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Autore: Audrey Shadows    09/10/2012    4 recensioni
Mel ha quasi 18 anni, è una ragazza alta, con lunghi capelli neri, e occhi verdi che con il cattivo tempo diventano grigi.
Aveva poco più di 17 anni quando le venne diagnosticata la leucemia.
Improvvisamente, a differenza del carattere forte che l’aveva sempre contraddistinta, smette di lottare e si abbandona alla chemio e ai sintomi postumi che essa causa.
Iniziò a dividersi tra l’ospedale di LA e casa sua, nella quale aleggiava una forzata allegria.
Solo una cosa ancora le lascia un briciolo di speranza: la musica.
In particolare 4 ragazzi, che continuano a farle battere il cuore, pompando sangue nelle vene.
I Tokio Hotel.
Quando li vide la prima volta di innamorò immediatamente; sognava di poterli incontrare, andare ai loro concerti, farsi delle foto con loro etc….
Sognava che Bill un giorno potesse ricambiare il suo amore.
Poi era arrivata quella cazzo di malattia.
E la sua vita era finita, ancora prima che potesse cominciare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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‘Voglio davvero che tra noi funzioni. A dir la verità, non ho mai voluto niente così 

tanto’.

Christian Grey, 50 Sfumature di Grigio






 
-mi spieghi esattamente perchè te ne stai rimanendo qui?- per questa domanda Bill si beccò una gomitata da Mel, che ignorò. Erano in cucina e stavano prendendo un teh; Bill aveva approfittato dell'assenza del fratello per parlare con Liz.

La ragazza, per niente scalfita dalla domanda, alzò gli occhi dal giornale di gossip che stava leggendo -perchè mi va?- gli chiese con tono ovvio, squadrandolo e non degnando di un minimo di attenzione Mel.
-senti ... sto cercando di evitare di prenderti a schiaffi perchè, mi duole ammetterlo, mi faresti male poi. E sto anche evitando di insultarti perchè non mi sembra carino ... ma gradirei se te ne andassi- ormai erano 3 settimane che Liz alloggiava a casa loro, e dalla depandance si era spostata in una delle camere per gli ospiti.
Utilizzava regolarmente la palestra in mansarda, con enorme disappunto di Tom, e usciva qualche volta per conoscere la città a poco a poco.
-che cos'ho che non va Bill?- chiese con un filo di voce rituffandosi nella rivista -pensavo che fossi stato tu a cercarmi per tuo fratello-
-è vero, ma non stai facendo nulla per chiarire le cose ... anzi le stai solamente peggiorando comportandoti così, sopratutto con Kate-
-chi? quel cagnolino che va dietro a Tom? sì, ci ho parlato qualche volta ...-
Bill a quel punto abbassò lo sguardo, sospirò e poi si alzò dalla sedia, senza guardare la sua ragazza.
Mel rimase per qualche minuto a fissare Liz, che non dava segni di udienza.
-Kate è una brava ragazza ... non dovresti comportarti così con lei- riuscì infine ad articolare Mel -non se lo merita-
Mel era venuta a sapere un po' della storia di Mel da Bill, che a sua volta gli era stata raccontata da Tom.
In poche parole nessuno si faceva i fatti propri.
-perché dovrei darti ascolto? Perché sei la piccola, povera, indifesa Mel? Perché sei una sopravvissuta pure tu? No, grazie.- sputò acida Liz in risposta.
Mel la guardò per qualche secondo, poi raccolse tutto il suo coraggio e le rispose –è proprio per questo … tu non sarai mai Kate … è questo che ti da alla testa- poi come se niente fosse si alzò e uscì dalla cucina.
Liz rimase a bocca aperta. Avrebbe fatto male a qualcuno… sul serio.
 


