile farlo. Confonderlo, era ciò che voleva il suo maldestro ingannatore.
«Hai già ordinato?» Rimase silente a quelle parole. Ordinato cosa?
Si limitò a scuotere la testa con fare innocente. Parve la mossa migliore. Chris si tirò indietro i capelli ancora bagnati e si diresse verso il telefono poggiato sul comodino accanto al letto. Sui pettorali definiti ancora sostava qualche goccia d’acqua.
Alzò la cornetta e iniziò a parlare con qualcuno. Loki capì che stava ordinando la cena.
Giusto, ordinare la cena. Da quando era su Midgard aveva iniziando a perdere colpi. Ad ogni modo, non aveva per nulla voglia di mangiare. Lui era un dio, sfamarsi non gli era necessario. Lo pensò, se ne convinse, ma un secondo prima che Chris riattaccasse il telefono, sentì il suo stomaco contorcersi. Come era possibile? Notò che l’altro non se ne era accorto e si sentì sollevato. Il suono sgraziato delle sue interiora sarebbe di certo stato motivo di ilarità nel biondo. Non ci teneva a regalargli quella soddisfazione. Anche se ormai era appurato che non fosse Thor, scorgere su quel viso una qualsiasi espressione di derisione, non rientrava comunque nei suoi desideri.
«Non mi hai ancora detto in quale camera sei.» Sollevò le labbra a quella domanda indiretta. Stavolta non si sarebbe fatto prendere alla sprovvista
«Perché? Vuoi già liberarti di me?» Lo vide sorridere a sua volta, ma in un modo diverso. Se avesse voluto usare un aggettivo preciso, sarebbe stato “ambiguo”. Onestamente non se lo aspettava, ma sì, quello era un sorriso decisamente ambiguo. E Loki era troppo acuto per non coglierlo.
«Dovrei?» Sospirò il biondo infilandosi una maglia bianca.
Quel gioco lo stava intrigando. Avvertì chiaramente che fra Chris e questo fantomatico Tom, c’era un rapporto particolare. Non riuscì a definirlo in modo specifico, però quello sguardo nascondeva più di quello che voleva mostrare.
Non che a lui potesse interessare più di tanto, aveva ben altre preoccupazioni decisamente più importanti a cui badare. Ma in quegli occhi azzurri, vedeva qualcosa che non aveva mai attraversato le iridi del dio del tuono. Almeno, non quando guardavano verso di lui.
«Questo dipende da te, Chris.» Fece qualche passo verso di lui e si fermò, aspettando che fosse l’altro a coprire il resto della distanza che li separava.
Così fu.

Si ritrovò sotto quello sguardo per lui nuovo, e rimase silente in attesa della sua replica.
«Hai intenzione di mandarmi di nuovo in confusione?» Loki ghignò passandosi appena la punta della lingua fra le labbra.
«Credo che tu sia già abbastanza confuso di tuo.» Anche l’altro sorrise mentre una ciocca di capelli biondi gli ricadeva sul viso. Il dio vide alcune gocce scivolare via e bagnare la stoffa bianca sulle sue spalle. «Dovresti asciugarli o sarai costretto a cambiarti di nuovo.» Gli indicò le macchie d’acqua sulla maglia, ma il biondo continuò a guardarlo senza cambiare espressione, con un sorriso sottile a piegargli le labbra e quella luce immutata negli occhi.
Loki pensò che quel Chris si stava incamminando su un terreno che si sarebbe rivelato per lui decisamente ostico. La sua lingua d’argento era conosciuta in tutte e nove i regni. Non c’era nessuno che potesse circuire la gente come faceva lui, e nessuno che potesse sperare di batterlo in un gioco di ambiguità.

Gli parve già di sentire sotto al palato il sapore della vittoria, quando vide un attimo dopo la maglia di Chris cadere sul pavimento ed il suo possente torace tornare nuovamente sotto i suoi occhi.
«Problema risolto!» sorrise divertito.
Grosso errore il suo.
 Neanche quello sciocco di Thor ne avrebbe commesso uno tanto grossolano.


