Capitolo 7: Paura
dei sogni.
Di nuovo quel posto. Di nuovo la Luna. La stessa
ombra, ma questa volta poteva vedere qualcosa di più… piccoli riflessi dorati
illuminavano tutta la linea dell’ombra…
- Chi sei…? - chiese intimorita.
- Davvero non mi riconosci, piccola creatura? - rise
soddisfatta colei che si nascondeva nell’ombra.
Usagi sgranò gli occhi.
- Non è possibile… - disse in un soffio, stava
trattenendo il respiro - tu sei… Galaxia… -
- La prossima sarai tu… Principessina…ti sto
aspettando - la additò, senza tuttavia uscire dall’ombra.
Il suo cuore accelerò i battiti, tanto che poteva
sentirne il rumore... istintivamente si allontanò da quella figura. Lentamente,
un passo alla volta, sembrava così faticoso…
- No… no… no!!! -
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- No!!!- Usagi si svegliò
urlando. Era nel suo letto, nella sua cameretta - Dio mio… credevo di averla
davvero davanti ai miei occhi - sussurrò, senza tuttavia nascondere un nodo
alla gola. Scostò le coperte e si mise a sedere, la sua attenzione venne
catturata da un bagliore fuori dalla finestra. La Luna, era quasi piena.
Socchiuse gli occhi, cercando di ricevere tutti i suoi benefici. Era ancora
troppo presto, ma forse… se avesse chiamato Mamoru… - No, non posso chiamarlo
per ogni sciocchezza che genera il mio cervellino… insomma, era un sogno… o
forse no…? - sbuffò e tornò a sdraiarsi. Lanciò un’occhiatina al telefono sulla
scrivania, ma per non cadere in tentazione, si voltò dall’altra parte e affondò
il viso tra le coperte.
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- Usako!!!! - Mamoru spalancò
gli occhi e scattò a sedere così in fretta, che credette di stare ancora
sognando. Gli ci volle qualche attimo per rendersi conto che non era sulla
Luna, e che Galaxia non stava affatto attaccando la sua Principessa… allora,
perché era così in ansia…? Stringeva ancora forte la coperta, e istintivamente
si voltò verso la finestra, come faceva ogni volta che aveva pensiero per
qualcosa. Ah… che Luna! Le sorrise, come se stesse sorridendo alla sua Usako, e
cercando in lei un po’ di conforto, si coricò nuovamente, spostando la testa in
un angolino del cuscino, per non rinunciare al tiepido benessere che i suoi
raggi gli offrivano.
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Quella mattina nessuna delle
ragazze sarebbe andata a scuola, era arrivato il momento di scrivere la parola
fine, prima che avessero perso la speranza di farcela. Taiki e Yaten erano
distrutti, si sentivano schifosamente in colpa per la perdita della loro amata
Principessa. La loro speranza l’avevano persa in quel preciso momento.
Mille pensieri affollavano la
mente di Usagi. Era in un ritardo stratosferico… se avesse dovuto andare a
scuola… ma quella mattina non sarebbe stata sgridata, nessuna punizione, nessun
compito, nessun professore a dirle che doveva impegnarsi di più… no quel giorno
lei avrebbe salvato il mondo, non si sarebbe arresa, fino alla fine. Se solo
avessero avuto la certezza di dove si trovasse quella maledetta strega… Bè,
quello era lo scopo del loro incontro di quella mattina, a dire il vero.
Trovarla.
- Usagi!!! - la sollecitò sua
madre dalla cucina.
- Ho finito, ho finito,
eccomi - le rispose cominciando a scendere le scale.
- Benedetta ragazza… ma vuoi
proprio che ti caccino da scuola?! - la rimproverò, ma immediatamente si
accorse dell’espressione preoccupata della figlia - tesoro, non ti senti bene
forse?- poggiò le labbra sulla sua fronte per controllare che non avesse la
febbre.
Usagi approfittò di quel
momento per abbracciarla forte.
