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Autore: The Cactus Incident    09/10/2012    3 recensioni
Il mio spettacolo era arrivato al termine, il sipario si abbassava e le luci si spegnevano, tingendosi di un applauso rosso scarlatto.
[...]
L’ascia si sollevò, pronta a calare senza esitazioni, ma il sibilo della lama che vibrava nell’aria fu interrotto, quando un verso infernale squarciò l’innaturale silenzio che per quella giornata aveva riempito Asgard.
[Daenerys Targaryen -Il torno di Spade]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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dany chapter 4


Salutato Rhaegal cominciai a correre dietro Daenerys. Dovevo sapere cosa non voleva dirmi, ma trovarla fu un compito più impegnativo di quello che credessi.

Inizialmente la cercai nei suoi appartamenti e quello fu il primo fallimento. Poi provai in vari posti del palazzo e per poco non entrai erroneamente negli appartamenti della regina.
Ero trafelato e a torso nudo, ma continuavo a cercare quella piccola vipera pallida e sanguinante che si rifiutava di dirmi come stessero le cose.
Perché il suo drago mi aveva guarito? E soprattutto, se era capace di una cosa del genere, perché non faceva lo stesso con lei? E, soprattutto, cosa significava quella luce bianca?
Speravo solo di non esser stato ingravidato da un drago, sarebbe stato un bel problema.
La trovai diverse ore dopo, e arrivare al suo nascondiglio non fu esattamente cosa facile.
Si era rifugiata quasi in cima all’enorme albero che abbracciava e si radicava nella parte più alta del castello. Non ero mai stato un asso nell’arrampicata, ma piuttosto che dargliela vinta, l’avrei raggiunta lì in cima.
Quando mi vide sbucare aveva un’espressione sconvolta. Mi sedetti sul ramo che in quel punto di allargava e appiattiva in maniera spaventosa, intrecciandosi numerose volte con altri ramoscelli e creando una sorta di piattaforma. Ripresi fiato e mi voltai a guardarla.
“Forza Lady Daenerys, sono tutto orecchi”
“Riguardo a cosa?”
“Al perché il tuo drago può guarire me, ma non te, a quella luce bianca e soprattutto al perché tu sia scappata in questa maniera. Sono un principe dedito alla magia, la mia fisicità non è di certo il mio punto di forza”
“Non ho niente da dirti, Loki”
“Daenerys vorrei già ampiamente vedere la tua testa su una picca, ti converrebbe darti una mossa”
“Altrimenti? Trovi un altro motivo per farti sbranare da Drogon? Non sei esattamente nella posizione di minacciare e io non sono una di quei Midgardiani che fai tanto tremare” indurii la mascella e presi un respiro profondo.
“Facciamo un accordo, tu mi dirai come stanno le cose e io ti prometto una morte breve e indolore” a mio avviso era un accordo più che ragionevole, visto che altrimenti avrei goduto vedendola contorcersi e urlare in lingue nemmeno a lei note.
“E se io ti buttassi di sotto in questo istante esatto? Toglieremo di mezzo diversi grattacapi, non trovi?” scrollai le spalle.
“Significa che proverò a farmelo spiegare da Rhaegal e mi metterò alla ricerca di un qualche volume che parla di draghi e quando ti ucciderò, sarà una vera e propria goduria. Con permesso” feci voltandomi e sperando di aver sortito l’effetto necessario.
Mi stavo già dedicando alla discesa quando parlò.
“Talvolta mi chiedo come tu faccia ed essere così idiota” La mia testa sbucò di nuovo oltre la piattaforma, l’espressione tutt’altro che felice.
“Modera i termini”
“Pensi davvero che darai corpo a quel delirio venefico che si agita nella tua mente? Ne sei così convinto?”
“Il tempo per aspettare non mi manca, Daenerys, e la pazienza non scarseggia”
“Certo, comunque, siediti, sto per spiegarti quella che sarà la tua vita d’ora in poi”
“Sarebbe?”
“Rhaegal”
“Credo di non capire” Prese un respiro profondo, ad occhi chiusi e dilatò le narici, come a provare a calmarsi in qualsiasi modo.
“Ti ha scelto come suo cavaliere, da questo momento in poi non è più sotto la mia tutela. Sappi solo che se gli farai qualcosa ti ucciderò”
“E rischieresti di uccidere anche Rhaegal? Tuo figlio? Madre degenere” dissi con un sorrisetto sardonico sulle labbra e lei ingoiò a vuoto.
