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Autore: Bratty_Jedi    23/04/2007    5 recensioni
Dopo non molto, un uomo con lunghi capelli bianchi e una lunga barba bianca arrivò nell’ufficio.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Summary: "Before long, a man with long white hair and a long white beard entered the office

Note dell’Autrice: In caso non riconosciate subito i nomi, Gideon e Fabian Prewett erano i fratelli di Molly Weasley. Facevano parte dell’Ordine della Fenice durante la Prima Guerra contro Voldemort e furono uccisi combattendo contro cinque MangiaMorte. C’è pochissima informazione di canon su di loro, così io ho deciso di farli gemelli (il suggerimento dato da G&F verso Fred e Gorge era troppo forte per resistere).

Meeting the Headmaster – Incontrando il Preside

 

Un mese prima dell’inizio del quadrimestre:

Entrò nell’ufficio del Preside. Di regola, tutti i marchingegni magici posati sugli scaffali e i ritratti appesi ai muri lo avrebbero affascinato, ma quel giorno era troppo nervoso perfino per notarli. Sapeva che il suo intero futuro sarebbe dipeso da quell’unico incontro. Timidamente, si sedette su una delle tre sedie vuote davanti alla scrivania del Professor Silente, e aspettò.

Dopo non molto, un uomo con lunghi capelli bianchi e una lunga barba bianca arrivò nell’ufficio. Seppe istantaneamente che era lui il Preside. Il mago si presentò prima ai suoi genitori e poi si rivolse al ragazzo.

“Io sono Albus Silente” disse, porgendogli la mano.

“Remus Lupin” sussurrò flebilmente, prendendo esitante la mano offertagli.

Il padre di Remus iniziò a parlare mentre il Professor Silente si accomodava sulla sedia dall’altra parte della scrivania. “Apprezziamo molto che ci abbia concesso questo colloquio. Certamente, comprenderemo se vorrà dire di no, data la condizione del ragazzo, ma…” il professor Silente alzò una mano.

“Signor Lupin” iniziò con calma il Preside “primo, mi lasci chiedere scusa per il mio ritardo. Hogwarts ha appena acquisito uno splendido Platano Picchiatore, e piantarlo ha richiesto più tempo di quanto pensassi.”

La sua connaturata sete di conoscenza venne fuori e Remus non resistette dal chiedere “Cos’è un Platano Picchiatore?”

“Non interrompere, Remus. Non è educato” sua madre lo riprese immediatamente.

 Remus sbiancò e abbassò gli occhi. I suoi genitori lo avevano ripetutamente avvertito di comportarsi meglio che poteva per quell’appuntamento, e lui aveva rovinato tutto. Con la coda dell’occhio, Remus vide il Professor Silente voltarsi verso di lui con un sorriso. Il ragazzo sollevò lo sguardo verso gli occhi del Preside, brillanti e chiaramente visibili oltre gli occhiali a mezzaluna. “Non c’è niente di più appropriato per una scuola che una domanda a titolo di informazione” disse. “Un Platano Picchiatore è un albero meraviglioso,capace in maniera pratica di difendersi e, per conseguenza, di difendere altri. Potrei spiegarti in che modo lo fa, ma ritengo sia meglio che tu lo veda coi tuoi stessi occhi, piuttosto che sentirtelo raccontare. Perde un po’ della sua magia, se sei avvisato in anticipo.”

Remus annuì, non capendo esattamente in che modo sapere cosa faceva l’albero potesse comprometterne la magia, ma neppur volendo contraddire quell’uomo.