- Grazie mamma… di tutto… -
trattenne le lacrime, cercando di imprimere nella sua mente quel tocco gentile,
il profumo dei suoi capelli… un giorno anche lei avrebbe cercato di essere una
madre dolce e premurosa, come la sua.
- Ehi… sembra che tu debba
partire per la Luna, Usagi - al solo sentirla nominare la ragazza sussultò - o
forse… dovrei chiamarti “testolina buffa” - la prese in giro facendola
arrossire, sapendo che quello era il modo in cui Mamoru la chiamava
affettuosamente. - senti un po’… non è che tu e Mamoru avete intenzione di
andare da qualche parte oggi? Non è da te essere così tranquilla sapendo che le
lezioni inizieranno esattamente tra… 5 minuti - alzò un sopracciglio
aspettandosi chissà quale scusa.
- Ma no che dici mamma, dove
vuoi che andiamo - le disse, seria - e poi, oggi, il professore della prima ora
è assente… è malato - si affrettò ad aggiungere, sfoderando un gran sorriso -
bè… allora io vado… ci vediamo più tardi - la salutò più naturalmente
possibile, e si affrettò verso la porta.
- Aspetta, la tua cartella… -
troppo tardi, era già scappata via… già, “scappata” - che cosa mi nascondi
bambina mia… -
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Erano già dieci minuti buoni
che camminava velocemente, voleva solo allontanarsi il più possibile da casa
sua. Continuava a trattenere le lacrime, non poteva certo lasciarsi andare lì,
in mezzo alla strada.
Senza rendersene conto, si
ritrovò davanti al condominio di Mamoru, forse dormiva ancora, ma era davvero
un peccato non approfittare di quell’occasione, poteva parlargli delle paure
che in quei giorni stavano riempiendo il suo cuore, senza che qualcun altro
ascoltasse, in fondo… erano così rari i momenti in cui potevano stare soli…
erano preziosi.
Il portone era aperto, non
avrebbe citofonato. Non le andava neanche di aspettare l’ascensore. Salì le
scale più rapidamente che poteva, e ancora con il fiatone si fermò davanti alla
sua porta di casa, la fissò un attimo, frugò nella taschina nascosta della
borsa e ne tirò fuori una chiave a cui era attaccata un piccola rosellina di
plastica. Già, Mamoru le aveva dato una copia delle sue chiavi di casa, giusto
per le situazioni di emergenza. Bè, la sua, forse, non rientrava proprio in
quella categoria… ma forse Mamoru si sarebbe arrabbiato di meno se avesse
trovato la colazione pronta…
Fece scattare la serratura il
più delicatamente possibile. Era ancora tutto buio per via delle tende chiuse,
dopo tutto, aveva fatto bene a non svegliarlo.
Si sfilò silenziosamente le
scarpe, le accantonò ad un angolino e in punta di piedi si avviò in cucina.
Mise due fette di pane a tostare ed inizò a spremere un paio di arance. Nel
frattempo riempì d’acqua il bricco del caffè e lo mise sul fuoco per farlo
bollire.
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Che strano odore… sembrava
quasi che qualcosa stesse bruciando e … che cavalo erano quegli strani rumori… - c’è qualcuno in casa -
Mamoru si alzo dal letto, e
molto silenziosamente seguì la direzione da cui provenivano quei suoni, teneva
le orecchie tese, attente, cercando di capire di cosa si potesse trattare… bè,
non è una cosa semplice appena svegli…
Un paio di scarpe, nascoste
nell’angolo accanto alla porta, attirarono la sua attenzione. Davvero troppo
piccole e graziose per essere le sue. Erano decisamente di Usagi. Si affacciò
in cucina, senza però farsi vedere, voleva spiarla un pochino… era davvero
buffa e pasticciona, ma incredibilmente bella.
Era intenta a preparare un
vassoietto con il succo d’arancia, il caffè, e… che cosa mancava…?