“Quindi qualcosa la sai” disse provando a tornare tranquilla, un sorriso scontento sulle labbra.
“Alla morte del cavaliere, il drago soccombe con esso per via dell’indissolubile legame. Questo non vale per il contrario” dissi citando uno dei pochi trafiletti trovati nella biblioteca di Alfheimr al riguardo.
Sorrise, maligna e l’ultimo mio ricordo fu il suo piede contro la mia schiena e poi il vuoto, l’aria che mi sferzava il viso per via della forza di gravità.
Istintivamente provai a gridare e prima che potessi anche solo provare a riprendere fiato, il respirò mi si mozzò per via del contraccolpo con la schiena di Rhaegal che si era infilato sotto di me e mi aveva salvato da morte certa. Mi aggrappai ad alcune scaglie che sembravano piccole corna sul suo collo e mi misi a sedere, prendendo fiato e passandomi una mano fra i capelli.
Gli diedi una paca sul collo.
“Grazie tante Rhaegal, tua madre provava ad uccidermi”
-Gliel’hai promesso troppo spesso perché non ti ricambiasse il favore- la voce che rimbombava nella mia mente era come giovane e canzonaria. Non avrei mai saputo distinguere esattamente il suo timbro, era dettato come dall’intuito e dalle emozioni che mi trasmetteva. Avevo letto qualcosa in proposito sempre nei famosi trafiletti.
“Ah, quindi parli” commentai tranquillo mentre continuava a volare, allontanandosi dal palazzo.
-Si, ma puoi sentirmi solo tu, o i miei fratelli draghi-
Mi poggiai mollemente al suo collo.
“Ritieniti fortunato, mi stai simpatico”
-Anche tu devi ritenerti fortunato, di solito li sbrano gli umani sbruffoni come te-
“E allora come mai io sono sopravvissuto?”
-Sei troppo freddo, mi avresti bloccato la digestione-
“Un drago col senso dell’umorismo, solo io avrei potuto averne uno” o Tony Stark, aggiunsi mentalmente.
-Chi è Tony Stark?- chiesi e arricciai le sopracciglia.
“Quindi senti anche i miei pensieri?”
-Altrimenti sarebbe difficile comunicare in battaglia- rispose lui, ovvio.
“Giusta osservazione, dove stiamo andando?”
-Dove vuoi che ti porti?-
“Mi è impossibile risponderti. Piuttosto, sai qualcosa dei piani di tua madre?”
-Se credi che ti abbia scelto per farti la spia ti sbagli di grosso, Loki- la sua voce si era leggermente indurita.
“Non ti chiederei mai nulla di simile, Rhaegal”
-E allora ti chiederei di non farmi più domande del genere-
Mi abbandonai al suo collo, poggiando la testa contro la sua corazza dura e socchiudendo gli occhi.
“Scusa” bofonchiai e lui emise una sorta di verso gutturale e soddisfatto, fuori dalla mia mente.
Volammo fino a una radura fatta da quei alberi scuri dalle chiome pallide, tipici di Alfheimr e scesi.
Inutile dirvi il ridicolo modo in cui camminavo.
“Hai bisogno di una sella Rhaegal, assolutamente, rischio di farmi seriamente male a cavalcarti senza” bofonchiai dolorante
-Ti sei fatto molto male?-
“No, basta una pausa e tornerò come nuovo” mi stesi sul manto erboso e allargai tutti e quattro gli arti, in cerca di un qualche sollievo nella parte inferiore. Rhaegal si stese comodamente e poggiò la testa sulle zampe, osservandomi.
Rimasi a lungo ad osservare i rami dell’albero sopra la mia testa. I fiori bianchi avevano delle delicate tonalità rosa e oscillavano nel vento leggero senza staccarsi dai pistilli sottili e scuri.
“Perché hai scelto proprio me, Rhaegal? Seriamente, intendo”chiesi dopo molto, o forse troppo poco.
-Ci sono cose che nessuno può spiegare, Loki, e questa è una di quelle. I draghi non cercano i puri d’animo o chi può dar loro la gloria, semplicemente scelgono qualcuno di adatto a loro, ma non spetta a loro la decisione. E’ come se scattasse qualcosa di impossibile da ignorare-
“E cosa vedi di adatto a te…. in me?”
