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Autore: Yoko    22/04/2007    4 recensioni
" Vedo lui al mio posto. C’è Draco li. Draco Malfoy, muore ucciso, da un Lupo Mannaro. Eppure, non voglio che sia così, anche se lo odio, io.."
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi capita spesso di camminare lungo questo corridoio. Così infinitamente lungo. Una passeggiata che non ha mai, una conclusione. Continuo ad avanzare, con estrema monotonia. I passi si susseguono, uno davanti all’altro. Fermandosi, quando ad un tratto mi accorgo di scontrare un muro. Compare all’improvviso, come per magia. Ma, d’altronde questa è Hogwarts, non puoi aspettarti nulla di normale, in questa Scuola. Neppure nei sogni. Perché questo, è un sogno. Infatti, ora sto correndo. Scappo da qualcosa che mi viene incontro. Veloce, mi arriva alle spalle. Veloce allunga le sue mani affilate e mi stringe a se. Penetra quelle unghie nella mia carne, ferendomi, squartandomi. Schizza il sangue su quelle pareti bianche. Sporco quei muri, quei quadri, che mi osservano spaventati. Nessuno parla. Odo distintamente delle urla lontane. Mi volto agognante, notando il mio corpo indenne, laggiù fermo. Le mani al volto. L’espressione contratta e raccapricciata. Urlo. Non capisco. Chi è che sta morendo, se io sono là ? domande. Nessuna risposta. Vedo lui al mio posto. C’è Draco li. Draco Malfoy, muore ucciso, da un Lupo Mannaro. Eppure, non voglio che sia così, anche se lo odio, io..

< Non voglio ! > Urlo, mettendomi a sedere. Le lenzuola bianche, bagnate, come tutto il mio corpo. Gocce di sudore, scivolano lungo le tempie. I rossi capelli, si appiccano alla mia pelle. La camicia che tenevo addosso, la ritrovo strappata, come se qualcosa o qualcuno, cercava di aprire la bocca del mio stomaco. Le mie dita, sporche di sangue. Spalanco le palpebre, non riuscendo a capire. Fisso le mie braccia, ferite da innumerevoli graffi. Cerco di parlare, ma niente fuoriesce dalla mia bocca. Solo dei passi impercettibili. Qualcuno che si muove nella stanza. Qualcuno. Loro. Alzo lo sguardo, notando le espressioni spaventate e incerte, delle mie compagne di Stanza. Guardo Hermione, che con cautela mi si avvicina. Ho paura del suo tocco, così gentile. Mi sfiora la guancia, per poi sedersi sul bordo del letto. Le tende tirate, aperte. Mi abbraccia la Grifondoro, mettendosi disperatamente a piangere, sulla mia spalla. Non capisco. Rimango inerte, accanto a lei. < Oh Virginia, che diamine hai fatto. Perché..Ci siamo..spaventate. Pensavamo..volessi ucciderti..Non sapevamo cosa fare..> Singhiozza la Bruna, che or si scosta dolcemente da me, pronta a guardarmi negli occhi color dello smeraldo. Inclino il capo, sulla mia destra, dolendomi di sentire parte della schiena, scricchiolare. Una smorfia compare sul mio volto, prima di poter replicare alla giovane, amica. < Hermione..stavo sognando..E.. > mormoro piano, impercettibilmente. Tanto che neppure io riesco a sentirmi. Un rombo fastidioso, penetra le mie orecchie, risuonando nel mio cervello. Osservo le mie compagne. Una diversa dall’altra. Una più spaventata dell’altra. Stavo sognando. Stavo solo sognando e ho procurato del dolore a me stessa. Ho ferito la mia carne. Ho causato danni al mio fragile corpo. Le osservo, ancora per poco, prima che la vista tendi a mancare. Bianco. Non ho più visto niente. Perché il niente, mi aveva catturata.

