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Autore: kagome123    10/10/2012    6 recensioni
Sono passati 15 lunghi anni da quando Inuyasha, Kagome e i loro figli sono rimasti bloccati nel presente a causa dell'inaspettata chiusura del pozzo mangia ossa; ora Inuki e Kaori, ormai adolescenti, vivono, insieme alla loro famiglia, una vita normale tra i banchi di scuola. Ma le loro giovani vite saranno sconvolte da un avvenimento improvviso... Ed ecco voi il sequel di "Una nuova avventura"!! Nuove avventure e nuovi personaggi vi attendono. Cosa aspettate? Leggete e commentate numerosi!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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capitolo 31
Capitolo 31: Regalo di compleanno
 

 
Erano trascorsi quasi tre giorni da quando i quattro ragazzi erano stati attaccati da quelli che ritenevano un normale branco di cani e, contrariamente ad ogni loro aspettativa, le ferite riportate dai due mezzi demoni si erano rivelate essere più gravi del previsto.
 
“Come stanno, sorellina?” Domandò Shiro, entrando nella capanna e posando il recipiente con l’acqua che era andato a prendere al fiume.
 
“La febbre è ancora molto alta. Se continua così, non so cosa potrebbe succedere.” Disse con voce tremante, abbandonandosi alle lacrime.
 
Shiro scosse più volte la testa.
“Cerchiamo di non essere pessimisti, Ikkuko. Si sono trovati in condizioni ben peggiori di queste!”
 
“Ma allora perché le loro ferite non migliorano? Le nostre sono già guarite da tempo!”
 
“Non lo so. Non so cosa pensare. Però… ”
 
“Cosa?”
 
“E se quelli che ci hanno attaccato al tempio non fossero stati dei cani normali?”
 
“Che vorresti dire?”
 
“Hai notato che gli attacchi più letali erano sempre e solo diretti contro Inuki e Kaori? Un cane normale non farebbe mai una tale distinzione. E poi hai sentito che strano odore proviene delle loro ferite?“
 
Ikkuko si portò una zampa al volto, pensierosa.
“Credi che si possa trattare di veleno?”
 
“Non ne ho l’assoluta certezza, però… io…”
 
Ma l’Akita-Inu non riuscì a terminare la frase.
Un rumore proveniente dall’esterno della capanna attirò la sua attenzione.
Veloce, si portò fuori e si trovò davanti ad un uomo molto anziano che camminava insieme al suo gregge di pecore e ad un grosso e peloso cane grigio.
Non aspettandosi una cosa del genere l’uomo sobbalzò, allontanandosi subito dal tronco sul quale si stava per sedere.
 
“Per tutti i Kami. Non dovresti farmi prendere certi spaventi, cucciolotto. Ho una certa età!” Disse asciugandosi il sudore dalla fronte.
 
Shiro ringhiò in risposta, non gradendo la sua presenza.
 
“Che c’è? Sei arrabbiato perché ho disturbato il tuo sonnellino pomeridiano?” Domandò, cominciando ad avvicinarsi insieme al suo cane.
 
Shiro mise in mostra i denti, intimandogli di fermarsi.
E se si fosse trattato di un demone?
Purtroppo erano caduti in trappola già una volta.
Non poteva rischiare ancora.
Non nelle condizioni in cui si trovavano i suoi amici.
 
“Ehi, tu! Dì al tuo padrone di non avanzare oltre se non vuole passare a miglior vita prima del tempo!” Urlò rivolgendosi al cane pastore.
 
Il vecchio cane si limitò a guardarlo con aria di sufficienza.
“Non temere. Il mio compagno è un uomo buono e gentile. Sono certo che sarà in grado di aiutare i tuoi amici.” Disse.
 
L’Akita-Inu sgranò più volte gli occhi.
“E tu come diavolo fai a sapere che…?!”
 
“Sarò pure vecchio ma riesco ancora a riconoscere l’odore del veleno di un Oni nero a parecchi chilometri di distanza.” Spiegò.
 
“Oni nero?! Ma… ma allora…”
 
“E ora fammi passare, cuccioletto.” Disse brusco, incamminandosi insieme al padrone all’interno della capanna.
 
Incapace di controbattere, Shiro fece come gli era stato detto.
 
“Oh, adesso capisco perché eri così nervoso.” Disse l’uomo entrando nella capanna e notando i due Kishu-Inu doloranti a terra.
 
Ikkuko ringhiò forte, frapponendosi tra loro.
Prima che potesse attaccare, il fratello le fu accanto, bloccando ogni sua azione.
 
“Cosa diavolo stai facendo, Shiro? Chi è quest’uomo?” Domandò, confusa e arrabbiata.
 
