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Autore: Jane41258    11/10/2012    3 recensioni
“Che vuoi Naruto?” chiese stancamente “Che vuoi ancora?”
“Prima di tutto volevo chiederti come stai” rispose la Forza Portante sedendosi di fronte a lui, riuscendo persino a sorridere “Come stai?”
Sasuke non rispose coerentemente.
“Sakura ieri mi è venuta a trovare, ha pianto per tutto il tempo.”
Il suo tono di voce era stanco, distante ma Sasuke non stava fingendo: veramente si sentiva come se non fosse lui quello che di lì a poche ore sarebbe stato impiccato al centro della piazza di Konoha, non riusciva ad essere triste o ad avere paura, come se niente lo riguardasse.
*Fiction per il compleanno di Naruto, è in ritardo perchè sono tornata tardissimo dall'università. Inoltre l'ho scritta talmente in fretta che è cortissima e schifosa (non è falsa modestia). Ho cercato anche di accennare qualcosa sulla pena di morte perchè il 10 ottobre è stata la giornata mondiale contro la pena di morte
Ah ovviamente tanti auguri in ritardo al mio amatissimo dobe.
Accenni SasuNaru
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la serie
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Era una bella giornata, calda, il sole splendeva nel cielo come se fosse stato il mese di agosto, ma a Naruto non importava.
Era il suo compleanno, ma a Naruto non importava.
Stava percorrendo un corridoio sotterraneo completamente buio e umido, i suoi piedi affondavano nel pavimento come se fosse – e probabilmente lo era- di fango.
Stava andando a trovare Sasuke, era stato autorizzato da Tsunade soltanto perché stavano per ammazzarlo e perché era il proprio compleanno, gli stavano facendo un favore per abbagliarlo, come quando si danno caramelle ai bambini che muoiono di fame.
Ma non avrebbero ammazzato Sasuke, no, lui aveva fatto una promessa quando aveva riportato il suo migliore amico a Konoha.
“Ti riporterò a Konoha, teme, vivrai in pace con me e Sakura-chan, nessuno ti toccherà”
E invece avevano fatto più che toccarlo, l’avevano afferrato e sbattuto in galera, l’avevano interrogato torturandolo e torturato per divertimento e ora avevano persino deciso di ucciderlo.
Naruto aveva urlato e pregato, si era inginocchiato e aveva pianto davanti all’Hokage Tsunade, ma ora che Konoha era nell’Alleanza Mondiale dei Paesi Ninja, lei era obbligata a far rispettare tutte le leggi, a punire ogni criminale con la sua pena e non poteva fare favoritismi, tanto più verso l’ultimo degli Uchiha, sul quale tutti gli altri kage si erano accaniti chiedendone la pena capitale.
Così aveva detto lei, almeno, Naruto ultimamente aveva perso fiducia nelle istituzioni e non credeva nemmeno più a Tsunade.
“Siamo arrivati, Naruto-san” borbottò tetramente l’Anbu indicandogli una porta nera, indistinguibile dalle pareti.
Il carceriere senza fare altri commenti poggiò la mano su un punto apparentemente casuale e la serratura si sbloccò con uno schiocco sofferto, Naruto immaginò che il jonin avesse rilasciato un sigillo.
La porta si aprì su una stanza priva di luce, forse ancora più buia del corridoio e sicuramente più fredda, il ragazzo rabbrividì.
“Avete venti minuti” farfugliò freddamente la sentinella, poi annuì rivolto a sé stesso e chiuse violentemente la porta.
“Sasuke”
Naruto ci mise qualche attimo a individuarlo, il ragazzo corvino era raggomitolato nell’angolo più oscuro della cella.
Uchiha non rispose, ma il genin non si diede per vinto e lo raggiunse.
“Sasuke. Ohi teme”
Lo toccò e Sasuke alzò la testa. Aveva lo sguardo vuoto e fisso, come se fosse già morto.
“Che vuoi Naruto?” chiese stancamente “Che vuoi ancora?”
“Prima di tutto volevo chiederti come stai” rispose la Forza Portante sedendosi di fronte a lui, riuscendo persino a sorridere “Come stai?”
Sasuke non rispose coerentemente.
“Sakura ieri mi è venuta a trovare, ha pianto per tutto il tempo.”
Il suo tono di voce era stanco, distante ma Sasuke non stava fingendo: veramente si sentiva come se non fosse lui quello che di lì a poche ore sarebbe stato impiccato al centro della piazza di Konoha, non riusciva ad essere triste o ad avere paura, come se niente lo riguardasse.
Inoltre a nulla serviva avere paura, supplicare e strepitare se non a perdere quel po’ di dignità che gli era rimasta, aveva fatto una serie di errori fatali, tra i quali l’ultimo e più grave era stato fidarsi di Naruto e tornare a Konoha, ora ne stava pagando le conseguenze.