-E’ difficile da spiegare, ma è come se ci fosse qualcosa che brilla, una luce che potrebbe attirare solo me. E anche un fattore che mi ha incuriosito molto-
“Sarebbe?”
-Il tuo bisogno di qualcuno che ti desse fiducia- soppesai la sua frase, poi sbuffai.
“Io sento solo il bisogno di vendetta” dissi dopo un po’, continuando ad osservare i fiori che ondeggiavano.
-Quella offusca molti dei tuoi pensieri ed emozioni, te lo concedo, ma se riuscissi a metterla da parte insieme al senso di inadeguatezza, scopriresti molto altro-
“Perdonami se mi risulta difficile crederti” dissi leggermente sarcastico, mentre lo stomaco si aggrovigliava.
-E’ inutile mentire con me, Dio degli Inganni, vedo il tuo cuore e il tuo vero io-
“Se mi hai scelto per lui, credo tu abbia sbagliato di grosso” dissi duro.
-Chi può dirlo, solo il tempo vedrà a chi dei due dare ragione. Una cosa è certa, non ho sbagliato, come tu sei attirato da me, io lo sono da te, ma con ben più forza-
“Toccherà aspettare, quindi?”
-Credo di si-
“E sia, il tempo non credo manchi a nessuno dei due” Sghignazzò divertito.
-Direi di no-
Passammo almeno un paio d’ore lì, stesi a parlare. Rhaegal aveva molto da dire e molte cose di me stesso che voleva spiegarmi e che ancora non ero pronto ad accettare.
Sapevo che le sue erano buone intenzioni nei miei confronti, ma non era il mio desiderio più urgente dissotterrare vecchi fantasmi che con fatica e dolore avevo messo a tacere.
Dopo la chiacchierata più lunga che avessi avuto da almeno un anno a quella parte, salii in groppa a Rhaegal e tornammo al castello. Ci separammo nel cortile delle stalle e Drogon mi lanciò un’occhiata tutto fuorché felice. Raggiunti gli appartamenti di Daenerys, mi lavai e vestii. Sul letto c’erano anche gli abiti che avevo lasciato nel cortile di addestramento.
Quando uscii dalla mia stanza, Daenerys stava aspettando che le ancelle finissero di apparecchiare per entrambi.
Buona parte del pasto si consumò in silenzio, cosa insolita visto che fra di noi veniva sempre riempito da frecciatine poco felici e minacce.
“Come va la spalla?” quell’unica frase pronunciata da me con tono asciutto e distaccato, sembrò rompere in mille pezzi il silenzio e la tensione che si era creata.
“Molto bene, era una ferita superficiale” rispose lei altrettanto distaccatamente e facendo piombare nuovamente il silenzio carico di tensione e astio nei miei confronti.
“Continuerai a non rivolgermi la parola?” chiesi nascondendo il tono divertito. Era talmente infantile talvolta.
“Senza offesa, ma sono leggermente contro il mondo, al momento”
“E come mai?” chiesi fintamente innocente. Alzò gli occhi lilla e mi guardò con astio e dolore.
“Forse perché uno dei miei figli ha scelto come cavaliere un presuntuoso Asgardiano accecato dalla vendetta e dall’odio?”
“Non credi di sottovalutare il giudizio dei tuoi figli?”
“Non è di lui che non mi fido, Dio degli Inganni, ma di te” le mie labbra si colorarono di un mezzo sorriso, ma ero tutt’altro che felice.
“Mentirei se ti dicessi che non stai sbagliando” fortunatamente, la mia voce era più controllata della mia mente.
“Apprezzo la tua… sincerità, se non sono incauta a chiamarla così”
“No, sto dicendo la verità. Ma posso… omaggiarti di un’ulteriore verità: io non farò del male a tuo figlio”
“Spero tu non ti offenda se sono restia a crederti”
“Nient’affatto” Mi alzai da tavola e mi diressi alla porta. Avevo appena poggiato la mano sulla maniglia quando mi ricordai di fare una precisazione.
“E comunque, Lady Daenerys, io non sono un Asgardiano, sono uno Jotun” detto questo, che mi assicurò un’uscita in grande stile, mi diressi nella biblioteca, per una seconda scrupolosa ricerca di materiale riguardante i draghi.
Queste seconde ricerche non rivelarono molto di più, ma in un libro riuscii a trovare i progetti per una cavalcatura adeguata a Rahegal. Chiesi di poterne usufruire e poi andai alla ricerca di Edd.
