Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Bookseater    12/10/2012    1 recensioni
Oggi non mi sento bene, e ho chiamato al lavoro per dire che non andavo. A lui non è piaciuto e ha cominciato a urlarmi contro parole che mi fanno male solo a ricordarle. Ma non lo capisce che così mi fa male? Mi fa soffrire, sia fisicamente che mentalmente.
Una storia che parla di dolore, tanto dolore, di forza e di coraggio per ricominciare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un'altra notte ancora

La guancia mi brucia per il dolore e la vergogna. Mi aveva appena colpito. Mi ha fatto male, ma non è la prima volta che mi picchia e sopporto. Perché lo amo. Sta uscendo. So che piangerò silenziosamente tutta la notte, mentre lui è in qualche bar a ubriacarsi. So che tornerà alle prime ore del giorno dopo, senza neanche riuscire a reggersi in piedi. So che quando entrerà nella camera da letto farò finta di dormire. So che si spoglierà e sdraierà accanto a me. So che mi farò toccare e stuprare, nonostante a quell’ora io voglia solo dormire, tranquilla, e aspettare che si calmi. Ma so che a lui non importa che io voglia dormire o che io stia dormendo, perché, come spesso mi ripete, io sono una donna, e sono inferiore a lui, l’uomo.  Ma sopporto e sopporto, notte dopo notte, perché lo amo.
Mi ricordo com’era quando l’ho conosciuto. Ero molto fortunata ad averlo. Ma poi ha perso il lavoro, e ha cominciato ad ubriacarsi. Ha cominciato a picchiarmi, e io a piangere.
A volte penso a come sarebbe bello se una sera non tornasse a casa. Probabilmente sarei disperata, perché nonostante tutto lo amo e non voglio che gli succeda niente. Ma dopo qualche giorno credo che capirei che è la cosa più bella che mi potesse accadere. Essermi liberata di lui. Essere libera di trovare qualcuno che mi ami e che dopo il lavoro mi porti dei fiori. Che la sera stia a casa con me e dopo aver parlato ed esserci baciati a lungo faccia l’amore con me, dolcemente. Vorrei non dover pensare a cosa potrebbe succedermi se faccio qualcosa che a lui non piace. Vorrei non dover più vivere in un tale incubo.
Sento la porta aprirsi, e so che l’incubo sta per ricominciare.
Chiudo gli occhi e aspetto di sentirlo entrare in camera. Lo sento spogliarsi. Cerco di pensare a qualcosa di bello. Forse una di queste sere si stancherà e, una volta rientrato in casa, si sdraierà e si addormenterà.

*

Oggi non mi sento bene, e ho chiamato al lavoro per dire che non andavo. A lui non è piaciuto e ha cominciato a urlarmi contro parole che mi fanno male solo a ricordarle. Ma non lo capisce che così mi fa male? Mi fa soffrire, sia fisicamente che mentalmente. Mi colpisce all’addome con un pugno, e io spero vivamente che non sia successo niente al mio, al nostro bambino, perché non potrei sopportarlo. Anche se è vero che lui non lo sa e probabilmente non glielo dirò nemmeno. Ma io lo so, e mi fa male.
Forse se glielo dicessi, cambierebbe. Non mi picchierebbe più, non andrebbe tutte le sere ad ubriacarsi, finché non finisce tutti i soldi che gli ho dato e non riesce più a reggersi in piedi. Forse si cercherebbe un lavoro e non se la prenderebbe con il mondo e soprattutto con me. Inizierebbe a vivere.

La mattina dopo, in ospedale, ho un aborto spontaneo. I dottori mi fanno alcune domande sui lividi che ho sul corpo e sulle ferite vaginali non dovute all’aborto. Ad alcune domande rispondo mentendo, altre le eludo. Non menziono gli stupri, né i pugni, né i calci, né le violenze verbali. Sto zitta, e dopo poche ore posso tornare a casa. La sera, quando rientro all’ora a cui solitamente torno dopo il lavoro, non gli dico niente. Preparo la cena e dopo aver cenato, lui esce.

Siamo punto e a capo.

*

Mi sono svegliata presto stamattina. Sono ancora a letto e lo sento russare. Rifletto sulla mia vita e su di lui. Verso le sette ho deciso.

Ho deciso di parlare, finalmente. Non posso più andare avanti così. Devo cominciare ad amarmi, e la prima cosa che devo fare è andare a denunciarlo alla polizia. Non posso aspettare che mi uccida. Non posso vivere un altro giorno nel terrore di quello che mi aspetta.

La mattina presto esco di casa. Non aspetto che si alzi e non gli preparo la colazione. Esco, sapendo che la prossima volta che entrerò in quell’appartamento sarò libera. Nessuna paura mi perseguiterà ancora.

Sto camminando tranquilla, senza fretta alcuna. Ho tutto il tempo di raggiungere la polizia, fare la mia denuncia, aspettare che lo arrestino e tornare a casa mia.

Questa mattina il vento è alzato, impetuoso, quasi a volermi fermare. Ma io mi stringo nella giacca e vado avanti. Davanti a me vedo il commissariato. Devo solo attraversare quella strada.

Il semaforo mi da il verde e io inizio a camminare per raggiungere la mia salvezza, ma dopo pochi passi, circa a metà strada, mi fermo. Sono proprio sicura di volerlo denunciare? Dopotutto lo amo e sotto tutta la rabbia e il rancore anche lui mi ama. Però i pensieri di quello che mi ha fatto sono ancora vividi nella mia mente e non posso, non devo permettermi di giustificarlo e perdonarlo. Queste mie riflessioni durano pochi secondi. Ricomincio a camminare, quando sento un rumore strano. Mi guardo a destra e a sinistra, ma è troppo tardi. La macchina mi colpisce.

Negli ultimi istanti della mia vita penso a quanto sia ironico che proprio quando ho deciso di ricominciare a vivere, non mi è più possibile. Muoio, sapendo che nessuno saprà mai di quello che mi ha fatto lui, e che lui potrebbe rifarlo con un’altra donna, ignara di quel suo essere. Muoio sapendo che non sono totalmente libera, ma perlomeno, non dovrò più subire le sue violenze.

Forse, dopotutto, muoio felice.

 

ANGOLO AUTRICE

Vorrei dedicarla a tutte le donne, le ragazze, i bambini che ogni giorno subiscono violenze da parte di padri, figli, mariti, compagni, ex gelosi.
Vorrei dedicarla a tutte le donne che hanno avuto il coraggio di dire Basta e a tutte le donne che questo coraggio ancora non ce l'hanno.
Un saluto a tutti!

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Bookseater