Kate sbatté più volte le palpebre, si stiracchiò e poi aprì gli occhi.
Accanto a lei, Tom dormiva profondamente.
Kate lo guardò, studiandolo con tutta calma. Era girato verso di lei, nel sonno il suo viso sembrava molto più giovane, rilassato.
Le sue labbra scolpite e imbronciare erano socchiuse, i dread di una strana lucentezza erano sparsi per il cuscino.
Kate sorrise, si alzò cercando di non svegliarlo e corse in bagno, dove si rinchiuse.
Si guardò allo specchio, ammirando come la maglia di Tom le cadeva bene sul corpo, coprendola fino a metà coscia.
Si portò un lembo della maglietta al naso, inspirando l’odore di Tom. Il misto tra odore di sigaretta, colonia, dopobarba e Tom, le stuzzicò il naso.
Era un odore così buono … Si sciacquò il viso, cercando di mandare via un po’ della calura che provava.
Poi tornò in camera, dove Tom era ancora nella stessa identica posizione.
Sorrise e gli si avvicinò; il petto nudo s’abbassava e si alzava ritmicamente, e in quel momento una traccia di sorriso gli increspò le labbra.
“a chi starà pensando?” si chiese Kate, poi si avvicinò e iniziò a baciargli delicatamente la guancia, fino ad arrivare a quelle bellissime labbra.
Una volta raggiunte, Tom era più che sveglio, e la strinse a sé, sorridendo contro le labbra della ragazza.
-ciao, piccola …-
-ciao Tom …- sospirò –è ora di alzarsi, sono le 8, è una bellissima giornata e io devo andare a lavoro …-
-ti accompagno io …- Kate si alzò dal letto, allontanandosi a malincuore dalla stretta del ragazzo –ti dona la mia maglia devo dire – sentenziò con un sorriso malizioso Tom.
-lo so, starei bene anche con un sacco della spazzatura!- lo schernì Kate, provocando le risa di entrambi -forza- Kate si spogliò e si avvicinò al suo armadio, ben consapevole di essere osservata dal ragazzo.
Scelse una canotta nera aderente, e un paio di jeans leggermente beggy. Se li infilò velocemente e si ravviò i capelli.
-commenti?- chiese volandosi versò Tom e raccogliendo la chioma in un’alta coda di cavallo.
-sei bellissima … non ho nient’altro da aggiungere!-
-sei troppo buono … ti stai rammollendo, Tom?-
-assolutamente … solo credo che tu riesca a tirare fuori il mio lato dolce-
-owwww- Kate gli si avvicinò e si rifugiò tra le sue braccia –come si farebbe senza di te, eh??-
Tom  sospirò. Non doveva rovinare quella ragazza, non poteva e non voleva.
-bisognerebbe inventarmi, ovvio!-
-forza, andiamo … prima che tenti di assalirti!-
Una decina di minuti più tardi, dopo aver preso un caffè, erano fuori di casa diretti al lavoro di Kate.
 


