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Autore: Daisy Pearl    12/10/2012    6 recensioni
Chiudete gli occhi e immaginatevela.
Capelli color cioccolato lunghi e liscissimi, occhi di mare e forme al punto giusto.
Una ragazza dalla bellezza sovrumana. Sovrumana è la parola giusta perchè lei non è come noi. Lei è un robot, una macchina.
Ma è un oggetto che presto inizierà a provare dei sentimenti e dovrà dimostrare al mondo di avere un cuore, seppur di metallo.
Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ringrazio di cuore Pyra, Stefania 1409 e federyca. Grazie per le vostre parole e il vostro appoggio :)
 

 OMICIDIO 

 


“Perché ne sei convinta?” sibilò Josh.
“Perché so che lo odiavi perché ti aveva sottratto il tuo giocattolino!” risposi alludendo a me stessa.
“Sai, noi comuni esseri umani non uccidiamo se ci viene rubato qualcosa, ci arrabbiamo, magari ci malediciamo, ma uccidere è esagerato!”
“L’hai fatto anche perché se no il professore avrebbe rivelato a tutti il tuo progetto!” ribattei.
“Non lo avrebbe mai fatto perché era tenuto sotto controllo da degli agenti!”
“Gli stessi agenti che lo hanno ucciso!” precisai.
“Dannazione Denise! Quando una persona mente come reagisce il suo corpo?”
Lo guardai confusa non capendo la motivazione per la quale mi aveva posto quella domanda.
“Cosa c’entra?”
“I tuoi database sicuramente lo sanno! Controlla se sto mentendo!” avevo lo sguardo determinato.
“Il cuore dovrebbe battere più velocemente!” tastai il suo polso e constai che il ritmo delle pulsazione era superiore rispetto alla media “Come il tuo!” sibilai.
“Mi hai appena tirato un pugno! E’ normale che io sia un tantino agitato la momento!”
Questa gliela potevo concedere.
“Eviteresti il mio sguardo!”
“Cosa che non sto facendo!” puntò gli occhi nei miei.
“Sei tu il mandante del’omicidio del professor Coter?” domandai ancora una volta.
“No!” affermò senza distogliere le iridi dalle mie.
Era assente anche la classica sudorazione della fronte e i movimenti agitati di piccole parti del corpo come ad esempio le dita. Io potevo capirlo dal suo stesso fisico: Josh non stava mentendo. Improvvisamente mi sentii una stupida per aver pensato una cosa del genere e mi allontanai da lui che respirò sollevato.
“Se non sei stato tu, allora chi?” domandai.
“Perché ti interessa tanto? Quell’uomo non aveva degli ottimi progetti per te, voleva solo divertirsi, dovresti essere contenta che non ti possa più fare del male!” si rialzò.
“Non sarò mai contenta per la morte di una persona!” ribattei guardandolo a testa alta.
Josh mi osservò a lungo come se fosse impressionato dal mio comportamento.
“Sembri umana anche dai discorsi che fai!” sussurrò infine.
“La smetterai di trattarmi come un oggetto allora?”
“No, perché in fondo è quello che sei!”
“Vedremo!” detto ciò uscii dalla sua stanza sempre più arrabbiata con quell’uomo così testardo.
 

