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Autore: Blissa    12/10/2012    1 recensioni
Se ti dicessero che la tua vita ha una data di scadenza,come vivresti?
Solo amici perchè la vita ha deciso di portarsi via uno di loro troppo presto.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una serie infinita di cose che avrei voluto dirgli prima che se ne andasse. Quando ci vedevamo le tenevo nascoste, pensando alle occasioni che il destino mi avrebbe serbato in futuro e che di certo non mi sarei fatta scappare. 

Oggi, mentre una pala arrugginita getta terra scura sulla superficie di mogano della tomba, capisco che quelle occasioni me le sono lasciate sfuggire una dopo l'altra. Sono rimasta a guardare, mentre il tempo scorreva, l'orologio batteva le ore inesorabile, fino a che la clessidra è stata capovolta e la sabbia è finita.

E' Novembre. Sono le 4 ed il buio sta già calando su di noi. Credo che resterò qui ancora per un po', seduta su questo scalino bianco dagli spigoli smussati ed erosi da giorni infiniti di pioggia e vento.

Ogni cimitero è un tempio di lacrime, di raccoglimento accanto a chi prima c'era e oggi non più. Chissà se, superato il dolore, diventa anche rifugio e ancora, sollievo per chi c'è ancora.

Negli ultimi quattro anni ho passato la mia vita con Sam. L'ho atteso sotto casa quando avevamo un appuntamento, sono andata al cinema con lui il giorno di Natale, ci siamo incontrati e scambiati le rispettive merende nei corridoi della scuola. Sono andata a trovarlo quando stava male, a casa e all'ospedale. Gli ho baciato la fronte perchè era più rassicurante misurargli la temperatura così, piuttosto che con un termometro gelido infilato sotto il braccio. Gli ho accarezzato i capelli mentre mi confessava le sue paure, distesi in giardino sotto al ciliegio. Stagione dopo stagione. Sceglievo i vestiti che lo valorizzavano di più per impressionare ragazza con cui stava per uscire, anche se avrei voluto essere io quella ragazza. Ma sapevo bene di non poterlo essere mai, perchè Sam mi voleva troppo bene.

Alcuni poeti tessono le lodi dell'amore salvatore, che ti eleva al cielo e ti purifica. A noi, invece, aveva solo complicato le cose.

Se sapessi che da un giorno ad un altro un demone che vive dentro di te potrebbe scatenarsi e porre fine alla tua esistenza, cosa faresti? Se dopo decine di esami e accertamenti ti dicessero che la tua vita ha una data di scadenza ben precisa, come vivresti?

La scelta di Sam era stata decisiva e secca, non ci aveva pensato un attimo. All'inizio avevo fatto davvero fatica ad accettarla, ma poi avevo capito.

- Sai che per alcuni l'amore inappagato è più intenso di quello realizzato? Anche io la penso così. Negli atti fisici dell'amore tutta la passione si scarica, perde d'intensità. Se invece l'amore rimane contenuto, la passione brucia dentro gli amanti e non si spegne mai. - 

- Dovrebbe consolarmi? - 

- Deve,altrimenti non lo avrei detto. Ricordati che ti amo. Anche se non ti bacio, non ti abbraccio, non ti porto in giro per mano: ricordati che ti amo. E sappi che questa è l'unica volta in cui me lo sentirai dire. - tacqui,lasciando scivolare via un'occasione. 


Io, a differenza di Sam, avevo paura della morte. Credevo che spazzase via tutto ciò che un tempo era bello e rigoglioso, che uccidesse gli affetti. Quando lui se n'è andato però, ho capito che non fa altro che fortificarli.

-Ascoltami!- mi prese il viso tra le mani, come a voler fermare i singhiozzi. Le mie lacrime si raccolsero tra le sue dita, mentre lui mi parlava con gli occhi lucidi.

- Sto morendo, Kim. - la sua voce si affievolì al pronunciare il mio nome, divenne una folata d'aria gelida, di quelle che fanno venire i brividi.

- No..- piansi ancora più forte. - Non te ne andare. - 

- Kim, vuoi ascoltarmi? So che non riesci a fartene una ragione,però è giunto il momento di smettere di sperare invano.. - io scuotevo la testa, ma volevo ascoltarlo. - Non posso più lottare. Ma, se ciò ti può consolare, io sono felice. - scandì l'ultima parola, forse voleva che mi fosse chiara, che me la ricordassi. - Sai cosa provo per te, questo non cambierà nanche dopo che me ne sarò andato. Se ti mancherò, se sarai triste, pensa a quanto ti voglio bene e sii forte, vivi la vita al meglio, tu che puoi. - 

Eccola, era lei. L'ultima occasione del destino. 

Ma io non dissi niente. Tacendo, mi sfilai le sue mani dalle guance e le baciai piano. Rimasi lì fino a che non si addormentò, poi sgattaiolai via dall'ospedale e passai la notte sul terrazzo. Forse volevo solo stare lontana dalle quattro mura soffocanti della mia camera, forse in realtà aspettavo una stella cadente.

Il giorno dopo stilai una lista di tutto ciò che avrei voluto dirgli e che in quei quattro anni di amicizia forzata mi ero dovuta tenere dentro.

Però quella mattina le campane suonarono: il mio tempo era finito.  


La lista è ripiegata dentro una busta ben sigillata, che adesso giace sulla bara insieme a una tonnellata di terriccio.

C'era una serie infinita di cose che avrei voluto dirgli prima che se ne andasse, ma quando mi ero ritrovata solo con una penna di fronte ad un foglio bianco mi era venuta in mete un'unica frase: la più semplice e vera, la risposta giusta a qualsiasi interrogativo.

Ti prego, buttiamoci. Anche se ci rimane poco tempo, proviamoci. 

Avevo scritto quelle parole con il briciolo di coraggio che mi era rimasto, il coraggio che però non mi era bastato per dirle in tempo.

  
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