- Oddio, il pane!!! - disse
sottovoce, correndo con le mani nei capelli - troppo tardi…- piagnucolò
sconsolata, tirando fuori dal tostapane due carboncini - povera me… e adesso? -
Qualcuno ridacchiò alle sue
spalle, e lei per lo spavento lasciò cadere ciò che teneva miseramente in mano,
ottenendo solo due fette di pane bruciacchiate e un pavimento da pulire…
- Scusa Usako, non volevo
disturbarti… davvero - Mamoru non era riuscito proprio a trattenersi - ma… che
ci fai tu qui, non dovevamo vederci al tempio di Rei? Potevi chiamami, almeno.
E poi, che ci fai in piedi così presto? - la prese in giro tirandole un codino.
- Bè… ecco… - cercava una
giustificazione, ma decise di adottare la “tattica del cucciolo smarrito”. A
mali estremi…
- Oh Mamoruccio, mi dispiace
di non averti avvertito, mi dispiace di aver combinato questo disastro, mi
dispiace, mi dispiace, mi dispiace, prometto che pulirò tutto io… mi perdoni? -
sbatteva le ciglia così velocemente da fare invidia alle ali di una farfalla…
come poteva non perdonarla.
- Certo che ti perdono, ma
non hai ancora risposto alla mia domanda - le disse agitandole un dito davanti
agli occhi, a volerla rimproverare scherzosamente - che ci fai qui? -
- Si, hai ragione. Bè, forse
non è così importante… ma questa notte ho fatto un sogno: ero sulla Luna -
Mamoru si fece serio, ma la lasciò finire, dopo tutto poteva essere solo una
semplice coincidenza - e c’era Galaxia che mi diceva che mi sta aspettando, e
che io sarò la prossima, e… - le parole le morirono sulla labbra. Lo sguardo
ansioso e terrorizzato insieme di Mamoru l’avevano bloccata - che c’è? -
domanda più che ovvia… ma la risposta non lo fu altrettanto.
- C’è che io ho fatto lo
stesso sogno, ma vedevo la stessa scena da lontano… una coincidenza? No, io non
credo - adesso anche Usagi condivideva le stesse emozioni di Mamoru: ansia e
terrore - forse dovremmo anticipare la nostra riunione…-
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- Bè, come al solito sei
l’ultima Usagi, e il povero Mamoru è costretto ad adattarsi ai tuoi tempi… - la
prese in giro Rei, ma l’amica non reagì affatto - ehi ragazzi, è forse successo
qualcosa? Che cosa sono quelle facce? - Usagi e Mamoru si guardarono per un
attimo, poi scrutarono gli sguardi di tutti i presenti… erano distrutti. Tutti.
Ma dovevano sapere anche loro - ce lo dite o no, ci state facendo agitare! -
- Badate bene, forse è solo
una semplice coincidenza, anche se io non credo, ma questa notte io e Usagi
abbiamo fatto lo stesso sogno: Galaxia era sulla Luna, e minacciava Usagi, le
diceva che lei sarebbe stata la prossima - a quelle parole, Seiya, Taiki e
Yaten strinsero i pugni, immaginando a cosa si poteva riferire “essere la
prossima” - ripeto, forse non significa nulla, ma… -
- No! questa notte ho avuto
una visione - intervenne Rei - è esattamente uguale al vostro sogno, forse ora
le coincidenze sono un po’ troppe - proseguì seria.
- Anche il mio specchio mi ha
rivelato l’immagine della Principessa, in pericolo, al cospetto di Galaxia -
aggiunse Michiru. Il suo specchio non si era mai sbagliato prima d’ora.
Mamoru sospirò sconfortato.
Non c’erano più dubbi, Usagi era in serio pericolo.
- La miglior difesa è
l’attacco - scattò in piedi Haruka - scopriamo dove si trova e facciamola
fuori.
Nessuno diceva una parola.
Paura? Indecisione? Di quali altre prove avevano bisogno? Aspettavano che
Galaxia la attaccasse?
- Per una volta sono
d’accordo con te, Haruka, non ha senso aspettare qui - mormorò Seiya.
Aspettare… aspettare… quella
parola risuonò nella mente di Usagi.
