Storie originali > Soprannaturale > Maghi e Streghe
Segui la storia  |       
Autore: Tinkerbell92    12/10/2012    1 recensioni
La storia è in parte ispirata al film "Hocus Pocus" di Kenny Ortega (1993).
Tre sorelle streghe, giustiziate nel 1691 per l'omicidio di due giovani, vengono accidentalmente riportate in vita 320 anni dopo, da una ragazza di nome Vicky.
Per diventare immortali, le tre sorelle dovranno racchiudere dentro un medaglione magico tre anime. Due sono presenti, manca solo la terza: quella di Vicky.
(nb: la parte storica del luogo in cui si svolge la storia è puramente di mia invenzione).
STORIA SOSPESA
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Portsmouth, 29 Ottobre 1691.

La casa delle streghe esalava un fumo grigiastro dal camino. Un fumo che saliva fino al cielo notturno di Portsmouth.
Un libro molto antico giaceva su un leggio di legno, al centro di una stanza dalla luce calda ma pericolosa.
Scoccò la Mezzanotte.
Il sudore colava dalla fronte del ragazzo legato con delle catene al muro.
Il suo respiro era irregolare.
I capelli ricci e castani ricadevano scompostamente sul suo viso, un viso graffiato ma bello, dai tratti tipicamente irlandesi.
Il suo busto era scoperto, si potevano vedere benissimo i muscoli ben sviluppati, ma anche i lividi violacei sulla schiena, sul petto, sull'addome e sulle braccia, per non parlare dei graffi vermigli sulla spalla sinistra e sui fianchi.
Girò faticosamente la testa, per guardare la ragazza legata accanto a lui. Anche lei era attaccata a delle catene per i polsi e inginocchiata a terra, con la veste che formava un'elegante, seppur strappato, tappeto di seta sotto di lei.
I lunghi capelli rossi ricadevano sulle spalle in tanti delicati boccoli, il volto pallido creava un forte contrasto con le labbra color fragola.
Era messa meno male di lui, aveva solo qualche graffio sul viso, ma ansimava per la febbre e il caldo.
Il giovane provò a chiamarla e lei sollevò piano la testa per fissarlo: aveva uno, al massimo due anni più di lui, e veniva chiaramente dalla stessa nazione, fatto evidenziato dai lineamenti e dagli occhi verdi di entrambi.
La ragazza aprì la bocca per mormorare qualcosa, ma le uscì solo un debole gemito: "Mi dispiace..." Lui ansimò stremante: "Non è colpa tua..." Lei abbassò lo sguardo.
Si udirono distintamente dei passi nel corridoio. "Arrivano" borbottò il giovane, e subito la porta si aprì di colpo.
Tre donne, tre streghe, con dei ghigni diabolici sul volto, avanzarono con passo deciso dentro la sala.
La maggiore tra loro non poteva avere più di ventisette anni, aveva lunghi capelli biondo cenere, adornati di meches nere, e tempestosi occhi grigio-blu, che sembravano emanare lingue di fuoco saettanti. Aveva un ampio vestito grigio e bordeaux, con le maniche a balze bianche, e lunghissime unghie rosse che brillavano se colpite dalla luce.
La seconda dimostrava appena ventitrè anni, aveva una carnagione pallida e luminosi occhi celesti, che sembravano piccoli iceberg attorno ad una voragine oscura. I capelli erano lunghi e neri, dritti e ben pettinati, e ricadevano lungo la schiena. Il suo vestito era nero, non aveva le spalline nè le maniche, ed era decorato con pizzo finemente lavorato.
Infine, la più giovane era una pallidissima ragazzina di vent'anni, con lunghissimi capelli color platino, che scendevano dietro la schiena in armoniose onde, e grandi occhi turchini, che le conferivano un'espressione non molto sveglia. Indossava un vestito scollato rosa e oro, con tanto di corsetto attillato che sottolineava i fianchi sottili.
Fissarono tutte e tre i giovani legati e la più grande avanzo sorridendo verso il suo libro: "Finalmente è giunta l'ora, sorelle!" Accarezzò la copertina con le lunghe unghie smaltate e lo aprì con eccessiva riverenza.
La minore delle tre saltellò battendo le mani: "Lo facciamo adesso, Maggie? Lo facciamo adesso?"
La più vecchia continuò a sfogliare il libro senza guardarla: "Sì, Mirana, un momento! Dobbiamo prima trovare la formula magica riservata per la ragazza... non possiamo sbagliare con lei..."
