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Autore: demolitionlover    22/04/2007    11 recensioni
Immaginate di dover stare per un mese in una casa con il vostro nemico del liceo. Immaginate che questo nemico sia Frank Iero. Allora, vi va di leggere sta demenza? Sono xMurderScenex e bho non sapevo che fare, così invece di stare buona, ho scritto sta ff, recensite?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hola a tuttiii! Ecco con il terzo capitolo. Ho scritto un casino, lo so T_T è che sono tutti gli spazi che occupa sta fanfiction, non è colpa mia! Appunto per questo dovrò dividere questo capitolo in due parti, perché l’altra parte non mi sta :D quindi cercherò di postare l’altra parte il più presto possibile.
Dunque, sono contenta che vi piaccia la ff, anche se io la considero un po’ da folli, cioè non so nemmeno io da dove mi sia partita sta idea della prova °-° (vedo troppa tv)
Spero che vi piaccia anche questo chap e vi dico già che nei prossimi capitoli ci saranno tanti litigi, tanti morsi (ghgh), tanti imbarazzi e tanti casini. Quindi, bho, io vi ho avvertito! piccolo appunto, mi potete dire in che stile è scritta la storia? cioè Verdana, Tahoma, Comic Sans, perchè io non capisco niente XD . grazie mille


@Frytty: uh sono felice che ti faccia morire dalle risate! :D ne combineremo taaante. Vedrai :D

@ Emily: chissà chi è ‘sta qua! AMORAA! <33 beh questa spero di finirla :°D e non essere volgaaaree! Ahaaha. Povero Iero, ora è considerato anche un “essere” <33333

@fteli: oddio mi piace troppo quella ff! E il modo in cui viene descritto Frank è semplicemente mitico! Qua Iero è insopportabile, ma non ficcanaso. Almeno quello, anche se lo sarà. Sì, lo dirò con chi lo voleva usare quel gioco, Gerard :D

@Lady Numb: No no, tu sei una veggente e basta ù___ù hai azzeccato (ma no) sul fatto delle sorprese. E poi sì, gli occhi di Frank sono I migliori di tutti, insuperabili *faccina inamorata*>

@linkin park, wow grazie! Mi fa piacere che ti piaccia, spero che ti piaceranno anche I prossimi capitoli :°D baci

@buzzy_d: oh yeah, il famoso Matt-dagli-occhi-azzurri-preoccupati è Matt Good, il chitarrista dei From First To Last. Brava ;) sì lo so, sono sempre in ritardo ehehe *si nasconde dietro Frank* solo che non ho mai tempo! :D spero che ti piaccia anche questo <3

@Juliaaa: hola caraa! Ahaha brava! Solo che in questa ff è un po’ complicata la roba XD cioè solo io potevo trovare una trama come questa lol. Non so come sia la casa di Gerard, anche perchè PURTROPPO non ci sono mai stata XD però gli auguro di averla una casa così. Ciao bella

@_Deah_: oh che figata ho trovato qualcuno che dice Madoo come meee! Awww ti adoro già :D comunque grassie! Spero che ti piaccia il capitolo e spero anche di non farti aspettare con il prossimo cap!

@Elyrock: ovvio che tu lo sai cosa succederà, sei la mia soree <333 sono contenta che tu sia tornata, perchè non so se ricordi, ma devi continuare la ff! ihihih ti voglio benissimo <3



