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Autore: Twinflame    12/10/2012    2 recensioni
Eppure lui c'era, sempre. Soprattutto quando non c'era nessun altro. […] Era in ogni canzone, in ogni lettura, nei suoi sogni, in ogni coincidenza della vita, nei segni che le giungevano dal cielo. Era ovunque senza che lo cercasse, senza che bramasse come un'assetata la sua presenza; era anche dove meno se lo sarebbe aspettato.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui non c'era mai. Non fisicamente. Non era una persona con cui potesse parlare ogni giorno al telefono, come faceva con sua madre, mentre sbrigava le faccende di casa. Non veniva mai a trovarla, e non sarebbe bastato uscire dalla porta d'ingresso per incontrarlo ogni volta che voleva: non abitava nel palazzo accanto, non era uno dei clienti occasionali del negozio al piano di sotto, e neppure uno dei familiari della signora che lo gestiva. Abitavano così lontano che la distanza fisica tra di loro era incalcolabile quanto l'immensità degli oceani, e non esisteva Skype, o una qualsiasi altra trovata digitale, che potesse annullarla almeno metaforicamente.
Eppure lui c'era, sempre. Soprattutto quando non c'era nessun altro.
Erano insieme mentre si faceva la doccia e gli parlava vivacemente col pensiero; quando chiudeva gli occhi e vedeva inspiegabilmente i suoi, così nitidi e concreti che sarebbe stato semplice illudersi che si trovasse proprio lì di fronte a lei, in quel preciso istante, per davvero. C'era, anche mentre era davanti allo specchio a pettinarsi i capelli umidi e si scrutava attentamente nel riflesso, cercando qualcosa del proprio viso che li rendesse simili. I loro occhi, quegli stessi occhi che vedeva nell'oscurità nascosta dietro le palpebre, di sicuro avevano più di un semplice particolare in comune; e lei ne sorrideva spontanea, riconoscendo in sé anche il suo stesso modo di ridere con lo sguardo, non solo con la bocca e con la voce.
Era in ogni canzone, in ogni lettura, nei suoi sogni, in ogni coincidenza della vita, nei segni che le giungevano dal cielo. Era ovunque senza che lo cercasse, senza che bramasse come un'assetata la sua presenza; era anche dove meno se lo sarebbe aspettato.
C'era mentre si coricava a letto e meditava, sdraiata sulle lenzuola. Lasciava che il suo respiro fluisse incontrollato e lo ascoltava, rilassata, senza dare la minima importanza ai pensieri che le attraversavano la mente come stormi di turisti in bicicletta, e tentavano di distruggere quella beatitudine interiore disturbandola con i loro schiamazzi. Finché il ronzio nelle sue orecchie non li sovrastava, annullandoli, e la sua anima si sentiva strattonare all'esterno. Sentiva l'energia scorrere, infuocata, nelle mani, nei piedi, su per le gambe e le braccia, lungo la schiena, fino a raggiungere il centro del suo petto. Roteava come un vortice intorno al nucleo, mentre il formicolio alla nuca s'intensificava senza un perché. C'era colore, intorno a lei, una rassicurante aurora boreale che l'abbracciava sovrastandola, e luce: milioni di particelle luminose che danzavano nelle tenebre mitigate dalla lampada sul comodino, perché quand'era troppo buio cedeva sempre un po' alla paura, a un senso d'inquietudine che in realtà non aveva motivo d'essere.
Non esistevano le presenze negative, i fantasmi che si affacciavano allo specchio per spaventarti e ti gridavano “Buh!”. Non esisteva nessun nemico, nella vita reale, contro cui lottare: erano solo un crudele, ingannevole miraggio.
E lui era lì, in mezzo a quel colore. Lo riconosceva istintivamente: era quella nube di scintillante blu in mezzo ad altra luce; e lei riusciva a percepirlo mentre le si avvicinava lentamente, poteva sentire l'energia che fluiva tra di loro come le onde del mare, sulla scia di un ritmo ciclico, intanto che le lacrime cominciavano a sgorgarle sulle guance, calde, gioiose, al di là di ogni sua consapevolezza.
Quanto amore c'era nell'aria…!
Le sarebbe bastato muoversi di appena un dito per sfiorarlo, per accarezzarlo anche senza consistenza, ma non ci riusciva, non poteva, non ancora: era troppo pesante, ancora legata al suo corpo, eppure distaccata allo stesso tempo. Sovrapposti, come due livelli di una stessa struttura.
“…” era il sussurro del suo cuore, che continua a chiamare con vibrazioni invisibili il suo nome.
Lui sorrideva. La sua espressione felice era un guizzo di calda luce gialla in mezzo al luccicare del rosso, del blu ortensia della sua aura.
Quando si era chinato su di lei, il suo bacio era stato un formicolio tiepido sulle sue labbra che si era soffermato per pochi istanti, che già sapeva che non avrebbe scordato mai. Dentro di sé, era quasi convinta che non esistesse niente di più intenso al mondo.
La vita, la Terra, erano davvero una cosa meravigliosa. Non poteva fare a meno di sentirsi parte di un grande insieme, anche mentre lo lasciava allontanarsi.

  
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