Ginevra Virginia Weasley, tendente a divenire un Auror Professionista. Ma, su questo tutti hanno sempre avuto qualche esitazione. Tutti erano sconcertati. La piccola Ginny. La piccola e fragile bambina, che venne salvata da Harry Potter. La innocente ragazzina, che non riusciva neppure a confessare il suo amore a qualche disperato ragazzo, che teneva di avvicinarsi a Lei. Lei, che ha sempre cacciato chiunque, come avrebbe mai potuto difendersi da un Mangiamorte o da Voldemort stesso. Voldemort, quel nome che ancora adesso, la fa rabbrividire. Eppure, quel corpo che per giorni è rimasto disteso nel letto dell’infermeria, era quello della piccola Ginevra. Lei, si era ferita da sola, per uno stupidissimo sogno. Le sue mani, avevano preso a far danni, sul suo misero corpo. Troppo fragile Lei. Tutti lo dicevano. Le voci correvano velocemente per i corridoi. Nessuno si sarebbe mai aspettato niente dalla piccola Grifondoro. Dalla rossa. Niente di niente. Eppure frequentava il penultimo anno nella Scuola. Erano successe tantissime cose e tutti, tutti dubitavano ancora di lei. Nessuno si era accorto, neppure gli amici più cari, che la piccola Ginevra, ormai era cresciuta. E mentre i giorni passavano, lei se ne accorgeva sempre di più. Tanto che, quando uscì dall’infermeria, ritornò nel corridoio di quel sogno così strano e malato.

Sto camminando. Passeggio lungo questo corridoio, che ho sempre visto nel mio sogno. Un sogno che continua a proiettarsi nella mia testa. Il mio corpo ciondola a destra e manca, come se avessi bevuto. La testa par essere vuota. Nessun pensiero frulla in quest’ultima. Talmente avvilita. Talmente affranta da tutte queste facce, che mi seguono. Mi vogliono proteggere, così dicono. Eppure, sembrerebbero avere intenzione, di lasciarmi vivere. Tuttavia, qua sopra nessuno sarebbe venuto. Il terzo piano, non è mai percorso da nessuno. Eccetto da me, e da Lui. Lui ? guardai davanti a me, dove vi era un’altra imboccatura. Mi avrebbe portata al corridoio successivo e invece, da li, comparve lui. Draco Malfoy. I suoi biondi e corti capelli, venivano spostati indietro, dalla man dritta, che porto lungo il fianco. La camicia bianca, con lo stemma del Serpeverde, era messa fuori dal pantalone nero. Avanza verso di me, con quella sua solita espressione gelida, dipinta sul volto. Mi fermai quando lo vidi, decisamente colpita dalle sue movenze, così regali. Lui, quando mi notò, non fece lo stesso, ma andò avanti, superandomi. < Malfoy.. > un sibilo distinto, fuoriuscì dalle mie labbra, appena socchiuse. Mi voltai. Da quando ero al Castello, non avevo mai osato rivolgergli la parola. Eppure qualcosa, era cresciuto in me. Quella bambina che tanto scalciava nel mio stomaco, voleva parlargli. Giravano le voci, del Serpeverde, intento ad essere seguace di Lord Voldemort. Tutti, sapevano che veniva a far passo, in quel corridoio. Ma nessuno sapeva perché. Tuttavia, lo incontrai io, accidentalmente e lui, ne sembrava dispiaciuto. Neppure si fermò, quando nominai il suo nome, forse la mia voce, era troppo bassa per poter essere udita. Quindi, andai verso di lui, muovendomi velocemente, lungo il corridoio. E prima che Draco, voltasse alla mia sinistra, allungai istintivamente la mancina, per afferrare il suo braccio. Lo vidi, ebbe un sussulto e si voltò, schiaffeggiandomi la mano. Urlai, presa alla sprovvista, notando quel guizzo strano, che passava nei suoi occhi azzurri. Mi penetravano, accelerando così anche il battito del mio cuore. < Feccia, che diamine vuoi ? > mi disse acido, come al suo solito, ferendomi decisamente. Arrossii, mentre mi massaggiavo la mano, colpita. Scossi il capo, mordendomi il labbro inferiore. < Ti ho sognato. Ti ho visto in questo corridoio. E..c’era un Lupo Mannaro, che prendendoti…squartava la tua carne. > furono decisamente funeree quelle parole, perché lui spalancò gli occhi, mettendosi a ridere. < Lupi Mannari ? Non ce ne sono, stupida idiota ! > esclamò violento, mentre si