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Autore: Red Robin    12/10/2012    5 recensioni
-Perché?- chiese spontaneamente Rufy, il Capitano dei Mugiwara. -Perché l’hai fatto? Ero lì per salvarti, Ace.- soggiunse, ma la figura del fratello gli sorrise, come se volesse comunicare di più.
-Perché sei il mio fratellino.-

[Vagamente su AceLu - ZoSan a detta del lettore - Riprende principalmente l'amore fraterno]
Ed eccomi con una ficcina senza pretese e un pò orrida per i miei gusti XD Che dire? Si parla di amore fraterno e nulla più, ma non posso dirvi di non trovare accenni alle coppie se proprio non potete farne a meno, sarà deformazione professionae XDDD
A voi il parere
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara, Portuguese D. Ace, Roronoa Zoro, Sanji
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Meanings

Autore: Red Robin

Fandom: One Piece 
Tipologia: One-shot [1993 parole]  
Personaggi
Monkey D. Rufy, Portgas  D. Ace, Mugiwara
Genere: Generale, Sentimentale, Triste, Vagamente Angst, Introspettivo, Malinconico, Semi Slice of Life

Rating: Verde

Avvertimenti: Vagamente Shounen-ai, Missing Moment

Coppie: Nessuna, Vagamente ZoSan e AceLu a detta del lettore (Non c'è la copia ma se pensate che tutto faccia coppia allora c'è XD)

Prompt: Ti amo

Nota autore: Sono quasi del tutto convinta che questa storia dovrebbe essere cestinata e magari anche di essere andata fuori tema XD Non sono così brava nel seguire un indizio, o almeno non uno così vago... probabilmente ho toppato anche nell’inserire “l’inizio della storia” ma non importa sono qui per divertirmi... poi se vinco meglio ò.ò!

Però mi piace dilungarmi, anche nelle note... ho fatto una faticaccia a non scrivere più del dovuto e 4 pagine è il minimo che riesco a fare ... speriamo bene XD

 

 

 

 

Meanings

 

 

 

 

 

Quella che vedeva davanti a sé era la sua lapide.

Ancora non riusciva a crederci... Ace non c’era più, e, nonostante le parole dure dette da Jimbei, nonostante lui avesse riflettuto su di esse, non poteva fare a meno di sentire la sua mancanza, quel suo sorriso prima di morire. Sapere che sarebbe stato l’ultimo gli aveva straziato il cuore.

Lui era lì. Lo fissava senza vederlo davvero e gli permetteva di indossare quello che era stato il cappello di suo padre, certo che sarebbe diventato a sua volta il Re dei Pirati. Per loro due, per le loro fatiche. Rufy si inginocchiò meglio dinanzi alla lapide e colpì il terreno con un pugno, ma scosse il capo; dopo due anni aveva smesso di piangere con gli occhi, permettendo quel lusso solo al proprio cuore. E fu in quel momento che lo sentì vicino; vide il suo volto materializzarsi dinanzi a sé, la sua figura sorridente seduta a gambe divaricate su quel tumulo - in una posizione tutt’altro che ordinata -, e sentì il suo sussurro trasportato dal vento incitarlo a guardare avanti senza pensare al passato. Sapevano entrambi, però, che non sarebbe mai avvenuto.

-Perché?- chiese spontaneamente Rufy, il Capitano dei Mugiwara. -Perché l’hai fatto? Ero lì per salvarti, Ace.- soggiunse, ma la figura del fratello gli sorrise, come se volesse comunicare di più.

-Perché sei il mio fratellino.- rispose in tono basso, un mormorio confuso nell’aria che solo Rufy riuscì a sentire, così come la carezza sul collo, una presenza eterea che lo fece rabbrividire piacevolmente. Non poteva toccare quella mano effimera, eppure sapeva che quella lieve brezza era riservata solo a lui e a nessun altro, e valeva più di mille parole.