“Non sarà poi così difficile …” Liz inspirò ed espirò più volte, ma proprio non ce la faceva “forza Lizbeth! Non stai facendo nulla di male …” e con quest’ultima bugia abbassò la maniglia della stanza di Tom.
Sapeva perfettamente che non doveva trovarsi lì; la casa era vuota, ma ciò non le dava il permesso di entrare nelle camere altrui.
Si disse che avrebbe dato solamente un’occhiatina.
Non richiuse la porta alle sue spalle, pronta in caso avesse dovuto scappare nella mansarda/palestra. Il letto era fatto, le lenzuola bianche tirante, senza una grinza.
5 cuscini sovrastavano la testata del letto.
La scrivania era un completo disastro per i parametri di Liz: fogli scritti e non sparsi ovunque, il Macbook aperto, occhiali da sole (ben 3 paia) in qua e in la sul piano. E un libro.
Liz si avvicinò e lo prese in mano, accarezzandone la copertina e sfogliandone le pagine annusandone il profumo.
Il titolo che campeggiava in copertina era “The Picture of Dorian Gray”; probabilmente glielo aveva passato Bill, nel tentativo di fargli leggere qualcosa.
Ripose il libro e si aggirò per la stanza, per poi affacciarsi alla finestra.
Il giardino era curato e Scotty stava provvedendo a distruggerlo rincorrendo Isy, il bassotto di Bill. Sbuffò.
La sua spedizione non aveva dato frutti, e ad essere sincera, non sapeva nemmeno lei cosa cercava.
Forse qualcosa che l’aiutasse a capire perché Tom non si lasciasse tutto alle spalle e tornasse ad essere il Tom di sette anni prima.
-Cosa stai facendo?!- la sua voce bassa e roca, che lasciava trasparire irritazione e nervosismo, la fece sobbalzare.
Arrossì fino alla punta dei capelli, ma si voltò verso la porta dove Tom se ne stava appoggiato allo stipite con le braccia conserte.
-Niente … io me ne stavo andando- fece per avvicinarsi alla porta, ma il ragazzo con qualche falcata le fu davanti, e non si fermò, costringendola ad indietreggiare.
La bloccò contro il muro, proprio accanto alla finestra dove si trovava pochi secondi prima.
La sovrastava di ben 20 cm e il suo profumo le stuzzicava l’olfatto, era così sensuale.
-te lo chiedo un’ultima volta … cosa stavi facendo?- le sussurrò all’orecchio, ma con la giusta dose di asprezza e arroganza da farla chiudere maggiormente in sé stessa.
Lo guardò negli occhi, sfidandolo silenziosamente.
Lui attendeva una risposta, lei voleva solamente uscire da quella stanza.
-stavo cercando qualcosa che mi facesse capire perché mi hai lasciata sola- di colpo aveva capito che voleva parlargli, non voleva più reprimere quelle parole.
-vuoi sapere perché ti ho lasciato sola … ma vedi- sospirò –come al solito ti preoccupi solamente di te stessa. Perché non ti chiedi come sto? Come sono stato?- Tom non distolse lo sguardo da quello della ragazza, quegli occhi azzurri che l’avevano tanto tormentato –ti ho lasciato sola perché sei una fottuta egoista Liz…-
La ragazza non riuscì a capire cosa provava il ragazzo: espressione impassibile e tono piatto.
Gli occhi erano freddi e la scrutavano, la scavavano dentro.
-come ti senti?- riuscì infine a chiedergli quando non riuscì a sopportare il suo sguardo penetrante; lo sguardo di Tom tradì stupore per qualche secondo, poi tornò ad essere glaciale.
-sono incazzato Liz, sono deluso, triste … ma anche felice che tu nonostante tutto stia bene- strinse gli occhi come se la cosa lo facesse particolarmente soffrire … e probabilmente era proprio così.
Liz non riuscì più a contenersi: poggiò le mani sull’ampio petto del ragazzo e si alzò sulle punte, avvicinando il viso al suo.
-c’è ancora qualcosa Tom … o il tuo cuore non batterebbe così velocemente- Tom si scansò bruscamente –non mi toccare, esci immediatamente da questa stanza e non entrarci mai più!- attese che Liz uscisse dalla stanza, senza degnarla nemmeno di uno sguardo, poi chiuse violentemente la porta e si gettò sul letto.
Tirò un pugno ad un cuscino, che per la forza rimbalzò sul letto.
Inspirò ed espirò più volte, cercando di calmarsi almeno esteriormente e il più possibile interiormente.
In meno di 40 minuti doveva raggiungere Bill allo studio o avrebbe assistito ad una strigliata di dimensioni epocali … e proprio non sarebbe riuscito a sopportarla.
 
 