- Ehm… credo che Mamoru abbia
dimenticato di dirvi una cosa: nel mio sogno, la stessa Galaxia, insomma… ha
detto che mi sta aspettando, e se prendiamo sul serio questa cosa, forse
dovremmo riflettere anche su questo particolare. - anche se spaventata
all’idea, sapeva che non c’era altra scelta, Haruka aveva ragione - se il mio
sogno è reale, dobbiamo andare sulla Luna.
- E se fosse una trappola?
Insomma ieri credevamo di averla davanti agli occhi, e invece… - Ami pose una
domanda a cui non era facile rispondere, ma non per Mamoru.
- Io credo di sapere come
fare a capirlo. Dimmi Usagi, ricordi se la sua armatura brillava? Io ero troppo
lontano, purtroppo -
- Si, anche se per la maggior
parte era in ombra, ho potuto vedere dei riflessi dorati - Usagi rispose, senza
pensare a che significato avesse quella rivelazione.
Mamoru cercò ulteriore
conferma nelle visioni di Rei e di Michiru… entrambe erano positive.
- Bene, se volete prestarmi
un po’ d’attenzione vi spiegherò la mia teoria: ieri, la stessa Galaxia ha
detto di aver usato un ologramma… io me ne ero accorto… - lanciò un occhiata
triste ai tre ragazzi - … troppo tardi, purtroppo.-
- Come l’hai capito? - chiese
curiosa Ami - Il mio computer non ha rilevato nulla di anomalo -
- Semplice, la sua armatura
non brillava. Per questo ho appena posto questa domanda, in apparenza così
sciocca. Adesso so che non si tratta di una trappola, Galaxia vuole davvero
misurarsi con noi, o meglio, vuole eliminarci, ma sono sicuro che la potremo
trovare lì -
- Perché proprio la Luna? -
chiese Seiya, senza tuttavia preoccuparsi di dare alcuna intonazione alla sua
domanda.
- Suppongo che non ci sia un
perché in particolare, in fondo lei non vuole conquistare la Terra, le sue mire
sono ben più alte, se ricordate, ha bisogno solo dei nostri semi di stella, ma
forse vuole…-
- …Me… vuole me, Mamoru. La
Luna è la mia terra natale, lei lo sa…evidentemente vuole colpirmi nel
profondo. Hai detto tu stesso che ogni corpo celeste dotato di un nucleo
vivente possiede un seme di stella, perciò la Luna possiede il Silver Cristal,
di cui io sono la custode. Se lei distruggerà la Luna… distruggerà…me. - lo
sguardo di Usagi era vuoto, continuava a fissarsi le mani, la voce rotta da un
imminente pianto.
- Non devi avere paura,
piccola, credo che invece noi saremo avvantaggiati - le disse sollevando
gentilmente il suo viso e guardandola con un gran sorriso. Tutti fissarono
Mamoru con ansia - ascoltami: il tuo cristallo riceve la sua forza dalla Luna
stessa… cosa potrebbe succedere se quel cristallo si riunisse al suo corpo
celeste? -
- Si intensificherebbe il suo
potere… - soffiò incredula Ami, analizzando i risultati che il suo computer
aveva prodotto.
- Esatto! Il mio potere è più
forte del vostro per questo motivo. Galaxia non ha tenuto conto di questo
piccolo particolare, presa com’è dalla smania di conquistare l’universo… vedrai
Usako, andrà tutto bene. E poi noi, ti proteggeremo sempre, non permetteremo a
nessuno di distruggere la tua Luna -
Usagi si sentiva un poco
sollevata. Certo, non le si prospettava una gita di piacere, ma tornare a casa
sarebbe stato emozionante. Sorrise a tutti e scattò in piedi, piena di
speranza.
- Io sono pronta. Andiamo! -
disse convinta. E senza rendersene conto infuse a tutti le sue stesse emozioni.
Senza perdere altro tempo,
richiamarono ognuno i propri poteri. Sentivano nuove energie vibrare tra le
loro mani, forse non tutto era perduto, forse potevano ancora farcela.
Attivarono il teletrasporto. Destinazione: Luna.