La biondina smise di saltare e fece il broncio e la strega con i capelli scuri la fulminò con lo sguardo: "Non incominciare, adesso!" Mirana le fece la linguaccia: "Non provare a fare la mamma!" "Silenzio!" ordinò la strega di nome Margaret, e subito quelle due si zittirono chinando il capo.
La donna continuò a fissare il libro con aria assorta, finchè non trovò la pagina esatta. Sciolse allora, con la sola forza del pensiero, le catene dei due giovani, che caddero a terra con un sonoro tonfo.
Il ragazzo si alzò a fatica e strisciò verso l'amica: "Cassie... Cassie rispondimi!" Quella lo fissò con aria afflitta: "E' tutta colpa mia Ced..." Lui scosse la testa, mentre le lacrime iniziavano a scendere sulle guance della ragazza. 
Margaret si slacciò il medaglione che portava al collo e lo pose al centro del leggio, proprio sopra al libro magico.
Era un ciondolo d'oro decorato, con un piccolo rubino al centro di esso.
Lo aprì, ed una piccola sfera di luce uscì da esso, galleggiando fino all'altezza degli occhi della strega.
"Bene" sentenziò Margaret "L'incantesimo è pronto. Ora mancano solo i sacrifici."
Tese una mano verso Cassie, facendola sollevare sempre con la forza del pensiero.
Quando la ragazza fu un piedi, sospesa a pochi centimetri da terra, Margaret la fece avanzare verso di sè.
Ced tentò di alzarsi, ma ricadde a terra pesantemente e ansimando, le ferite gli bruciavano terribilmente ed i lividi gli dolevano da impazzire. Si sentiva impotente, inutile, e questo non riusciva proprio a sopportarlo.
Il freddo e duro pavimento sotto di sè non gli dava certo alcun sollievo.
Sollevò a fatica la testa, giusto in tempo per vedere Margaret lasciar cadere in ginocchio Cassie.
Le afferrò i capelli da dietro la nuca e, mentre Cassie provava, senza risultato, a divincolarsi, la strega parlò: "Dimmi, tu che vedi ciò che io non posso vedere, che cosa hai visto?" Cassie serrò le labbra e Margaret la strattonò più forte: "Parla!"
La ragazza irlandese la fissò con odio e socchiuse gli occhi: "Quello che puoi sapere te l'ho già detto. Non ti dirò altro di più."
La donna la lasciò cadere a terra e si avviò verso un calderone: "Fai come ti pare. Tanto tra un po' canterai come un uccellino. Intanto sbarazziamoci di quell'altro, così abbiamo pronto il primo sacrificio."
Fece sollevare Ced con un gesto e lo inchidò al muro.
Il ragazzo provò con tutte le sue forze a muoversi, ma una forza misteriosa gli impediva qualsiasi gesto.
Mirana gli si avvicinò con fare sensuale e prese a sfiorargli l'ampio petto: "Lo sai" gli sussurrò all'orecchio "sei proprio un bel ragazzo... quasi mi dispiace doverti sacrificare." Scese con le dita fino agli addominali, per poi posargli la fronte sul collo.
Chiunque avrebbe avuto i brividi in quella situazione, ma Ced non poteva certo pensarci.
Strinse i denti quando la strega gli toccò con fare quasi divertito i tagli sui fianchi e gemette quando le sue dita percorsero con fare lento e infantile il graffio sulla spalla, mentre la lingua della bionda si posava sul suo collo.
"Ora basta, Mirana!" ordinò la strega con i capelli scuri, e la ragazza si scostò piuttosto contrariata. Strizzò l'occhio a Ced e gli mandò un bacio. Lui alzò gli occhi al cielo, preparandosi psicologicamente a soffrire di più.
Ma una distrazione di Margaret, causata da Mirana che aveva quasi rovesciato il calderone, gli permise di muovere un braccio e, poco dopo, tutto il corpo, riuscendo quindi a staccarsi dal muro.
Subito, animato da una forza tutta nuova, balzò accanto a un tavolino e prese un coltello. Contro le streghe non sarebbe servito a niente, ma forse poteva guadagnare un po' di tempo rompendo qualcosa di importante. Di sicuro le boccette negli scaffali di legno potevano essere distrutte da un semplice colpo di pugnale.
Margaret fece per bloccarlo di nuovo, ma lui si scansò di lato, rovesciando un comodino con sopra alcune pozioni. Afferrò poi una boccetta con un liquido verde e lo gettò nel camino. Un'immensa fumata fosforescente e smeraldina si levò dalla ciminiera, mandando un chiaro messaggio agli abitanti del villaggio.
