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Autore: Phobos_Quake 3    09/10/2012    1 recensioni
Seguito di “Dolls And Robots War”. Con la distruzione di Unità Alice, il mondo ha riacquistato la pace perduta. Purtroppo, però, nuovi e misteriosi robot compaiono dal nulla e sembra proprio che il loro unico scopo sia distruggere Shinku e le sue sorelle. Da dove vengono? Possibile che Alice sia ancora viva?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1:

Una Nuova Minaccia Robotica



Jun fu subito ricoverato d’urgenza. Mentre eravamo nella stanza in attesa del medico, mi sentii come se fossi il personaggio di un film ambientato in un ospedale. Non avrei mai immaginato di provare quella terribile ansia. Poi c’era quel pensiero. Quel maledetto pensiero che mi assillava e che cercavo in tutti i modi di scacciare, ma senza successo. Ero sempre più convinta che quel maledetto pagliaccio fosse solo l’inizio. L’innocente voce di Hinaichigo mi riportò alla realtà.
-Jun se la caverà, vero?-
-Ma certo. Sta tranquilla. Lui è un ragazzo forte. Lo conosco bene.- la rassicurò Tomoe.
Le dolci parole di Tomoe mi rincuoravano, ma la tensione era comunque molto alta. Quando la luce rossa della sala operatoria si spense, e uscì il medico, un tipo alto con capelli corti neri e baffi, noi ci alzammo e gli andammo incontro. Tutti ormai ci conoscevano, quindi nessuno diceva nulla vedendo delle bambole viventi.
-Allora dottore?- chiese Tomoe.
-Il vostro amico è stato molto fortunato. Le lame non hanno raggiunto né la spina dorsale né tantomeno organi vitali. Ciò nonostante…-
Fece una pausa come per cercare le parole e tenendoci di nuovo sulle spine.
-È in coma!-
Quelle parole mi caddero addosso come un macigno. Mi sentivo come se le lame che lo avevano colpito avessero preso anche me e mi sentii mancare. Furono le piccole manine di Hinaichigo a sorreggermi.
-E… si risveglierà?-
-Potrebbe essere sì, come anche no. Solo il tempo ce lo dirà!-
Altre parole pesanti. Stavolta fu Tomoe ad avere un leggero mancamento.
-Grazie dottore. Possiamo vederlo?-
-L’orario di visita è finito da poco, ma vi concedo dieci minuti.-
-Grazie. Molto gentile.-
Entrati nella stanza, mi risentii mancare e fui costretta a uscire. Hinaichigo mi corse dietro e mi consolò. Era incredibile come si erano invertite le parti. Ero sempre io a consolare lei e ora era l’esatto contrario. Tornati a casa, Tomoe mi chiese se volevo stare con loro, ma scossi la testa ed entrai in casa. Nella fretta avevamo lasciato la porta socchiusa. Un invito perfetto per i ladri. Mi sedetti sul divano e iniziai a fissare il vuoto per ore, finché le lacrime non scesero dai miei occhi. Non credevo di tenere così tanto a Jun. Chiamatemi folle, ma ho come l’impressione di essermi innamorata di lui. Hinaichigo, che era entrata senza che io me ne accorgessi, mi posò una mano sulla spalla. Quando mi voltai verso di lei, l’abbracciai e anche lei fece altrettanto. Restammo abbracciate strette piangendo. All’improvviso, sentii un rumore troppo famigliare. Passi. Ma non passi umani. Passi pesanti di robot. Stavo per dirigermi fuori, quando vidi un missile arrivarmi addosso e colpirmi in pieno. Io non subii alcun danno, ma la casa del mio adorato Jun sì.
-Maledetti!- dissi a denti stretti.
Corsi fuori. Mi ritrovai davanti a una decina di clown robot, come quello che aveva ferito Jun.
-Bersaglio individuato. Distruggere! Distruggere!- dissero.
-Distruggete questo, maledetti!-
Alzai un dito al cielo, i petali rotearono tutti attorno a me e li lanciai contro i miei nemici facendoli volare in aria, così da non coinvolgere le case attorno, ed esplosero. Ne avevo colpiti otto e ne erano rimasti due. Il primo corse verso di me, ma fu bloccato dai rovi di Hinaichigo che era uscita a darmi una mano.
-Brava piccola!- le dissi.
Volai verso il clown e gli diedi uno dei miei pugni violenti facendogli volare via la testa. L’altro cercò di lanciarmi un missile, ma io fui più veloce e anche lui si ritrovò senza testa. A battaglia conclusa, feci un grosso sospiro.
-Shinku… che sta succedendo? Da dove vengono questi robot?- mi chiese Hinaichigo.
-Se lo sapevo, ti avrei già risposto. Ho una mezza idea che mi balena in testa però!-
-Ovvero?-
-Alice non è affatto andata distrutta come pensavamo.-
-Ma… non è possibile. L’ho vista chiaramente, anche se sembrava un sogno, esplodere e…-
-E chi ti dice che sia rimasta realmente coinvolta nell’esplosione? Ricordati che lei non era un robot qualunque. Riusciva a resistere alle spade di Suigintou e Kirakishou e perfino alle cesoie di Souseiseki. Può darsi che l’esplosione l’abbia semplicemente scagliata lontano, proprio come ha fatto con noi, e si nasconda sottoterra.-
Hinaichigo rimase pensierosa ed io le accarezzai la testa.
-Dimenticavo: grazie per l’aiuto!- le dissi sorridendole.
Lei ricambiò il sorriso e mi abbracciò. All’improvviso, Tomoe ci chiamò.
-Shinku, Hinaichigo! Venite a vedere, presto!-
Alla televisione, il telegiornale stava dando la notizia che nel quartiere di Nerima era stato avvistato un grosso robot dalle sembianze di farfalla.
-Il quartiere di Nerima è… dove vive Megu.- disse Tomoe.
Ormai non c’erano più dubbi. Quei robot ci stavano cercando per distruggerci. E solo una creatura poteva avercela con noi. Credevo fosse ormai un capitolo chiuso, lasciato alle spalle per sempre, e invece i recenti avvenimenti mi convinsero sempre di più del contrario. Unità Alice era sopravvissuta e ci stava attaccando una per una per poter finalmente vendicarsi.
-Non credo che Suigintou abbia bisogno di aiuto, ma sarà meglio che vada. Più siamo unite, meglio è!- dissi tra me.
Non appena mi diressi fuori Hinaichigo mi bloccò con i suoi rovi.
-Cosa fai Hinaichigo?-
-Non penserai di andare da sola vero? L’hai detto tu no? Più siamo unite meglio è!-
-Non voglio coinvolgerti stavolta. E poi devi difendere Tomoe.-
-Scommetto che Alice ci sta spiando come la prima volta. Altrimenti come ha fatto a trovarci? Se sa che non siamo più qui, non credo manderà di nuovo robot. È solo noi che vuole!-
Rimasi piacevolmente sorpresa dal suo ragionamento. Anche se aveva l’aspetto di una bimbetta, aveva parlato come una vera e propria adulta. Tomoe la prese in braccio e la strinse a sé così che Hinaichigo mi liberò dai suoi rovi.
-Fai attenzione, mi raccomando.- le sussurrò.
-Stai tranquilla.- le disse lei accarezzandole il viso.
La rimise a terra e si avvicinò a me.
-Pronta?- mi disse.
-Io sono sempre pronta.-
E spiccammo il volo verso il quartiere di Nerima.
   
 
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