corrucciava. Si avvicinò a me, guardandomi severamente. Ero esterrefatta io, che per la prima volta gli vomitavo quelle parole, addosso. Eppure ne ero sempre stata innamorata. Ma, ho voluto nascondere l’evidenza, nascondendomi dietro a Dean e a Harry. Deglutii, perdendomi in quei pensieri. Lui, non sapeva il mio sogno. Quello stesso sogno che mi rincorreva ogni notte. Alzai lo sguardo allora, accorgendomi di quell’alta finestra, che si lasciava attraversa dai raggi Lunari. Quest’ultimi passanti fra i vetri della finestra, illuminavano il tenebroso corridoio. Sussultai, udendo un rumore lontano, scontrando così la spalla di Draco. Lui, talmente vicino.. < Weasley, porca miseria, che cavolo fai ? > ululò, facendomi sobbalzare di nuovo. Ero agitata e impaurita. < Ti prego. Vieni con me. > so supplicai gentilmente. Quei rumori erano così strani, tanto che mi fecero pensare al mio sogno. Eppure, lui, replicò. < Sei impazzita ? Farmi ve.. > si azzittì, quando lo colpii in faccia. Gli diedi un ceffone, così forte che la mia mano prese a pulsare, violentemente. Ne rimani pressoché scioccata, tanto che non capii neppure io, perché gliel’avessi tirato. Forse, per via di quegli insulti, così gratuiti e dolorosi. Sentivo le lacrime scorrere lungo le gote, quando lui mi prese dalle braccia, trasportandomi contro il muro. Ci sbattei, con la schiena, sussultando di nuovo. Mi agitai, sotto la forza di Malfoy, che mi teneva ferma, con il suo corpo. Immobile, lo guardai. < Perché ? Perché ?? > mi urlò in faccia. < Cosa…?.. > chiesi decisamente, confusa. Lui inarcò un sopracciglio, mostrandomi una smorfia, susseguita da qualche risata isterica. < Weasley, hai osato tirarmi un ceffone. > si spiegò, cercando di mantenere la calma, mentre mi stringeva i polsi. Mi stava facendo male, eppure le miei iridi, scorrevano sul corridoio, alla ricerca di qualcuno o qualcosa. Niente. Era solo un sogno il suo. < Avevo paura. Io..quel sogno…era..così insistente..E il tuo..dio..stavi morendo al mio posto.. > mugolai, piangendo come una disperata, mentre lui mi guardava con estrema perplessità. < Morire al tuo posto Weasley ? ti lascerei sbranare da un cane, persino ! > esclamò ghignante, tanto che io cercai ti sferrargli qualche calcio. Mi strinse. Il suo corpo mi pesava contro. La sua gamba, finì fra le mie, mentre il suo busto, premeva sul mio seno. Sussultai. Divenni rossa. < Malfoy..mi fai male.. > gemetti, scuotendo il capo, prima che lui, potesse stringere la presa. < E’ giusto che sia così. Mi hai fatto male..e ora tocca a me. > lo sentii vicino al mio orecchio, mi mormorava strane parole. Concetti inverosimili. Richieste assurde. Sussultai ancora, gemendo. < Draco.. > mormorai il suo nome, prima di essere afferrata dai capelli. Mi tirò, senza che io potessi replicare. Mi condusse in una stanza, dove vi erano solamente dei banchi, messi sparsi a destra e manca. Mi spinse verso uno di questi. Piegandomi su quest’ultimo, lo guardai inorridita. Si stava sbottonando la camicia. I miei occhi pieni di lacrime, erano incapaci di guardare. Il suo fisico, così scolpito. L’avevo sempre desiderato, ma non così. Non mi aspettavo che nel proteggerlo o nel mancargli di rispetto, lui potesse.. < Cosa..Draco..non.. > balbettai, quando lui mi afferrò dalle mani, spingendo il corpo contro il banco, alle mie spalle. Mi sdraia involontariamente, cercando di gesticolare i piedi, che erano bloccati dalle sue gambe. La sua mancina, che teneva le mie mani ferme, con l’altra gemella, andò a togliermi le mutande. Le strappo via e io piansi, inutilmente. Urlai di fermarsi, ma quando si slaccio i pantaloni, lui, mi violentò. Fu così duro. Malvagio. Non disse niente. Lo sentii gemere soltanto. Le sue mani percorrevano il mio corpo fragile. La sua bocca, sfiorava la mia pelle. Sembrava gentile, ma, mi stava violentando. Ed io, io la piccola Ginevra, acconsentiva, come una bambola di porcellana. Accadde così velocemente. Lui, mi punì e per il Serpeverde, fu tutto normale.

