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Autore: moms    10/10/2012    4 recensioni
if eyes could speak
one look would say everything
about the way you smile,
the way you laugh
the way you dress,
the way your beauty leaves me breathless
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ehyshrader
perchè senza di lei non avrei mai pubblicato le mie storie
.



If eyes could speak
 
La prima volta che i loro sguardi si incrociarono, fu per puro caso.
Lui, completamente disorientato nella nuova scuola dove si era trasferito da poco, sussurrò uno “scusa” che la ragazza giustificò con un gesto della mano, sbuffando.
Raccolse lo zaino da terra e riprese a correre verso l’uscita.
Non era una di quelle ragazze strafottenti e asociali, non era nemmeno maleducata e probabilmente avrebbe sorriso al ragazzo che le era inciampato addosso senza farlo apposta se quella giornata non fosse stata una delle peggiori.
L’unica cosa che voleva fare era dedicarsi ai suoi allenamenti di pallavolo, per scaricare la tensione.
Era mora, gli occhi verdi e profondi che nemmeno gli occhiali da vista riuscivano a far passare inosservati.
Non era una di quelle che lasciavano i ragazzi indifferenti, ma non si era mai cimentata in una storia da “una botta e via”.
Non era quel tipo.
Lui, come tutti gli altri ragazzi, l’aveva vista passare altre volte dopo quel giorno, ma impedito dal fatto di essere il “novellino” si era rifiutato di parlarle.
Più la guardava pranzare e passare il tempo con quelli popolari, più si convinceva del fatto che fosse irraggiungibile.


La prima volta che lei sembrò accorgersi di lui, fu nell’aula di musica.
Stavano aspettando l’arrivo della professoressa Odery e le cheerleaders si erano messe a canticchiare, accompagnate da un tamburello.
Tutti incominciarono a battere le mani, ma furono interrotti da una voce fin troppo conosciuta in quella scuola: “Novellino, oltre a balbettare e diventare tutto rosso quando vieni interpellato, sai fare altro? Perché non ci suoni qualcosa, so che vai forte con la chitarra!” Mark, il capitano della squadra di football iniziò a ridere, seguito da quei leccaculo che gli andavano dietro solo per avere qualche chance con le ragazze.
Quello che Mark e i suoi non potevano sapere, era che Niall andava davvero forte con la chitarra e si stupirono quando lo videro afferrarla sicuro di sé e iniziare a strimpellare qualcosa.
Fu accompagnato solo dal silenzio interrotto da qualche bisbiglio meravigliato.
Finito di suonare, subito alzò lo sguardo verso il suo, accennando un sorriso.
Ed eccola lì, che tentava di ricordarsi come respirare dopo aver incontrato il paio di occhi che le erano parsi i più belli del pianeta.
Arrossì violentemente quando si accorse che il suo sguardo non la mollava, salvata in corner dall’entrata della stravagante professoressa di musica.
Da quel giorno Genevieve si accorse che la minima cosa le faceva venire in mente Niall: i suoi occhi, il suo sorriso, il suo ciuffo biondo tinto alto chilometri e le sue guance che diventavano fosforescenti quando era in imbarazzo.


La prima volta che si parlarono, non fu Niall a fare la prima mossa.
Genevieve ci aveva pensato parecchio e aveva deciso che se lui non avesse fatto niente entro qualche settimana, lei si sarebbe fatta avanti.
Essendo una di quelle che gli impegni li prendono seriamente, afferrò con fermezza il vassoio della mensa e si sedette allo stesso tavolo del biondo, che era naturalmente vuoto.
“Mangi davvero quella roba?” Niall rise sotto i baffi, cosa che costrinse a fare lo stesso a Gen, essendo la sua risata terribilmente contagiosa.
Quando erano soli, Niall non aveva quell’aria innocente, indifesa e perennemente in imbarazzo che gli veniva affibbiata.
Era come se diventasse qualcun altro.
La verità era che non aveva intenzione di lasciarsi scappare quell’occasione più unica che rara per parlare con lei.
“Meglio che morire di fame!” borbottò Gen. Ritornarono a ridere.
Non spiccicarono più parola per tutta la durata del pranzo, ma entrambi erano consapevoli delle occhiate che si lanciavano, che lasciavano sui loro visi dei sorrisi inebetiti.


