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Autore: acculturazione    10/10/2012    1 recensioni
Ho deciso di scrivere quel che secondo me ha provato Sirius Black, quando è fuggito dalla prigione di Azkaban...
Mi sono ispirata spudoratamente ad una fan-art praticamente splendida, che ho trovato in facebook...
Sirius Back sapeva di aver perso il senno. Non aveva più paura di loro. Non aveva più paura e basta, da quando gli avevano rubato tutti i suoi ricordi felici.
Sapeva quel che doveva fare.
Genere: Azione, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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È ad Hogwarts.

È ad Hogwarts nel dormitorio de Grifondoro.
Nel dormitorio dei Grifondoro con Harry.
È ad Hgwarts, Peter è ad Hogwarts.
Devo ucciderlo...
 

Il freddo penetrò nella buia cella di azkaban. Faceva sempre freddo, ma quando arrivavano loro era peggio. Quando arrivavano loro, era freddo come la morte, come il corpo di James e quello di Lily quella notte del 31 ottobre 1981.
Sirius Back sapeva di aver perso il senno.

Dov’è quel maledetto giornale?
Devo trovarlo, e andare ad ucciderlo.
Per James...
Per Remus.
Per me, che sono finito qui in questo porcile,
senza bacchetta, senza pensieri allegri.
 

Trovò la Gazzetta del Profeta li vicino, con mai tremanti strappò la prima pagina che ritraeva la famiglia Weasley, e Minus. Accartocciò fra le dita sporche l’articolo, incurante del gelo dei Dissenatori. Non aveva più paura di loro. Non aveva più paura e basta, da quando gli avevano rubato tutti i suoi ricordi felici.
Sapeva quel che doveva fare.

Felpato


Fu cane prima di accorgersene, l’istinto aveva agito per lui, voltò il muso verso la porta senza serratura, attento, i peli della schiena ritti come aculei, i denti scoperti in un ringhio muto. La porta si aprì, anche se era impossibile Felpato ebbe l’impressione di avere ancora più freddo. Un Dissenatore entrò sinuoso e silenzioso, scivolando, sicuramente percepì che il prigioniero non era più così umano.  Si eccitò all’istante, fece cadere sul freddo pavimento di pietra la scodella col suo contenuto che sarebbe dovuta essere la cena del detenuto, e gli si avvicinò tranquillo come la morte , si tolse il cappuccio.

È no orrenda creatura.
Non sono pronto per una bacetto.
Devo andare a salvare il mio figlioccio.
E non sarai tu, non sarà il mare.
Non sarà la paura a fermarmi.
E poi... cos’è la vita senza qualche rischio?


Felpato si avvicinò all’uscita senza fare rumore, il Dissenatore parve confuso, non era preparato per sentire la sua vittima muoversi, neppure si accorse quando l’animagus gli passò accanto senza sfiorarlo, s’infilò fra lui e la porta, era tanto magro da passarci senza problemi.
Si mise a correre. E non si era masi sentito così vivo. Corse come mai aveva corso.
Improvvisamente non era più in un angusto passaggio fra le celle più sorvegliate e fredde di azkaban. Era a scuola, stava correndo nel parco insieme ai suoi amici, i Malandrini. Alla sua sinistra Lunastorta avanzava veloce, la coda a ciuffo dondolante, alla sua destra Ramoso galoppava in fretta, gli zoccoli che battevano con forza il terreno, e sopra la sua schiena Codaliscia..

Minus!
Quell’orrido... lo ammazzerò.
James lo portava sulla schiena!
E lui l’ha tradito, l’ha venduto a Voldemort....
Codardo.


Ritornò con violenza e con uno strappo di amarezza al presente, si trovò a correre verso una finestra senza vetro, aumentò il ritmo per quanto le sue magre e deboli zampe gli permettevano. Era più sicuro che mai. Ramoso era con lui... lo sentiva.
Saltò giù senza nemmeno un secondo di esitazione, lo slancio delle sue potenti cosce sommato alla potenza della corsa lo portarono molto lontano dalle mura della prigione. Sentì l’aria salmastra nel naso. Abbaiò per la prima volta da dodici anni con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
La caduta era alta, minimo di una cinquantina di metri, ma sapeva quel che doveva fare. Ridiventò un uomo, immobilizzò la schiena in una perfetta verticale, e aspettò l’impatto.

Ah!
Finalmente aria pura,
che non puzza come il putridume che si lasciano dietro i Dissenatori.
Bella la pioggia, fresca, bagnata.
Bella la brezza, frizzante.

 
L’impatto fu doloroso comunque, l’acqua in tempesta era dura come il cemento. Ma ovviamente non sarebbe bastata per fermarlo. Calciò l’acqua con quanta più forza aveva nei muscoli, le onde lo sballottavano di qua e di la, la pioggia gli impediva la vista,  ma il suo unico intento era quello di allontanarsi il più possibile dalla prigione, dal gelo.
Nuotò per ore, forse per giorni, magari solo per un istante, ma sentiva finalmente la testa vuota. Svuotata dal dolore sordo e perenne che la morte di Ramoso gli aveva instaurato nel petto, e che i Dissenatori gli avevano fatto sentire ogni singolo giorno dal 31 ottobre del 1981.

È per Harry e per James.
Devo dire a Remus che non sono stato io.
Sono innocente.
Sono il ragazzo che ha conosciuto....
Ramoso, so che sei con me e con Lunastorta
Che ci sei sempre stato,
non lasciarmi.


Il cane nuotava, senza sentire la fatica né i muscoli dolere. Nuotava e basta. Solo, insieme al disperato desiderio di sapere James vicino a lui, insieme alla sua bruciante e dolorosa ossessione di vendetta, insieme all’infelice desiderio di chiarire con Harry e con Lunastorta.
Molti chilometri dopo lo vide, era uno scoglio, uno spoglio bagnato e muschiato scoglio. Era la cosa più accogliente che vedeva da dodici anni a quella parte.
Vi salì stremato. Non ebbe neppure il tempo di trasformarsi, solo scivolò e svenne, finalmente, in un sonno senza sogni.

È a Hogwarts, James.

 

 

questo è quello che, secondo me, è passato nell'affolatamente del nostro padri
no... so che non è scritto nel migliore dei modi, e che neanche il contenuto è un gran che... ma non è che potreste recensire? Così magari la prossima FF sarà migliore :P
Ciao a tutti!
Fede
ps. ovviamente le parte in corsivo sono i pensieri di Srius (capitan ovvio)

 

  
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