“Credo che conosca un modo per aiutare i nostri amici.” Disse semplicemente.
 
“Aiutare Inuki e Kaori? Ma… è solo un pastore! Lui…”
 
“Fidati di me, Ikkuko-chan.”
 
La sterminatrice guardò per più volte il fratello, incredula.
Poi prese posto accanto a lui, mettendosi ad osservare la scena.
 
“Ma guarda: ferite da Oni nero. Era da tempo che non ne vedevo di così profonde. Poveri cuccioli! Immagino che stiate soffrendo le pene dell’inferno.” Disse l’uomo, accarezzando i due fratelli e studiando le loro ferite. “Ora capisco perché mi hai trascinato qui, Kiba-kun.” Continuò rivolgendosi al suo cane.
 
La bestia abbaiò appena, leccandogli una mano.
 
“E va bene, Kiba-kun. Aiuterò i tuoi amici.” Disse per poi iniziare a frugare nella sua borsa.
 
In pochi minuti l’anziano pastore preparò uno strano intruglio giallastro.
 
“Bene, dovrebbe essere pronto. Kiba-kun potresti essere così gentile da dire al tuo amico color crema di rassicurare i suoi compagni in modo tale che non mi attacchino mentre li medico? Purtroppo questo antidoto brucia parecchio e non vorrei ritrovarmi con qualche arto in meno.” Commentò, ironico.
 
“Hai sentito cosa ha detto, cucciolotto?” Disse subito il cane pastore.
 
Shiro annuì più volte prima di avvicinarsi ai corpi di Inuki e Kaori.
 
“Ohi, bonzo. Si può sapere chi diavolo è questo vecchio puzzolente?” Domandò con un filo di voce Kaori, guardando di sbieco l’uomo sopra di lei.
 
“Sei sicuro che possiamo fidarci, Shiro?” Continuò Inuki, continuando ad ansimare.
 
“Fidatevi di me, ragazzi. Tra qualche minuto vi sentirete meglio. Promettetemi solo che terrete a bada i vostri istinti, ok?” Li rassicurò.
 
“Ci proveremo.” Dissero.
 
Shiro abbaiò leggermente all’uomo, facendogli capire che poteva cominciare.
Notando questo, l’anziano uomo iniziò ad applicare la strana sostanza sulle ferite nel modo più delicato possibile.
I due Kishu-Inu guairono più volte in preda al dolore.
 
“Ho quasi finito, piccolini. Dovete solo resistere per qualche altro minuto.” Disse cercando di rassicurarli.
 
I mezzi demoni fecero come gli era stato detto, affondando gli artigli e le zanne nel tatami impolverato sotto di loro.
E così dopo un tempo che sembrò infinito, l’uomo ripose la piccola scodella nella borsa.
 
“Bene. Tra qualche ora il veleno dovrebbe automaticamente venire espulso dal vostro corpo. Fortunatamente ero ancora in tempo per salvarvi.” Disse.
 
I quattro rivolsero i loro sguardi verso l’uomo, colmi di gratitudine.
 
Il pastore sorrise.
“Di nulla, piccolini. È stato un piacere. Promettetemi soltanto che non vi avvicinerete più a quei mostri.” Disse alzandosi e uscendo.
 
“Vi auguro buona fortuna, cuccioli.” Disse il vecchio cane grigio prima di raggiungere il compagno e lasciare anche lui quel luogo.
 
Due ore più tardi Inuki e Kaori erano già in grado di stare in piedi sulle loro gambe.
 
“Non sarebbe meglio che riposiate ancora un po’, voi due?” Disse l’Akita-Inu, guardando scioccato gli amici.
 
“E perché dovrei? Non mi sono mai sentita così bene in tutta la mia vita!” Commentò la Kishu-Inu, saltellando da una parte all’altra.
 
“Non posso che confermare quello che ha detto mia sorella. Quell’intruglio è stato davvero prodigioso!” Completò Inuki, mettendosi seduto.
 
“Prodigioso o no, sarebbe meglio che non vi sforzaste troppo. Non lo credi anche tu, fratellino?” Disse la Ainu-Ken, guardando preoccupata il mezzo demone di fronte a lei.
 
“Ikkuko ha ragione. Avete rischiato di lasciarci seriamente la pelle questa volta! Se non fosse arrivato quel vecchio, a quest’ora…”
 
“A proposito, Shiro. Mi è sembrato di capire che lui conoscesse benissimo il motivo del nostro male.”
 
“Se non sbaglio ha parlato di Oni neri o qualcosa del genere. Ma come è possibile? Noi siamo stati attaccati da un semplice branco di cani!” 
 
“Credo che non si trattasse affatto di un branco di cani, Kaori-chan, ma di qualcosa che ne aveva preso le sembianze.” Spiegò il monaco.
 
