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Autore: Usagi_84    21/04/2007    13 recensioni
Solo il ricordo la fece tremare, si sentiva così terribilmente sola, anche se in realtà non lo era, lì, in fondo al suo cuore, si sentiva abbandonata…
Lentamente, stanca del suo dolore, si addormentò…solo un’ultima lacrima, immobile all’angolo degli occhi, scese non appena li chiuse, seguendo inevitabilmente il corso lasciato da tutte le altre.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Paura dei sogni.

 

Di nuovo quel posto. Di nuovo la Luna. La stessa ombra, ma questa volta poteva vedere qualcosa di più… piccoli riflessi dorati illuminavano tutta la linea dell’ombra…

- Chi sei…? - chiese intimorita.

- Davvero non mi riconosci, piccola creatura? - rise soddisfatta colei che si nascondeva nell’ombra.

Usagi sgranò gli occhi.

- Non è possibile… - disse in un soffio, stava trattenendo il respiro - tu sei… Galaxia… -

- La prossima sarai tu… Principessina…ti sto aspettando - la additò, senza tuttavia uscire dall’ombra.

Il suo cuore accelerò i battiti, tanto che poteva sentirne il rumore... istintivamente si allontanò da quella figura. Lentamente, un passo alla volta, sembrava così faticoso…

- No… no… no!!! -

 

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- No!!!- Usagi si svegliò urlando. Era nel suo letto, nella sua cameretta - Dio mio… credevo di averla davvero davanti ai miei occhi - sussurrò, senza tuttavia nascondere un nodo alla gola. Scostò le coperte e si mise a sedere, la sua attenzione venne catturata da un bagliore fuori dalla finestra. La Luna, era quasi piena. Socchiuse gli occhi, cercando di ricevere tutti i suoi benefici. Era ancora troppo presto, ma forse… se avesse chiamato Mamoru… - No, non posso chiamarlo per ogni sciocchezza che genera il mio cervellino… insomma, era un sogno… o forse no…? - sbuffò e tornò a sdraiarsi. Lanciò un’occhiatina al telefono sulla scrivania, ma per non cadere in tentazione, si voltò dall’altra parte e affondò il viso tra le coperte.

 

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- Usako!!!! - Mamoru spalancò gli occhi e scattò a sedere così in fretta, che credette di stare ancora sognando. Gli ci volle qualche attimo per rendersi conto che non era sulla Luna, e che Galaxia non stava affatto attaccando la sua Principessa… allora, perché era così in ansia…? Stringeva ancora forte la coperta, e istintivamente si voltò verso la finestra, come faceva ogni volta che aveva pensiero per qualcosa. Ah… che Luna! Le sorrise, come se stesse sorridendo alla sua Usako, e cercando in lei un po’ di conforto, si coricò nuovamente, spostando la testa in un angolino del cuscino, per non rinunciare al tiepido benessere che i suoi raggi gli offrivano.

 

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Quella mattina nessuna delle ragazze sarebbe andata a scuola, era arrivato il momento di scrivere la parola fine, prima che avessero perso la speranza di farcela. Taiki e Yaten erano distrutti, si sentivano schifosamente in colpa per la perdita della loro amata Principessa. La loro speranza l’avevano persa in quel preciso momento.

Mille pensieri affollavano la mente di Usagi. Era in un ritardo stratosferico… se avesse dovuto andare a scuola… ma quella mattina non sarebbe stata sgridata, nessuna punizione, nessun compito, nessun professore a dirle che doveva impegnarsi di più… no quel giorno lei avrebbe salvato il mondo, non si sarebbe arresa, fino alla fine. Se solo avessero avuto la certezza di dove si trovasse quella maledetta strega… Bè, quello era lo scopo del loro incontro di quella mattina, a dire il vero. Trovarla.

- Usagi!!! - la sollecitò sua madre dalla cucina.

- Ho finito, ho finito, eccomi - le rispose cominciando a scendere le scale.