-grazie e arrivederci!- consegnò il sacchetto che conteneva 3 porzioni di macedonia al cliente che le sorrise e uscì.
Quella giornata sarebbe stata completamente sola. Lei, la musica che le piaceva ascoltare e il negozio.
La famiglia di Robert era ad un ricevimento importante organizzato da altri parenti, e lei si era offerta di rimanere al negozio.
Inizialmente Robert e sua madre avevano opposto resistenza, ma poi l’aveva avuta vinta. Voleva passare un po’ di tempo da sola e riordinare le idee.
E i ricordi della notte appena trascorsa le tornarono alla mente, facendola arrossire; casualità, alla radio passò “sex on fire” dei kings of leon.
Era stato veramente … wow. Il suo soprannome era del tutto meritato, quello doveva concederglielo.
-mi scusi …- una voce bassa e calda la distolse dai suo pensieri, ricordandole che era a lavoro.
Focalizzò l’attenzione sull’uomo sulla trentina che era appena entrato … forse aveva solamente qualche anno più di lei, ma questo era relativamente importante.
Era di una bellezza disarmante.
Capelli non esageratamente corti, castano scuro scompigliati, occhi azzurro ghiaccio e labbra leggermente carnose e rosee. Il viso liscio, senza accenni di barba.
Indossava una camicia e sotto un jeans aderente con converse nere.
E quell’adone era nel suo negozio.
Wow.
-mi scusi- sorrise amabilmente –posso esserle utile?-
-non si preoccupi … volevo 2 porzioni di macedonia senza mela …-
Kate annuì -perfetto- preparò le due vaschette con estrema cura e attenzione, ben consapevole di essere osservata.
Una volta finito le pesò e le insacchettò, per poi porgerle al cliente/strafigo –ecco a lei, sono 7 dollari-
Con una mano tenne il sacchetto, mentre con l’altra prese il portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans, sempre sorridendole.
Si appoggiò il portafoglio al petto ed estrasse una banconota da 10 e gliela porse -ecco-
Kate si affrettò a cambiare i soldi e dargli il resto, senza rimanere imbambolata.
-non mi sembra il tipo da questa zona della città- ma si pentì in un nanosecondo della sua frase. Perché non collegava il cervello quando parlava??
Fortunatamente il ragazzo sorrise –non sono nemmeno di qui in effetti … vengo da New York, mi chiamo Neil- le porse la mano oltre il bancone, e Kate sorridendo la strinse.
-Kate, piacere … New York dev’essere bellissima, non ci sono mai stata!-
-in effetti è bellissima, soprattutto rilassarsi a Central Park … ma devo dire che Los Angeles è molto meno caotica.- Neil, mentre parlava, si mise a sedere su uno degli sgabelli al bancone –tu invece sei di La?-
-veramente sono italiana, ma vivo qui da un paio d’anni. Tu da quanto sei qui?-
-una volta sono stato in Italia per lavoro, ed è veramente bellissima. Anche le ragazze, e tu ne sei una prova esemplare- le sorrise piegando la testa di lato, un sorriso e un’affermazione che la fecero arrossire.
-non è vero … e poi non hai risposto alla mia domanda…- evitò il suo sguardo, sistemando i cucchiai e le ciotole da macedonia.
-Sono qui da un mese o poco più per lavoro, la mia azienda è appena entrata in possesso di un’altra e dobbiamo sistemare qualche dettaglio prima di aprire una filiale … ma sono cose noiose, piuttosto, parliamo di te-
Le attenzioni che quel ragazzo le donava era alquanto lusinghiere, non avrebbe mai pensato che due ragazzi bellissimi quali Tom e Neil stesso avessero mai potuto posare lo sguardo su di lei, insignificante ragazza.
-di cosa ti occupi?-
-computeristica … un’altra volta, sono cose noiose. Tu? Come mai ti sei trasferita a LA?-
Kate fece spallucce –nessun motivo in particolare, è sempre stato il mio sogno potermici trasferire, e appena ne ho avuto la possibilità l’ho fatto. Credo che nella vita sia fondamentale inseguire e realizzare i propri sogni-
Un altro sorriso sbilenco illuminò il viso di Neil –ti do pienamente ragione … la vita è così breve, e andrebbe vissuta al massimo. Carpe Diem-
Kate sorrise e annuì –esatto! … mi sa che ti ho trattenuto troppo- la ragazza aveva casualmente dato un’occhiata all’orologio, scoprendo che mezz’ora era passata in un soffio.
-non mi hai trattenuto, tranquilla. Ho appuntamento con la mia televisione. Tu invece? Cosa fai dopo il lavoro?- qualcosa nel luccichio degli occhi del ragazzo le fece capire che l’avrebbe invitata ad uscire … ma ora non poteva.
-penso che andrò a casa e mi farò una luuungaaa doccia fresca- sorrise.
-al posto che annoiarci potremmo vederci e mangiare questa macedonia che sembra buonissima- la proposta del ragazzo era molto invitante, lui era molto invitante.
Perché i ragazzi attraenti e maledetti la cercavano quando era impegnata??
-mi piacerebbe molto … ma mi vedo già con un ragazzo, anche se non è niente di ufficiale … scusami- alzò le spalle a mo’ di scuse.
Neil continuò a sorridere –non dispiacerti. Nel qual caso cambiassi idea … ti lascio il mio numero- tirò fuori un biglietto da visita dalla tasca e glielo porse –mi piacerebbe che ci rivedessimo… ora devo scappare, o mi perderò la partita registrata dei Lakers! Ciao!-
Kate ebbe appena il tempo di accennare un saluto con la testa prima che uscisse.
 