Suo padre sarebbe arrivato a breve, la Contea intera si sarebbe mobilitata. Forse non sarebbero arrivati in tempo per salvare lui, ma almeno aveva una possibilità in più che salvassero Cassie. Dopotutto, lei importava alle streghe molto più di lui, non l'avrebbero di certo uccisa.
Margaret riuscì a bloccarlo con la forza del pensiero, e di nuovo lo sbattè contro il muro. Il dolore esplose nel corpo del ragazzo come una miriade di coltelli acuminati conficcati nella
schiena, mentre le irregolarità del muro gli penetravano la pelle. Con un gemito cadde di nuovo a terra.
Margaret afferrò il libro e prese a recitare una formula con le sorelle: "Non più di carne, ma di aria leggera, non più di ossa, ma di etera essenza, non più materiale, ma trascendente, divieni, o umano, uno spirito inquieto!"
Un lampo di luce abbagliante.
Ced fece per ripararsi, ma non sarebbe riuscito ad evitarlo.
Improvvisamente, mentre stava per essere colpito, vide Cassie lanciarsi tra lui e l'attacco.
"Noooo!" gridò lui, mentre il lampo di luce la investiva.
Un grido acuto risuonò per tutta la casa e poi Cassie si dissolse, svanendo insieme all'incantesimo lanciato dalle tre streghe.
Margaret serrò le labbra in una cupa smorfia, mentre Ced iniziava a piangere.
"Razza di cretina!" gridò la donna, tirando un scappellotto a Mirana "Se tu non mi avessi distratta, lui non si sarebbe liberato e, a quest'ora, non avremmo perso la ragazza!"
Mirana fece il broncio, mentre l'altra sorella si guardava intorno: "Credi che lei sia qui?"
Margaret sospirò: "Dovrebbe essere qui tra pochi secondi... ma non ci serve più a niente! Dobbiamo per forza attirarla nel ciondolo, la Pozione della Verità dovremmo usarla su qualcun altro. Ma ora non perdiamo tempo. C'è qualcuno che sta arrivando."
Infatti, in lontananza, si udivano i passi e il gran vociare della gente del posto. Presto sarebbero arrivati a prenderle.
"Helen!" si rivolse alla sorella con i capelli scuri "Recita la formula per mettere i nostri spiriti nel ciondolo nel caso ci uccidessero. Ormai non abbiamo più tempo."
La ragazza obbedì, mentre Mirana saltellava inquieta per la stanza.
Margaret osservò fuori dalla finestra, per nulla turbata dalla folla inferocita che stava circondando la loro casa.
Ced sentì le forze abbandonarlo.
Il secondo colpo contro il muro l'aveva probabilmente segnato maggiormente e più in profondità.
Si accasciò a terra, con lo sguardo rivolto al soffitto. Chiuse gli occhi lentamente, sembrandogli per un istante di vedere Cassie volteggiare sopra di lui. E poi, il buio.
Il medaglione si illuminò ed il corpo di Ced sparì, come risucchiato da esso. Helen lo fissò mentre si illuminava di una luce blu e poi lo richiuse.
Lo consegnò a Margaret, mentre le voci delle persone di fuori iniziava a chiamarle a gran voce.
"Venite fuori, streghe!"
Margaret lasciò che abbattessero la porta e li accolse con un mellifluo sorriso.
Mentre le portavano via, una candela si accese di colpo nella stanza.
La maggiore delle tre streghe la fissò sorridendo e mormorò: "E' tornata."
I soldati la trascinarono fuori.

Cassie si guardò attorno tutta spaesata.
Aveva visto la cattura delle tre streghe, ma non dove era finito Cedric. Lo chiamò a gran voce, ma nessuno potè udirla.
Si guardò le mani: erano rosate, e belle, ma trasparenti, poteva vederci attarverso. Si toccò il viso, ma senza avvertire più alcun calore.
Barcollò scioccata per la stanza, fino a cadere in ginocchio, ma finì solo con lo sprofondare nel pavimento. Si alzò girandosi attorno, urtando un comodino ma non sentendo alcun dolore: ci era passata attraverso quasi senza problemi.
Con un gemito di rabbia si lanciò verso il muro, passandoci attraverso.
L'aria fredda di quella sera di Ottobre non la sfiorò minimamente.
Sconsolata, tornò dentro, sempre passando per il muro, non volendo accettare la realtà della sua nuova forma. Era un fantasma.
Cosa doveva fare?
