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Autore: SoleStelle    09/10/2012    2 recensioni
Questa storia è il continuo della long "Fine dell'incubo.. inizio della favola" ma può essere letta anche indipendentemente.
Avrà 25 capitoli e, come nella vecchia storia, il primo e l'ultimo capitolo saranno corti e serviranno per dare il quadro della situazione.. (prologo ed epilogo).
Beh..che altro dire?!
Dal testo:
[...] caddi in terra inginocchiandomi e strinsi i pugni iniziando a piangere.. ancora.
Era tutto finito.. tutto sparito.. [...]

Buona Lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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Il mattino seguente, quando la sveglia suonò per ricordarmi che dovevo andare in facoltà, mi ritrovai avvolta nel lenzuolo sdraiata, completamente, sopra di lui.
“non sei stato solo un sogno” dissi. Negò con la testa.
“sono reale” disse stringendomi.
“per fortuna”. Sorrisi.
Rimanemmo qualche minuto fermi, poi mi alzai e andai a preparare la colazione mentre lui si lavò.
Fece colazione mentre io riordinai e mi lavai poi, insieme, ci preparammo. Andammo in facoltà con un’unica macchina ma appena arrivammo si allontanò per raggiungere un’altra ragazza.
Ci rimasi male.. malissimo.
Entrai e mi andai a sedere lontano da Luca e Mattia. Tirai fuori il quaderno degli appunti e l’astuccio senza degnarli di nota. Iniziai a far tremare nervosamente la gamba fino a quando entrò il docente.
Passai le prime quattro ore di lezione a prendere appunti, ignorando il cellulare che, nella borsa, vibrava in continuazione per l’arrivo di nuovi messaggi, poi mi stancai e, appena ci lasciarono liberi per il pranzo lo spensi. Mi alzai e mi incamminai verso l’uscita.
Passai affianco a Riccardo, intento a parlare con la stessa ragazza, e lo sorpassai. Aumentai il passo e corsi fuori.
Andai in biblioteca, per niente affamata, e mi sedetti in uno dei tavoli liberi iniziando a trascrivere in bella copia tutti gli appunti.
“Perché sei scappata?” chiese. Lo ignorai, continuando a scrivere. Mi si sedette di fronte e mi chiuse il quaderno. Lo guardai male.
“Starei ricopiando, se non ti dispiace.” dissi, acida.
“A dire il vero s:. mi dispiace.” disse.
“Vorrei finire di trascrivere gli appunti.” risposi cattiva. Mi tirò via anche l’altro quaderno da sotto e lo chiuse appoggiandolo sull’altro.
“Li copierai a casa.” disse. “Ora però mi ascolti.”. Sospirai.
“Dimmi..” dissi allargando le braccia. “Non credo di avere molta scelta.”.
“Voglio sapere perché sei scappata prima.” disse. Voltai il viso dall’altro lato. “aveva i miei appunti”. Lo guardai neutra. “Aveva i miei appunti. Non ha passato l’ultimo esame del primo anno e me li ha chiesti, io glieli ho prestati e ha passato l’esame. Fine della storia, voleva solo restituirmeli.. e ringraziarmi.”
“Non mi interessa.” mentii.
“Strano, perché dalla tua faccia non si direbbe.” disse.
“Perché dovrebbe interessarmi?” chiesi.
“Non lo so, ma se non ti interessa posso anche andarci a letto. Era molto ben disposta..” disse alzandosi. Lo fulminai mentre si incamminò.
 

*Riccardo*

 
Feci qualche passo sostenendo il suo sguardo poi scoppiai a ridere..
Fortuna che la biblioteca era vuota..
Mi riavvicinai a lei e le presi la mano baciandogliela.
“Mi piace vederti gelosa.” ammisi. “Significa che a me ci tieni veramente”.
“No guarda.. sono tornata a Verona, ho cambiato facoltà, mi sono studiata in tre mesi tutto quello che tu hai studiato in un anno così per divertimento.. non avevo niente di meglio da fare per impiegare il tempo!” rispose, velenosa. La baciai a stampo. “Sei tornata a Verona per tornare con me, perché ora ti allontani?”.
“pavone..” bofonchiò. Risi. Beh.. me l’ero meritato.. “non ti allontano..” sussurrò.
“non ho detto che mi respingi.. ma che scappi” dissi rimanendo chinato davanti a lei.
“scusa” disse.
“non voglio che mi chiedi scusa.. ma se vuoi tornare a stare con me devi tornare la Sara di sempre.. non devi fuggire.. ti amo e devi fidarti di me” dissi spostandole il ciuffo dietro i capelli.
“io mi fido di te” disse sicura. “e delle altre che non mi fido” specificò borbottando. Sorrisi.
“a me basta sapere che di me ti fidi” dissi. Sorrise guardandomi. “vogliamo andare a mangiare? Tu non hai nemmeno fatto colazione”. Annuì.
“metto via la roba” rispose, iniziando a raggruppare tutto. Le aprii la borsa e lei ci infilò dentro tutto poi se la caricò sulle spalle. L’abbracciai e mi incamminai ma mi fermò tirandomi per il braccio.
“cosa c’è?” chiesi.
“devo dirti una cosa prima” disse contenta.
“dimmi” dissi curioso.
“Ti amo.” disse sorridendo. Sorrisi di rimando e la tirai a me baciandola.
“Idem.”. La presi in giro e lei rise.
“Invece che migliorare qui si regredisce, andiamo bene!”. Stette al gioco e mi prese in giro a sua volta.
Se sarebbe durata o meno non lo sapevo.. ma una cosa era sicura: per il momento avevamo fatto pace!
 
 
 
 
--- --- ---
Note dell’Autrice:
in quanti mi stanno odiando?
per il momento sembra che abbiano fatto pace.. ma durerà?!
ci si avvicina sempre di più alla fine..e io non so ancora se vi meritate il lietofine o meno.. voi cosa dite?
   
 
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