Chapter Three- Part One


Crash!
“Porca puttana!” Aprii gli occhi assonnata e disturbata da quel rumore che derivava dalla cucina.
Oddio. Magari erano entrati i ladri in casa. Oddio. Spalancai gli occhi di colpo e corsi fuori da letto. Scorsi, dentro l’armadio aperto, una mazza da baseball. Avrebbe potuto essermi d’aiuto in qualsiasi possibile lotta.
Cercai di fare il meno rumore possibile, in modo da poter cogliere quel ladro in flagrante.
Afferrai la mazza da baseball e aprii la porta della stanza lentamente, senza fare rumore, poi mi diressi verso la cucina. Un uomo era chino dietro il bancone, non riuscivo a vedere la sua faccia, ma feci il giro così, quando lui si alzò con la schiena, lo colpì alla testa.
“Argh!” gridò lui cadendo per terra con la testa sicuramente dolorante.
“Aha! Volevi ingannarmi eh! Ma io ti ho beccato!” dissi con tono trionfante.
“Ma che, sei scema?”
L’uomo si voltò. Oddio. Era Iero. Non era possibile, avevo scambiato Iero per un ladro. Ma allora quel rumore..? Spostai lo sguardo un po’ più lontano e vidi i resti di quello che doveva essere stata una tazza della Disney.
Poi riguardai Iero, che aveva la mano sulla testa e un’espressione da omicida.
“Scappa” mi disse furioso. Scappa?
“In che senso?”
“Scappa, perché sto per ucciderti”
Mi ci vollero esattamente due secondi per far arrivare al mio cervello il comando disperato di scappare. Così corsi via cercando un nascondiglio, mentre lui mi rincorreva insultandomi e gridando come un folle.
Non era possibile. La prima mattinata che passavo in quella casa poteva essere paragonata ad una puntata della serie “Tom e Jerry”. “Ma non ho fatto niente di male!” urlai correndo intorno al tavolo da pranzo.
“Niente di male?!?! Mi avrai appena distrutto metà dei neuroni che ho nel cervello!”
Mi voltai sorridendo e mi fermai.
“Come è possibile? Tu non hai neuroni”
Lui si fermò senza aver capito le mie parole poi, quando ricollegò tutto, ridusse gli occhi a fessure e ricominciò a rincorrermi ancora con più rabbia.
Drin Drin.
Io mi voltai per guardare il telefono che squillava così, Iero ne approfittò per tirarmi dalla maglietta e cademmo tutti e due per terra.
“Ahi” dicemmo allo stesso tempo.
Drin Drin.
Ci guardammo negli occhi. Un’altra sfida. Con Iero, tutto era una sfida. Ci buttammo tutti e due sul cordless che suonava incessantemente, ma io fui più svelta così schiacciai il bottone della chiamata e risposi.
“Pronto..?” dissi con il fiatone. Frank sbuffò come un bambino che aveva appena perso una scommessa.
“Ciao Vi, sono Gerard! Ti sento.. uhm.. affaticata, ho interrotto qualcosa?”
Nonostante Gerard non fosse lì, diventai viola dall’imbarazzo e Iero, accorgendosene, mi rubò il telefono dalla mano.
“Hey, ce l’avevo io!” dissi dandogli dei piccoli pugni sulla schiena “Pronto? .. ahia! Stai buona!”
“Ma che succede lì? Mi sembra di aver chiamato un centro per bambini esagitati!”
“Hey Gee! Grazie al cielo! Non sai che succede qua, non ne posso più.. AHIA!” urlò ad un tratto “Ahia Gee, ‘sto animale mi ha appena morsicato il braccio!” piagnucolò come un neonato.
Io sghignazzai e andai a preparare qualcosa da mangiare in cucina.
Mi guardai intorno. Via libera. Se ne era andata.
“Hey Gee” dissi riprendendo il telefono.
“Eh ciao. Se ogni volta che dovrò chiamare sarà così, cavolo allora faccio che prendermi una segretaria che sta qua ad aspettare i vostri comodi”
Era proprio scocciato. Gerard, quando aveva quel tono di voce, assomigliava molto ad una donna con crisi premestruale.
“Ok Gee, dai non ti incazzare. E’ che quella ragazza.. argh, la ucciderei se potessi. Non fa altro che farmi innervosire! E sono solo dodici ore che siamo dentro in questa casa!”
“Eddai che sarà mai!”
“Mi ha tirato una mazza da baseball in testa”
Ci fu un minuto di silenzio.
“Davvero?”
“Se”
Un altro minuto di silenzio. Ma a cosa stava pensando quella ragazza quando me l’ha tirata?
“Aahahaahaha”
Non ci potevo credere. Io avevo appena ricevuto una mazzata da baseball in testa e un morso da un animale, e il mio migliore amico rideva sguaiatamente dall’altra parte del telefono.
“Dimmi che non è vero!”
“Cosa? Ma perché ridi?”
“Perché è troppo assurdo, cioè sono dodici ore che siete lì dentro e ti ha tirato una mazzata in testa ahahaha!”
“Quando hai finito di ridere, dimmelo” dissi in tono acido.
“Eddai, Frank non essere acido, è che è divertente tutto qua”
“Divertentissimo guarda..” feci una pausa e mi sedetti con la schiena contro il muro. La osservai da lontano. Un profumo di uova strapazzate mi fece venire l’acquolina in bocca. Oddio Frank, non ti fare tentare. Lei è una strega.
“Frank? Ci sei?”
“Certo. Stavo solo.. uhm.. niente”
“La guardavi vero?”
“No, perché dovrei? Cos’ha di speciale?”
La guardai attentamente. Era seduta sullo sgabello e sfogliava una rivista con il meno appoggiato su un palmo della mano. Beh per essere bella, era bella. Ma era out per me. Lei si accorse che la stavo guardando, così mi fece la linguaccia.
“Dicevamo?” dissi girandomi dall’altra parte.
“Vi ho chiamato per dirvi che la prima prova è di andare al supermercato insieme”
“No Gerard, questo non me lo puoi fare”
“Io vado, i particolari sono scritti dentro l’agenda accanto al telefono”
“No, Gee!”
“tutututu”
Quel bastardo aveva attaccato. Chiusi il telefono e sospirai rassegnato. Questa prova si stava rivelando più difficile di quanto avessi potuto credere. Guardai l’agenda vicino alla base del cordless e l’afferrai.
Ma dove aveva preso il tempo Gerard per creare questo gioco? Ma soprattutto, perché?
Prima prova.