-Balle.- rispose Rufy con rabbia crescente. Avevano sempre saputo entrambi che il loro legame andava ben oltre alle apparenza, avevano sempre saputo entrambi quali erano i loro sentimenti e adesso, in quel preciso momento, Cappello di Paglia si chiese se Ace gli stesse chiedendo di rinnegarli. -Non c’è nessuno a sentirci.- insistette, volendo conoscere ciò che aveva avuto nel cuore e che non aveva mai avuto il coraggio di dirgli, per quanto importante fosse.

-Anche la natura ha i suoi occhi.- Ma Rufy non capiva, non sapeva che cosa voleva dire, e Ace lo sapeva meglio di tutti che tra le migliori qualità del fratello minore non spiccava di certo l’acume, ma era proprio Rufy che voleva acconsentire a quel pensiero, ricambiando il sorriso. Sapevano entrambi che il significato non era stato colto, ma andava bene anche così.

-Vai.- sussurrò ancora una volta Ace, dando una leggera spinta a Rufy. -Va’ per la tua strada, continua a percorrerla.- lo incitò, ma il Capitano dei Mugiwara non riusciva a muoversi, non riusciva a guardare il fratello per l’ultima volta, definitivamente. Lo rattristava, per quanto in cuor suo fosse stato felice di aver avuto quella possibilità.

-Non posso.- gli rispose, sapendo che non sarebbe stato capace di rialzarsi e andare avanti. Aveva già perso le sue carezze e sarebbe voluto restare ancora un po’, avrebbe voluto salutarlo e dirgli addio, non arrivederci, poiché non sarebbe rimasto ancora a lungo su quell’isola.

-Rufy.- Ace sospirò il nome del fratellino. -Siamo pirati, conosciamo i rischi. I legami vanno recisi.- disse, ma Rufy scosse la testa, cocciuto. Non era ancora pronto a perderlo del tutto.

-No, non lo accetto. Non lo accetterò mai!- e stavolta urlò, arrabbiato. Non poteva chiedergli di dimenticarlo. Non poteva chiedergli di negare la sua esistenza... non poteva chiedergli di rinunciare a una cosa così preziosa come un fratello. Eppure, quella non era la parola che più li caratterizzava. Agli occhi di tutti il loro legame era forte, indissolubile... ma non era quello.  

Il silenzio calò su entrambi, e persino il vento cessò, facendo tacere le foglie e le fronde degli alberi. Ace e Rufy erano l’uno di fronte all’altro, ma non riuscivano a guardarsi. Uno non sapeva che dire, l’altro non riusciva a parlargli; Rufy avrebbe voluto convincere Ace a dirgli di restare, mentre quest’ultimo avrebbe voluto non sentire quella muta richiesta, una richiesta per niente degna di un futuro “re”.

Passarono dei minuti, o forse dei secondi, sarebbero potute essere anche ore o giorni, ma nessuno dei due si mosse da lì. Il tempo si era ormai dilatato, l’attesa aveva allungato i tempi, e il Capitano dei Mugiwara, ormai, si sentiva impazzire. Avrebbe anche potuto morire lì, seduta stante, senza accorgersi dell’accaduto. E probabilmente non gli sarebbe dispiaciuto trovarsi nello stesso mondo in cui si trovava Ace, così da poterlo toccare ancora una volta.

Rufy vacillò, il suo corpo si mosse da solo; riprese il preziosissimo cappello di paglia e lo riportò svelto sul proprio capo, chiudendo gli occhi in un gesto istintivo. Si voltò, pur non riuscendo a guardare Ace, mentre un ultimo saluto si confuse nel silenzio, così come una lacrima, per quanto si fosse ripromesso di non versarne, scivola sulla sua gota, scomparendo qualche attimo dopo. Era lì, lo sentiva.

Con una mano, Ace lo spinse nuovamente e stavolta gli fece muovere i primi passi verso la sua nuova avventura, prima di sussurrargli un’ultima volta “Sorridi...”

