_Punto Primo_
Harry si odiava. Odiava il proprio “Grifondorismo”,
la propria mano che mesi prima, in Concilio, si era alzata a proporre “un
periodo di ‘rieducazione’ per i ragazzi ex-mangiamorte”.
Harry si odiava, si
odiava per essersi autocostretto a tenersi quel “maledetto Malfoy” per casa per
più di un anno.
Proprio quel Malfoy, con il suo caratteraccio lunatico, i
suoi capricci, i suoi toni variamente (ma sempre) strafottenti, la sua
testardaggine adorabile. Con i suoi capelli biondissimi che si allargavano come
raggi intorno al volto quando scuoteva la testa, i suoi occhi cangianti a
seconda dell’umore (quasi sempre nero), la sua bocca perennemente imbronciata.
Con il suo guardaroba di soli capi aderenti, i suoi incubi
notturni che glielo facevano ritrovare la mattina rannicchiato contro la
schiena, la sua brutta abitudine di pizzicarlo ogniqualvolta gli giravano
(riempiendolo di lividi).
Harry agguantò Draco, che aveva appena terminato la
sua crisi isterica settimanale in cui si lamentava di come fosse
impossibile convivere con un negriero come lui, su quanto le sue regole
fossero stupide, su come gli causassero unghie rovinate e capelli orrendamente
sudati (riferendosi all’assurda pretesa di suddividere i lavori di
casa), eccetera, eccetera.
Harry lo buttò a sedere su una sedia in cucina.
–Adesso mi hai proprio rotto…. Mettiamo alcune cose in chiaro, Malfoy.-
Draco
sbuffò. –Sì, signore.-
-Bene. Punto primo, ti amo.-
Lo so, è assurda e senza senso. Mi erano capitate in testa le parole: -Mettiamo le cose in chiaro. Ti amo.-, poi dopo una mezzoretta, mi vedo Harry in piedi che guarda incazzato Draco seduto. E che ci posso fare?