La prima volta che Niall si decise a fare un piccolo passo, fu sempre in quel benedetto luogo che era la mensa.
Il ballo di primavera era vicino, e lui si era preparato un discorso grazie al quale Genevieve non avrebbe potuto rifiutare.
L’aveva salutata, sorprendendo così lei e Liam, un ragazzo che aveva conosciuto la settimana prima.
“Oh, ciao Niall.” Gli aveva risposto di rimando, con un sorriso che le partiva da un orecchio e le finiva dall’altro.
Era stupita da quel gesto, piacevolmente stupita.
Al contrario di quello che lui stesso si aspettava, il biondo andò in trance e si dimenticò tutto il discorso, ritrovandosi a chiederle in maniera diretta: “Vorresti venire al ballo con me?”
A Genevieve cadde il mondo addosso quando dovette rifiutare l’invito e spiegare al ragazzo per cui aveva una cotta che ci andava con Mark, perché pensava che lui non gliel’avrebbe mai chiesto.
Niall cercò di non lasciar trasparire la delusione per quel due di picche, salutandola con un “okey” e un sorrisino tirato.
Evidentemente era riuscito nel suo intento, tanto che Genevieve era dispiaciuto per il fatto che sembrava l’avesse presa fin troppo bene.

Il ballo non era andato poi così male.
Visto che dopo poco più di un’ora Mark  era ubriaco Niall ne approfittò per andare da Gen, che era da sola in un angolo.
Evidentemente quella sera la fortuna era dalla sua parte, al contrario dei giorni precedenti, perché quando arrivò vicino a lei e si rese conto che non aveva la minima idea di cosa dirle, partì un lento.
“Balla con me” non era una domanda, ma un’affermazione, fatta non con prepotenza ma accompagnata con uno dei dolcissimi sorrisi del biondo.
A sua volta Gen sorrise e si lasciò trasportare sulle note di quella che era anche la sua canzone preferita.


La prima volta che Niall e Gen uscirono insieme, nessuno dei due si aspettava di divertirsi così tanto.
Lui l’aveva trascinata al cinema per vedere uno di quei polpettoni romantici che entrambi odiavano.
All’inizio Genevieve non potè fare a meno che pensare a quanto fosse poco originale un invito al cinema come primo appuntamento, ma quando uscirono di lì dovette ricredersi.
Per tutta la durata del film risero prendendo in giro i protagonisti con delle vocine da idioti, che si addicevano alle battute smielate della pellicola.


La prima volta che Niall baciò Genevieve, non fu un completo disastro, come lui si aspettava.
Credeva infatti di farsi prendere dall’imbarazzo e invece, fu una cosa piuttosto spontanea.
Accadde qualche settimana dopo il ballo, dopo essere usciti insieme 4 o 5 volte. Stavano camminando vicini per la via dove si trovava la casa della ragazza, Niall aveva insistito per accompagnarla considerata l’ora tarda.
Erano stati entrambi benissimo, si erano divertiti un sacco, cosa inevitabile quando si parlava di Niall Horan.
Quando lui le sussurrò la buonanotte, lei si avvicinò così rapidamente al viso di Niall, che lui nemmeno si accorse.
Se la ritrovò talmente vicina, con i suoi occhi che lo fissavano con impazienza, che non potè fare a meno di trovarla adorabile.
Così si avvicinò ancora e la baciò.
Le loro labbra si sfiorarono per un secondo, quanto bastò per far comparire sul viso di entrambi un sorriso compiaciuto.
Niall gliene posò un altro leggerissimo, per poi incamminarsi verso casa sua e lasciarla lì con quel sorriso da ebete.


La prima volta che Niall provò gelosia nei confronti della sua ragazza fu al ballo di fine anno.
Stavano insieme da 2 mesi e mezzo, ed entrambi sembravano più che presi l’uno dall’altra.
“Sì certo. Sì, lo farò. Sì, non preoccuparti mamma. Sì, vedi che tra poco arriva! Sono solo 10 minuti di ritardo.” Gen parlava al telefono con la madre, preoccupata perché non voleva che la figlia andasse da sola al ballo.
In teoria c’era Niall che doveva accompagnarla, ma era in ritardo per colpa della sua macchina che si sa, quando gli serviva, faceva i capricci.
Gen decise di aspettarlo davanti al vialetto di casa, avvertendolo con un SMS.
Passò un altro quarto d’ora, e poi un altro e un altro ancora e la ragazza stava letteralmente morendo dal freddo, tanto che quando ebbe l’opportunità di salire in macchina con Mark e lasciarsi accompagnare, non se lo fece ripetere due volte.
Ovviamente Mark cercava ancora di provarci con lei, ma doveva prima togliere di mezzo Niall. Ed eccolo prendere Genevieve per la vita e invitarla a ballare.