- Benedetta ragazza… ma vuoi proprio che ti caccino da scuola?! - la rimproverò, ma immediatamente si accorse dell’espressione preoccupata della figlia - tesoro, non ti senti bene forse?- poggiò le labbra sulla sua fronte per controllare che non avesse la febbre.

Usagi approfittò di quel momento per abbracciarla forte.

- Grazie mamma… di tutto… - trattenne le lacrime, cercando di imprimere nella sua mente quel tocco gentile, il profumo dei suoi capelli… un giorno anche lei avrebbe cercato di essere una madre dolce e premurosa, come la sua.

- Ehi… sembra che tu debba partire per la Luna, Usagi - al solo sentirla nominare la ragazza sussultò - o forse… dovrei chiamarti “testolina buffa” - la prese in giro facendola arrossire, sapendo che quello era il modo in cui Mamoru la chiamava affettuosamente. - senti un po’… non è che tu e Mamoru avete intenzione di andare da qualche parte oggi? Non è da te essere così tranquilla sapendo che le lezioni inizieranno esattamente tra… 5 minuti - alzò un sopracciglio aspettandosi chissà quale scusa.

- Ma no che dici mamma, dove vuoi che andiamo - le disse, seria - e poi, oggi, il professore della prima ora è assente… è malato - si affrettò ad aggiungere, sfoderando un gran sorriso - bè… allora io vado… ci vediamo più tardi - la salutò più naturalmente possibile, e si affrettò verso la porta.

- Aspetta, la tua cartella… - troppo tardi, era già scappata via… già, “scappata” - che cosa mi nascondi bambina mia… -

 

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Erano già dieci minuti buoni che camminava velocemente, voleva solo allontanarsi il più possibile da casa sua. Continuava a trattenere le lacrime, non poteva certo lasciarsi andare lì, in mezzo alla strada.

Senza rendersene conto, si ritrovò davanti al condominio di Mamoru, forse dormiva ancora, ma era davvero un peccato non approfittare di quell’occasione, poteva parlargli delle paure che in quei giorni stavano riempiendo il suo cuore, senza che qualcun altro ascoltasse, in fondo… erano così rari i momenti in cui potevano stare soli… erano preziosi.

Il portone era aperto, non avrebbe citofonato. Non le andava neanche di aspettare l’ascensore. Salì le scale più rapidamente che poteva, e ancora con il fiatone si fermò davanti alla sua porta di casa, la fissò un attimo, frugò nella taschina nascosta della borsa e ne tirò fuori una chiave a cui era attaccata un piccola rosellina di plastica. Già, Mamoru le aveva dato una copia delle sue chiavi di casa, giusto per le situazioni di emergenza. Bè, la sua, forse, non rientrava proprio in quella categoria… ma forse Mamoru si sarebbe arrabbiato di meno se avesse trovato la colazione pronta…

Fece scattare la serratura il più delicatamente possibile. Era ancora tutto buio per via delle tende chiuse, dopo tutto, aveva fatto bene a non svegliarlo.

Si sfilò silenziosamente le scarpe, le accantonò ad un angolino e in punta di piedi si avviò in cucina. Mise due fette di pane a tostare ed inizò a spremere un paio di arance. Nel frattempo riempì d’acqua il bricco del caffè e lo mise sul fuoco per farlo bollire.

 

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Che strano odore… sembrava quasi che qualcosa stesse bruciando e … che cavalo erano quegli strani rumori… - c’è qualcuno in casa -

Mamoru si alzo dal letto, e molto silenziosamente seguì la direzione da cui provenivano quei suoni, teneva le orecchie tese, attente, cercando di capire di cosa si potesse trattare… bè, non è una cosa semplice appena svegli…

Un paio di scarpe, nascoste nell’angolo accanto alla porta, attirarono la sua attenzione. Davvero troppo piccole e graziose per essere le sue. Erano decisamente di Usagi. Si affacciò in cucina, senza però farsi vedere, voleva spiarla un pochino… era davvero buffa e pasticciona, ma incredibilmente bella.

Era intenta a preparare un vassoietto con il succo d’arancia, il caffè, e… che cosa mancava…?