Sapevate che uno dei metodi di terapia di coppia è proprio il fare la spesa insieme? Si dice che fare la spesa aiuti a conoscersi, a relazionarsi e forse, a fare pace.
Vi do un compito. Alla fine della settimana ci sarà una cena, quindi cominciate a comprare gli ingredienti necessari. Voglio che cuciniate una portata a testa, in modo che io vi possa giudicare individualmente.
Le regole: niente botte al supermercato, potete andare in prigione.

Mi scappò un sorriso. Certo che Gerard di fantasia ne aveva fin troppa. Afferrai l’agenda e mi diressi in cucina, dove Virginia stava imburrando una fetta di toast un po’ bruciato.
Guardai un po’ disgustato quella fetta di toast.
“Che c’è ora?” disse lei sbuffando e roteando gli occhi in un modo troppo strano. Non avevo mai visto nessuno fare quel gesto.
Nessuno a parte mia madre. Lo faceva sempre quando io entravo in cucina e guardavo male quelle sottospecie di brodaglie che mi faceva ingerire da piccolo.
“Non c’è altro da mangiare?”
“No, il frigo è vuoto”
“Proprio di quello ti devo parlare” dissi sedendomi sullo sgabello di fronte a lei.
“Cosa è successo, ti sei mangiato tutta la dispensa in una notte? Infatti ti vedo un po’ ingrassato..” disse lei addentando la fetta ridendo. Io sbuffai e mi passai una mano tra i capelli.
“Ho appena letto la prima prova”
“Cioè?”
“Dentro l’agenda, no? Ci sono le prove che dobbiamo superare”
“Ah. E allora?”
“Beh.. dovremmo.. andare a fare la spesa insieme”
Lei spalancò gli occhi e sussurrò un ‘non è possibile’. Annuii e poi sospirai un’altra volta.
“Leggi” le diedi l’agenda.
Dlin Dlon.
“Vai te” disse lei senza staccare lo sguardo dall’agenda. “perché?”
“Perché sì, io non ho tempo”
“E cosa staresti facendo di così tanto importante?”
“Leggendo”
“Oh mi scusi, deve essere dura leggere con tanto impegno. Ti fa male la testa, tesoro?” dissi prendendola in giro.
Dlin Dlon.