- - -


Se c’era una cosa chiara in tutta quella caotica situazione era una: Tom aveva deciso di farlo ammattire. Fu il pensiero che attraversò la mente di Chris dopo il loro allusivo scambio di battute.
«Dovresti asciugarli o sarai costretto a cambiarti di nuovo.»
Prima faceva l’acido, poi il pazzo isterico. Ed ora? Voleva davvero fargli credere che non ci fosse sotto qualcosa? Di solito Tom non si comportava così. Solo una volta era accaduto che si fosse lasciato andare più del dovuto e che fosse diventato leggermente “insolito”. Era accaduto durante le riprese de The Avengers. Dopo una lunga giornata di lavoro, tutto il cast aveva deciso di regalarsi una serata di svago, con tanto di permesso da parte di Joss. Si erano recati in un locale riservato e qualche drink dopo, Chris si era ritrovato con Robert e Jeremy che gli ridacchiavano su come l’inglese ci stesse spudoratamente provando con lui, incurante del resto del cast più o meno sobrio. “Non dire assurdità, Rob” gli aveva risposto lui. Ma poi si era dovuto ricredere, quando con un tono carico di malizia, Hiddleston gli aveva sospirato all’orecchio che quella sera non sarebbe voluto andare a letto da solo. Il giorno dopo il colorito del suo viso aveva attraversato tutte le tonalità del rosso e del viola, mentre si scusava per come si era comportato la sera prima. Perché ovviamente Jeremy si era preso la briga di informare l’inglese delle sue malcelate avance fatte sotto gli occhi di tutti. Era poco abituato all’alcol, si era giustificato con il suo accento da perfetto dandy. Chris scoprì solo allora quel suo nuovo lato, che lo rendeva teneramente più umano.

Ma almeno che quel giorno Tom non avesse preso qualche droga, non si spiegava quel suo insolito comportamento. Doveva tentare in tutti i modi di scoprire la verità.
Azzardo più, azzardo meno. Con ogni probabilità, sarebbero finiti a riderci sopra.
Si sfilò la maglia e la gettò a terra con fare divertito sentendo i suoi capelli appiccicarsi umidi sulle spalle.
«Problema risolto Le labbra di Tom si incresparono in un sorriso che Chris gli restituì, ma subito dopo, si sentì avvolgere da una strana inquietudine. Si sarebbe aspettato di tutto: una risata fragorosa, una spinta sul petto con annesso “rimettiti la maglia, Maciste”, anche un’espressione esasperata, perché Tom lo sapeva che, in fin dei conti, era un grosso ragazzino australiano.
Era pronto a tutto, ma non a quello. Non a quella luce che gli vide brillare negli occhi, non a quello sguardo carico di sfida e malizia. Chris, non era preparato a quella reazione. E per la prima volta da quando lo conosceva, l’australiano di fronte all’amico, si sentì incredibilmente e ridicolmente a disagio.
Non gli era mai successo, Tom non l’aveva mai messo a disagio, neanche quella notte a Cleveland[1], con tutte le imbarazzanti avance che un ubriaco Hiddleston gli aveva rivolto. Se c’era una cosa che Chris capì, era che gli occhi in cui stava riversando inspiegabilmente imbarazzato il suo azzurro, potevano appartenere a chiunque, fuorché a Tom.
La sua mente ripescò nei ricordi delle riprese dei loro film, le scene girate fra Thor e Loki...
«Il cameriere sarà qui a momenti.» Cancellò il discorso di prima. Raccolse la maglia e la indossò allontanandosi in direzione del tavolo. Avvertì gli occhi di Tom sulla sua schiena mentre cercava di concentrarsi fingendo di fare una qualsiasi cosa con il cellulare che aveva afferrato dal tavolo.
«Chris, va tutto bene?» Il tono di voce dell’inglese provocò un leggero brivido nel suo corpo. La sua voce era risuonata estremamente inquietante. Alzò lo sguardo verso di lui annuendo con un sorriso costretto.
Sembrava divertito, divertito in modo decisamente preoccupante. Non era da lui. Il sorriso di Tom era sempre stato limpido e sincero.
«Mi sono solo ricordato che devo chiamare Elsa.» Portò il cellulare all’orecchio facendo partire la chiamata. Era una buona mossa, almeno così avrebbe avuto il tempo di metabolizzare il tutto. Peccato che dall’altra parte, rispose il servizio del suo operatore, che gli ricordava l'ammontare del suo credito telefonico. Era andato totalmente nel pallone che aveva perfino sbagliato numero. «È occupato» mentì per evitare una figura peggiore.
Il viso di Tom era una maschera di compiacimento, come se il vederlo in evidente difficoltà gli provocasse una sottile -anzi ben poco sottile- soddisfazione. Chris si ritrovò a sorridere forzatamente, mentre l’inglese gli si avvicinava lento. Le mani incrociate sul petto, ed i capelli neri perfettamente tirati indietro che si muovevano debolmente ad ogni falcata.