- Oddio, il pane!!! - disse sottovoce, correndo con le mani nei capelli - troppo tardi…- piagnucolò sconsolata, tirando fuori dal tostapane due carboncini - povera me… e adesso? -

Qualcuno ridacchiò alle sue spalle, e lei per lo spavento lasciò cadere ciò che teneva miseramente in mano, ottenendo solo due fette di pane bruciacchiate e un pavimento da pulire…

- Scusa Usako, non volevo disturbarti… davvero - Mamoru non era riuscito proprio a trattenersi - ma… che ci fai tu qui, non dovevamo vederci al tempio di Rei? Potevi chiamami, almeno. E poi, che ci fai in piedi così presto? - la prese in giro tirandole un codino.

- Bè… ecco… - cercava una giustificazione, ma decise di adottare la “tattica del cucciolo smarrito”. A mali estremi…

- Oh Mamoruccio, mi dispiace di non averti avvertito, mi dispiace di aver combinato questo disastro, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, prometto che pulirò tutto io… mi perdoni? - sbatteva le ciglia così velocemente da fare invidia alle ali di una farfalla… come poteva non perdonarla.

- Certo che ti perdono, ma non hai ancora risposto alla mia domanda - le disse agitandole un dito davanti agli occhi, a volerla rimproverare scherzosamente - che ci fai qui? -

- Si, hai ragione. Bè, forse non è così importante… ma questa notte ho fatto un sogno: ero sulla Luna - Mamoru si fece serio, ma la lasciò finire, dopo tutto poteva essere solo una semplice coincidenza - e c’era Galaxia che mi diceva che mi sta aspettando, e che io sarò la prossima, e… - le parole le morirono sulla labbra. Lo sguardo ansioso e terrorizzato insieme di Mamoru l’avevano bloccata - che c’è? - domanda più che ovvia… ma la risposta non lo fu altrettanto.

- C’è che io ho fatto lo stesso sogno, ma vedevo la stessa scena da lontano… una coincidenza? No, io non credo - adesso anche Usagi condivideva le stesse emozioni di Mamoru: ansia e terrore - forse dovremmo anticipare la nostra riunione…-

 

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- Bè, come al solito sei l’ultima Usagi, e il povero Mamoru è costretto ad adattarsi ai tuoi tempi… - la prese in giro Rei, ma l’amica non reagì affatto - ehi ragazzi, è forse successo qualcosa? Che cosa sono quelle facce? - Usagi e Mamoru si guardarono per un attimo, poi scrutarono gli sguardi di tutti i presenti… erano distrutti. Tutti. Ma dovevano sapere anche loro - ce lo dite o no, ci state facendo agitare! -

- Badate bene, forse è solo una semplice coincidenza, anche se io non credo, ma questa notte io e Usagi abbiamo fatto lo stesso sogno: Galaxia era sulla Luna, e minacciava Usagi, le diceva che lei sarebbe stata la prossima - a quelle parole, Seiya, Taiki e Yaten strinsero i pugni, immaginando a cosa si poteva riferire “essere la prossima” - ripeto, forse non significa nulla, ma… -

- No! questa notte ho avuto una visione - intervenne Rei - è esattamente uguale al vostro sogno, forse ora le coincidenze sono un po’ troppe - proseguì seria.

- Anche il mio specchio mi ha rivelato l’immagine della Principessa, in pericolo, al cospetto di Galaxia - aggiunse Michiru. Il suo specchio non si era mai sbagliato prima d’ora.

Mamoru sospirò sconfortato. Non c’erano più dubbi, Usagi era in serio pericolo.

- La miglior difesa è l’attacco - scattò in piedi Haruka - scopriamo dove si trova e facciamola fuori.

Nessuno diceva una parola. Paura? Indecisione? Di quali altre prove avevano bisogno? Aspettavano che Galaxia la attaccasse?

- Per una volta sono d’accordo con te, Haruka, non ha senso aspettare qui - mormorò Seiya.

