Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: DadaOttantotto    10/10/2012    1 recensioni
Jake e Marie... due persone così diverse, si sopportano a malapena. Lei è vittima degli scherzi organizzati da lui e i suoi amici. Ma uno scherzo più pesante del solito cambierà le cose tra i due...
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Love is not a joke cap 26
Andy

Osservavo i due ragazzi davanti a me senza sapere bene cosa pensare. A quanto pareva, ero l'unico a non conoscere esattamente l'intera storia che ci aveva condotto fino a lì.
Ma sapevo che Marie aveva bisogno anche del mio aiuto. Jake e Tim, invece, di un calmante. Più che altro, ci serviva un sistema per uscire da quella situazione.
- Potremmo denunciarlo - propose Jake.
- E per cosa? - gli chiese Timothy in risposta. - Disturbo della quiete pubblica?
- La mia, di quiete, l'ha sicuramente disturbata.
- Non credo ci sia un modo legale per levarselo di torno.
- E un modo non legale?
Non conoscevo bene il più grande dei fratelli McGill ma, basandomi sull'aspetto fisico, me l'ero sempre immaginato come un 'gigante buono' incapace di fare del male a una mosca.
Di Jacob, poi, non si poteva certo dire che fosse un tipo violento.
Quel Zack doveva aver toccato i tasti giusti per farli scattare entrambi.
- Lo troviamo, gli rompiamo tutte le ossa, lo portiamo al confine con il Messico e ce lo lasciamo. Legato, imbavagliato e completamente nudo, ovviamente - buttai lì, pienamente conscio dell'assurdità della mia ipotesi.
- Non è male come idea - disse Jake ridendo.
Quando anche Tim si rilassò e sorrise, capii di essere riuscito a smorzare un poco la tensione che regnava nella stanza. I muscoli dei due smisero di guizzare come elastici, i denti terminarono il loro continuo digrignare.
- No, non è male - ammise Timothy. - Ma non voglio abbassarmi al sui livello. Dobbiamo trovare una soluzione meno... fisica.
- Ok, allora cosa facciamo?
Jake si strinse nelle spalle.
- Aspettiamo - rispose.
- Sì, aspettiamo e vediamo cosa succede - concordai.
Tim andò al frigo e lo aprì, chiedendoci se volessimo qualcosa da bere. Acettai con piacere un bicchiere di succo d'arancia, che sorseggiai lentamente. Ero dell'opinione che si ragionasse meglio a stomaco pieno. E il mio brontolava, dato che l'ora della colazione era già passata da un pezzo. Ma non volevo approfittare troppo dell'ospitalità dei McGill.
- Quello che è certo - riprese Jacob, dopo aver posato il bicchiere vuoto sul tavolo, - è che Marie non dovrà rimanere da sola nemmeno per un attimo.
E su quello eravamo tutti d'accordo.
- Adesso c'è Sam con lei - fece Timothy.
- A proposito di Sam...
Lo sguardo di Jake si fece inquisitorio, e questo mi preoccupò non poco. Speravo che non volesse davvero parlare di...
- Com'è andata ieri sera?
Vane speranze.
Mi limitai a sospirare e a stringermi nelle spalle.
- Abbastanza bene - replicai.
E non mentivo. La serata non era stata delle migliori, ma sarebbe potuta andare peggio. In fondo, Samantha Parker non era così cattiva come sembrava.
- Voglio i dettagli - insistette.
Non potei fare altro se non lasciarmi cadere su una sedia e, dopo un lungo sospiro, iniziare a raccontare.