“Vai” mi ordinò una seconda volta con tono serio.
Io mi alzai dallo sgabello e mi diressi verso la porta che continuava a suonare.
“Arrivo, che palle”
Aprii la porta e mi trovai davanti un ragazzino sui diciassette anni con una contaminazione di brufoli sul viso che aveva vicino una valigia, da almeno trenta chili, che sembrava sul punto di scoppiare. “Lei è Mrs Brody?” chiese con un accento giovanile.
“Scusa eh, ma ti sembro una donna?”
“Beh al giorno d’oggi si possono cambiare i sessi”
Sbattei le ciglia per l’affermazione idiota che aveva appena fatto sto brufolo vivente.
“Comunque è di là, perché?”
“Questa è la sua valigia, faccia una firma qua, così me ne posso andare”
“Ok” afferrai la penna che mi stava porgendo e firmai velocemente su un foglio. Dopo che il ragazzo se ne andò, rimasi a guardare la valigia shockato.

“Beh, che succede qua?” dissi arrivando da dietro. Iero fissava qualcosa davanti alla porta aperta, così mi affacciai e vidi che c’era la mia gigantesca valigia contenente i miei milioni di vestiti!
“Aaaah!” gridai saltellando da una parte all’altra. Mi fermai dato che Iero mi guardava come se fossi stata una folle.
“Vieni aiutami a portarla dentro”
“Ma neanche per sogno” disse ridendo.
Io lo guardai male e lui cambiò subito espressione.
“Ok, ti aiuto. Ma solo perché non voglio che mi mordi un’altra volta” disse aiutandomi a trascinare la mega valigia all’interno della casa. Dopo averla portata dentro la camera, la aprii e feci dei gridolini di gioia. Frank mi guardava con la stessa espressione di prima, ma non mi avrebbe mai potuto capire, lui non era una donna.
“Ok, io mi vado a cambiare, così facciamo sta cosa”
Lui annuì vagamente e io presi i vestiti che mi dovevo mettere ed entrai nel bagno chiudendomi a chiave per evitare imbarazzi.
Per fortuna era domenica, il giorno dopo sarei andata a lavorare. In teoria quel gioco valeva solo di sera.
Mi tolsi la maglietta di Frank e andai sotto la doccia. Pensai a tutto quello che era successo in quegli ultimi cinque anni.
Era stato difficile dimenticare Frank, dopotutto ero innamorata di lui. Ma quando si cresce, per fortuna, svanisce tutto. O quasi. E se mi fossi innamorata di nuovo di lui alla fine del gioco? Cosa avrei fatto? Ma soprattutto, come avrei fatto?
“Hey Tigre, sbrigati sono già le undici!” urlò Frank bussando la porta del bagno. Chiusi l’acqua e mi vestii velocemente.
Quando aprii la porta, vidi Frank, seduto sulla poltrona blu, che sfogliava un giornale con concentrazione. Aveva i capelli neri scompigliati in modo, stupido da dire, ordinato. Non so cosa mi prese, ma vedendolo lì, seduto e vestito in modo ordinato, pensai subito a un’idiozia.
“E’ fidanzato?”
Oddio. L’avevo detto ad alta voce. Lui alzò gli occhi dalla rivista e mi guardò in modo interrogativo scrutandomi dall’alto al basso.
“Cosa hai detto?”
“Niente!” risposi in modo difensivo.
“Sicura?” mi chiese sospettoso
“Certo! Senti le voci per caso?”
Lui mi fissò ancora come se fossi stata la prova di un delitto. Cercai di rimanere il più possibile rilassata, ma non era un’impresa molto facile. Perché penso ad alta voce?
“Allora, andiamo?”
“Aha” annuì alzandosi dalla sedia. Prese le chiavi della macchina e uscimmo tutti e due dal palazzo.
Cercai di non pensare a fare la spesa con lui, Iero. Sicuramente qualcosa avrebbe dovuto accadere.

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