Bianco. Rivolgo uno sguardo fuori e vedo solo bianco. Mi sono sempre chiesta se le nuvole si potessero toccare, sentirle soffici sotto le dita. Stavo andando a trovare i miei zii per l'estate, nella loro casa a San Francisco. Stranamente non facevo progetti, speravo solo che passasse in fretta... -Attenzione, stiamo attraversando una forte turbolenza, rimanete calmi. -Ok Rose, stai calma- pensavo tra me e me.Non riuscivo mai a mantenere la calma, neanche nelle situazioni più banali. Ma sapevo che questa non lo era. Controllai il cellulare: erano le 15:20. Fra non molto saremmo arrivati. Vidi la ragazza accanto a me intenta a leggere un libro, e preferii non disturbarla. Ad un certo punto sentii dei forti scossoni, seguiti dalle hostess che correvano da tutte le parti, in preda al nervosismo. Non capivo cosa stesse succedendo, e nessuno sembrava volermelo dire. Poi capii: l'aereo stava perdendo quota e si sarebbe schiantato da un momento all'altro. Di certo non volevo morire, così cercai di buttarmi. Un tonfo sordo e poi più niente. Fuoco. Morti. Addio. Io ero salva, nel mare, ma ero salva. -E ora cosa faccio?!- pensai. Nuotai con tutte le forze che avevo in corpo, fino alla sera, quando il sole sparì all'orizzonte e io mi lasciavo trascinare, ormai senza speranza, col telefono ormai fradicio quindi rotto e niente bagagli. Figo. Sembrava tanto Indiana Jones, ma qua si trattava di me, Rose Valley, e di certo non avevo esperienza. Avevo fame e sonno, ma soprattutto voglia di piangere, ma dovevo essere forte. -Mmh, sembra che quest'estate non mi annoierò.