Come poteva ribellarsi se sentiva che meritava pienamente il suo destino?
Non c’era motivo di disperarsi, non poteva fare nulla per cambiare la situazione. Causa veffetto, si trattava solo di quello.
“Devi capirla, povera Sakura” sussurrò Naruto “Anch’io piangerei se non avessi un piano”
“Nh?”
A Uzumaki non sfuggì la lieve sfumatura interrogativa dell’amico.
“Mi hanno perquisito quando sono venuto qui” raccontò Naruto a voce bassissima “Ma sono riuscito a nascondere una pergamena sotto il coprifronte”
Estrasse un pezzo di pergamena piegata in sedici parti e la distese alla meglio.
“Da questa pergamena possiamo evocare armi a volontà” bisbigliò il biondo “Ah e inoltre nel caso non dovesse funzionare ho nascosto una carta bomba nei boxer. Si, eccola”
“Non posso attivare lo Sharingan e non credo che tu possa attivare la modalità eremitica e fare qualsiasi delle altre stronzate. Le pareti sono piene di sigilli” rispose Sasuke inespressivo “Non credo che tu possa evocare qualcosa”
“Sasuke, io provo”
Naruto si concentrò e poggiò la mano sulla pergamena, ma non apparse nulla. Non pago, cercò di accumulare chakra, di fare qualche kagebunshin, di contattare Kurama.
Non riuscì a fare nulla, mentre Sasuke lo guardava darsi da fare con umore neutro e la testa appoggiata alla parete. Erano quei piccoli dettagli, il capo reclinato di fianco, le mani strette l’una all’altra, il respiro leggermente irregolare che dicevano a Naruto che Sasuke aveva paura, forse era anche disperato: solo che lo sopprimeva, forse addirittura non se ne rendeva conto.
Era fatto così Uchiha: si sarebbe fatto uccidere prima di mostrare agli altri e soprattutto a sé stesso segni di debolezza e per lui protestare per la sentenza di morte era un segno di debolezza.
Ma se Sasuke voleva fingere che non gli importasse, Naruto non era così: lui non si sarebbe mai arreso e avrebbe combattuto fino all’ultimo, anche a costo di rendersi ridicolo.
“Teme, siamo senza chakra, ma abbiamo una carta bomba e i nostri corpi giovani e forti. Quando l’Anbu apre la porta, lo atterriamo e fuggiamo insieme. Nessuno ti avrebbe toccato, te l’ho promesso”
“Cos’è, hai paura che se muoio è colpa tua?”
La voce del corvino risuonò leggermente rancorosa.
“Tranquillo, se muoio è solo colpa mia. Sono stato tanto stupido da tradire questo villaggio e tornare solo e disarmato, mi merito di morire”
“Ma non che non te lo meriti!” Naruto pur mantenendosi afono alzò il volume della voce “Cos’hai fatto? Hai soltanto ucciso Danzo, che già era un mistero perché fosse ancora a piede libero dopo quello che ha fatto. Non hai toccato nessuno del villaggio, hai ucciso Orochimaru e hai aiutato molto contro Madara. Dovrebbero darti una medaglia, altro che ucciderti”
“Ho infranto delle leggi e la pena è la morte. Non c’è altro da dire, vattene e lasciami in pace”
“Finiscila di ragionare così!” sbottò Naruto “Hai infranto delle leggi? E per questo devi morire? Perché cazzo dovresti morire? Per caso la tua morte riparerebbe qualche danno di quelli che hai fatto? No. E’ assurdo... è assurdo...”
Le labbra di Sasuke si distesero in un ghigno che assomigliava a un sorriso.
“Stai polemizzando contro la pena capitale?” commentò sarcastico “Sono centinaia di anni che si applica”
“Eh beh?” Naruto si avvicinò un poco “Quando diventerò Hokage, la abolirò”
“Se la abolirai, diventeranno tutti criminali” protestò Sasuke.
Discutere con Naruto gli stava facendo uno strano effetto. Se da un lato lo distraeva e gli alleggeriva un po’ la morsa gelida che gli strizzava le viscere, dall’altro gli faceva venire voglia di non morire. In ogni caso gli sarebbe piaciuto che quel momento fosse potuto durare per sempre.
“Può darsi” asserì l’aspirante Hokage “Ma non vale molto se si evita di fare del male solo per paura della pena e in ogni caso esistono pene altrettanto dure, ma meno barbare. Uccidendo le persone non si risolve nulla. Si toglie al criminale la possibilità di redimersi e di riparare ai danni commessi, si genera soltanto dolore e odio nelle persone che lo amano e si fa emergere il lato peggiore di loro.
