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Autore: AlexisLestrange    09/10/2012    4 recensioni
La leggenda narra che la Ninfa Eco, una delle Oreadi che vivevano sulle montagne,
era solita parlare e cantare molto. La sua attitudine maliziosa scatenò l'ira della dea
Era, che la punì, togliendole la voce, permettendole solo di ripetere l'ultima sillaba
delle parole che le venivano rivolte...
Dedicata a Sedra Starr, la mia prima e unica Bitchester.
DISCLAIMER: Il titolo è ispirato all'omonima canzone dei Nightwish.
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Supernatural - Season ½'
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Per un istante, nessuno si mosse, né disse una parola. Lo stesso Ethan rimase in
disparte, di lato, ad osservare preoccupato la figura accasciata di Sedra, che se ne
stava rannicchiata su sé stessa al centro della radura.
 
Dean e Sam si scambiarono un'occhiata, ma non fecero nulla. Leanne era ancora priva
di sensi, alle loro spalle. Il silenzio era tangibile.

Sedra tossì. La videro tremare, appoggiò le mani bianche sul suolo, quasi
aggrappandosi ai ciuffi d'erba verde, conficcando le mani nel terriccio, e si voltò da un
lato, i lunghi capelli neri che le coprivano il viso.
 
Stava ansimando, ma a parte quello, sembrava stare bene. Non alzò lo sguardo,
rimase china su sé stessa, al centro di quel semicerchio di spettatori che aspettavano
la sua prossima mossa trattenendo il fiato.

«Sedra...?» mormorò Ethan, preoccupato. «Ha... ha funzionato? L'ho detto giusto?»

Lei non rispose. La testa appena più alta, la videro chiudere gli occhi, poi mosse la
mano lungo il fianco della sua veste bianca, lentamente, scorrendo le dita tra le
pieghe della stoffa. Vi trovò una cavità, infilò la mano, e quando la ritrasse, stringeva
in mano un sottile pugnale.

«Sedra!» esclamò Ethan. «Che cosa vuoi...?»

Fu un attimo. Con una scintilla di fiero orgoglio negli occhi neri, Sedra alzò in alto il
pugnale, con l'intenzione di calarselo in petto: Ethan spalancò gli occhi, si gettò su di
lei, e le strinse con forza il polso, impedendoglielo.

«No!» fece il ragazzo, ansimante, fermo sopra di lei. «No, Sedra, perchè vuoi farlo?
Non deve andare così, non deve!»

La fanciulla sbatté le palpebre una volta. Voltò la testa verso di Ethan, e lo guardò a
lungo, mestamente, gli occhi intrisi di una tristezza indelebile.

«Non è così che deve andare. Te l'ho detto.» Ethan era incredibilmente pallido, il volto
madido di sudore, e stringeva il polso della ragazza con tanta forza che si poteva
vedere la pelle sbiancare sotto la sua presa.

Sedra abbassò gli occhi, senza tentare di opporgli resistenza. Deglutì, il fiato ancora
corto, poi sbatté nuovamente le palpebre, dischiuse le labbra, e tre parole le uscirono
dalla bocca, vibrando nell'aria davanti a lei.

«Lasciami andare, Ethan.»

La sua voce era appena roca, ma aveva un che di infantile, come quella di una
bambina. Dean e Sam spalancarono gli occhi, sorpresi, e il primo non poté evitare di
lasciarsi sfuggire un: «Sedra, ma tu... parli?»

La fanciulla voltò delicatamente la testa verso di loro, guardandoli appena. Ethan non
mosse un muscolo.

«Sempre» sussurrò lei, a mò di risposta.

«Hai sempre parlato?» fece Sam, sbalordito. «E perchè non ci hai mai...?»

«Perchè le parole, sono menzogne!» lo interruppe la ragazza, con la voce appena più
acuta del solito, che tremò sull'ultima sillaba, come se stesse per mettersi a piangere.
«Eco... mentiva... e così, faceva del male... alle persone. Solo con le parole. Era solo
parole. E io non volevo... essere... come... lei. Non voglio...» Sedra si voltò di nuovo
verso Ethan.

«Ma tu non lo sei, Sedra, non lo sei mai stata!» ribatté lui, e le strinse più forte il
polso, mentre lei si dimenava per liberarsi.

«Tutte quelle storie, Ethan!» rispose lei, in un mormorio. «Tutti quei racconti!
Qualcosa mi hanno insegnato, sai. Non finisce mai bene... mai... per i mostri».

«Tu...» cominciò il ragazzo, quasi disperato, ma venne nuovamente interrotto.

«Scilla, era una Ninfa» sussurrò Sedra, piano. «Venne trasformata in un mostro
marino, e da allora divenne cattiva. Uccise tante persone, Ethan, e si divorò sei
marinai, compagni di Ulisse. Non aveva più nulla di umano, ormai.»

«Sedra, tu...»

«Anche Medusa era solo una fanciulla, ma da quando venne trasformata da Atena,
pietrificava chiunque con il suo solo sguardo» continuò Sedra, e nonostante la voce le
tremasse, i suoi occhi neri erano colmi di determinazione. «Era pericolosa, talmente
pericolosa che neppure ucciderla era bastato. Persino da morta, la sua testa mozzata
continuava a fare del male alle persone».

Ethan deglutì. «Sedra...»

«E dall'amore falso ed ossessivo di Pasifae nacque il Minotauro, e anche lui era un
mostro, e crudele. Non c'era nulla da fare, Ethan, bisognava solo saziarlo, o ucciderlo.
Era malvagio. Non era colpa sua, era solo...» Sedra non riuscì ad andare avanti.

«Non è così che deve andare» ripetè Ethan, e la sua voce tremava più che mai. «Non
ti farò uccidere».

«Io non voglio fare male a nessuno, Ethan!» esclamò Sedra, avvicinando il volto al
suo, gli occhi pieni di lacrime.

«Non ne farai. Ti prego, Sedra, tu...» la supplicò lui, ma la fanciulla lo interruppe.

«Ethan, ascoltami» sussurrò piano, guardandolo. «Le parole, sono menzogne, e per
questo non ho mai parlato. Ma la poesia...» Sedra si avvicinò ancora di più a lui. «La
poesia può rendere immortali. Lo sai, vero?» sorrise appena, incerta.

Una lacrima scivolò sulla guancia del ragazzo, mentre annuiva tremante, il collo teso.
Lasciò andare il polso della ragazza, e fece scorrere invece la mano sulla sua,
intrecciandovi le dita, fino a stringere insieme a lei il pugnale.

«Fallo per me, Ethan» sussurrò Sedra. «Solo tu puoi farlo. Rendimi eterna. Fa che
nessuno mi possa dimenticare».

Lui deglutì, annuendo ancora. «Te lo prometto» mormorò, con voce roca.

Sedra sorrise. Si allungò ancora in avanti, appoggiando quasi il capo sul petto di
Ethan, chiudendo gli occhi. Quando le sue labbra furono a pochi centimetri dal suo
orecchio, rabbrividì tutta, e bisbigliò: «Fa in fretta».

Dean e Sam si sentirono come intrusi in quel momento di così profonda intimità ed,
esitanti, distolsero lo sguardo. Per qualche motivo, non vollero vedere Ethan che
compiva quel gesto, e si voltarono di spalle.

Tuttavia, neppure così, poterono evitare di sentire il gemito di dolore di Sedra, i
singhiozzi soffocati del ragazzo, e il rumore del pugnale che cadde a terra con un
tonfo.
   
 
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