“Ora che ci siamo lasciati dietro preamboli e convenevoli, passiamo alla vera ragione per cui vi trovate qui oggi. Di solito, preferisco affrontare direttamente le questioni, perciò vorrete scusarmi se non userò giri di parole.” Remus sentì il proprio cuore fermarsi alle parole del professore. Lanciò un veloce sguardo ai suoi genitori, che, seduti entrambi ai bordi delle proprie sedie, sembravano aver smesso di respirare. Il Preside si rivolse a loro, apparentemente ignorando il ragazzo. “Dai vostri gufi, ho potuto comprendere che desiderate che vostro figlio frequenti Hogwarts a partire da questo quadrimestre, ma non siete sicuri che verrà ammesso, a causa della sua licantropia e del pericolo che ciò comporta per lui, per gli altri studenti, e per l’intera facoltà.” I genitori di Remus annuirono rigidamente. “Ciò che non sono riuscito a comprendere dalle nostre precedenti conversazioni sono i pensieri di Remus a riguardo della faccenda.”

Quegli occhi amichevoli si volsero nuovamente verso di lui “Remus”, iniziò il professore “tu vuoi frequentare Hogwarts?”

“Oh, sì” disse d’un fiato, sorpreso che ci fosse anche solo bisogno di fare una domanda del genere. “Mamma dice di non sperarci troppo, ma io volgio andare a scuola più di ogni altra cosa al mondo.”

Il sorriso del professor Silente si allargò ancora di più. “Ero sicuro che questa sarebbe stata la tua risposta, ma è sempre meglio essere sicuri dei fatti. A patto che tu voglia accettare certi…accorgimenti di cui mi sono occupato, non vedo ragione per cui tu non possa unirti a noi il primo di Settembre.”

Il cuore di Remus riprese a battere e anzi, adesso minacciava di esplodergli dal petto. Gli sarebbe stato permesso di andare a scuola!

“Che genere di accorgimenti?” sentì suo padre chiedere con circospezione “Sappiamo che non potrà essere trattato come un qualsiasi altro studente ma non vogliamo che venga trattato come un animale. E’ comunque nostro figlio.” Il cuore di Remus rallentò di nuovo.

“Per la maggior parte del tempo, Remus è esattamente come ogni altro studente e sarà trattato come tale,” disse con fermezza Silente, guardando suo padre e sua madre negli occhi. Il vecchio mago si rivolse poi nuovamente a Remus. Questa volta, il suo cuore aveva spiccato il volo alle parole del Preside, e il ragazzo cominciava a chiedersi quanto altro il povero organo potesse sopportare. Ignorò questi pensieri per ascoltare Silente “Vivrai nel dormitorio con gli altri ragazzi della tua casa, frequenterai le lezioni con gli altri del tuo anno, e mangerai col resto della scuola. Il Capo della tua Casa e Madama Chips, la nostra infermiera, saranno informati della tua licantropia. Dopodiché, non c’è bisogno che nessun altro sappia. E’ il tuo segreto e potrai condividerlo con chi vorrai, ma ti consiglio di scegliere saggiamente.” Remus annuì, sapendo che non l’avrebbe mai detto a nessuno.

Il professor Silente si rivolse a Remus e ai suoi genitori. “Remus è un pericolo per sé e per gli altri solo durante il Plenilunio. Aspettandomi che il ragazzo avrebbe desiderato venire a scuola, ho iniziato a fare preparativi per procurargli un posto sicuro dove trasformarsi. Remus, sarai accompagnato all’andata e al ritorno a questa postazione solo durante la luna piena. Questo è l’unico modo in cui verrai trattato in modo differente rispetto a qualunque altro studente, ma devo insistere che tu accondiscenda a tali disposizioni. Sei d’accordo con questo?”

“Sì, Signore” rispose subito. Non sarebbe stato diverso dalla stanzetta in cui suo padre lo faceva andare, quando era a casa.

“Sarà un bravo ragazzo” sua madre assicurò il Preside “Vi siamo talmente grati, e lui non vi farà mai pentire di tanta generosità. Si comporterà bene.”