"Devo cercare aiuto!" pensò, ma da chi? Chi poteva vederla? Chi poteva sentirla?
Udì il vociare dei contadini e dei soldati che si allontanava sempre di più, sentendo che le streghe sarebbero state giustiziate il giorno dopo, nel tardo pomeriggio.
Sospirò e si avviò verso la folla inferocita, restando a debita distanza e volteggiando nell'aria come una farfalla.    

30 Ottobre 1691

"Orsù, ora, parlate!"
Il Conte Midfield fissava con severità le tre streghe legate a tre pali alti due metri, distanti meno di un metro l'uno dall'altro e posizionati su un patibolo di legno. Sotto di loro, un mucchio di sterpaglie e legna da ardere.
Un giovane boia con i capelli biondi teneva in mano una torcia, pronto ad attingere la fiamma da una piccola pira posta dentro un vaso nero, in modo che la fiamma non potesse bruciare tutta la costruzione alla quale avevano lavorato ben quindici operai in una sola notte.
Margaret alzò gli occhi al cielo con aria divertita, Helen fissò impassibile la folla e Mirana spalancò i grandi occhi, come se non si rendesse conto bene di quello che stava succedendo. Girò lo sguardo verso il giovane boia, notando la sua incertezza. Lui la fissò a sua volta e riuscì solo a mormorare un: "Mi dispiace..."
Il Conte Midfield si portò le mani sui fianchi e parlò con maggiore insistenza. Era un uomo robusto, con una folta barba scura, con i lineamenti tipici irlandesi e rassomigliante a Ced in modo impressionante.
"Se volete avere una possibilità di salvarvi, dite che cosa ne è stato di mio figlio!"
"E di nostra figlia!" gridarono due irlandesi appartenenti al ceto borghese. L'uomo portava un cappello sotto al quale spuntavano i capelli color paglia, mentre la donna aveva una cuffia bianca e folti capelli ricci e rossi.
Margaret smise di sorridere e parlò: "Tuo figlio è perduto, Conte. Non lo rivedrai mai più, te l'assicuro... a meno che qualcuno non trovi il modo di farlo ritornare indietro!"
Il Conte tentò di nascondere una smorfia di dolore: "Ditemi dove l'avete messo!"
"Te l'ho detto: è perduto!" si spazientì Margaret.
Cassie, intanto, si aggirava tra la folla, passando senza problemi attraverso le persone.
Raggiunse i genitori, che continuavano ad insistere insieme al Conte affinchè rivelassero loro cosa ne fosse stato dei loro figli.
"Sono qui!" gridò "Papà, mamma! Sono qui!"
Naturalmente, nessuno potè udirla. Nè vederla.
Solo le tre streghe ci riuscivano e, infatti, Margaret sogghignò: "Signori O'Bryan... per quanto vi riguarda, vostra figlia è proprio accanto a voi!"
Per un momento si girarono entrambi, ma non videro nessuno. Cassie si sforzò di muoversi il più possibile e di chiamarli, ma fu tutto inutile.
Il signor O'Bryan si voltò arrabbiato: "Che razza di scherzo è questo? Fate poco le spiritose, malefiche streghe!" Cassie aveva le lacrime agli occhi, trasparenti ed eteree lacrime invisibili: "Ma io sono qui..." Sfiorò con la mano la guancia di sua madre: "Mamma..."
Ci fu un momento che fece quasi sperare la sfortunata giovane.
Sua madre fu come scossa da un brivido, e si portò una mano sulla guancia pallida, arrivando a sfiorare le dita di Cassie.
Si girò, ritrovandosi a fissarla negli occhi. Aveva sentito qualcosa. Una carezza invisibile e leggera.
Cassie sorrise tra le lacrime e mormorò: "Mamma..."
La donna avvertì una brezza leggera.
"Tesoro?" la chiamò il marito, e lei si scosse "Va tutto bene?" Lei annuì, ma senza smettere di toccarsi la guancia.
"E' inutile, O'Byan." disse Helen rivolta a Cassie "Non possono sentirti." "Adesso basta!" sbottò il padre di Cassie, e subito il Capo delle Guardie, poichè il Conte Midfield era incapace di parlare per il dolore, srotolò una pergamena.
"Margaret, Helen e Mirana Cromwell. Siete accusate per aver fatto uso di stregoneria, malefici, incantesimi a danni altrui e per l'omicidio di Lord Cedric Midfield e di Chastity O'Byan. Pertanto, siete condannate a bruciare sul rogo portando con voi la vostra maledizione e le vostre malefatte."