Quando aprii gli occhi, ero nuda e rannicchiata, fra le sue braccia. Mi teneva stretta a se, come a volermi proteggermi da qualche presenza oscura, non presente. Draco Malfoy, vegliava il mio sonno, senza sbatter ciglio. Ma solo quando mi vede, coscia e sveglia, mi sorrise, gelido, come sempre. Non disse nulla e io, riuscii solo a pronunciare una parola. Ti amo. Forse era troppo stupido il mio dire, perché lui mi guardò stranito. Non capì. Forse, non capì mai. Neppure quando le nostre strade si divisero di nuovo. Lui, mi aveva violentata e per me, era la cosa più bella che esistesse al mondo. Passarono i giorni. Ma non riuscii a vederlo più. Tanto che, ora, ci ritroviamo in piena guerra. Il bene contro il male. Il Gruppo di Silente, contro Lord Voldemort. Silente, già, morto per colpa di chi ? Di Severus o Di Draco ?. Accadeva tutto così in fretta, perché io stessa, potessi capire. Eppure, durante quella guerra, lo incontrai. Lo rividi, dopo quel giorno maledetto. Dopo il giorno, della mia punizione. Lo rividi, con la bacchetta davanti a me. Uno scontro fatale. < Aspetto un figlio da te. > gli dissi, quando me lo trovai di fronte. Il suo sguardo era spaventato, sinceramente sconfitto. Un male più grande di lui, combatteva nella sua anima. L’aveva sovrastato. Aveva sovrastato quella dolcezza, che riuscii ad afferrare, per un solo istante. Sussurrai qualcosa, abbassando la bacchetta. Lui, ancora intento a puntarmela addosso. Gli sorrisi. < Ti amo.. > Quella stupida parola, ancora una volta gliela ripetei e non sapevo potesse essere l’ultima. Non so come feci, ma qualcosa catturò la mia attenzione. Harry Potter, stava puntando la bacchetta contro il mio Draco. Lo vidi. Lo udii proferire quella maledizione senza perdono. Mi lanciai verso Malfoy. Lo abbraccia, venendo inesorabilmente colpita alla schiena. Sentii la vita, scivolare via da me. La morte e il niente, mi catturava. L’ultima cosa che vidi, fu il suo sguardo. L’espressione stupita dell ex Serpeverde. Quella dolcezza che riuscii ad afferrare nel suo sguardo. Mi tornò in mente il mio sogno. Quel sogno che mi rincorreva così tanto insistentemente. Ricordai. Tu morivi per me, nel sogno e invece, ora, io ti salvo la vita e muoio per te. Muoio per un amore, che non hai mai capito Draco e spero, che se rimarrai in vita, ora, capirai. Muoio per te. Per quella dolcezza, che ho assaggiato solo per un istante. Muoio per te, perché ti amo. Sacrifico me e il tuo futuro bambino, in un atto d’amore. Ti prego, ricordati di me. Della piccola Ginevra Weasley, che ti salvò la vita e ti dichiarò il suo amore.



// L'ho scritta alla veloce, potrà essere conclusionata. Ma io stessa sarei stata così. L'incoerenza in persona. Ginny, si nascondeva dietro Harry e Dean, ma ha sempre amato Draco, senza farlo mai notare a nessuno. Io non ho mai scritto Ff. Mi limito a far poesie. Questa mi è uscita così, non pretendendo che piaccia. Bacio
  
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