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Autore: La Jackson    09/10/2012    2 recensioni
|Sterek Story|
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Quanto segue è un continuo di mia invenzione della seconda stagione di Teen Wolf, con tema principale la coppia Stiles-Derek. Durante il corso della storia, si presenteranno suspense, sofferenza, felicità, dolore, sangue, ossessione, amori corrisposti e contrari, lacrime, tormento, sentimenti celati...
Non mi concentrerò unicamente sulla coppia che bramo di più, ma darò spazio anche ad altre coppie ed avvenimenti che vedranno partecipi ciascuno dei personaggi – più qualcuno di mia inventiva – che siano situazioni rischiose o gioiose.
Breathing underwater, il titolo della suddetta FanFiction, tradotto prende il significato di "Respirare sott'acqua". Ovvero che ciascuno dei personaggi è costantemente in apnea, in procinto di sbagliare, perdere la vita o essere salvato. Tutto spetterà a loro e, ciò che il fato ha da offrirgli, sarà inevitabile e al di fuori di ogni loro aspettativa.
Bé, che altro dire. Questa è la prima FF che pubblico. Spero di non deludervi. Godetevi la prima razione di storia e le prossime a seguire. E se ne avete voglia, lasciate una recensione. :)
Talora lo riterrò necessario, prenderò alcuni piccoli spunti dagli spoiler della terza stagione.
- La Jackson vi saluta. (♥)
Genere: Erotico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Balance - Equilibrio

1
 






Anche quella mattina Stiles aprì gli occhi destato dall’abbagliante luce che penetrava dalla finestra spalancata. Si svegliò estremamente presto per i suoi standard, e invece era già tardi. Solitamente gli bastavano gli ultimi quindici minuti per lavarsi e vestirsi in tutta calma e poi subito a scuola con la quattro ruote longeva. Quella mattina, doveva passare da casa di Scott prima di andare. La sua vecchia bici si era rotta e di conseguenza doveva scortarlo lui, in macchina.
Con sua perspicacia – la sera prima – non appena ricevette il messaggio da parte di Scott, che sosteneva che la bici era finita accidentalmente sotto l’auto della madre, con tutta la calma del mondo si infilò maglietta larga, camicia a quadretti – sbottonata per dare in visuale la t-shirt sotto – e i primi pantaloni che gli capitarono sott’occhio. Appena sveglio era già vestito. Perfetto! Ma stupido, molto stupido. E soprattutto molto sudato. Si lavò il più in fretta possibile, impregnandosi di un profumo maschile trovato nella stanza del padre, un certo Bulgari Man. Lo sceriffo si trattava bene, a quanto pare. Impiegò altrettanto tempo per mettere in moto l’auto e raggiungere casa McCall.
 
“Mi devi una colazione.” Sentenziò Stiles, mentre Scott apriva lo sportello del passeggero. L’amico non diede ascolto a quelle parole, sembrava più stravolto da qualcosa che lo faceva intontire più del solito. Allacciò la cintura, arricciando in naso. Cavolo, l'odore era così forte?
“Scott?” ripeté più volte l’umano, senza ottenere alcuna risposta. “Terra chiama Scott.” Solo quando si decise a rifilare un pugno nella spalla dell’intontito questo si voltò a fissarlo con austerità. Fece spallucce e tornò a guardare la strada.
“Torna nel mio mondo, Scott. Mi servi da vivo.” Continuò a guidare, l’amico non dava segni di intelletto.
“E se qualcosa o qualcuno stesse arrivando in città?” Proferì inaspettatamente, cogliendo l’umano di sorpresa.
“Allora non hai perso la lingua o qualche neurone del cervello!” Enunciò ironico. “Avrei optato per i neuroni smarriti.” Ribadì, mormorando fra sé e sé.
"Sono serio, Stiles." Appunto la sua voce era ferrea e impassibile.
"La gente và e viene a Beacon Hills, Scott." Rispose retoricamente.
"Intendo... se un nuovo pericolo stesse per arrivare?"
"Non sarebbe una novità, di questi tempi."

“E se questo nuovo pericolo potesse far del male a qualcuno?”
“E da cosa intuisci che un nuovo pericolo stia per ucciderci tutti?” Gli occhi costantemente sulla strada, un incidente stradale era la prima cosa da evitare pur di non incasinare la giornata.
“L’ho sognato.” Rispose secco.
“Amico, mi sei diventato un sensitivo?” Fece capolino un sorriso indiscreto nel viso dell’umano.
Scott lo fissò con un cipiglio teso.
“E se magari continui a pensare a Allison e lasci perdere questi tuoi sogni premonitori?”
“È lei il motivo della mia angoscia. Credo sia in pericolo.”
“L’unico pericolo è che potrebbe ficcarti un proiettile in testa quando meno te lo aspetti. Fattene una ragione.” Lo distolse dai suoi pensieri. Voleva solo trascorrere una giornata normale. Cosa c’era di sbagliato? Non ne viveva una da tempo, oramai. E uno Scott assediato da pensieri sinistri era meglio evitarlo.