 

La luce del sole colpì il viso di Rufy, intendo a dormire nel proprio letto. La cabina dei ragazzi era ancora molto silenziosa sebbene fossero già i primi albori dell’alba, e all’appello mancava solo il cuoco, già a lavoro per preparare la colazione per l’intera ciurma e il suo esigente Capitano, il cui reclamo non avrebbe tardato a farsi sentire per tutta la nave. Eppure, nonostante la solito routine, Rufy aprì gli occhi molto lentamente, e, invece di farsi udire, contemplò le assi di legno del soffitto, quasi volesse cercare di mettere in chiaro le proprie idee. Quello era stato un sogno, un semplice ricordo stimolato dal sonno, ma gli era sembrato così vero da serrargli il cuore nel petto e stringergli lo stomaco in una morsa. Era passato del tempo, molto tempo... tutti erano cresciuti, anche lui era maturato, ma quel dolore sembrava così vivo, quasi fosse appena accaduto l’irreparabile. A distrarlo fu la voce del Vice Capitano, che lo guardò stralunato.

-Ehi, Rufy? Stamani non gridi?- chiese, prendendolo un po’ in giro. -È insolito, sai... anche se non mi spiacerebbe svegliarmi così ogni mattino.-

-Parlando d’insolito, come mai tu sei sveglio, invece?- s’intromise il cecchino, rimediandoci un’occhiataccia dallo spadaccino.

-Che c’è? Hai problemi, forse?- gli domandò. -Se hai paura che mangi il tuo cibo, preoccupati piuttosto del mutismo di Rufy.- sghignazzò. -Potrebbe essere una nuova tattica per ripulire i nostri piatti.-

-Calma, fratelli, è appena mattina...- si aggiunse lamentosa la voce di Franky, mentre un Chopper appena sveglio corse fuori di tutta fretta.

-Io voglio arrivare prima che Rufy ci ripensi!- strillò in lontananza sotto lo sguardo attonito di tutti, che, riflettendo a loro volta su quelle parole, si ritrovarono in fretta a fare lo stesso.

A quella scena, il Capitano sorrise. Avevano ragione, per lui un risveglio del genere era insolito, e correre via prima che lui potesse raggiungere il tavolo era difatti l’idea migliore, ma quel giorno, lasciò perdere. Era vero che il cibo era importante, ma l’amore per un fratello, anche se non realmente tale, in quel momento era tutto.

Uscì sul ponte e raggiunse gli altri nella cucina, spalancando la porta. -Sanji! Ho fame!- cantilenò per richiamare il biondo, il quale, intento a servire le proprie muse, fulminò il Capitano all’istante.

-Mettiti seduto e non gridare, babbeo!- lo redarguì, ricevendo prontamente le proteste del ragazzo per essere stato sgridato con un tono alto, ma ben presto ridacchiò, allungandosi per rubare il cibo nel piatto della navigatrice, che non si risparmiò dal protendersi verso di lui per picchiarlo.

-Che cavolo fai, brutto stupido!- strillò difatti quest’ultima, mentre la voce di Zoro incitava gli altri a sbrigarsi prima che non rimanesse più niente nei piatti.

Rufy ripensò a quelle parole dette con leggerezza, ma intrise di significato che ora capiva. -Sorridi...-

Suo fratello Ace aveva ragione. Doveva sorridere, perché ora si ritrovava con una nuova “famiglia” tutta da amare, e a quel pensiero venne ridestato dal -Nami-swan! Ti amo!- del cuoco detto con leggerezza, prima che venisse richiamato all’ordine da alcuni dei presenti, incluso il Vice Capitano.

-Smettila di fare il babbeo, idiota.- borbottò, attirando l’attenzione del biondo su di sé

-Nessuno mi può chiamare idiota, stupido marimo! Che c’è, sei geloso perché sei brutto e verde?!- domandò Sanji al suo indirizzo, pronto a fargli rimangiare ciò che gli era stato detto.

-No, devi star zitto, stupido torciglio, perché le tue stupidate sono fastidiose quasi quanto la tua presenza!- rimbeccò l’altro, venendo calciato sulla nuca.

-Dovresti imparare a non annoiarci tu con la tua stupida voce, invece! Mangi solo grazie al cuoco e non disdegni dal cercami.-

-Tsk, vuoi fare a botte?- chiese lo spadaccino, estraendo le spade per mettersi in posizione d’attacco, mentre Robin, nell’osservare la scena in un angolo, ridacchiò; altre lamentele si levarono dai presenti e la navigatrice, con un pronto pugno calato sul capo d’entrambi, mise fine al battibecco tra uno sbuffo e la perenne ammirazione degli altri.