“Mi piacerebbe farvi fare un giro della scuola in modo che possiate vedere il luogo che ho scelto per le trasformazioni del ragazzo, e Remus potrà vedere il nostro nuovo Platano Picchiatore, ma prima devo rendere chiara ancora una cosa. Remus è un giovane mago che ha bisogno di educazione ed esercizio esattamente come ogni altro ragazzo. Ha tutti i diritti di frequentare Hogwarts e voi non avete nulla di cui essere grati. Tratte che nelle notti di Plenilunio, Remus è semplicemente uno studente di Hogwarts, libero di frequentare i corsi, farsi amici, svolgere i propri compiti, o no, infragere la regole e in sintesi essere se stesso. Non sarà trattato in modo differente da qualunque altro studente, né verrà punito più o meno severamente per qualunque infrazione alle regole solo perché è un licantropo.” Silente si voltò verso Remus, il luccichio negli occhi più eviente di prima.

“Mi capisci?” chiese gentilmente.

“Sì, signore” rispose Remus con un sorriso.



Molti anni e due mesi dopo:

 

Entrò nell’ufficio del Preside. Osservò tutti i marchingegni magici posati sugli scaffali e i ritratti appesi ai muri e questi la inquietarono. Sembrava tutto così fragile e lei aveva paura di inciampare e rompere qualcosa. Raggiunse più in fretta che potè la sedia vuota dall’altra parte della scrivania di Silente e aspettò.

 

Dopo non molto, un uomo con lunghi capelli bianchi e una lunga barba bianca arrivò nell’ufficio. Riconobbe immediatamente il Preside, nonostante fino a quel momento lo avesse visto solo una volta, dalla parte opposta della Sala Grande.

 

Le fece segno di rimanere seduta e si posizionò di fronte a lei. “Ninfadora Tonks” iniziò a dire mentre si accomodava sulla propria sedia, davanti alla ragazzina con folti capelli giallo neon. Lei rabbrividì impercettibilmente. Odiava quel nome.

 

Apparentemente, l’uomo notò la sua reazione e ne interpretò correttamente il motivo “Miss Tonks”, disse con un tono leggermente interrogativo. Quando lei non reagì, continuò. “E’ altamente insolito che uno studente del primo anno sia mandato nel mio ufficio a malapena un mese dopo l’inizio del quadrimestre.”

 

“Io non sono la prima, però, è vero?” chiese, incerta se essere preoccupata oppure orgogliosa.

 

“Quest’anno, sì. Il record, comunque, appartiene ancora ai signori Gideon e Fabian Prewett.” La sua voce suonò stranamente triste quando menzionò quei due nomi, ma si rallegrò continuando.

“Non furono mandati da me che alla metà della loro seconda settima, perciò mi permetto di dire che qualcuno un giorno li supererà, ma quella non è lei.”

Il Professor Silente la guardò. Sembrò aspettarsi un qualche tipo di risposta ma lei non sapeva che dire. Lui sorrise dolcemente e disse “Per quanto riguarda il motivo per cui sei qui, signorina…Ho parlato con i tuoi insegnanti ma vorrei ascoltare la tua versione. Cosa è successo nel tuo primo mese ad Hogwarts?”

 

“Un sacco di cose!” disse lei allegra “Ho imparato un sacco in classe e ho conosciuto un sacco di amici e…”

 

“Perdonami” la interruppe. “Avrei dovuto essere più preciso. Che cosa è successo che ti abbia fatta finire qui?”

Lei sapeva già dall’inizio cosa intendeva il Preside. Si bloccò, cercando un’altra va di fuga ma non ne trovò alcuna. “Un sacco di cose,” ripetè, ma questa volta il tono era più mesto “Ma non è stata tutta colpa mia!”

“Allora, iniziamo con le cose che non erano colpa tua.”

 

“Beeh” fece un’altra pausa, non sapendo bene dove cominciare. Alla fine decise per l’incidente che le aveva causato più guai. “La professoressa McGrannitt mi ha messo in punizione la settimana scorsa solo perché ho dato fuoco a una scatola di fiammiferi.”

 

“Perché lo hai fatto?” Le chiese gentilmente Silente.

 

“Non l’ho fatto apposta!” protestò.