Anche questo è fatto!!! Spero abbiate capito come Mamoru ha intuito il trucchetto di Galaxia… ve l’ho detto che era un ragazzo intelligente.
In questo capitolo non
succede niente di particolare, ma prima di far entrare nel vivo la situazione
ho preferito soffermarmi ancora sullo stato d’animo dei nostri eroi, e quindi
sulle loro paure, che per ceri versi possono essere quelle di tutti noi…il
sapere di dover affrontare per forza una situazione, l’aver paura che possano
far del male ad una persona che ami, il sentirsi in colpa per non aver aiutato
un amico o un’amica, la consapevolezza che uno dei tuoi figli ti nasconde
qualcosa, bè ce ne sono tanti di paragoni fattibili…
Inizialmente non avevo
intenzione di farli andare sulla Luna, ma la storia è uscita da sola senza che
io potessi fermarla…
Non credo manchi molto
alla fine, ma non temete non vi abbandono, ho già in mente un seguito, alla
fine dell’ultimo capitolo vi anticiperò qualcosa…
Ed ora i ringraziamenti:
Usagi89: si Seiyuccio è diventato più maturo, e alla luce dei
fatti non può farsi trascinare dai suoi sentimenti, ora i suoi fratelli sono
più deboli psicologicamente, non che lui se ne freghi, ma c’erano loro con la
Principessa, infatti se hai notato non hanno detto una sola parola, hanno
silenziosamente stretto i pugni…
dolcebunny: anche in questo capitolo ci sono sentimenti forti, e
spero che per questo non sia troppo pesante, ma le parole uscivano da sole…
v.carvelli: ormai non manca molto, siamo quasi allo scontro
finale, tieni duro e ne vedrai delle belle.
Hatori: prima di tutto ti do il benvenuto tra i commentatori
(si può dire??) di questa storia, sono contenta che ti piaccia, ho mantenuto
una linea generale simile all’anime, tranne che in questo capitolo… ho scelto
un posto caro ad Usagi per la battaglia finale, spero che continuerai a
leggerla.
miki90: già, Seiya non può fare niente, ma la difenderà
sempre, lei rimarrà sempre una persona importante per lui, e forse anche sulla
Luna avrà un ruolo importante.
valepigia: wow hai letto lo scorsa capitolo alle 2 e 20… però
vedo che sei stata attenta lo stesso, ok il dilemma del trucco di Galaxia è
risolto, ci avevi pensato???
merwen: che brutta sensazione hai? Non deve essere brutta,
anche qui c’è un piccolo indizio…rileggi l’ultimo capoverso, purtroppo non
posso dire di più, ma c’entrano i sentimenti positivi di una certa persona…
Milena: eccomi qui tesoro, ho trovato i cinque minuti famosi
per pubblicare, per il resto del week-end farò l’infermierina… meno male che
hai recuperato i due capitoli precedenti, altrimenti leggere anche questo
insieme agli altri avrebbe potuto essere un pochino pesante…spero di sentirti
presto.
blue1989: ti piace la mia scelta di cambiare ambientazione? Ho
scelto un luogo caro alla nostra Usagi, e lei proprio “sotto gli occhi di una
incredula Galaxia”… bè, dovrai aspettare.
Kirby: bè si, la mia Usagi è simile all’anime, è lei che ho
imparato ad apprezzare, che mi ha insegnato tanti valori, “sebbene sia sempre
un po’ sbadata e pasticciona” (come dice lei stessa nell’ultimissima frase
dell’anime… sigh sigh).
Kiaretta: Ammmore!!!!! Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto, lo
stavi aspettando con ansia, e spero che ti sia piaciuto anche questo, tanto tu
l’hai letto prima hi hi hi.
In fondo sono o non sono
la tua scrittrice preferita??? Se non commenti anche questo non ti faccio
leggere più niente in anticipo…oooops ho dimenticato di dare anche a te il
benvenuto qui.
Ok mi sembra di aver detto
tutto, ci vediamo (s fa per dire) nel prossimo capitolo.