*

Solo dopo che Denise se ne fu andata Josh si rese conto che gli veniva sempre più difficile trattarla come una cosa. Lei aveva dei comportamenti sempre più umani, era diversa dalla Denise che era stata nei suoi primi giorni di permanenza alla villa. Eppure lui si ostinava a mantenere le distanze, cercava di non dimenticare quale fosse la vera natura di quella donna che, sinceramente, gli faceva anche un po’ paura.
Denise era in grado di affascinarlo come nessun’altra aveva mai fatto, riusciva ad ammaliarlo con il semplice suono della sua voce.
Riusciva dove le altre avevano fallito.
Lui non poteva far a meno di sentirsi un idiota per questo. Lei era una cosa e non avrebbe dovuto fargli quel’effetto. La domanda che più lo impauriva era: per quanto tempo sarebbe riuscito a trattarla con il distacco necessario a non cadere nell’illusione che lei fosse reale? Non conosceva la risposta, ma sapeva che lei stava diventando sempre più come lui, non poteva più far finta di nulla.
Con questi pensieri che gli vorticavano nella testa si vestì, pronto per iniziare una giornata di lavoro. Si stava sistemando la cravatta quando qualcuno bussò alla sua porta.
“Avanti!”
Percy fece il suo ingresso a testa alta e Josh dovette trattenere un sorriso dovuto alla posa assunta dal maggiordomo, sembrava più che mai un pinguino.
“Signore, un uomo che dice di chiamarsi Smith vuole parlare con lei!” Percy riferì con tono professionale.
“Una visita ufficiale o di cortesia?”
“Ufficiale! Dice di essere un detective!”
Josh si ritrovò a sbuffare pensando a quanto in fretta le forze dell’ordine si fossero messe in moto per cercare l’assassino del professor Coter.
“Fallo accomodare nel mio studio e offrigli qualcosa da bere!”
Percy chinò leggermente la testa per far capire che il messaggio era giunto a destinazione, dopo di che uscì dalla stanza del suo datore di lavoro. Chissà come mai un detective voleva parlare con Josh, proprio non riusciva a capirlo.
“Signor Smith!” lo chiamò appena giunse nell’atrio dell’immensa villa, dove l’uomo stava attendendo comodamente seduto sul divano.
“Il signor Drake la prega di aspettarlo nel suo ufficio! Venga, la accompagno!” disse col suo solito tono professionale e serio.
“Non ti preoccupare Percy!” una voce melodiosa irruppe nella camera stregando i presenti “Lo accompagno io!”
Dalla cima delle scale apparve Denise in tutto il suo splendore e, sia il detective Smith che il maggiordomo rimasero per qualche istante ammutoliti da tutto quello splendore.
“Passo di qui e, accidentalmente ho sentito che lei è un agente!” disse avvicinandosi a Mr Smith e tendendogli la mano.
“Sono Denise, l’assistente del signor Drake!” sorrise all’uomo mentre quest’ultimo si alzava rispettosamente dal divano per stringere la mano alla meravigliosa donna che aveva di fronte. Improvvisamente si rese conto di aver trattenuto il fiato, così prese una generosa boccata d’aria.
“Piacere!” sussurrò pensando che, per una volta tanto, quelle parole non erano state solamente pronunciate per educazione, ma corrispondevano alla realtà. Come non poteva essere un piacere avere la possibilità di trattare con una giovane così affascinante?
“Ciao Percy!” Denise salutò il maggiordomo che, rispettoso, le fece un cenno del capo prima di ritirarsi.
“Mi segua!” la ragazza sorrise dolcemente al signor Smith e lui non potè far a meno che camminarle dietro come se lei lo stesse attraendo come una calamita.
“Mi dispiace fare la sua conoscenza in circostanze così poco allegre!” esclamò la donna.
Il signor Smith cercò di riscuotersi dallo stato di trances nel quale era caduto.
“Quindi già sapete!” disse.
“Già, sa il notiziario era abbastanza informato sulla notizia!”
“Lei lo conosceva il professore?” azzardò recuperando pian piano la sua vena investigativa.
La ragazza parve sorridere come se la cosa la divertisse.
“Sì, di vista!” rispose infine.
“Il signor Drake è il maggior finanziatore del suo laboratorio, per questo sono qui!”
“Teme che sia stato lui?” domandò la ragazza.
“No, affatto, ma sicuramente può dare molte informazioni utili!”
La donna annuì aprendo la porta di quello che doveva essere lo studio d Joshua Drake. Il signor Smith rimase particolarmente colpito dalla flessuosità dei movimenti di Denise, erano così morbidi, così agili e così perfetti. Potevano ammaliare e ipnotizzare. Denise fece accomodare il detective e poi prese posto di fianco a lui.
“Lei ha idea di chi può essere stato?” gli domandò con la sua voce melodiosa.
Mr Smith sapeva che non si potevano fornire informazioni a esterni quando un’indagine era in corso però come poteva negare a lei una risposta?
“Per ora nessuna!”
“Non immagina nemmeno quale possa essere il movente?”
“Il professore aveva molti nemici, per lo più persone invidiose del suo lavoro, ma dal laboratorio non è stato sottratto nulla. Tutti gli appunti, i calcoli e i progetti sono rimasti al loro posto!”
 

