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Autore: otpshipperaf    09/10/2012    0 recensioni
Dovevo ascoltarli, avevano ragione. Come sempre la mia testardaggine mi ha fatto proseguire per la strada errata. Ho perso tutto: l'amore, l'affetto.. Soltanto per lui. Infondo è sempre stato l'uomo perfetto, o almeno credevo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi girai piano, cercando di evitare il suo sguardo. Scruto' il mio sguardo per bene e poi mi disse: "Ehi, da quando non si saluta?" mi disse cincendomi la vita e cercando le mie labbra. Voltai lo sguardo altrove, verso la finestra e poi gli dissi: "Non eri appena uscito?". Lascio' i miei fianchi e mi fece uno sguardo rassegnato, quasi di disprezzo e poi mi disse: "Si, ma sono rientrato per stare qui. Che c'è, non sei contenta?" mi voltai verso il lavandino e ripresi la mia vecchia spugna ricominciando a strofinare, questa volta in modo piu' forte. Noto' la mia espressione, mi prese per il polso e mi fece girare velocissimamente, spingendomi contro il tiretto delle posate. Ebbi paura. Con un passo veloce cercai di allontanarmi da lui il più possibile, ma per una seconda volta mi afferrò, in un modo molto più violento di prima e mi fece scaraventare per terra. Ero semistesa, cercai di strisciare verso il muro, ma mi afferro' per la maglietta e mi disse: "Cosa c'è che non va, eh? Non mi ami più?" mi disse con un sorriso cattivo aggiungendo una falsa risata. Cercai di rialzarmi molto velocemente e poi gli urlai contro: "Cosa mi domandi eh? Non vedi come mi tratti? Sei freddo, gelido, mi hai appena scaraventato per terra, urlandomi contro e tu cosa mi chiedi: Non mi ami più? Ahahah stronzo." mi pentii subito di aver detto quest'ultima parola. Mi guardò con uno sguardo di disprezzo e mi colpì violentemente. La mia gola strappo' un urlo di dolore. Improvvisamente il suo sguardo cambio', divenne timoroso, afferro' il suo giubotto ed uscì di casa, sbattendo per l'ennesima volta la porta. Sentii il rumore della sua macchina che cercava di divincolarsi verso est.
Salìì per le scale, ancora dolorante, andai in bagno e nello specchio intravidi il mio viso, ormai imperfetto, con una grossa montagna viola sulla mia guancia. Aprii il tiretto del bagno, cercando qualche crema che mi facesse calmare il dolore, ma niente. Trovai soltanto quel poco di fondotinta che mi rimase e lo spalmai lentamente sulla parte dolente. Le lacrime solcavano il mio viso già da molti minuti e le urlà di dolore non smettevano di uscire. 
Ad un tratto la porta busso' abbastanza violentemente, ebbi timore. Presi una lametta, me la strinsi fra le mani e pian piano scendevo le scale,ascoltando quel tremendo suono riecheggiare nelle orecchie.
  
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