"Oh, quante storie per un paio di trucchetti." borbottò Margaret annoiata.
Il Capo delle Guardie continuò: "Che Dio vi riservi la punizione che meritate." "Dio non esiste!" sbottò Margaret furiosa, facendo trasalire metà della gente presente.
Il Conte Midfield fece un cenno al boia: "Basta, non voglio più vederle" la sua voce era la stessa di chi ha appena pianto "Signor Dekker, proceda."
Il boia annuì lentamente ed iniziò ad accendere la torcia.
E allora, accadde un qualcosa di strano: le corde che legavano i polsi di Helen e Mirana si sciolsero come per magia.
Le ragazze si guardarono stupite le mani libere e si voltarono incredule verso Margaret, che, invece, era ancora legata. La donna alzò gli occhi al cielo e gridò: "Svelte, razza di idiote! Fate che si salvi almeno una di noi!"
Le due sorelle obbedirono, saltarono giù dal patibolo e si misero a correre verso il bosco. Il Capo delle Guardie fece un cenno ai suoi soldati di seguirle, venendo anche obbedito da un gruppo di contadini.
Il Conte Midfield fissò incredulo Margaret, la quale sogghignò: "Voi uccideteci pure! Tanto la nostra anima sarà rinchiusa all'interno del mio ciondolo finchè qualcuno non verrà a liberarci! E quando lo farà, noi chiuderemo la sua anima all'interno del medaglione, così che
il pagamento sia completo! A quel punto, noi potremmo vivere in eterno!"
La torcia che era in mano al boia si mosse da sola e, sfuggendo al controllo del suo padrone, si posò proprio sulle sterpaglie che si trovavano ai piedi della strega.
Il fuoco si accese e Margaret iniziò a ridere. Un vento fortissimo si sollevò, facendo volare via cappelli, cuffie e fazzoletti vari.
Il Conte Midfield si portò una mano davanti agli occhi, per impedire ai granelli di polvere di entrarci, e così fecero gli O'Bryan.
Margaret rise ancora più forte, e le fiamme divamparono, come fossero state vive.
La strega lanciò uno sguardo di sfida verso il cielo e, non appena il suo vestito toccò le fiamme, il suo corpo si infiammò tutto di colpo, scomparendo tra granelli di cenere.
Il medaglione cadde a terra con un sonoro tonfo, illuminandosi di luce rossa. Era rimasto intatto.
Di Margaret Cromwell, oltre a quello, rimase soltanto il riecheggiare della cupa risata malvagia.
Intanto, Helen e Mirana correvano a perdifiato lungo un sentiero di terra battuta. Più avanti, a qualche centinaio di metri da loro, c'era il bosco. Di sicuro, raggiungerlo avrebbe garantito loro la salvezza.
La strada incontrò un bivio.
Senza esitare, Helen prese la strada che si trovava alla sua sinistra e Mirana quella opposta. Sapevano che dividersi era la cosa migliore, probabilmente i soldati e i contadini avrebbero puntato una delle due più dell'altra. La priorità era la sopravvivenza.
Se non fossero state drogate, prima dell'esecuzione, avrebbero potuto sbaragliare un intero esercito. Ma i loro poteri erano ridotti, non per niente, Margaret stessa aveva scelto di liberare solo loro due, per evitare di perdere completamente tutte le forze.
La folla inferocita stava arrivando.
Improvvisamente, la gonna di Mirana si impigliò in uno spuntone di roccia che spuntava dal suolo. La ragazza gridò inciampando.
Udito lo strillo della sorella, Helen si voltò, ignorando quello che aveva detto sempre Margaret sulla sopravvivenza: mai voltarsi indietro quando si è inseguiti. L'errore le costò molto caro. Non si era infatti resa conto di stare correndo verso una sporgenza. Il sentiero si interrompeva bruscamente, lasciando lo spazio ad un'altissima scogliera. Sotto di essa, il mare si infrangeva sulla sua parete di roccia rumorosamente.
Helen guardò in avanti, pensando di fermarsi e andare a salvare la sorella, ma fu troppo tardi. Quando si rese conto dello strapiombo, era ormai incapace di fermare la corsa.
Provò a fermarsi, ma si sbilanciò, mentre uno dei suoi stivaletti scuri si incastrava in una spessa radice. Precipitò verso gli scogli con un grido agghiacciante.
Mirana cercò di non pensare a quello che era appena successo, e provò in tutti i modi a liberarsi dal sasso che le teneva fema la gonna.