“Mi dica pure Lord Senna, cerca qualcosa?” Avevo quasi dimenticato il mio falso nome.
“Vorrei che mi portassi da un mastro sellaio, ho bisogno che realizzi una cavalcatura per me”
“Certo Lord Senna, la posso accompagnare personalmente”
Sellati i cavalli ci dirigemmo dal mastro sellaio, un uomo anziano, ma con un figlio giovane e in forze che apprendeva tutto il sapere del genitore.
“Sono Lord Senna, da Asgard e avrei bisogno di una cavalcatura”
“Certo, abbiamo le selle migliori del regno, durature e comode”
“Quella di cui ho bisogno è una sella molto particolare, ho qui i progetti” allargai le pergamene sul tavolo da lavoro, appositamente sgombrato e il sellaio le guardò con attenzione.
“Avrò bisogno delle misure del suo…. destriero, Lord” presa una nota mentale di quali dovessero essere le misure da prendere, lo guardai.
“Le avrai entro la giornata. Quanto impiegherai a realizzarla?”
“Non so, ho molti altri lavori….” alzai gli occhi al cielo e gli tirai un sacchetto di monete d’oro.
“Queste subito, il resto alla fine, meno impiegherai, più sarai ricompensato. Confido in te… e nel tuo buon gusto. Buon lavoro”
Detto questo uscimmo e ci rimettemmo in sella.
“Hai un metro Edd?”
“Posso procurarmene uno, Lord”
“Saresti disposto ad aiutarmi a misurare Rhaegal? Non dovrai far altro che scrivere”
“Certo, sono a sua completa disposizione”
“Bravo Edd, impari in fretta”
Recuperato un metro e qualcosa su cui scrivere, cominciamo con la misurazione.
“Rhaegal collabora, va bene? Non fare scherzi, per favore”
-Che stai facendo?- chiese stranito.
“Ti prendo le misure”
-Perché?-
“Hai bisogno di una sella tutta tua e degna di te” gli spiegai mentre facevo passare il metro attorno al collo e dettavo ad Edd le misure.
Poi fu la volta della pancia e poi della schiena, dall’attaccatura di un’ala all’altra e altezza a quello che nei cavalli è identificabile come garrese.
-Già finito?- chiese Rhaegal sorpreso.
“Si, quando poi vorrai un vestito ne riparleremo” dissi semi sarcastico, mentre riarrotolavo la fettuccia.
-Vedi che la sella s’intoni con le mie corna e che non ci sia niente di rosso o blu- inarcai un sopracciglio.
“Siamo schizzinosi per essere delle creature presumibilmente estinte” dissi divertito.
-Voglio solo evitare di sfigurare e di farti sfigurare. Mi piace molto il tuo modo di vestirti-
“Così parlò il drago modaiolo”
-Non sono modaiolo, mi piace il verde- Scrollai le spalle e sorrisi.
“Anche a me”
“Lord Senna?” Oh, mi ero dimenticato di lui. Il figlio del primo cavaliere mi guardava come se fossi pazzo.
“Dimmi pure Edd”
“Se desidera faccio recapitare le misure al sellaio” il suo tono era abbastanza circospetto e stranito.
“Benissimo, vai pure” Stava già sparendo, quando lo richiamai.
“E, Edd? Assicurati personalmente che non ci siano decorazioni in rosso e blu. Chiedi di optare per…. il bronzo o il verde, per i particolari” Mi sentivo abbastanza frivolo a chiedere una cosa del genere, ma Rhaegal mi aveva procurato un nuovo impiego in attesa della mia occasione.


Sif P.O.V.
Ricognizione, spedizione, viaggi lunghi ed estenuanti e tornare puntualmente ad Asgard a mani vuote.
Erano ormai quasi tre settimane che continuavano le ricerche del principe Loki.
Gli animi ad Asgard erano tranquilli, molti credevano che il drago l’avesse divorato e anche io ne ero abbastanza convinta, ma l’insistenza di Thor e Odino impediva che il mio giudizio valesse qualcosa.
Il loro unico pensiero era ritrovarlo, vivo o morto, o almeno quello che ne restava.
Avevamo perlustrato in lungo e in largo tutto in regno di Asgard, dalle lande desolate a sud, ai numerosi villaggi che la punteggiavano, passando di contea in contea, di corte in corte, tutte che ci omaggiavano e si sprecavano il lunghi sproloqui riguardanti la nostra splendente capitale o l’insuperabile Odino.