A quelle parole Inuki recuperò il cristallo che aveva in borsa e, con grande sorpresa, notò che il colore che aveva assunto non era più lo stesso.
“Dannazione! Avrei dovuto controllare prima!”
 
“Che succede, Inuki?” Chiese la sterminatrice facendosi più vicina.
 
“Il cristallo è tornato al suo stato iniziale. Chiunque ci sia dietro tutto questo sapeva che questo tipo di oggetti non funzionano sugli animali!”
 
“Che? Ma allora…”
 
“In questa forma siamo completamente scoperti.” Completò Shiro, guardando con espressione seria i compagni.
 
“Perché non ci hanno uccisi quando hanno avuto l’occasione di farlo?” Chiese l’Ainu-Ken.
 
“Per una sola ragione, Ikkuko: gli serviamo vivi. Sono più che sicuro che quell’attacco servisse per renderci vulnerabili quel tanto che bastava per poi catturarci senza problemi.”
 
“Solo che adesso, per un fortunato caso del destino, siamo riusciti a mandare in fumo una parte del loro piano.” Continuò Shiro.
 
“Quindi cosa facciamo adesso, ragazzi?” Domandò Ikkuko.
 
“Domani mattina riprenderemo il cammino. Presto o tardi quest’incantesimo svanirà e sarà il suo artefice a farsi vivo. Dobbiamo solo prepararci ad ogni evenienza.” Disse Inuki.
 
I quattro ragazzi si guardarono, seri in volto.
Il demone avrebbe sicuramente trovato pane per i propri denti.
 

 
La mattina seguente il gruppo si alzò di buon ora, pronto per quella nuova avventura.
Anche se le ferite di Inuki e Kaori non si erano ancora rimarginate del tutto, i due hanyou erano ben determinati ad affrontare ogni situazione che si sarebbero trovati davanti.
 
“Bene ragazzi, avete preso tutto?” Domandò Inuki, sistemandosi meglio lo zaino sulle spalle.
 
“Si, anche se mi dispiace per Kirara che è costretta a portare l’Hiraikotsu e il mio Shakujo sulla schiena.” Commentò Shiro.
 
La demone gatto miagolò in risposta, strusciando leggermente la grande testa sul piccolo corpo del padrone.
 
“Non credo che le dispiaccia più tanto. D'altronde ci è abituata.” Spiegò Ikkuko strisciandosi per ringraziarla.
 
“Beh… non possiamo fare altrimenti. Nelle nostre attuali condizioni non ci è possibile trasportarli.” Disse Kaori, sistemandosi anche lei lo zaino.
 
“Su questo hai ragione. Ah, mi mancherà questo sprazzo di vita bucolica passata tra le montagne!” Disse Shiro usando un tono solenne.
 
A quell’affermazione i tre scoppiarono a ridere come matti.
 
E così un’altra giornata passò veloce come le altre.
Contrariamente a quello che si aspettavano, non incontrarono nessun demone sulla propria strada.
Stanchi e assonnati per la lunga giornata, i quattro si accamparono nelle vicinanze di un lago, cadendo in un sonno profondo.
 
Quando Kaori si svegliò, il sole aveva da poco fatto capolino tra quelle montagne.
Quel giorno la frizzante brezza del mattino soffiava vigorosa, regalandole dei dolci brividi.
Desiderosa di farsi calore, cominciò a fregarsi le braccia con le mani.
Fu in quel momento che si accorse che qualcosa non andava.
Aperti velocemente gli occhi, cominciò a guardarsi le mani, scioccata.
Avevano finalmente assunto il loro vecchio aspetto.
Felice, si alzò in piedi ma dovette subito abbassarsi in preda alla vergogna.
Non si era minimamente resa conto di essere completamente nuda.
Cercò la sua borsa lì intorno, ma l’amico aveva deciso di usarla come cuscino per quella notte, dormendoci abbracciato.
 
‘Ma come diavolo fa a dormire in quel modo?’ Pensò, mettendosi ad osservarlo.
 
Per sua fortuna il suo grande zaino copriva interamente la parte più bassa del suo corpo.
Sospirò, sollevata.
Almeno in quel modo non si sarebbe ritrovata ad assistere a qualcosa di altamente imbarazzante.
Senza la minima idea di che cosa fare, si avvicinò silenziosa a Kirara dove sapeva che dormiva il fratello.
Ma, una volta giunta lì, dovette fare marcia indietro.
Inuki e Ikkuko stavano dormendo l’uno tra le braccia dell’altra.
La mezzo demone fu avvolta da un senso di tenerezza assoluta.
 
