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Autore: LaPelleCheAbito    12/10/2012    1 recensioni
Una storia intricata tra amore e paura di amare, dove le emozioni corrono più veloci del tempo.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"This is love, this is love, this is love"- spengo l'iPod e mi alzo dal mio posto per scendere dall'autobus. Come sempre vengo catapultata fuori dall'ammasso di gente, e percorro la strada sterrata che porta al cancello di casa. Cerco le chiavi tra le cianfrusaglie nella tasca davanti dello zaino e le infilo nella serratura. Dopo un paio di tentativi la porta si apre ed entro in casa. Il profumo di casa mia non me lo sono mai saputo spiegare, ma è un odore che mi dà una calma incredibile. Il pranzo è già sui fornelli, ci vorrà poco a scaldarlo. Nel frattempo preparo la tavola per me e mio fratello e poi esco in giardino per dar da mangiare al cane. Appena apro la finestra una ventata d'aria calda mi investe, avvisandomi dell'imminente arrivo della primavera. Adoro la primavera, è come rinascere, rialzarsi dopo una caduta. Dò una sistemata al giardino e rientro. Le verdure sono calde, ne verso un po' nel piatto e lascio il resto per mio fratello nella pentola. Mentre pranzo accendo lo stereo: la voce di Jim Morrison riempie la stanza e la mia mente vola altrove. Dopo aver mangiato vado in sala e accendo il computer. Nel frattempo mio fratello, Matteo, arriva e sparisce in cucina. Su Facebook ci sono sempre le stesse cose, gli stessi ragazzi che mi scrivono e le stesse compagne di classe che mi chiedono i compiti. Mentre sbrigo le mie corrispondenze, vola nelle mie cuffie "Wake me up when september ends" dei Green Day: una delle mie preferite. Oggi uscirò con Carlo, il ragazzo di turno con cui riempo i pomeriggi vuoti. Non è il mio ragazzo, ma nemmeno un amico, è più un passatempo. Non voglio soffrire per i ragazzi, di solito ci passo un po' di tempo, e poi passo al successivo. Geniale, no? La mia migliore amica Alessia non condivide molto questa mia filosofia, ma mi vuole bene e mi consiglia ugualmente. 
Mi cambio di fretta, lego approssimativamente i capelli, saluto Matteo ed esco. Corro su per la salita, fra i campi di grano e i girasoli; l'aria è profumata come non mai. Gli uccelli volano in alto, sempre più vicini al sole, l'erba è di un bel verde acceso.
 Arrivata in centro mi siedo su una panchina di marmo bianca e come sempre indosso le mie cuffiette, accompagnata da "Life in technicolor". All'improvviso due mani fredde e morbide mi coprono gli occhi da dietro. Metto in pausa l'iPod. E' Carlo, lo so. 
-Carlo?-mormoro, fingendo di essere incerta.
-Dai! Mi riconosci sempre!-sbuffa lui, buttando le mani al cielo e sedendosi accanto a me. Con un braccio mi circonda le spalle e con l'altra mano mi accarezza il viso mentre ci guardiamo negli occhi. E' un bel ragazzo, Carlo. E' alto, abbastanza magro, con grandi occhi marroni e capelli neri a spazzola.
-Com'è andata a scuola?-chiede, dopo avermi stampato un bacio sulle labbra. 
-Normale,-non lo sopporto quando fa così, sembra mia madre-e poi a te che importa?-dico con tono acido.
-Sono il tuo ragazzo, deve importarmi.
-Non sei il mio ragazzo, lo sai!-esclamo, alzandomi dalla panchina e fissandolo con sguardo feroce.
-E quando lo sarò?-mi guarda accigliato.
-Credo mai, o forse fra molto tempo.
-Non ce la faccio più, Magnolia. Lo sai, io sto cercando una ragazza stabile, non un'avventura.-ora si sta agitando anche lui. Si alza, calcia un sasso più lontano che può e non distoglie per un attimo lo sguardo dai miei occhi.
-Sta zitto.-lo bacio, più a lungo che posso, ma solo per zittirlo. Non voglio mettermi con lui, assolutamente, ma non mi va di litigare.
Passiamo il pomeriggio così, abbracciati, a guardare la gente che passa e la sera che si avvicina.
Prima di cena ci salutiamo e mia madre mi viene a prendere. La serata passa veloce e, dopo aver chattato con un paio di ragazzi, vado a letto.
  
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