 

“Allora ti prego di raccontarmi com’è andata.”

 

“Avremmo dovuto trasfigurare i fiammiferi in aghi e io avevo rotto il primo. Stavo prendendo un altro dalla scatola e sono inciampata. Il tempo era nuvoloso e scuro, perciò le torce erano accese perché la classe era al buio, e i fiammiferi sono caduti nel fuoco, e la scatola è bruciata. E’ stato solo un incidente e ho provato a spiegarlo alla professoressa ma non mi ha voluto credere!”

“Molto bene. Cos’altro è successo questo mese?”

 

“Sono caduta nel ripostiglio delle scorte a pozioni. Sul serio non sono sicura di come sia successo. Mi stavo solo mettendo la borsa sulle spalle per uscire dalla classe a credo di aver perso l’equilibrio. Non è stata proprio colpa mia!” Si strinse nelle spalle “Sono solo un po’…maldestra.”

 

“Capisco. E si sono verificati altri incidenti prima di oggi?”

 

Lei esitò di nuovo. Non voleva davvero confessare niente di cui lui non fosse già a conoscenza.

 

“Ha parlato con Madama Bump?” chiese.

 

“Le parlo spesso” rispose poco collaborativamente.

 

“Mi ha tipo sgridata per essere volata troppo in alto con la scopa durante la lezione dell’altro giorno.”

 

“Ah. E questo è stato colpa tua oppure no?”

“No?”

Lui la guardò.
Lei sospirò in resa. “Forse un po’ tutt’e due,” ammise. “Non ha mai detto esattamente a che altezza dovessimo fermarci. So che ero quella che volava più in alto e immagino che fosse troppo in alto ma non sarebbe successo niente! A me piace volare. Non c’è niente in cui inciampare quando sono in aria.”

 

“Non mi sono mai interessato particolarmente alle scope ma inizio a capire la tua attrazione verso di loro, signorina Tonks. E che cosa è successo durante la lezione di Storia della Magia oggi?”

 

Lei sorrise orgogliosa “Alcuni del sesto anno dicevano che era impossibile far sollevare al professore lo sguardo dai suoi appunti. Io ho scommesso con loro due Galeoni che ci riuscivo e ho vinto!”

 

“Ed esattamente come hai fatto?”

“Così.” La sua faccia si contorse in un misto di intensa concentrazione e lieve dolore. I suoi capelli iniziarono a vorticare tra diverse tonalità di rosso, giallo e arancione. Dopo pochi momenti si fermò, lasciandoli dello stesso giallo neon in cui erano quando era entrata nell’ufficio di Silente. “Quando finalmente se ne è accorto, credo abbia pensato che mi stava andando a fuoco la testa. Immagino di aver pensato ai colori del fuoco nell’ufficio della professoressa McGrannit perchè ho scontato la mia punizione con  lei ieri sera.”

L’espressione di Silente era seria ma lei era sicura di vedere una risata brillare nei suoi occhi.

 

“Miss Tonks, la tua abilità di poter cambiare il tuo aspetto è un dono raro e di certo io non desidero scoraggiarti dall’esplorarne e perfezionarne le tue potenzialità da Metamorphomaga. Ad ogni modo, è bene anche che tu impari in quali occasioni è appropriato usare i tuoi poteri e in quali no. Non dovresti usarli per interrompere una lezione. Parlerò ai tuoi professori per fargli chiudere un occhio a riguardo degli incedenti, ma per adesso devo chiederti di non mutarti duranti le lezioni.”

 

“Mi capisci?” le chiese gentilmente.

 

“Sì, signore” rispose con un sospiro. 

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NdDarkelectra: mi sono divertita da morire a tradurre questa fic. Spero che vi piaccia quanto è piaciuta a me! Ce lo lasciate un commentino??

 

Ps: HO AGGIORNATO “IL LUPO E LA NINFA”!!!!  Dateci un’occhiatina sul mio account! ^-^ Baciotti Ciotti

 

  
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