 

 

*°*°*
 

 

Dopo una ventina di minuti, i due si resero conto che l’unica complicazione che avesse davvero valore, al momento, era oltrepassare l’entrata della classe senza che il prof Harris facesse fare loro dietrofront per spedirli dritti in presidenza. Adagio si addentrarono in classe, per loro fortuna la porta era aperta. Superarono la cattedra dell’insegnante, che era voltato verso la lavagna. Scott riuscì ad accomodarsi per primo. Per Stiles mancava ancora qualche centimetro prima di raggiungere il banco, ma il piede di qualcuno, lo fece incespicare sul banco di Lydia – vuoto – generando gran confusione. “Caaaz-ssapanca.” Mormorò a bassa voce, evitando di imprecare in pubblico. Facendo finta di nulla, avanzò in direzione del banco ormai vicinissimo. Non appena accantonò lo zaino a terra, da esso fuoriuscirono gran parte dei libri, producendo altro frastuono e accrescendo gli sguardi di tutti, mirati su di lui. Stiles fece finta di niente, quando il prof cessò di scrivere. “Signor Stilinski, sa dove andare.” Senza neppure volgere un’occhiata alla classe per accertarsi che lui fosse il vero colpevole, tornò a redigere qualcosa alla lavagna.
“Ma che diavolo?!” Lanciò una severa occhiata a Scott che ne era uscito illeso, probabilmente avvantaggiato dall'agilità dei suoi movimenti felini. Dannati i tuoi sensi ultra evoluti da lupo mannaro, sussurrò troppo piano per essere udito. Scott mimò, senza emettere alcun suono, un sogghigno divertito.
“Sissignore.” Sbuffò, uscendo dalla classe con nonchalance. “Molto gentile, Jackson. Gesto amichevole da parte tua.” Bisbigliò prima di riporre ambedue i piedi all'esterno dell’aula.
“Quando vuoi.” Jackson Whittemore strizzò l'occhio, ritraendo il piede.
Scott aggrottò la fronte con un sorriso stampato in volto, gratificato di essere riuscito ad ingannare l’insegnante.

 
 

*°*°*

 
 