Ma niente, tutte le ricerche avevano portato a niente.
Heimdall stesso non riusciva a capire dove fossero spariti, lui e il suo drago. A quanto sembrava quelle creature erano immuni anche al suo occhio onnisciente rendendo invisibili loro e i loro protetti.
Questo portava a supporre due cose: o che il drago avesse mangiato Loki o che fosse una sua creatura, magari creata durante l’anno in cui tutti lo credevamo morto e disintegrato nello spazio.
Ero appena tornata da un viaggio insieme ai tre guerrieri a mi stavo dirigendo verso le mie stanze, stanca e distrutta, desiderosa di un bagno caldo, quando incontrai la creatura più spregevole che albergava nella fortezza dorata, seconda solo a Loki.
“Lady Sif, già di ritorno? Posso quindi dedurre che le vostre ricerche sono state vane” La sua voce era paragonabile al sibilo di un serpente.
“Amora” mi limitai a salutarla senza darle corda. Amora l’Incantatrice, tremenda doppiogiochista che ancora non era stata cacciata da Asgard perché sapeva come raggirare Thor. Lei è quella tremenda chioma bionda. Irritava la mia retina coma la frustata di una coda di cavallo in un occhio, ricordandomi i tempi andati in cui la mio chioma era chiara come l’oro e famosa in tutta Asgard.
Maledetto Loki, se mai mi capiterai fra le mani, ti raperò a zero come tu hai fatto con me.
“Come siamo scontrose, dev’essere snervante continuare a fare un buco nell’acqua dopo l’altro. Chissà che si prova, a me non è mai capitato. E’ frustrante come sembra?”
Quell’arpia bionda, nelle sue succinte vestiti verdi continuava a volteggiarmi attorno, rischiando quasi d’intralciarmi il cammino, ma senza mai sfiorarmi.
“Gradirei rimanere un po’ da sola con me stessa se è possibile. La stanchezza è una compagna migliore di te, Incantatrice, con permesso” e scivolai oltre la grossa porta dorata delle mie stanze.
Dopo un lungo bagno caldo, scivolai in vesti ben più comode dell’armatura e mi sedetti sul piccolo divanetto ripulendo e lucidando con cura alcune armi.
Ero intenta nella lucidatura della mia spada, quando bussarono alla porta. Qualche secondo dopo, sbucò la figura slanciata e innocua di Lady Sigyn.
“Sigyn, vieni, accomodati” dissi sorridendole.
“Sicura che non ti disturbo?” chiese osservandomi con i suoi grandi occhi color cielo.
“Tu non sei mai di disturbo” le dissi sincera e lei avanzò con passo leggero fino a me, per poi sedersi quasi ai miei piedi.
Sigyn era la classica bellezza asgardiana. Aveva una chioma folta e fluente color grano tenuta sempre in una treccia morbida e ordinata che scendeva sulla scapola destra.
Il fisico era minuto ma ben tornito, dalle forme morbide e delicatamente evidenti. Il suo viso aveva tratti sottili e dolci, con labbra piene e rosee e occhi leggermente a mandorla azzurri.
Le gote chiare si coloravano spesso di un rosa intenso e spesso passava il suo tempo con me.
Avrebbe dovuto essere la promessa sposa di Loki, designata quando per il principe cadetto si auspicava un futuro ben diverso da quello che poi c’era stato.
Anche per questo le altre dame che vivevano a corte avevano sempre degli sguardi diversi o di scherno per lei, vittima degli eventi e di quel dissennato del principe.
Io ero stata l’unica ad accoglierla calorosamente. Sapevo bene cosa significava essere diversi e doversi conquistare la fiducia altrui briciola per briciola.
Quante donne, al di fuori dell’ordine delle Valchirie, riuscivano ad affermarsi come guerriere? Era pressoché impossibile ritagliare un posto d’onore al fianco dei tre guerrieri, eppure ci ero riuscita.
Sigyn era sola ed isolata, non me la sentivo di lasciarla con quelle arpie delle dame di corte, più insidiose dei nemici in battaglia. A quelli basta tagliare la testa, con loro la cosa è più complicata.
Sigyn era arrivata alla corte di Asgard poco dopo la caduta di Loki dal Bifrost e da allora viveva lì. Il padre sperava in un buon matrimonio che potesse portare vantaggi a lei e alla sua famiglia e vista la situazione, era in attesa di un qualche guerriero o nobile Asgardiano che la prendesse in sposa.