Si perpetua la catena d’odio.
Inoltre se l’Hokage uccide o ordina di uccidere, rende legittimo l’omicidio e non può lamentarsi se i suoi  concittadini si ammazzano tra di loro. Dattebayo, quando sarò io Hokage si smetterà con questa schifezza”
Sasuke sospirò, mentre un’angoscia indistinta si agitava nel suo subconscio.
“Allora sono davvero sfortunato che tu ancora non sia Hokage”
 “Ma il tuo caso è paradossale anche con le leggi attuali!”
Naruto era arrabbiato, un’emozione familiare nacque e crebbe nel suo stomaco come una pianta parassita, un’emozione che non provava più da tanto tempo: l’odio. Se gli avessero ammazzato Sasuke, non sapeva se sarebbe riuscito a controllarsi. “E’ stata Konoha a farti diventare un traditore, a renderti quello che sei! Sei il frutto di questa società malata! Perché devi essere l’unico a pagare? Lo sai cosa penso Sasuke? Penso che ti vogliano tappare la bocca sullo sterminio del tuo clan. Penso che Tsunade sia come tutti gli altri. Ah la pena capitale è veramente utile a qualcosa: a tappare la bocca alle persone. Ti prego Sasuke, apri gli occhi, fuggiamo insieme, non farti questo, non farmi questo”
Sasuke non rispose, ma si sentì improvvisamente stanco e si lasciò cadere sul pavimento sudicio, sdraiato su un fianco.
L’altro tentò scherzando, ogni maniera è lecita quando si deve ottenere qualcosa.
“Dai teme accontentami! E’ il mio compleanno!”
Uchiha deglutì, sapeva che il suo migliore amico aveva ragione, ma che era come uno shinobi che combatteva con un kunai contro dei mulini a vento. Si farebbe fatto ammazzare, senza risolvere nulla.
Se c’era qualcosa che si sentiva di dover fare, era quella di impedire che Naruto morisse per lui. Naruto era l’unica cosa buona della sua vita, non voleva portarlo con sé all’inferno.
Così parlò con decisione, per la prima volta in quell’incontro: “Naruto non farti uccidere, per favore. Non serve a nulla il tuo sacrificio”
L’Uzumaki sentì una sensazione strana alla bocca dello stomaco, gli venne da sorridere e da piangere contemporaneamente. Era inutile non farsi uccidere, la morte di Sasuke sarebbe stata la sua. Per questo aveva promesso che sarebbero morti insieme.
Gli prese il viso tra le mani, la pelle calda e pulita contro la pelle fredda e sporca. Sasuke sentì il cuore accelerare all’improvviso, quasi il calore delle mani di Naruto fosse una scossa elettrica.
“Non l’hai capito Sasuke?” sussurrò dolcemente Naruto “Se moriremo, moriremo insieme. Te l’ho promesso”
Naruto Uzumaki non rompeva le promesse, mai.
“No!”
Il buio di quella cella si fece più opprimente, come si allargasse sulle pareti. Un sussulto di rabbia, di disperazione, di vita scosse Sasuke.
Si mise seduto, afferrò il polso dell’altro con uno scatto violento, strinse la carne tra le sue dita.
“Naruto tu non hai fatto niente! Non devi essere punito”
“Ma non hai capito che se muori tu, io e Sakura-chan comunque subiremo la peggior punizione possibile? Non ce lo meritiamo Sasuke, non ce lo meritiamo noi siamo innocenti, teme”
Naruto annaspò, mentre la sensazione di rabbia cresceva come un mostro, gli venne da piangere, ma davanti a Sasuke non poteva lasciarsi andare, doveva essere forte, dargli coraggio, trascinarlo avanti, verso la vita.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per convincere Sasuke a combattere.
La serratura schioccò di nuovo, i cuori di entrambi i ragazzi accelerarono, iniziando a scalpitare. Naruto sentì l’adrenalina esplodere in tutte le membra del suo corpo, strinse la carta bomba e cercò la mano di Sasuke. L’altro ragazzo, inaspettatamente, accettò la presa, anzi intensificò la stretta fino a far crepitare le articolazioni. Sapeva che probabilmente quella era l’ultima volta che lo toccava e voleva rimanere indifferente, tenere un atteggiamento dignitoso, ma non ci riusciva. Una strana frenesia, inaspettata e improvvisa, iniziò a fargli tremare i muscoli, gli venne da piangere, da urlare, la saliva gli divenne amara.
E’ quando le bestie stanno per morire che il loro corpo e il loro spirito esplodono di vita.
La porta si aprì, Naruto percepì più shinobi Anbu. Evidentemente avevano previsto un tentativo di fuga.
