Il 10 ottobre non è il mio compleanno (chiunque ha i suoi giorni no).


Prime ore di luce su Konoha e già una voce petulante comincia a far casino.
Sakura entra in casa dalla porta sempre aperta, scaraventa due buste sul pavimento, si dirige verso la sua camera e lo trova disteso di fianco sul letto, immerso in un odore insopportabile di chiuso.
Quasi si avventa sulla grande finestra ed apre le tende polverose facendo entrare una luce accecante per il  povero biondo.
-Naruto! Alzati immediatamente!
Non ricevette nessuna risposta e lei allora aprì la finestra.
Il freddo pungente di quel dieci ottobre fece rabbrividire il ragazzo, che però non si mosse.
-Shannarooo! Baka, devi alzarti! Sono riuscita a convincere Tsunade a lasciare la giornata libera dai lavori forzati punitivi a Sasuke.
Nuovamente nessuna risposta.
Andò in cucina, tirò fuori della marmellata e del pane e li posò sul tavolo. Poi ritornò nella camera da letto e finalmente trovò il diciassettenne seduto sul letto.
Gli occhi smeraldo di lei si posarono finalmente su di lui, con più attenzione per il suo viso.
I gomiti appoggiati alle ginocchia, una mano sul viso a premere la tempia, gli occhi vacui e persi nel vuoto.
La ragazza stavolta non gridò ma gli parlò con voce preoccupata, appoggiata allo stipite della porta.
-Sasuke ci sta aspettando…- mosse un passò verso di lui –Oggi è il tuo..
-Va via.
La voce dura e roca di Naruto la fece sobbalzare, una voce così triste e disperata che mai aveva sentito.
Eppure, era lo stesso Naruto che le sorrideva promettendole cose impossibili che prontamente manteneva.
Mosse un altro passo, incerta sul da farsi, posò una mano sulla sua spalla e immediatamente la mano di lui si strinse attorno al suo polso.
Freddo.
-Naruto..
-Vattene.
Gelido.
Riprese la giacca che poco prima aveva abbandonato su una sedia ed uscì di corsa, tormentata dal dubbio e dalla preoccupazione che la divorava.
 
Hinata camminava dopo un lungo allenamento per i boschi di Konoha.
Lo faceva spesso, per muovere le gambe e per assaporare quella stanchezza che prendeva posto nel suo fragile corpo, dopo un lungo allenamento. Camminava a passo svelto, gli occhi erranti per un posto che aveva visto e rivisto ma che ogni volta la meravigliava.
Poi quella volta, era rimasta quasi paralizzata, stupita e meravigliata da quella che le sembrava un illusione.
Naruto, seduto davanti a un ruscello, le spalle tirate indietro a reggere il corpo, il viso rivolto al cielo e tutto di nero vestito, nemmeno fosse un Uchiha.
Uno scoiattolo le squittì vicino e lei arrossì, notando che il biondo si era voltato e la guardava con quegli occhi blu bellissimi che lei adorava.
-Hinata-chan.
Lui la chiamò piano e lei, incoraggiata, si avvicinò e si sedette composta accanto a lui.
In quella posa sembrava una piccola principessa, pensò il ragazzo.
-Come mai da queste parti, Hinata?
La ragazza si ricordò che aveva appena fatto un allenamento, e che quindi era in pantaloncini e maglia lunga.
Arrossì ancora più violentemente e strinse i pugni contro le cosce, borbottando che era stata ad allenarsi con Kurenai-sensei.
Naruto inconsapevolmente sorrise a vedere quell’immagine tenera ma quando lei lo guardò truce, il sorriso si trasformò in una piega.
-Po-posso chiederti il mo-motivo della tua tristezza, Naruto-kun?
Lui rivolse lo sguardo verso il cielo celeste e pensò.
Doveva risponderle sinceramente? Chiuse gli occhi e par quasi con dolore.
-Sai che giorno è oggi, Hinata?
-E’ il giorno del tuo compleanno.
-Non ci tengo, non l’ho mai festeggiato.- sospirò pesantemente -Sai che cosa successe 17 anni fa?
-E’ stato il giorno in cui i tuoi genitori morirono.
Lui rivolse lo sguardo verso di lei, che gli rivolgeva un sorriso luminoso e dolce, mentre lentamente insinuava la sua manina nella mano grande e ruvida di lui, stringendola e accarezzandola con il pollice.
-Non credere di essere solo a questo mondo, Naruto.
Lui l’abbracciò d’impeto e lei arrossì lievemente, continuando a parlare godendosi il momento.
-Anche io ho perso la mia mamma, ti posso capire- disse aggrappandosi alla sua maglietta. –Capisco che tu non voglia festeggiare il tuo compleanno perché ti ricorda i tuoi genitori… Ma hanno fatto un gran gesto, hanno salvato tantissime persone e tu dovresti onorarli!
Naruto si perse nel suo profumo ed inspirò lentamente, mentre si lasciava cullare da quella voce calda e calma, che sembrava annunciasse il profumo delle rose.
-Potrai non festeggiare il tuo compleanno, ma devi festeggiare i tuoi genitori. Loro ti hanno lasciato tanto, anche se ti sembra di essere solo. Ti hanno lasciato l’amore per il prossimo. E tu, mio amato Naruto, devi assolutamente ricordarti con gioia di loro. E magari, un giorno, riuscirai a festeggiare il tuo compleanno.
 
 Naruto ricorderà quel giorno come il giorno in cui si innamorò della donna della sua vita.

 

Insomma, non ho tempo per aggiornare le mie storie ma un tributo a Naruto lo dovevo u.u
Per i miei fan, non ce l'abbiate con me, aggiornerò presto!
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e mi faranno sapere di questo mio parto artistico.  Lasciatemi una recensione!
With love, Cla.