 
-che stai facendo?- Kate era rannicchiata sul suo letto, girovagando per facebook e guardando il profilo delle suo “amiche”. Al suono della voce di Ivy chiuse il portatile.
-niente- rispose qualche ottava sopra alla norma. Perché si vergognava a guardare i loro profili?
“perché potresti alzare la cornetta del telefono e chiamarle” scacciò l’odiosa vocina della sua coscienza e si concentrò sull’amica.
-allora? Come è andato l’esame?- Ivette frequentava un corso di fotografia e quel giorno aveva avuto un esame.
-abbastanza bene credo … tu?- si sedette sul letto scrutando l’amica –dalla tua faccia si potrebbe pensare che ci sia stato qualche incontro interessante …-
Un sorrisetto malizioso si dipinse sul suo viso delicato da bambina. Kate arrossì.
Come faceva a capire tutto??
-beh veramente …- Kate le sorrise, facendosi pregare fino allo sfinimento, poi cede.
-okok ti racconto … anche se non c’è molto da dire.- prese fiato. Il ricordo di quel ragazzo bellissimo, di una bellezza eterea, così tanto da sembrare irreale, la sconvolgeva. –oggi a lavoro è venuto un ragazzo bellissimo. Moro, occhi color ghiaccio, fisico allenato … si è fermato a parlare con me. È di NY e mi aveva invitato a uscire questa sera-
-e tu non hai accettato?!! Sei un’idiota!- le urlò contro l’altra. Possibile che non riuscisse a capire?. Kate decise
Che non voleva litigare e sorvolò.
-comunque Tom mi aspetta a casa sua, mi devo preparare se non voglio fare tardi- si alzò dal letto e si avvicinò al suo armadio.
Non si sarebbe messa in ghingheri. Conoscendosi gli sarebbe saltata addosso senza troppi complimenti. Era così bello …
-so a cosa stai pensando … e credo che dovresti raccontarmi qualcos’altro …- Kate si voltò verso l’amica e alzò un sopracciglio, facendo una smorfia. Ivy rise.
-dai, hai capito … come è stato?-
Kate sorrise. –è stato bellissimo e perfetto. Non ho mai incontrato nessun altro che mi abbia trattato così bene-
Kate si voltò verso l’armadio nuovamente e sorrise. Le guance si imporporarono e si immerse nella ricerca di una maglietta nel suo armadio per nascondersi, per proteggersi.
Si vergognava un pochino perché sentiva il bisogno di sentire lui nuovamente suo e lei sentirsi sua.
-solo … stai attenta, ok?-  Ivy le si avvicinò –non voglio che succeda come l’ultima volta, intesi?-
Kate annuì e immediatamente gli occhi le si inumidirono.
No, non voleva che succedesse il casino dell’ultima relazione.
-starò attenta, parola di scout!- si girò, mantenendo un certo autocontrollo e sorrise abbracciando l’amica.
-ora ti lascio, ti voglio bene tesoro-
-anche io- aspettò che uscisse dall’appartamento, poi si lasciò scivolare lungo l’armadio e pianse silenziosamente.
Non voleva soffrire mai più in quel modo.






Salve Salvino! Sono qui e sono ancora viva ... più o  meno. La scuola è un O R R O R E.
Sono riuscita a partorire questo capitolo con le mie ultime forze. spero appreziate <3
Cosa state leggendo di bello ultimamente?  io (nonuccidetemiviprego) sto leggendo la trilogia di "50 Sfumature ..." e .. mi piace.
Cioè, mi ha preso. Non sto dicendo che sia un capolavoro di letteratura, scrittura, ma mi ha pigliato.
E carino, ma molto forte. Insomma, non per stomaci delicati.
Adesso vado! vi prometto che risponderò a tutte le recensioni!
Un bacione
Cat
   
 
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