Bene, pensò, tanto ci avrebbe provato lo stesso. Non gli importava se aveva possibilità, non gli importava se Sasuke aveva perso le palle, lui ci avrebbe provato. Finse di accingersi a uscire tranquillamente invece appiccicò la carta bomba sulla maschera di una delle guardie. Lui si tolse la maschera quasi in tempo, l’esplosione fu una luce intensissima e un rumore quasi insopportabile. Le urla dell’uomo riempirono il corridoio, mentre si teneva il braccio mozzato e il sangue inondava i suoi vestiti e schizzava su tutti gli altri. Naruto approfittò della confusione e iniziò a tirare calci e pugni, confusamente, cercando intanto di tirarsi dietro Sasuke. Ce l’aveva quasi fatta, ce l’aveva quasi fatta.
Sasuke sorrise per un attimo, forse il dobe aveva ragione. Il cuore gli batté forte, poi sentì un rumore indefinito di passi, un rumore indefinito che si avvicinava più alle decine che alle unità.
Stavano per essere sopraffatti, ma Naruto non sentì o forse non volle sentire. Stordì un ANBU  e si avventò contro l’ultimo rimasto in piedi, con un sorriso smagliante sulle labbra.
Sarebbero morti entrambi, pensò Sasuke. Sarebbero morti entrambi, pensò Sasuke, se non avrebbe fatto quel che c’era da fare. Sarebbero morti entrambi, pensò, mentre sfilava un kunai dalla mano dell’Anbu svenuto e gli tagliava la gola.
Pugnalò a morte anche quello ferito e infine si occupò velocemente del terzo, squarciandogli il ventre dalla vescica alla gola.
“Perché cazzo l’hai fatto? Non era necessario ora...”
Naruto era sconvolto e Sasuke lo capiva. Aveva rischiato la vita per lui e lui gli aveva dimostrato che era realmente un criminale che meritava la peggiore delle pene.
“Teme! Cazzo! Che ti è preso? Non avevamo bisogno...”
Sasuke si girò e lo inchiodò contro la parete. A malapena riusciva a parlare, tutte le membra gli tremavano dalla paura e dall’angoscia. Finalmente sentiva forte e chiaro il destino che lo attendeva, la sensazione della morte gli scorreva nelle vene.
E finalmente sapeva cosa doveva fare.
“Naruto” gli bisbigliò nell’orecchio “Ti prego, ti prego continua a vivere. Ho bisogno che tu diffonda la verità su quello che è successo alla mia famiglia, è l’unica cosa che ti chiedo. E dì a Sakura-chan che lei è importante per me, prenditi cura di lei. E...”
Quando ormai le lacrime gli rigavano il volto senza ritegno, Sasuke poggiò le labbra su quelle di Naruto. Erano calde e il suo sapore era esattamente come se lo ricordava, il più buono del mondo. Voleva portarsi quel sapore nella tomba.
“Perché?”
“Volevo risentire questo sapore.” Il giovane Uchiha sentì il suo cuore battere all’impazzata e le guance andare a fuoco mentre confessava qualcosa che era stato segreto per anni persino a sé stesso “Aishiteru usuratonkachi”
Naruto spalancò gli occhi e abbracciò di slancio l’amico. Non aveva capito bene quello che Sasuke provava per lui, sapeva solo che lui provava gli stessi sentimenti.
“Buon compleanno Naruto, l’anno prossimo festeggia pure per me. E scusa”
Naruto aprì la bocca per replicare, ma Sasuke lo baciò di nuovo con un po’ di passione in più, schiudendole labbra.
Ma non si era scusato per il bacio, ma per quello che stava per fare, premere le dita su punti studiati della gola di Naruto. L’ultima cosa che sentì prima di perdere i sensi furono le lacrime di Sasuke sul suo viso.
Sasuke si girò verso gli Anbu che stavano accorrendo, avrebbero creduto tutti che lui aveva stordito l’amico e tentato la fuga da solo.
Corse incontro ai suoi assassini, ghignò.
La sua morte non sarebbe stata inutile.


Note d'Autrice

Non lo so, scritta troppo in fretta -tornata dall'UNI alle otto, credevo che oggi fosse il 9-e troppo corta. Ho la sensazione che banalizzi troppo tutto e inoltre rileggendola non sento alcuna emozione, è così piatta, non so perchè ma le parole scivolano senza lasciare nulla. Non lo so, forse tra qualche giorno la tolgo .-. Qualcosa lo dovevo pubblicare per forza, ma mah non mi conviene. L'hanno prossimo farò di meglio, sia per la pena di morte, sia per il compleanno di Naru-chan
 
 
 
 
 
 
   
 
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