Sfortunatamente per lei, dalla caduta di Loki non c’erano state occasioni di festeggiamenti in cui poter approcciarsi o simili.
“Il viaggio è stato molto stancante?” chiese interessata.
“Non più dei precedenti, la vita procede tranquilla qui?”
“Si, come al solito. Hodur si sta facendo sempre più insistente” Alzai gli occhi al cielo. Hodur era questo grosso e rozzo guerriero che ogni tanto gozzovigliava al castello. Famoso per la sua lealtà e tenacia in battaglia, non era né un bell’uomo né tantomeno gentile.
“Sigyn, se non sei disposta ad accettare la sua corte devi dirglielo, non puoi continuare a fuggire”
“Sif, io ho fatto di tutto per spiegargli gentilmente che non m’interessa, ma è caparbio e ormai si è impuntato”
“E tu prova a dirglielo con meno gentilezza” abbassò il viso, affranta.
“Sai che non posso, Sif, io non sono come te. Una mancanza di rispetto del genere potrebbe costarmi cara. Io sono stata educata come moglie, ho bisogno di un marito” sbuffai, e continuai a pulire la spada.
“Bene, allora dobbiamo trovarti qualcuno di adatto a te. Bragi, ad esempio, è sempre molto gentile con te. Hai mai pensato a lui?”
“Bragi?” chiese fra se, soppesando l’idea.
“Si, infondo è un bell’uomo, buon combattente e ottimo poeta, sarebbe l’ideale per te, non trovi?” rimase un po’ a mordicchiarsi le labbra.
“Si, forse hai ragione, sarebbe davvero perfetto” rimase un po’ a guardarmi. “Che ne pensi se ti sistemo i capelli?” Sistemai la spada nel fodero e mi smossi distrattamente i capelli.
“Ma ti piacciono tanto?”
“Moltissimo, sono così scuri, un nero davvero bellissimo” osservai distrattamente una ciocca lisciandola con le dita, mentre pensavo malinconicamente alla mia vecchia chioma dorata.
“E’ per via di Loki, un tempo ero bionda. Un bellissimo biondo oro, simile a quello dell’Incantatrice, ma ben più lucente”
“E poi? Cosa accadde?”
“Preso da un moto di gelosia nei confronti del fratello, nel sonno mi rasò a zero perché Thor amava i miei capelli. Thor prese le mie difese e lo obbligò a ridarmi una chioma fluente, ma da allora sono neri” Prese la spazzola dal tavolo posto davanti allo specchio e mi giro attorno, cominciando a spazzolarmi delicatamente.
“E’ un bene che tu non debba più sposarlo, Sigyn, non posso immaginare cosa ti avrebbe fatto altrimenti” Sigyn rimase in silenzio, continuando a spazzolarmi i capelli.
“Io non sarei così scontenta se avessi i tuoi capelli. Una chioma corvina fra un mare di teste bionde spicca anche più del biondo più lucente”
“Ma qui siamo ad Asgard, la questione è diversa. Sarò sempre fiera di me, ciò non toglie che rivorrei i miei capelli biondi” sospirò ed emise un mezzo sorriso.
“Sarà”




E dunque v.v
Loki è il cavaliere di Rhaegal, come credo molti avessero già intuito
Daenerys è tutt’altro che felice di quello che è successo, mentre Loki almeno adesso ha qualcosa da fare e un ottimo modo per riscattarsi v.v
Forse vi chiederete il perché del Sif point of view, ma avevamo bisogno di sapere cosa succedesse a palazzo, no?
Ho una mezza idea, non so se riuscirò a metterla in pratica v.v
per il momento sono fiduciosa :D
Ringrazio Efy e _Lenalee_ per aver recensito lo scorso capitolo e le venti persone che hanno inserito questa storia in una delle tre liste :D
Ne approfitto per dirvi che sparirò per un po’
Per tre settimane sarò a Londra con la scuola, il ché vuol dire niente aggiornamenti, anche se credo di poter continuare a scrivere *spera in vano di catturare/almeno incontrare Tom Hiddleston*
Mi farebbe davvero piacere sapete cosa ne pensate di questa storia v.v
vabbè, continuerò per amor di Daenerys e Loki v.v
alla prossima! :D
The Cactus Incident

  
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