-Scemo.- continuò però lo spadaccino, mente una nuova ‘rissa’ tra i due componenti della ciurma venne aperta in un lampo. Di certo quel giorno erano particolarmente vispi, tanto da non attendere qualche minuto per una stupida lite.

-Sei tu lo scemo! Non capisci nulla di cos’è l’amore!- rispose il biondo, afferrando il Vice Capitano per la casacca verde, soffiandogli in faccia il fumo della sigaretta, fedele e sempre accesa tra le labbra, eccetto quando cucinava. -L’amore è tutto ciò che incarna un fiore puro! Una bella razza! Il loro profumo... tutto il contrario di te! Bastardo spadaccino, rozzo, sboccato e puzzolente!-

-Ha parlato l’incarnazione del pulito! Tu e il tuo stupido torciglio siete gli ultimi dover parlare!- obbiettò l’altro in risposta, afferrando la cravatta del cuoco. -Fatti un esamino di coscienza, che la tua bocca non è così pulita!-

-Sta’ zitto, verdino di merda! Certi discorsi non si possono fare con persone poco colte come te!- rispose ancora una volta l’altro, dando credito alle parole dello spadaccino.

-Io ne capisco più di te di “amore”, ricciolo! L’amore per una donna è solo fisico, quindi sei nel torto!-

-Vorresti dirmi che ti piacciono i maschi?!- chiese scioccato il cuoco a quel dire, ricevendo per un secondo pugno, ma stavolta dal suo interlocutore. Avevano dell’incredibile, però, riuscivano a parlare di cose serie anche durante un litigio.

-E se anche fosse? Resta il fatto che puoi amare una sola persona, se è vero!-

A quei discorsi, il Capitano non poté evitarsi di allargare il suo volto in una smorfia felice e guardare i presenti prima di essere lui a interrompere nuovamente il battibecco, benché si divertisse.

-Io amo Ace!- asserì con tutta la sua convinzione. Finalmente aveva espresso a parole ciò che il suo cuore provava e che non era mai riuscito a esprimere; finalmente aveva capito quale fosse il suo sentimento verso il fratello.

-Rufy, ma sei scemo? E ora che c’era?- chiese lo spadaccino.

-Parlavate di amore. Io amo Ace! Perché lui è mio fratello.- insistette sicuro di sé. -Non potrebbe essere nient’altro che mio fratello!-

-E questo da dove ti viene, Capitano?- finalmente parlò la mora, che era rimasta ad osservare la situazione.

-Perché lui mi ha detto di sorridere. E solo un fratello che ti ama può dirti di sorridere quando non c’è più.- spiegò, e a quel punto lo scheletro ridacchiò.

-Yo-ho-ho-ho~?! Credo che questa sia la migliore definizione di amore che io abbia mai sentito, ragazzi!- asserì, mentre la piccola renna sorrise a sua volta dopo essere rimasta in disparte.

-Quindi posso dire di amare il Dottore Hiruruku e la Dottoressa Kureka?- chiese conferma.

-Ma certo, Chopper, come io amo Kaya.- rispose il cecchino, e così ognuno di loro nel dire la sua.

Quella volta la fine di una lite dovette essere imputata proprio all’ingenuità del Capitano, il quale riserbò un ‘ti amo’ speciali ai propri compagni per avergli ridato il sorriso a cui Ace, quel giorno, l’aveva spinto ad andare in contro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chiedo perdono per sta cosa corta e obbrobriosa, ma ho partecipato a un contest di 24ore, di cui non condivido il punteggio.

A conti fatti il prompt che mi era stato dato nella storia doveva essere espresso, non ci dovevano essere né copie né paring… quindi beccatevi sta roba accozzagliata in 2 ore XD

Potete anche linciarmi See yaaa

 

Anche negativamente una recenzioncina??

 

 

 

 

 

 

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E me XD!!


   
 
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