Aspettare… aspettare… quella parola risuonò nella mente di Usagi.

- Ehm… credo che Mamoru abbia dimenticato di dirvi una cosa: nel mio sogno, la stessa Galaxia, insomma… ha detto che mi sta aspettando, e se prendiamo sul serio questa cosa, forse dovremmo riflettere anche su questo particolare. - anche se spaventata all’idea, sapeva che non c’era altra scelta, Haruka aveva ragione - se il mio sogno è reale, dobbiamo andare sulla Luna.

- E se fosse una trappola? Insomma ieri credevamo di averla davanti agli occhi, e invece… - Ami pose una domanda a cui non era facile rispondere, ma non per Mamoru.

- Io credo di sapere come fare a capirlo. Dimmi Usagi, ricordi se la sua armatura brillava? Io ero troppo lontano, purtroppo -

- Si, anche se per la maggior parte era in ombra, ho potuto vedere dei riflessi dorati - Usagi rispose, senza pensare a che significato avesse quella rivelazione.

Mamoru cercò ulteriore conferma nelle visioni di Rei e di Michiru… entrambe erano positive.

- Bene, se volete prestarmi un po’ d’attenzione vi spiegherò la mia teoria: ieri, la stessa Galaxia ha detto di aver usato un ologramma… io me ne ero accorto… - lanciò un occhiata triste ai tre ragazzi - … troppo tardi, purtroppo.-

- Come l’hai capito? - chiese curiosa Ami - Il mio computer non ha rilevato nulla di anomalo -

- Semplice, la sua armatura non brillava. Per questo ho appena posto questa domanda, in apparenza così sciocca. Adesso so che non si tratta di una trappola, Galaxia vuole davvero misurarsi con noi, o meglio, vuole eliminarci, ma sono sicuro che la potremo trovare lì -

- Perché proprio la Luna? - chiese Seiya, senza tuttavia preoccuparsi di dare alcuna intonazione alla sua domanda.

- Suppongo che non ci sia un perché in particolare, in fondo lei non vuole conquistare la Terra, le sue mire sono ben più alte, se ricordate, ha bisogno solo dei nostri semi di stella, ma forse vuole…-

- …Me… vuole me, Mamoru. La Luna è la mia terra natale, lei lo sa…evidentemente vuole colpirmi nel profondo. Hai detto tu stesso che ogni corpo celeste dotato di un nucleo vivente possiede un seme di stella, perciò la Luna possiede il Silver Cristal, di cui io sono la custode. Se lei distruggerà la Luna… distruggerà…me. - lo sguardo di Usagi era vuoto, continuava a fissarsi le mani, la voce rotta da un imminente pianto.

- Non devi avere paura, piccola, credo che invece noi saremo avvantaggiati - le disse sollevando gentilmente il suo viso e guardandola con un gran sorriso. Tutti fissarono Mamoru con ansia - ascoltami: il tuo cristallo riceve la sua forza dalla Luna stessa… cosa potrebbe succedere se quel cristallo si riunisse al suo corpo celeste? -

- Si intensificherebbe il suo potere… - soffiò incredula Ami, analizzando i risultati che il suo computer aveva prodotto.

- Esatto! Il mio potere è più forte del vostro per questo motivo. Galaxia non ha tenuto conto di questo piccolo particolare, presa com’è dalla smania di conquistare l’universo… vedrai Usako, andrà tutto bene. E poi noi, ti proteggeremo sempre, non permetteremo a nessuno di distruggere la tua Luna -

Usagi si sentiva un poco sollevata. Certo, non le si prospettava una gita di piacere, ma tornare a casa sarebbe stato emozionante. Sorrise a tutti e scattò in piedi, piena di speranza.

- Io sono pronta. Andiamo! - disse convinta. E senza rendersene conto infuse a tutti le sue stesse emozioni.

Senza perdere altro tempo, richiamarono ognuno i propri poteri. Sentivano nuove energie vibrare tra le loro mani, forse non tutto era perduto, forse potevano ancora farcela. Attivarono il teletrasporto. Destinazione: Luna.