‘E va bene. Questa volta proverò a cavarmela da sola. Mi devi un favore, fratellino.’ Pensò prima di recuperare l’haori del fratello e portarsi nuovamente vicino a Shiro.
 
“Ohi, Shiro. Svegliati.” Bisbigliò con un filo di voce, scuotendolo leggermente.
 
Il ragazzo mugugnò versi senza senso, continuando a dormire.
 
Irritata da ciò, la mezzo demone lo scosse più forte.
“Svegliati, dannazione! Non è il momento di dormire questo!” Disse facendo attenzione a non alzare troppo il tono della voce.
 
Il monaco aprì stancamente gli occhi, portandosi una mano sulle tempie indolenzite.
“Buongiorno, Kaori-chan.” Disse con la voce impastata dal sonno e sorridendole come un ebete.
 
“Buongiorno, un corno! Saresti così gentile da rendermi lo zaino? Devo recuperare i miei vestiti!”
 
Shiro si abbandonò ad un sonoro sbadiglio.
“I tuoi vestiti? Siamo dei cani. A cosa ti possono servire?”
 
“Mi dispiace per te ma da questa mattina sono cambiate molte cose.”
 
A quelle parole il monaco spalancò gli occhi, mettendosi istintivamente seduto.
Kaori fece in tempo a girarsi, evitando così di vederlo completamente esposto.
Gli voleva bene, ma non si sentiva ancora pronta per assistere ad un tale spettacolo.
 
Il monaco, che nel frattempo aveva assunto tutte le gradazioni del rosso, si era portato le mani all’inguine con l’intento di coprirsi.
“Oh santissimi Kami! S-sono davvero desolato, Kaori-chan. Io…”
 
“Smettila di blaterare e prendi questo piuttosto.” Disse, porgendogli la sua tunica e continuando a dargli le spalle.
 
Shiro si vestì a tempo di record.
 
“E ora potresti gentilmente passarmi la borsa? Desidererei vestirmi anch’io.”
 
“Oh, si. Certo! Ecco a te!” Balbettò, ancora imbarazzato.
 
“Ti ringrazio.” Disse alzandosi in piedi e facendo per allontanarsi.
 
“Però non vale. Tu ti sei coperta.” Commentò triste, osservando l’haori azzurro di Inuki che la copriva fino a metà coscia.
 
“E perché non avrei dovuto farlo, scusa?” Domandò con una punta di sarcasmo.
 
“Beh… non so. Per farmi una sorpresa?” Azzardò, malizioso.
 
“Ma stai zitto, scemo.” Disse, irritata.
 
“Però… questo non cancella il fatto che tu mi abbia visto nudo, Kaori-chan.”
 
Per poco a Kaori non uscirono gli occhi dalle orbite.
“I-io non ti ho visto nudo!” Si affrettò a rispondere, paonazza.
 
“Va bene che oggi è il tuo compleanno, ma non credi che sarebbe stato meglio ricorrere a metodi meno drastici per osservare il mio corpo?” Continuò, punzecchiandola.
 
“Ascolta bene, porco: eri a poca distanza da me e con il mio zaino tra le braccia. Era più che normale che ti vedessi in quello stato! E poi chi poteva immaginare che oggi avremmo riassunto le nostre normali sembianze?!”
 
“Oh? Allora mi hai guardato!”
 
“NO! Certo che no! Forse un pochino ma… NON HO POTUTO EVITARLO, OK?!”Urlò con il fumo che le usciva dalle orecchie e coprendosi di più con la stoffa del kimono.
 
Shiro si abbandonò ad una risatina maliziosa.
“Ed io che credevo di essere l’unico pervertito qui.”
 
“No! Io… cioè…”
 
Il monaco rise per l’ennesima volta poi si alzò in piedi.
“Vado al fiume così puoi vestirti senza problemi.” Disse incominciando ad allontanarsi.
 
“Se mi accorgo che mi stai spiando, ti uccido.”
 
“Non preoccuparti. Ci tengo alla vita.” La rassicurò, riprendendo a camminare.
 
Ignari di quello che stava accadendo, Inuki e Ikkuko continuavano tranquillamente a dormire, godendo del calore sprigionato dai loro corpi.
 
 
 
 
 
 
 




ANGOLO DELL'AUTRICE

Ciao a tutti! Come va?
Ecco a voi un nuovo capitolo fresco fresco! Non ve l'aspettavate vero? XD
Vi avverto: questo è il tipico capitolo "quiete prima della tempesta" perchè dal prossimo le cose per i nostri amici si complicheranno e non poco!

Grazie a lunedi74 che mi sta aiutando nella stesera dei capitoli e a tutti coloro che stanno commentando e commenteranno questa storia.
Un bacione e alla prossima!
^_^

   
 
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