*

Tutti tranne uno. 19283 era sparito! Poteva darsi che, chiunque avesse ucciso il professore, volesse mettere le mani sul suo ultimo e meglio riuscito progetto. Questo avrebbe spiegato perché ucciderlo lontano dall’ala ‘segreta’ del laboratorio.
La chiacchierata che stavo facendo con il detective venne interrotta dall’entrata nello studio di Josh.
Non appena i suoi occhi si posarono su di me assunse un’espressione di puro stupore, era evidente che non aspettava di trovarmi lì. Sorrisi pensando a quanto ero stata abile. Mi ero collegata alle telecamere di sorveglianza in modo da capire quando l’agente che doveva fare delle domande a Josh sarebbe arrivato, in tal modo lo intercettai e riuscii a parlarci liberamente.
“Josh!” lo salutai con un sorriso “Lui è il detective Smith!” lo presentai.
Josh cercò di riprendersi dallo stupore iniziale, avanzò verso l’agente e gli strinse la mano.
“Ti dispiacerebbe lasciarci soli?” mi domandò Josh. Annuii e sorrisi al detective che mi prese la mano portandosela alle labbra per baciarla.
“E’ stato davvero un piacere!”
Se avessi potuto sarei arrossita felice di quel trattamento umano che quell’uomo mi stava riservando.
Con la coda dell’occhio vidi Josh socchiudere le palpebre come se fosse geloso del proprio giocattolo e, francamente, ero davvero stufa che mi vedesse così.
Sorrisi di nuovo al signor Smith prima di lasciare la stanza.
Lì per lì pensai di origliare la conversazione, ma mi resi conto che era quasi l’una di pomeriggio e che, di li a poco, sarebbe tornato a casa Zack.
Sinceramente non vedevo l’ora di rivederlo, soprattutto per capire se aveva pensato la bacio di quella mattina o meno. Con la scoperta della morte del professore quel pensiero era stato accantonato in un piccolo angolo della mia mente.
Decisi di aspettare in giardino, così ne avrei approfittato per stare un po’ sotto la luce del sole, per ricaricarmi. Appena uscii all’aria aperta respirai a pieni polmoni alzando il viso verso il cielo. Era così azzurro e così bello! Era in momenti come quello, in cui non dovevo lottare per affermare me stessa, che sentivo che vivere era una delle esperienze più belle che si possano provare. Mi sdraiai sull’erba e mi misi ad osservare le nuvole, come una ragazza qualunque, cercando di individuarne le forme. Dopo poco vidi uscire dalla villa il signor Smith che mi salutò con un cenno della mano. Ricambiai. Solo allora mi resi conto che Josh l’aveva accompagnato fino alla porta e che mi stava fissando.
Quando si rese conto che mi ero accorta della sua presenza si decise ad avvicinarsi a me.
“Ho un favore da chiederti!” iniziò.
“Strano, non hai un ordine?” ero piuttosto inviperita dal suo modo di comportarsi.
“Avrei detto ordine, ma mi pare di aver sentito la parola ‘favore’!”
Gli sorrisi debolmente: era carino vedergli fare un piccolo sforzo per trattarmi in modo normale.
“Dimmi!”
“Il professor Coter si era servito dell’altro prototipo robotico per riuscire a mettere fuori uso l’antifurto della villa vero?”
Annuì semplicemente non capendo dove volesse arrivare.
“Quindi tu potresti fare il contrario, ovvero migliorare i sistemi di difesa?”
“Immagino di sì, ma è davvero necessario?”
“Il detective crede che noi possiamo essere in pericolo. Dal laboratorio non è stato portato via nulla quindi crede che, chiunque abbia ucciso il professore, lo ha fatto per vendetta personale. Il suo timore è che l’attenzione dell’assassino si rivolga anche verso le persone che più gli erano vicine e che intrattenevano rapporti affaristici con lui!”
“Eppure una cosa l’hanno portata via!” lo informai.
Mi guardò stupito, evidentemente non era a conoscenza di quel dettaglio.
“19283, l’altro prototipo!” continuai.
“Quindi tu credi che in realtà cercassero il robot perfetto?” iniziava a comprendere il mio punto di vista.
“Probabile!”
“Quindi quella più in pericolo saresti tu!” puntualizzò.
“Quindi non è necessario modificare l’antifurto!” constatai con tristezza. Non avrebbe mai mosso un dito per salvare un oggetto.
La sua espressione parve addolcirsi, o almeno così sembrò finchè non aprì bocca.
“Finchè abiti sotto il nostro stesso tetto siamo tutti in pericolo, è necessario che tu migliori il sistema d’allarme!”
Ovviamente. Josh non si smentiva mai.
 