 

Anche questo è fatto!!! Spero abbiate capito come Mamoru ha intuito il trucchetto di Galaxia… ve l’ho detto che era un ragazzo intelligente.

In questo capitolo non succede niente di particolare, ma prima di far entrare nel vivo la situazione ho preferito soffermarmi ancora sullo stato d’animo dei nostri eroi, e quindi sulle loro paure, che per ceri versi possono essere quelle di tutti noi…il sapere di dover affrontare per forza una situazione, l’aver paura che possano far del male ad una persona che ami, il sentirsi in colpa per non aver aiutato un amico o un’amica, la consapevolezza che uno dei tuoi figli ti nasconde qualcosa, bè ce ne sono tanti di paragoni fattibili…

Inizialmente non avevo intenzione di farli andare sulla Luna, ma la storia è uscita da sola senza che io potessi fermarla…

Non credo manchi molto alla fine, ma non temete non vi abbandono, ho già in mente un seguito, alla fine dell’ultimo capitolo vi anticiperò qualcosa…

Ed ora i ringraziamenti:

 

Usagi89: si Seiyuccio è diventato più maturo, e alla luce dei fatti non può farsi trascinare dai suoi sentimenti, ora i suoi fratelli sono più deboli psicologicamente, non che lui se ne freghi, ma c’erano loro con la Principessa, infatti se hai notato non hanno detto una sola parola, hanno silenziosamente stretto i pugni…

 

dolcebunny: anche in questo capitolo ci sono sentimenti forti, e spero che per questo non sia troppo pesante, ma le parole uscivano da sole…

 

v.carvelli: ormai non manca molto, siamo quasi allo scontro finale, tieni duro e ne vedrai delle belle.

 

Hatori: prima di tutto ti do il benvenuto tra i commentatori (si può dire??) di questa storia, sono contenta che ti piaccia, ho mantenuto una linea generale simile all’anime, tranne che in questo capitolo… ho scelto un posto caro ad Usagi per la battaglia finale, spero che continuerai a leggerla.

 

miki90: già, Seiya non può fare niente, ma la difenderà sempre, lei rimarrà sempre una persona importante per lui, e forse anche sulla Luna avrà un ruolo importante.

 

valepigia: wow hai letto lo scorsa capitolo alle 2 e 20… però vedo che sei stata attenta lo stesso, ok il dilemma del trucco di Galaxia è risolto, ci avevi pensato???

 

merwen: che brutta sensazione hai? Non deve essere brutta, anche qui c’è un piccolo indizio…rileggi l’ultimo capoverso, purtroppo non posso dire di più, ma c’entrano i sentimenti positivi di una certa persona…

 

Milena: eccomi qui tesoro, ho trovato i cinque minuti famosi per pubblicare, per il resto del week-end farò l’infermierina… meno male che hai recuperato i due capitoli precedenti, altrimenti leggere anche questo insieme agli altri avrebbe potuto essere un pochino pesante…spero di sentirti presto.

 

blue1989: ti piace la mia scelta di cambiare ambientazione? Ho scelto un luogo caro alla nostra Usagi, e lei proprio “sotto gli occhi di una incredula Galaxia”… bè, dovrai aspettare.

 

Kirby: bè si, la mia Usagi è simile all’anime, è lei che ho imparato ad apprezzare, che mi ha insegnato tanti valori, “sebbene sia sempre un po’ sbadata e pasticciona” (come dice lei stessa nell’ultimissima frase dell’anime… sigh sigh).

 

Kiaretta: Ammmore!!!!! Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto, lo stavi aspettando con ansia, e spero che ti sia piaciuto anche questo, tanto tu l’hai letto prima hi hi hi.

In fondo sono o non sono la tua scrittrice preferita??? Se non commenti anche questo non ti faccio leggere più niente in anticipo…oooops ho dimenticato di dare anche a te il benvenuto qui.

 

Ok mi sembra di aver detto tutto, ci vediamo (s fa per dire) nel prossimo capitolo.

Bacio Usa

  
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