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Autore: V@le    23/04/2007    2 recensioni
E se Ramon Victorino fosse un campione di calcio argentino e migliore amico di Juan Diaz? E se avesse una sorella per cui Juan ha una particolare attenzione? Leggete e scoprite... N.d.A. Il titolo è tratto da un verso della canzone "Hermanita" degli Aventura ULTIMO CAPITOLO
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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ayer...


CAPITOLO 4
 
Il fuoco zampillava alto e imponente. Intorno ad esso una decina o più ragazzi e ragazze del paese stavano finendo di consumare la cena tra risa e scherzi.
Ovviamente tra loro c'erano anche Ingrid, Ramon, Juan e Alan, che si era portato la chitarra, deciso in un modo o nell'altro a far cantare l'amica davanti a tutti.
-Ok, ok, ok- prese parola una ragazza -adesso è l'ora di giocare a obbligo o verità.
Ai -Sì; va bene; perché no- si opposero i -Ma no; scherzi?; neanche per sogno.
Alla fine tutti si fecero convincere a giocare. Dopotutto era solo un gioco...giusto?
-Ok, comincio io- disse la ragazza che lo aveva proposto -allora Saul, obbligo o verità?
-Verità.
-Ok. Allora... con un ragazza ti sei mai spinto più in là di un bacio?
-Ehi, andiamo sul personale...- protestò un altro.
-Qual è la penitenza?
-Dunque dunque, se non rispondi dovrai rimanre per un minuto sulle ortiche.
-Certo che sei perfida- replicò Saul - Sì, l'ho fatto.
-Uoooo!
-Sì, sì, ho capito. Ora tocca a me. Alan, obbligo o verità?
-Verità.
-Mm...hai mai pensato a Ingrid come ragazza?
-No, però la tua amica Vera ha un sedere niente male- disse lui a Ingrid, beccandosi una gomitata -Hh, vediamo...Palmira, obbligo o verità?
Juan e Ramon lo guardavano un po' costernati: ma si divertiva davvero a questi giochi?
-Verità.
-Ti taglieresti i capelli per il ragazzo della tua vita?
Poteva sembrare una stupidaggine, ma quella ragazza avrebbe ucciso per i suoi capelli...Una domanda del genere era quindi terribilmente seria per lei.
-Assolutamente no!
-Ok, calmanti.
-Io sono calma. Ingrid.
-Sì?- rispose lei facendo un sospiro di esasperazione.
-Obbligo o verità?
-Tanto per fare l'originale, obbligo, ma voglio sapere anche la penitenza.
-Bene- lo sguardo di Palmira non prometteva nulla di facile -l'obbligo è baciare Juan in bocca...
Tutti si voltarono verso l'interessato che era rimasto a bocca aperta.
-...la penitenza è toglierti la maglietta rimanendo in reggiseno.
Gli altri cominciavano a bisbigliare, mentre i due erano evidentemente a disagio.
-Allora- incalzarono -non abbiamo tutta la sera.
-Va bene, ho capito- sospirò, poi rispose -Obbligo.
Fischi e boati si alzarono.
-Perfetto!- sentenziò Palmira - alzatevi e tenendovi per mano baciatevi per dieci secondi...
-Solo dieci? Perché non venti?- chiese con sarcasmo Ramon.
-Sì, giusto, fate venti secondi- propose Saul.
Victorino si beccò un'eloquente occhiata dalla sorella.
Juan, stufo degli incitamenti, si alzò  tese la mano a Ingrid per aiutarla.
Lei la afferrò e si tirò su. Dopo un attimo di esitazione, si strinsero entrambi le mani.
-Dai, i secondi ve li contiamo noi.
I due annuirono e, dopo un sospiro, si avvicinarono.
Durante il bacio non volava una mosca, sembrava che il tempo si fosse fermato e che ci fossero solo loro due.
-3...2...1- contati, Alan diede senza farsi vedere un leggero calcio a Juan, che si staccò immediatamente.
Partì un fischio, seguito da degli applausi. Ingrid stava morendo di vergogna. Juan, dal canto suo, faceva finta di niente.
Si sedettero e continuarono il gioco, ma per poco.
Infatti ad un certo punto Ramon irruppe:
-Ok, basta coi giochi idioti, adesso sentiamo un po' di musica.
Alan prese la chitarra già accordata e diede dei fogli a Ingrid.
-Che ci dovrei fare?
-Cantare.
-Cantare? Chi, io? Ma non ci pensare nemmeno...
-Avanti, vogliamo sentirti. Ci starai a fare qualcosa in quella compagnia...
-Sì, certo, così dopo mi ridete in faccia...
Tutti si misero a spergiurare che non lo avrebbero mai fatto.
Alan, soddisfatto di aver raggiunto il tuo scopo, cominciò a suonare.
Dopo essersi schiarita la voce, Ingrid cominciò:
-Se un giorno mi innamorassi di te
griderei fino a farmi sentire
fino a svegliarti per farti capire
che sono qui...
Se un giorno mi innamorassi di te
ti darei la mia parte peggiore
per capire se oltre il dolore
restiamo noi...
Amore che non sa parlare,
amore che non sa gridare,
amore che non sa spogliarsi
perchè ha paura quando c'è,
amore che si nasconde
come un bambino che si confonde,
amore che si stanca
e se ne va da un'altra parte
questo amore fatto proprio come te...
Erano tutti incantati dalla sua voce. E poi cantava con una tale naturalezza...come se non fosse nata per altro che per questo. Juan se ne rendeva conto più di tutti e Ramon e Alan con lui. Perché anche loro avevano qualcosa che amavano profondamente e a cui non avrebbero mai rinunciato. 
-Ti pregherei di non dirmelo mai
se mi vuoi bene o se mi ami,
lo scopriremo insieme ma non me lo dire,
non dirlo mai...
Amore che non sa parlare,
amore che non sa gridare,
amore che non sa spogliarsi
perchè ha paura quando c'è,
amore che si nasconde
come un bambino che si confonde,
amore che si stanca
e se ne va da un'altra parte
questo amore fatto proprio come te...

Dimmelo tu che posso fare
in questo cielo da inventare,
forse già sono innamorata
ma ho paura come te,
amore che si nasconde
come un bambino che si confonde,

amore che si stanca
che tradisce che ti manca
questo amore fatto proprio come noi
adesso mi puoi capire
non ho nient'altro più da dire
se tutto questo ti può servire
puoi scoprire dentro te
che mi senti che mi cerchi e che ci sei...
Mentre le note sfumavano, tutti applaudivano, uno più meravigliato dell'altra.
Ingrid, sollevata di non aver fatto brutte figure, sorrise ringraziando.
-Io vado a casa- disse Ramon alla sorella.
-Ah, va bene, andiamo.
-No, vado io, tu resta se vuoi, basta che dopo ti accompagni o Juan o Alan.
-Non ti preoccupare, ci pensiamo noi- lo rassicurò Pascal.
-Ok. Buonanotte- salutò e se ne andò.
Rimasero solo un altro po'. In breve tutti si decisero a ritornare a casa.
-Sentite- disse Alan a Ingrid e Juan -io sono un tantino stanco, corro a dormire. Potete andare da soli?
-Certo- dissero all'unisono, per poi scambiarsi una fugace occhiata.
-Bene. Ci vediamo domani!- e anche lui corse via.
-Ok- sospirò il ragazzo - vogliamo andare.
-Sì.
E s'incamminarono, soli e avvolti nella notte.
 
continua...
 
 
N.d.A. la canzone è "Amore che" di Serena Rossi. 
  
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