Not more a
Dream
Una mano sulla spalla.
Una voce che ti chiama.
-gin-
Apri un occhio,e vedi la tua migliore amica che ti sveglia,e anche poco delicatamente.
Ti muovi leggermente,cercadno di scacciare il torpore che il sonno aveva fatto cadere su di te.
Guardi fuori dal finestro,e la vedi.
Londra.
Il primi raggi di sole estivo colpivano le case,i prati,le macchine.
Ti giri verso lo scompartimento.
I sedili belli,accoglienti,puliti.
Le porte di legno scuro,lucide e semplici.
Sai che è l’ultima volta che lo vedrai.
Scendi dal treno piano,assaporando ogni passo,ogni respiro.
Guardi la stazione.
È grigia e spenta,e gli studenti ormai scendono dal treno sperando che i loro genitori siano lì,ancora vivi.
Tu sbuffi,trascinando il baule.
Sai che i tuoi genitori non ci saranno.
Ti volti verso la colonna e qualcosa ti colpisce.
E lo vedi.
I Capelli neri sono cresciuti e gli arrivano a metà del collo,gli occhi smeraldini sono coperti da un paio di occhiali neri.
Ma tu lo riconosci lo stesso.
Lui ti sorride leggermente,e tu lasci i manici del baule.
E corri.
Corri perché tutta la tua vita è lì davanti,corri perché sai che quando sarai tra le sue braccia sarai finalmente al sicuro.
E corri perché sai che non puoi fare altrimenti,perché se ti fermi svanirà,se ti fermi ti ricorderai che è solo un sogno,che lui non può esserci.
Rallenti leggermente quando ti avvicini alla colonna,e riapri gli occhi.
E lui non c’è più.
C’è solo il muro,nient’altro.
Un passante ti guarda,ti sorride comprensivo.
Tu scivoli giù,in ginocchio.
La tua amica si avvicina,e ti poggia una mano sulla spalla.
-avanti Gin-
A te viene da ridere,e ridi.
Scoppi in una risata isterica,e le lacrime cominciano a scivolare giù dalle guance.
Ti rialzi,e non sai neanche dove devi andare.
Non hai più niente.
Non c’è più niente.
Nella londra babbana la vita scorre lenta,ormai tranquilla dopo quel periodo di strani attentati.
Ma nella londra magica…beh,in quella niente è più lo stesso.
C’era stata troppa tristezza,troppe morti,troppo orrore.
Troppa guerra.
Ora era finita,ma il ricordo di quell’anno era troppo fresco,il dolore troppo forte.
Esci dalla stazione e il sole ti colpisce.
Ti volti,con una mano davanti al viso.
Lo vedi di nuovo.
Un’altra fitta ti colpisce,e vorresti ricominciare a correre,ma lei ti trattiene,scuotendo la testa.
-non c’è-
Tu scuoti la testa,ti divincoli,e vorresti urlare,e urlare,e urlare fino a non avere voce.
Lo guardi di nuovo,e c’è ancora.
È lì,e ti guarda stranito,sorridendoti leggermente.
Poi si avvicina.
Tu sei paralizzata,e lei ti guarda preoccupata,e poi si volta.
Ti lascia il braccio,colpita,e tu ricominci a correre.
E tu stavolta sai.
Non sai perché,ma sai che è lui,che non svanirà,che non è un sogno,un’allucinazione.
Sentì le sue braccia avvolgerti,le sue labbra poggiarsi dappertutto sul tuo viso.
Tu sei ancora lì ferma,ti lasci avvolgere e respiri.
Senti le lacrime bagnare le tue labbra,e ti lasci andare tra le sue braccia.
-come..?-
La voce di luna ti arriva dritta,e il tuo cuore si prepara alla risposta.
-…non lo so…-
È la sua voce.
È calda,roca e rassicurante.
È profonda,calma e rilassata.
Ed è felice.
La senti quella nota,è la felicità.
Finalmente apri gli occhi…
E ti specchi nei suoi.
Sono più belli di come li ricordavi,più intensi,più profondi.
E ti accorgi di come ami anche quelli.
Ti accorgi come sarebbe stato non rivederli,e quasi ti impaurisci pensando a come c’eri vicina,a non vederli più.
Lui ti culla dolcemente,e non ti chiede niente,non pretende niente.
Arrivate a casa sua,ed è accogliente,luminosa,calda.
Ti fa sedere sul divano e tu guardi le foto appese ai muri.
Una fitta ti prende,quando in quelle foto riconosci persone note,amici,parenti,ti riconosci.
Riconosci momenti,e sai che qualche foto l’hai scattata tu.
Lui ti siede accanto,senza lasciare la tua mano.
Non una parola,non sarebbe servita.
Tra voi non servivano.
Lui ti bacia,e finalmente,realizzi.
Capisci dov’eri,con chi eri,cosa stavi facendo e cosa avresti voluto fare.
E dopo mesi,ti ritrovi.
Ti muovi e finalmente vedi i colori,il sole,le nuvole,il Cielo.
Qualcosa in te rinasce,e tu lo guardi.
Lui sorride ancora,non smette un attimo.
Tu chiudi gli occhi.
Poi li riapri.
Ti ritrovi ancora alla stazione,appena scesa dal treno,a fissare un cartellone.
-Grazie,per tutto quello che hai fatto e per quello che volevi fare.
Grazie per averci dato speranza,grazie per averci restituito la vita e la libertà.
Grazie per essere stato l’uomo migliore che il regno magico abbia mai conosciuto.
Grazie per essere stato harry potter,riposa in pace-
E allora capisci.
Capisci cos’erano state quelle allucinazioni,quel piccolo sogno.
Prendi la bacchetta e te la punti addosso,poi sorridi,e lo dici.
È un incantesimo corto,semplice.
-avada kedavra-
E ora lo vedi,gin?
È lì davanti a te,ti sorride.
Tu lo raggiungi e sai che,finalmente,quello non è un sogno.
Ok,inanzitutto
salve a tutti.
Ho scritto questa one-shot di getto,e spero solo di
essere stata chiara almeno nella trama.
Ho iniziato semplicemente
seguendo l’istinto,senza sapere dove volevo andare a
parare.
L’input iniziale è stato dato da
qualcosa(o meglio,qualcuno)che ho visto.
Ero in pulman,e ha leggermente rallentato.
E lì c’era una delle persone che
per me sono state più importanti.
In realtà non l’avevo nemmeno
riconosciuto.
Avevo visto quel tizio,e un flash mi aveva colpito.
Poi avevo guardato bene e l’avevo
riconosciuto.
Sono stata convinta per una mezz’ora
buona di avere avuto un’allucinazione (Dato che il tizio sembrava tornato
indietro nel tempo,perché in questi mesi è cambiato,e
in quel momento non lo sembrava)
Poi mi sono ricordata dei capelli
che erano più lunghi e ho realizzato che era proprio
lui.
Poi sono arrivata a casa,e quando mi
sono messa davanti al pc,complice l’estrema
somiglianza tra il tizio ed harry,mi è venuto in
mente l’inizio della shot,e piano piano,mentre
scrivevo,mi veniva incontro un’idea su come continuarla.
Spero solo che vi sia piaciuta^^