Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: lottieverdeen    11/10/2012    2 recensioni
Inutile Cato, oramai è tutto inutile, le tue suppliche sono parole buttate al vento, non vedi, che io, Clove, la ragazza più coraggiosa e più
crudele che sia mai esistita sto morendo? Non vedi che ormai è finita? Guardami ora Cato, perchè mi guarderai per l'ultima volta.
Guardami ora e non dimenticarmi mai, non quando tornerai al distretto, non quando riabbraccerai la tua famiglia.
Guardami ora. Non sembro innocente e senza peccati? Non sembro una ragazzina che non ha mai ucciso?
Guardami un'ultima volta e dimentica tutti i miei difetti, un'ultima volta, perchè presto sarò sotto terra. Dimenticata da tutti.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clove
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il sole brillava alto nel cielo, era una calda domenica di Agosto. Gli allenamenti erano stati sospesi per godersi un po' di riposo.
Clove, non aveva bisogno di riposo.
Ripensava alle ultime parole di Cato: " Clove ti proteggerò." Sciocchezze.
Da quella sera un palestra erano passati mesi. Mesi in cui Cato l'aveva totalmente ignorata.
Nemmeno uno sguardo, non una parola, neanche un sorriso.
Clove sfogava la sua rabbia sui manichini. 
Jack le aveva comunicato che non avrebbero più tenuto allenamenti privati; Clove era ancora troppo giovane.
"Clove sei troppo debole." La ragazza affondò un coltello nel manichino. "Clove dovresti impegnarti di più."
La sua faccia si fece rossa dalla rabbia.
Il pentimento che qualche volta compariva in lei era sparito. Avrebbe potuto uccidere anche Cato in questo momento. Soprattutto Cato.
La lama trapassò il collo del povero manichino.
"Clove ti proteggerò" clove imitava la voce di Cato. "Clove se mi chiamerai sarò da te."
La ragazza iniziò a martellare con il suo coltello il povero manichino. 
Qualunque cosa la ragazza facesse, la rabbia non voleva sparire.
Si accasciò a terra distrutta.
Poco fa aveva compiuto 14 anni. Nessuno aveva pensato a lei.
Clove era sola, e quella solitudine la spaventava.
Pensò al cervo che aveva ucciso. Non si pentiva più, anzi, ora in cui la rabbia rischiava di sopraffare la sua ragione, ne andava fiera.
Era fiera di avergli strappato il cuore, di averlo lasciato morire di una lunga e violenta morta.
Una risata malvagia solcò le guance di Clove. 
Una risata che era tutt'altro che bella. Faceva semplicemente paura. La ragazza chiude gli occhi


Clove era sdraiata sull'erba ancora bagnata.
Pensava. Era una cosa rara, normalmente reagiva di istinto. 
Pensava alla sua madre. Le avevano detto che era morta in un incidente, ma Clove non  ci credeva.
Fin da quando aveva imparato a parlare era stata sempre diffidente.
Gli omicidi nel distretto 2 non erano cosa rara.
Ragazzi dell'accademia ubriachi, rendevano le strade insicure ogni sera.
Perchè la madre della ragazza era uscita, anche se sapeva che se avesse incontrato dei ragazzi era finita?
Forse suo padre le aveva detto qualcosa, o forse aveva paura di vedere Clove diventare una sporca assassina. Probabile.
La peggiore paura di sua madre si era avverata. La sua unica figlia, ora dopo la sua morte aveva preso gusto nell'uccidere.
Forse se non fosse morta Clove sarebbe diventata diversa? 
Era inutile farsi domande a cui non avrebbe saputo mai una risposta. 
Ma d'altronde, l'unica cosa certa della vita è la morte.



Clove apre gli occhi piena di terrore. 
La rabbia è sparita, ora c'era di nuovo il pentimento.
Chi aveva ucciso sua mamma? Chi aveva segnato così drasticamente la vita della piccola ragazza?
La ragazza si guarda intorno spaventata. E' sola. Come sempre.
I singhiozzi scuotono il corpo della ragazza al pensiero di sua madre.
Lei non si era mai dimenticata del suo compleanno, le aveva sempre fatto un piccolo regalo.
Nostalgia di momenti passati. Nostalgia di momenti felici.
La ragazza si accascia sul pavimento. Si rannicchia in un angolo della palestra e cerca di calmare i suoi singhiozzi.
Di nuovo Clove si sente inutile. Se adesso trovasse gli assassini, riserverebbe a loro una morte lunga e violenta.
Come quella del cervo. Li scuoierebbe con il suo coltello. Li strapperebbe il cuore dal petto.
La ragazza deglutisce. I pensieri di vendetta aveva calmato l'istinto di uccidere chiunque incontrasse.

I suoi lenti passi rimbombano nel corridoio. Le poche ragazze che ha incontrato sono scappate alla sua vista.
Ad un tratto delle voci la distraggono.
"Sta sera, facciamo un giro del distretto?"
"Prima però dobbiamo..."
Clove piomba addosso ai due ragazzi.
Il coltello alzato e gli occhi annebbiati dalle lacrime.
Non sa più quello che fa. Pensare a sua madre le ha spezzato il cuore.
"Clove!" Una voce spaventata e così famigliare la chiama.
Alla vista di Cato la rabbia di Clove aumenta. Le blocca il braccio e le fa cadere il coltello.
"Clove cosa stai facendo?" L'altro ragazzo è scappato. Clove è sola con Cato.
Clove scuote la testa. Cato la guarda con  una strana espressione sulla faccia.
La ragazza si libera dalla presa di lui e scappa. Ma lui è più veloce.
La afferà e la costringe a guardarlo.
Di nuovo Clove si perde nei suoi occhi. Ad un tratto la rabbia passa. Il doloro se ne và.
Il ricordo di sua madre si allontana.
"Grazie" Sussurra Clove.
"Mi dispiace, mi dispiace che ti ho ignorato Clove, ma io..."
Le labbra della ragazza zittiscono Cato. Ad un tratto dimentica tutto. L'assurda situazione in cui si trova e che tutti potrebbero vederla.
Per lei ora esistono solo le labbra di Cato.  Ad un tratto lui si stacca.
"Era proprio quello che volevo evitare Clove!"
"Cosa?" Chiede Clove.
"Clove io, non posso..."
"Ah si capisco... sei uno di quegli stronzi che ha già mille fidanzate ed è abituato a stare con quelle più grandi." Lo interrompe Clove
"Scusa Cato, non volevo che ti abbassassi di livello in questo modo."
"Clove, non volevo dire quello io..."
"Risparmiati le parole Cato! Sei come tutti gli altri!"
"Mi stai prendendo in giro Clove? Credi davvero che lascio che una ragazza mi parli così?"
"Si hai ragione! CHIAMAMI PURE SOLO UNA RAGAZZA! CHIAMAMI COME VUOI! TI FARO' VEDERE DI CHE PASTA SONO FATTA!"
"NON PERMETTERTI DI URLARMI ADDOSSO!"
"IO POSSO PERMETTERMI QUELLO CHE VOGLIO! NON HO PIU' NIENTE DA PERDERE TANTO!"
"Sei sicura Clove?"
"LASCIAMI IN PACE STUPIDO SCEMO DONNAIOLO, CASCAMORTO! VAI DALLE TUE PUTTANE."
Clove si girò con le lacrime agli occhi e il cuore pesante.
Era vero, lei non aveva più nulla da perdere, tranne forse se stessa.



  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: lottieverdeen