«Ti vedo in difficoltà, ma non riesco a capire il perché...» Il sorriso che sfoggiava però, permise a Chris di intuire che quella era decisamente una menzogna. Il motivo, lo conosceva benissimo.
Perché ti stai comportando in maniera assurda ” avrebbe voluto urlargli scuotendolo per le spalle.
«Non dire sciocchezze! Sono solo stanco.» Però si ritrovò ad indietreggiare appena, finendo con le gambe contro il legno del tavolo, quando Hiddleston gli fu praticamente troppo vicino.
«Non si dicono le bugie, Chris... Non te l’ha insegnato nessuno?» sospirò scuotendo piano la testa.
Ok, era arrivato decisamente ad un punto di non ritorno.
Doveva affrontarlo di petto. Tom era palesemente in condizioni preoccupanti. Non lo credeva capace, ma per un solo istante l’australiano si chiese se non fosse davvero sotto l’effetto di qualche sostanza.
«Tom, che ti sta succedendo?» Lo vide sorridere e schioccare appena la lingua sotto il palato.
«Ancora non l’hai capito?» Più che una domanda, un’affermazione a cui Chris non poté che dare ragione. No, non aveva decisamente capito.
Poi un rumore secco di nocche che picchiavano sulla porta e Chris si sentì in dovere di ringraziare Dio quando riuscì a sfuggire allo sguardo allarmante di Tom per catapultarsi ad aprire.
«La vostra cena, signore.»
Sorrise al viso lentigginoso del giovane che spinse poi il carrello cigolante all’interno.
«Grazie mille!» Mai avrebbe pensato di dare una mancia con più convinzione come in quel momento. Infilò qualche banconota nella pallida mano dell’inserviente e chiuse la porta. Doveva decisamente cambiare registro.
«Fame?» Si pentì immediatamente di quella domanda, non appena vide il ghigno inquietante dipingersi sul viso dell’inglese.
«Non immagini quanto.»


- - -


Controllo totale. Appagante ed inebriante, controllo totale.
Loki si sentì pervadere tutto il corpo da un annebbiante calore. Quel calore dato dalla consapevolezza di essere i soli a condurre il gioco. E di mero gioco, si trattava.
Chris, Thor, di chiunque fosse il viso a cui apparteneva l’espressione imbarazzata ad assolutamente impossibilitata a replicare, per il dio degli inganni, non aveva minimamente importanza. L’unica cosa che davvero contava in quel momento era che si era sentito nuovamente il degno regista della situazione. Tutto era finalmente nelle sue mani, sebbene fosse ben consapevole che quel “tutto” si limitava al magro controllo emozionale dell’individuo più o meno accreditato che aveva davanti.
Era sempre stato così, e così sarebbe sempre stato.
Lui era l’artefice del suo destino. Ogni singolo gesto, l’azione più semplice che aveva intrapreso, aveva un ferreo quanto accurato studio alle spalle. Non erano mai esistiti piano improvvisati. Ogni avvenimento era accaduto perché era stato lui a volerlo, nei modi e con i mezzi che più gli erano confacenti. Almeno finché non era giunto sulla Terra, finché quei miseri umani non si erano ostinati a mettergli i bastoni fra le ruote, finché quel maledetto Thor non si era ancora una volta prodigato per oscurarlo con la sua immeritata grandezza. Ma l’immagine dei viso palesemente a disagio del biondo, pareva alleviare un po’ il macigno dell’amara sconfitta che pesava sulle spalle dei nefasto dio.
Spostò di poco lo sguardo sul carrello d’acciaio appena arrivato, catturando immediatamente la figura slanciata di una bottiglia di vino.
Ho intenzione di farti ubriacare
Sorrise divertito.
«Allora, non offri da bere al tuo ospite?»
Sì, era decisamente una buona idea.












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[1]. Cleveland è la città che ha ospitato parte delle riprese de "The Avengers". [Chris si riferisce alla serata narrata nel paragrafo precedente]



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Note saltabili dell'autrice indegna di tale nome
Ed ecco un altro aggiornamento. Spero abbiate gradito.
Uno spruzzo di Chris/Loki dovevo inserirlo, ne andava della mia salute mentale XD
Sebbene il nostro caro Tom abbia fatto solo una breve comparsa in questo capitolo, non temete, nei prossimi avrà lo spazio che si merita.

˜ Riuscirà Chris a non andare completamente fuori di testa?
˜ Quale sarà il perfido piano di Loki? (beh questa è scontata)
˜ Ma cosa più importante, quante di voi vorranno uccidermi per aver fatto rimettere la maglia a Chris?

Le risposte come sempre nel prossimo capitolo!
Un saluto ed ancora una volta, Grazie di cuore per il sostegno ^^
kiss kiss Chiara


  
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