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Autore: Delena85    10/10/2012    3 recensioni
"sono passati molti giorni da quando Elena si è trasformata e Stefan, sta provando ad insegnarle a controllarsi, ma le cose non vanno come vorrebbe tutto è più complicato di come si aspettava, e l'indifferenza di Damon a tutto ciò non le è di aiuto."
ho provato ad immaginare i primi episodi della stagione quattro, naturalmente secondo il mio punto di vista, spero che vi piaccia e che commenterete in tanti. vi dico da subito che questa è la mia prima storia quindi se potete siate magnanimi. (Vi sono alcuni spoiler riguardanti la stagione 4, tutti di carattere generale.)
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: Triangolo
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Quando rientrammo a casa trovammo Stefan seduto per le scale ad aspettarci, Damon sorrise dandogli una pacca amichevole sulla spalla 
“Non preoccuparti fratellino te l’ho riportata tutta intera, e niente corpi senza vita alle nostre spalle. I cittadini di Mystic Falls sono salvi anche questa volta!”
Stefan non rispose ma era visibilmente contrariato, gli dovevo una spiegazione e avrei dovuto dargliela al più presto. Damon intuì il mio disagio e annuendo  impercettibilmente andò via lasciandoci soli.
Mi sedetti sulle scale di fianco a lui e tirai un profondo respiro nella speranza di trovare un senso a tutto quello che era successo.
Ero andata da Damon , gli avevo chiesto aiuto, lui mi aveva aggredito e poi mi aveva aiutata, mi aveva portato tra la gente e mi aveva insegnato a gestire la mia sete, ed ora ero qui seduta vicino al mio ragazzo che aspettava una spiegazione.
Ero  incerta su cosa dire, speravo solo che le parole sarebbero uscite da sole una volta che avessi iniziato a parlare. Stefan mi guardava con pazienza in attesa e io decisi di iniziare dalla fine
“Siamo stati al grill…era pieno di gente ma nonostante tutto sono riuscita in qualche modo a controllarmi. All'inizio volevo strappare il collo di tutti i presenti, ma Damon mi ha aiutata, mi ha parlato e ha cercato di ricordarmi chi sono. Poi quando siamo usciti abbiamo incontrato un ragazzo, e…. mi sono nutrita di lui…”
Come immaginavo, sentendomi terminare la frase in quel modo, alzò lo sguardo verso di me e mi guardò con un misto di disapprovazione  e disgusto sul volto
“Non guardarmi così, non l’ho ucciso, anche se avrei potuto farlo.”
Pronunciai queste ultime parole in un sussurro, vergognandomi di me stessa. Stefan rimase in silenzio, aspettando che continuassi
“In questi giorni, in cui tu hai cercato di istruirmi, mi sono resa conto di cosa vuol dire essere un vampiro.
Da umana avevo cercato di capirvi, e pensavo di esserci riuscita, ma credimi Stefan mai avrei creduto che potesse essere così, la realtà va ben oltre ogni mia immaginazione. Sapevo che controllarsi sarebbe stato difficile ma non impossibile, pensavo che sarebbe bastato solo ricordarsi che erano esseri umani, e che uccidere era sbagliato, mi sono illusa che sarebbe bastato un semplice atto di volontà. Ma ora so che mi sbagliavo, la sete di sangue ci domina al di la di ogni sentimento umano, e quando uccidiamo lo facciamo inconsapevolmente, per istinto. Solo dopo riconosciamo il nostro errore e  il senso di colpa ci logora l’anima”
Stefan fissava il pavimento davanti a lui, gli accarezzai i capelli, sapevo che anche lui si riconosceva in tutto quello che stavo dicendo, e soffriva anche più di me di quelle privazioni, ma nel suo caso erano necessarie, aveva da poco superato la sua ultima fase da squartatore e né io né lui volevamo riviverla.
“Io non sono Caroline, con lei i tuoi metodi hanno funzionato, siete riusciti a trovare un compromesso, ma per me è diverso. Proverò con le sacche di sangue, imparerò a controllarmi il più possibile quando berrò direttamente dalla fonte, ma non seguirò le tue regole Stefan, non questa volta”
Mi guardò con rassegnazione e mi baciò sulla fronte
“Va bene Elena faremo come vuoi tu”
Sapeva che non avrei cambiato idea, e non provò neanche a dissuadermi, anche questa volta mi aveva lasciata libera di scegliere come vivere la mia vita.
Non era ancora finita c’era ancora una questione da affrontare, la più importante, non potevo aspettare, non sarebbe stato giusto, mi feci coraggio e lo guardai apertamente
“C’è dell’altro ” 
Una nuvola nera gli attraversò il volto ma rimase in silenzio, come un uomo in attesa di essere giustiziato. Nello stesso momento sentii Damon fermarsi, fino a qualche minuto fa camminava inquieto nella sua stanza, ora era fermo, completamente in ascolto.