Dovette raccattare tutto il coraggio e la determinazione che aveva per decidersi a entrare. Ma lì per lì qualcosa gli diede la possibilità di ritrarre la mano. Suo padre era nell’ufficio del preside e questo bastava come pretesto a non disturbarli. Sospirò gioioso, per poi domandarsi cosa fosse venuto a fare lo sceriffo e tornò serio. Riuscì a scorgere la targhetta posta sul ripiano della scrivania, con su scritto nero su bianco Kendra Douglas. Una donna? Ciò che gli piombò subito all’occhio fu una chioma scarlatta. Ma certo! Il preside, nonché nonno malefico di Allison, era scomparso dalla circolazione – se non deceduto – e un nuovo preside era venuto a rimpiazzarlo. Una donna ramata, un viso noto, non già visto, ma alcuni lineamenti riconducevano a qualcuno di già conosciuto. Stiles si protese verso la finestrella che dava un’ampia visuale dell’ufficio, poggiò l’orecchio sul vetro di essa e stette ben attento a non lasciarsi sfuggire la conversazione in atto. Nella frazioni di due secondi, concepì che era irrealizzabile origliare anche la più acuta delle parole da quell’angolatura. Il desiderio di sentire lo stava divorando. Maledisse di non aver una predisposizione naturale per la lettura delle labbra.
Ed ecco che a metterlo in salvo da quell’ingiustizia fu Scott che apparve, con fare mascolino e Eye Of The Tiger in sottofondo, subito dopo aver voltato l’angolo. Stiles scosse il capo tornando alla realtà e scacciando la canzoncina che risuonava nelle sua testa. “Che hai combinato, testa rovente?” Sforzandosi di mantenere la voce bassa, gli diede un colpo alla nuca.
“Diciamo solo che il prof non sa cos’è l’amore.”
Stiles accigliò, cercando di comprendere cosa intendesse con quell’affermazione.
“Stavo fissando Allison da tutta l’ora e non ho risposto ad alcune domande che mi ha fatto.” Disse, calando il capo con imbarazzo.
“In poche parole, ti ha sorpreso a sbavare su Allison durante la sua ora.” Stiles esplose in una tonante risata. “Scusa, è solo che” un ultimo ghignò contenuto venne fuori autonomamente. “Lasciamo perdere.” La sua espressione si fece seria. “Tornando ai discorsi d’adulti, di cui tu non fai parte, sto cercando di capire cosa dicono quei due. ” Si piazzò nuovamente sulla finestrella, con l’intento di capire alcunché se non altro dai movimenti delle labbra.
“Posso farlo io.” Disse semplicemente.
Già, il suo udito super sviluppato. Com’è che non gli era venuto in mente? Per un attimo, il cervello della situazione era Scott. Quell’attimo che sarebbe terminato pressoché nel giro di tre minuti. “Certo. Anche la tua idea non è male.” Stiles mantenne un’aria saccente.
“Saranno lì a parlare già da ore, cosa vuoi che riesca a capire?”
“Fallo e basta.” Esaminò l’aria circostante, per vedere se qualcuno stesse assistendo a quel talk show di discorsi non abbastanza banali.
Scott, come istruitogli da Derek, mutò solo una parte del suo aspetto in lupo, le orecchie si foderarono di una peluria insolita, tese e in procinto di ascoltare qualsivoglia conversazione nel raggio di chilometri. Focalizzò il punto della situazione. “È la nuova preside. Mi sembra di capire che si chiami Kedra, o qualcosa di somigliante.”
“Kendra.” Lo corresse. “Dimmi qualcosa che già non so.”
“Contavo sul fatto che avrebbe reagito con positività venendo a conoscenza del mio nuovo ruolo in questo istituto. Ma a quanto pare…”
Stiles innalzò un cipiglio in direzione dell’amico.
“Lei. Non io.” Gli lanciò una veloce occhiata, a mo’ di so-tutto-io e tornò in ascolto.
“Grazie per la tua illuminazione, genio.”
“Sono passate ventiquattro ore, so che non è abbastanza, ma devo denunciare la scomparsa. È il mio dovere di madre.” Era sorprendente come il suo udito riuscisse a percepire anche i sussurri, come avvertisse le emozioni e tutto ciò che si portavano a ridosso quelle parole che si manifestavano dentro di lui con una forza tale da fargli provare la sofferenza e l’ira, come se stesse subendo tutto quel dolore in prima persona. Prese parola lo sceriffo. “Conosce qualcuno che non va particolarmente d’accordo con” Scott si interruppe d’improvviso, apparentemente atterrito e disorientato. Il suo cuore ne fu la conferma ma, per sua fortuna, Stiles non poteva captarne i battiti irregolari.
“Con?” Domandò, ormai colmo di curiosità Stiles.
Continuò ad ascoltare, senza prestare interesse alle curiosità dell’amico, grondando sudore dalla fronte. So che da poco fa di nuovo coppia col suo ex, Whittemore. Disse la donna. Ma non vedo come questo possa essere un pericolo. È un ragazzo così caro e ponderato. Presumibilmente, la signora Douglas non conosceva il vero lato del ragazzo in questione, ne conosceva solo la maschera che indossava in sua presenza, quella da perfetto fidanzato liceale, prudente e difensivo. I battiti cardiaci dello sceriffo iniziarono a mostrarsi fuori norma, dando inizio a una lotta tra conformità e anomalia. Per natura, egli era in grado di comprendere da solo che se il ragazzo era stato un pericolo in sembianze di Kanima, anche da lupo mannaro non si sarebbe fatta eccezione. L’incerto era capire se sarebbe riuscito a contenere i suoi istinti devastatori e sterminativi.
A distogliere Scott dai suoi pensieri, fu subito Stiles. “Sto seriamente prendendo in considerazione l’idea di convincere tua madre a spedirti da uno strizza cervelli, il migliore della città, possibilmente.” Il tono di voce si faceva, al contempo, serio e curioso. Il bisogno di sapere era intenso e non poter ottenere informazioni da solo era opprimente. Povero Stiles, al tempo gli era stata data la possibilità di scelta e molte volte si ritrovava a riflettere se la decisione presa davanti a Peter Hale fosse stata esatta o erronea. “Allora?” Sentenziò.
“Stiles… la ragazza sparita è…” non sapeva come concludere la frase senza provocare agitazione nell’amico.
“Sputa il rospo e non indurmi a imprecare.”




To be continued...


 

 

Angolo dell'autrice:
Bene. Questa è la prima parte della storia Sterek che ho in mente. Come trascritto nelle informazioni, durante il corso della storia, si presenteranno situazioni di suspense, sofferenza, felicità, sangue, amori corrisposti e contrari, sentimenti celati ..etc..
Naturalmente - nella storia - darò spazio a ciascun personaggio, ma attenzionando maggiormente lo Sterek.
Se questa prima parte sarà quantomeno apprezzata, continuerò con le seguenti parti. :)

Anyway, la Jackson vi saluta. 

   
 
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