Niall era arrabbiato.
Niall era infastidito.
Niall era deluso.
Niall provava anche un altro sentimento che non riusciva a decifrare, che gli bruciava lo stomaco.
Niall era geloso.
Era geloso perché di trovava di fronte alla sua ragazza che ballava fin troppo vicina a Mark.
Era ancora più bella del solito.
Il vestito porpora le fasciava il corpo con delicatezza e i tacchi le davano un’aria ancora più elegante. I capelli scuri erano raccolti e gli occhi spiccavano, visto che non indossava gli occhiali.
Non poteva sopportare il fatto che le braccia che cingevano la vita di Gen non fossero le sue.
Quando vide le labbra viscide di Mark sfiorarle l’orecchio, non ci vide più.
Si avvicinò a grandi passi e gli diede un pugno in piena faccia.
Mark, che non si aspettava una cosa del genere, rispose alla provocazione e il biondo finì per andare a casa con un occhio nero e gonfio.

“Posso sapere che ti è saltato in mente?” gli gridò contro, ma il suo tono era solo colmo di preoccupazione. “Con un pugno del genere poteva romperti qualche osso, idiota!”
Lo prese per le spalle e lo abbracciò, mentre il biondo tentava di massaggiarsi il braccio dove Gen lo aveva colpito pochi attimi prima, come se non fossero bastate le botte di Mark.
“Ero arrabbiato. Tu, tu.. dovevi vedere in che modo ti fissava! Non avresti dovuto accettare di ballare con lui! Tu, tu..”
Fu interrotto da un paio di labbra che facevano pressione sulle sue. Continuò a baciarla, improvvisamente incurante del fatto che provava dolore da tutte le parti.
La spinse ancora di più contro il muretto, mentre le mani scorrevano lungo la sua schiena e quelle di Gen erano intrecciate dietro la nuca del biondo.
Il cellulare suonò e i due si staccarono affannati.
Niall le sussurrò all’orecchio “Credo sia meglio che ti porti a casa” mentre lei rabbrividiva.


La prima volta che Niall e Gen raccontano la loro storia, è proprio questa.
Dan e Liesbeth li guardano con gli occhi curiosi di due bambini di 5 anni.
“E poi nonna? E poi?” continuano a ripetere.
Pazientemente, la bella signora dai capelli scuri e gli occhi verdi solcati da leggere rughe, continua il suo racconto interrotta dal marito solo quando le sfugge qualche particolare che l’uomo le fa notare.
“Ragazzi, è pronto il pranzo. Forza, smettetela di assillare i nonni, vengono qui giusto a Natale!”
La figlia di Niall e Genevieve, Amber, vive in Italia e loro la vanno a trovare insieme agli altri due figli, Norah e Dominic, e le rispettive famiglie, ogni Natale per riabbracciare lei e i loro adorati nipotini.
“Non ditemi che avete raccontato anche a loro della vostra storia d’amore da film!” Dominic scoppia in una risata esasperata e divertita.
“Ce lo hanno chiesto loro, e poi non ti abbiamo mica chiesto di ascoltarla” risponde Niall stizzito.
Se c’è una cosa che i loro figli hanno imparato da Genevieve e Niall, è che il colpo di fulmine a volte, ma solo in casi più unici che rari, esiste.


E loro due non possono che ringraziare quel giorno in cui la sbadataggine di quel ‘novellino’ fece incontrare i loro occhi.
 
 




#ehychristopher
cccccccccccciao!
Sono qui a scassare le palle con un'altra OS.
Spero tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto che:
1) piaccia a qualcuno
2)qualche anima buona recensisca anche per dirmi che è una cagata colossale
grazie mille anche solo a chi legge :)

  
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