*

Quando Josh comprese che Denise era più in pericolo di lui ebbe un tuffo al cuore. Non avrebbe permesso a nessuno di intaccare la perfezione di quell’oggetto. La questione della sicurezza della sua famiglia gli era arrivata alla mente solo in un secondo tempo e aveva preferito dire questa al robot. Non voleva che pensasse che aveva a cuore la sua incolumità, anche perché era una cosa così stupida. Lei era una cosa, punto. Senza aggiungere un aparola rientrò nel’edificio fermandosi sulla porta proprio mentre la limousine entrava nel vialetto della tenuta.
Suo fratello era tornato.
Zack scese dall’auto con un espressione triste dipinta sul volto, ma tutto cambiò nell’istante in cui i suoi occhi incontrarono quelli di Denise. Uno dei sorrisi più dolci che Josh avesse mai visto, nacque sulle labbra del fratello. Gli occhi gli si illuminarono come se avesse appena visto una dea e il suo corpo fu irrimediabilmente attratto da quello di Denise. Josh si chiese se anche lui era così quando guardava quella splendida creatura.
Zack giunse di fronte a lei e si fermò a breve distanza.
“Ciao!” le disse. Josh non poteva sentire da quella distanza, ma aveva letto il labiale.
Lei rispose al saluto sfiorando la fronte di Zack con la sua e sorridendo come se fosse la donna più felice del mondo.
Josh digrignò la mascella e si diede dello stupido per aver assistito alla scena. Zack doveva restare lontano da quell’oggetto, Josh era consapevole che sarebbe toccato a lui il compito di svegliarlo da quell’illusione.
Osservò mentre il più piccolo sorrideva come un ebete all’automa e si chiese perché la vita fosse così ingiusta. Perché quell’oggetto non era nato in un corpo fatto di carne, mentre aveva trovato la vita in uno di metallo.
Se quella era vita.
Amareggiato da quell’ingiustizia rientrò in casa cercando di non pensare alla fronte di Denise contro quella di Zack e alle loro labbra così vicine.
 

Ringrazio chi è arrivato a leggere fin qui e mi scuso per il piccolo ritardo nella pubblicazione, spero che il capitolo non vi abbia deluse :)
Non l'ho riletto quindi scusatemi per eventuali errori!! :)
Se volete avere spoiler e quant'altro mi trovate nella mia pagina FB!
;) a lunedì/martedì credo!!
RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!
Daisy
   
 
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