Gli abitanti di Portsmouth stavano arrivando. Con un ultimo sforzo disperato, fece appello alle sue energie e, mettendo il pollice e l'indice in bocca, fischiò.
Un sibilo fece alzare la testa degli inseguitori delle due streghe, mentre una scopa di legno volava sopra di loro. Mirana la afferrò al volo e ci salì, lasciando sul masso un pezzo della gonna rosa. Si alzò in volo, dirigendosi più in alto possibile.
Gli abitanti di Portsmouth la osservarono fuoriosi, mentre lei li sbeffeggiava: "Ha ha ha! Brutti idioti, non riuscirete mai a prendermi ora!"
Un paio di soldati caricarono sulle proprie spalle uno stranissimo arnese, una specie di tubo di cannone che conteneva delle grosse sfere di metallo al suo interno. Lo puntarono verso la strega.
Intanto, il giovane boia li aveva raggiunti, e guardava esterrefatto Mirana che volava via.
Prese per la giacca il Capo delle Guardie: "Signore, le sue sorelle sono morte, da sola non può fare granchè... è proprio necessario ucciderla?"
L'uomo lo fissò severo: "Signor Dekker! Vostro padre sarebbe fiero se Vi sentisse parlare così? E' una strega e le streghe vanno giustiziate. E' la norma."
I due soldati incaricati di maneggiare lo strano arnese si prepararono a colpire.
"Puntare!" ordinò il Comandante. "No!" gridò Dekker "Per favore, no!" "Fuoco!"
Una palla di cannone partì. Mirana fece appena in tempo a voltarsi che la coda di paglia della sua scopa fu presa, sbilanciandola. La scopa iniziò a girare su sè stessa, ribellandosi ai comandi della propria padrona.
Puntò dritto verso la scogliera, facendo precipitare la ragazza in mare.
Mirana cadde in acqua con un grido, lasciando la scopa non appena toccò la superficie.
Una morsa gelida la avvolse, mentre lottava disperatamente con tutte le sue forze per restare a galla. A fatica portò la testa al di fuori dall'acqua, sputando e tossendo, ma un'onda molto forte la trascinò di nuovo sotto. Si sbracciò nel tentativo di risalire, ma la corrente la trascinava sempre di più verso la scogliera.
Il sapore dell'acqua salmastra le aveva ormai riempito la bocca.
Prese un'ultima boccata per miracolo, e poi fu spinta di nuovo sotto. Cercò un'ultima volta di risalire, ma l'onda che si abbattè fu più forte. Un violento spintone e la ragazza sbattè violentemente la testa contro la parete rocciosa della scogliera.
E poi, il buio.
Il medaglione di Margaret si illuminò di nuovo.
Coloro che avevano inseguito le streghe si affacciarono sulla scogliera.
Due luci partirono dall'acqua.
Una proveniva dal corpo di Helen, che galleggiava a faccia in giù a pelo d'acqua, i lunghi capelli neri formavano una specie di velo sopra la sua testa.
L'altro proveniva dal corpo di Mirana, che si trovava ancora sott'acqua. I due raggi di luce volarono sopra le teste dei cittadini di Portsmouth ed andarono a convergere nel ciondolo di Margaret. E poi, i corpi delle streghe sparirono.
Dekker si affacciò sconsolato alla scogliera, e, mentre finiva in ginocchio, delle lacrime incominciarono a cadergli dal viso.
Cassie guardò tristemente i propri genitori, ancora scossi per quanto era successo. Si presero per mano e fecero per incamminarsi verso casa.
Il ciondolo si illuminò un'ultima volta, e Cassie sentì che veniva trascinata verso di esso: "No!" gridò "Aiuto!"
La forza che la attirava verso il medaglione era più forte e, in un attimo, inziò a muoversi verso di esso. "No!" cercò di attaccarsi al suolo con le unghie, ma finì solo con far sprofondare le proprie mani nel terreno. "Aiuto! Papà, mamma! Aiuto!"
Il brivido che aveva scosso prima la signora O'Byan ritornò. "Mamma! Aiuto!"
La donna si girò sconvolta, certa ormai di aver sentito la figlia che la chiamava. Ma quello che vide, fu solo il medaglione che si richiudeva, facendo svanire tutta la luce che aveva
prima emanato.
E da quel giorno, nessuno vide mai più le Cromwell, nè Ced e Cassie. E tutto diventò leggenda.



 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Maghi e Streghe / Vai alla pagina dell'autore: Tinkerbell92