“Quando ho fatto la mia scelta, quando ti ho scelto, ero ancora umana e credimi da umana avrei sempre scelto te. Non capivo a pieno l’animo di Damon e in te vedevo quell'umanità che ti rendeva più simile a me, più vicino a quella che era la mia vita. Ma ora le cose sono cambiate, anche io sono un vampiro, sono più vicina a entrambi di quanto non lo sia mai stata e mi rendo conto che la mia è stata solo una scelta di circostanza, legata agli eventi, alla frenesia di quegli attimi, ma la verità è che non ero ancora pronta a fare una scelta, e non lo sono ancora. Ho bisogno di entrambi, ho bisogno di tutto il sostegno che possiate darmi.
Ti amo Stefan, ti ho sempre amato, ma non sono ancora pronta a rinunciare a Damon”
Era la cosa più egoistica che avessi mai detto, o anche solo pensato. Da quando ero diventata un vampiro il mio istinto di conservazione era schizzato alle stelle, per la prima volta capii Katherine e per quanto mi sforzassi iniziai a odiarla  di meno.
Non aspettai una sua risposta, mi alzai gli baciai i capelli e salii le scale, raccolsi le mie cose dalla sua stanza e entrai in una delle camere degli ospiti.
Damon mi guardava dalla soglia di camera sua, le braccia incrociate sul petto e uno sguardo pensieroso sul volto. Alzò una mano per indicarmi la camera che avevo scelto, lo guardai senza capire e lui si spiegò
“Anche Katherine aveva scelto quella stanza”
Rimasi a bocca aperta davanti a quella affermazione, ma lui non mi lasciò il tempo di rispondere si voltò e chiuse la porta alle sue spalle.
Lasciai correre lo sguardo lungo le pareti, volevo capire perché l’avessi scelta, perché anche Katherine l’aveva scelta. 
Era bella calda ed accogliente, un grande letto di noce torreggiava al centro della stanza, coperto da una morbida trapunta avorio. Le finestre erano grandi e le prime luci dell’alba filtravano timidamente dalle pesanti tende di broccato rosso. Un tappeto di lana color crema era adagiato ai piedi del letto mentre alla mia sinistra in un angolo della stanza c’era una bellissima toletta d’epoca. Le spazzole e le bottigliette di profumo allineate ordinatamente attirarono la mia attenzione, distrattamente ne rigirai una tra le mani e ne assaporai il profumo. Non era il suo, e ne fui subito sollevata.
L’unica differenza che riuscivo a vedere rispetto alle altre, era che quella stanza era chiaramente appartenuta ad una donna, ma allora perché Damon me lo aveva fatto notare? E soprattutto come era possibile che entrambi avessimo pensato a lei nello stesso momento?
Ero certa che come io avevo notato una certa affinità nel nostro atteggiamento, l’aveva notata anche lui. Le nostre menti erano arrivate contemporaneamente alla stessa conclusione e sapevo benissimo che quando si trattava di lei Damon non poteva fare a meno di essere negativo.
Mi costrinsi a pensare ad altro, ero stanca e volevo solo andare a letto, mi svestii e mi accoccolai sotto le coperte ma non riuscii a chiudere occhio neanche un istante.
Era mattino inoltrato quando Stefan bussò alla mia porta
“Elena sei sveglia”
“Si Stefan entra pure” gli risposi, felice di non dover passare ancora un altro minuto da sola a rimuginare su quella storia
“Buongiorno...dormito bene” per fortuna era sereno, non c’era nessuna traccia di rancore sul suo viso
“Veramente non molto” sbuffai
Venne a sedersi di fianco a me sul letto, mentre mi spostavo un po’ per fargli posto
“Che c’è che non va?”
“Niente Stef, non farci caso… è solo che non sono ancora brava a gestire le mie nuove emozioni, è tutto più amplificato e spesso mi lascio turbare da cose insignificanti”
Rimase in silenzio per un po’, forse sperava che continuassi, ma non lo feci.
“Elena tu non sei Katherine, credimi non avete nulla in comune” lo guardai sorpresa, come faceva a sapere?
Doveva avere sentito quello che Damon mi aveva detto la sera prima, e aveva intuito che quelle parole erano la causa del mio malumore
“Lo credi davvero?” sospirai
“Ma certo, pensi veramente che solo perché siete due gocce d’acqua tu debba essere come lei?” non risposi, in realtà era proprio quello che iniziavo a pensare “tu sei buona gentile ed altruista, sei una delle persone migliori che conosca. Lei invece è una stronza manipolatrice, egoista e senza cuore!”
“Se lo dici tu” non ne ero molto convinta, ma ero decisamente sollevata
“Non far caso a tutto quello che dice mio fratello, sai com'è fatto e quando si tratta di Katherine non riesce mai ad essere obbiettivo”
“Lo so Damon è…Damon” il solo pensare a lui mi fece sorridere e non so per quale motivi sentii la necessità di difenderlo “Ma si sta comportando da vero amico e gli sono grata per questo” 
Stefan annuì
“Torniamo a noi, perché eri venuto?” gli chiesi ricordandomi che lui era venuto da me probabilmente per dirmi altro
“Volevo solo salutarti”
“Salutarmi??”
“Sì vado a caccia e starò via per qualche giorno”
“Come mai qualche giorno?”
“Volevo allontanarmi un po’ più del solito per vedere se magari riuscivo a trovare qualcosa di meglio” spiegò
“Capisco…allora buona caccia!”
Mi sorrise di rimando e lasciò la mia stanza.
   
 
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