Marie

- Non ce l'ho con te per aver rivelato tutto a Jake.
Volevo che lo sapesse, perché era vero.
- Sì è presentato a casa mia alle tre di mattina, cos'altro potevo fare?
Incrociai le mani sotto la testa e tornai a fissare il soffitto.
- Non lo credevo capace di tanto - ammisi.
Soprattutto dopo che gli avevo esplicitamente chiesto di starne fuori. Ma non ce l'avevo nemmeno con lui: sapevo che mi amava e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me, anche svegliare in piena notte la mia migliore amica.
- Credo che lui l'abbia presa peggio di te - esclamò Sam, a un tratto.
- Ha intenti bellicosi?
- Ho chiesto a Andy di cercare di calmare gli animi, giù di sotto.
- Siete già in confidenza.
Quello bastò a zittirla. E il suo silenzio bastò a me per capire di aver fatto centro. Forse non era stata un'idea così pessima quella di farli incontrare.
- Non è successo niente.
- Però ti piace.
- Certo che no.
- Ammettilo: ti piace.
- No.
- Sì.
- E' simpatico, tutto qui.
- Lo sapevo.
Samantha sbuffò, girandosi su un fianco.
- Siamo usciti una sola volta, Marie. E' troppo presto per decidere.
- Comunque sia, io credo sia giusto per te.
E ne ero realmente convinta. Andrew aveva il carattere adatto a sopportare Sam, anche nei suoi giorni peggiori. Non che fosse cattiva... solo che, a volte, poteva risultare ben poco socievole.
- Affrontiamo un problema alla volta, ok? - continuò. - Prima Zack.
Già, Zack. Più ci ripensavo. più il desiderio di nascondermi sotto le lenzuola e sparire per sempre si faceva più forte. Perché era tornato? Cosa voleva ancora da me? Non mi aveva già fatto abbastanza male?
Presi il cuscino e me lo posai sul viso, come se così facendo potessi davvero allontanare qualsiasi preoccupazione.
Purtroppo, quella soluzione non funzionava mai.

Jake

Era quasi sera quando lasciai casa McGill.
In realtà non avevo un vero motivo per tornare a casa mia. Mamma era fuori città per una visita a non so quale parente malato; mio padre... beh, a mio padre non sarebbe importato nemmeno se avessi passato tutta la notte sotto tre metri di neve.
Ma ero fuori da quasi ventiquattro ore e avevo urgenza di un cambio di vestiti e una bella doccia.
Ammetto che la storia di Marie e Zack mi aveva sconvolto. Solo a pensare che quel tipo le aveva messo le mani addosso...
Entrai nella doccia e lasciai che l'acqua gelida cancellasse buona parte di quei pensieri.
Tutto stava accadendo troppo velocemente. Credevo che Tim fosse il mio problema principale, ma mi sbagliavo. Zackary era qualcosa di ancora più pericoloso.
Perché non potevamo stare un po' tranquilli? Perché ogni volta che le cose sembravano andare bene, doveva arrivare qualcuno a rovinare tutto?
Una volta asciutto e cambiato, afferrai le chiavi della macchina e uscii. pronto a riprendere il mio ruolo di bodyguard di Marie.
Ad aspettarmi fuori, però, trovai una persona che non mi sarei aspettato di vedere.
La solita sigaretta penzolante tra le labbra, Jason mi squadrò da capo a piedi. Teneva le braccia incrociate e le spalle ben dritte, posizione che non aveva mai significato nulla di buono prima di allora.
- Che vuoi? - sbottai.
Non andavamo più molto d'accordo, soprattutto da quando mi ero fidanzato.
- Sono venuto ad avvisarti - replicò placidamente. - E' tornato per riprendersi la sua ragazza.
Subito non capii cosa volesse dire. Chi era venuto a prendere cosa?
Poi tutto si fece più chiaro. Stava parlando di Zack. Parlava di quel bastardo che era convinto che Marie fosse ancora la sua ragazza e la rivoleva indietro.
Se davvero credeva che glielo avrei lasciato fare si sbagliava di grosso.
Senza quasi accorgermene gli fui addosso. Lui indietreggiò, e, quando con la schiena toccò l'auto, lo costrinsi a sdraiarsi sul cofano, il mio avambraccio premuto contro la sua gola.
- Tu sai dov'è, non è vero? - sibilai.
- Sì, ma...
- Portami da lui.
Voleva Marie? Beh, avrebbe avuto prima me.

Voilà, eccomi con il nuovo capitolo! :)
Scusate, ma sono un po' di fretta... ci terrei a ringraziare Daisy Pearl per le recensione allo scorso capitolo!! E un grazie anche a chi legge soltanto!!
Alla prossima! :)
Baci8
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: DadaOttantotto