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Autore: leyda    12/10/2012    4 recensioni
Penso che il titolo parli già abbastanza da se, per questo eccovi un estratto dal prologo:
«Fra una settimana è il compleanno di Stiles, ma Derek non vuole farci saltare neanche un giorno di allenamenti per festeggiare.» spiegò Scott mentre l’amico sbuffava seccato, alzando gli occhi al soffitto.
«E strano a dirsi, per una volta sono d’accordo con quello scontroso del vostro Alpha. E questa è una cosa che non mi sentirete mai più ripetere.»
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inviti

Ovvero

Come convincere un Argent

 

  

 

 

Mancavano ormai solo quattro giorni al “festoso evento soprannaturale” e, a parte il quasi rapimento a opera di Peter per discutere di dettagli che riguardavano esclusivamente i licantropi, e ancora non capiva cosa c’entrasse lui, non era successo altro di rilevante.

Per questo motivo Stiles aveva abbassato la guardia, sperando che il resto della settimana scorresse tranquillo senza che lui fosse coinvolto in qualche altro incontro ravvicinato con persone potenzialmente pericolose/letali per lui.

Come aveva già detto a Derek però, o lui era inevitabilmente attratto dai guai –ipotesi plausibile– oppure –altra ipotesi ugualmente plausibile– questi ultimi giravano con la sua foto in tasca per poterlo centrare come se avesse avuto un enorme bersaglio luminoso al centro della schiena.

Perché si fosse convinto di questa cosa era facile da spiegare.

Dopo una giornata trascorsa miracolosamente senza intoppi, di entità sovrannaturale o meno, visto il tipo di compagnia con cui condivideva le giornate, quella mattina era arrivato a scuola, oltreché in ritardo, con una strana sensazione che continuava a formicolargli sottopelle.

Inizialmente, ovvero finché non aveva raggiunto l’edificio, l’aveva attribuita ai postumi dell’adrenalinico incontro, ma appena messo piede in classe si era reso conto di essere stato un povero ingenuo.

Per sua fortuna, o sfortuna, in quanto ora avrebbe dovuto attendere il cambio dell’ora per sapere cosa la sorte aveva in serbo per lui, e non era sicuro di riuscire a reggere il colpo, la professoressa di letteratura era già arrivata e stava iniziando la lezione.

Pur prestando attenzione alle parole dell’insegnante, non poté evitare di notare gli sguardi apprensivi che si scambiavano Allison e Scott e quelli più speranzosi che rivolgevano a lui. Presagendo l’arrivo di un problema, si chiese chi gliel’aveva fatto fare di restare amico di Scott anche dopo la trasformazione, ma soprattutto con che cosa avevano ricattato l’Alpha, perché per lui non c’era altra spiegazione plausibile per quell’incredibile cedimento da parte di Derek-non-so-cosa-sia-lo-svago-Hale; e perché nessuno lo svelava anche a lui? Avrebbe potuto essergli utile in futuro, non si poteva mai sapere.

Ripromettendosi di torchiare ogni membro del branco, eccettuato Peter per ovvi motivi, finché non gli avessero risposto, attese seduto al suo posto che uno dei due facesse il suo dovere ovvero sottoporgli il problema del giorno.

Tuttavia rimase stupito quando entrambi si allontanarono parlottando per dirigersi alla prossima lezione.

«Incredibile! Non hanno smesso un secondo di fissarmi e ora se ne vanno come se nulla fosse. …Meglio così. Magari la sensazione di stamattina non era nulla di ché. Anzi probabilmente neanche mi riguarda. Può darsi che io stia diventando una specie di sensitivo? Magari è un problema di Scott e…» borbottando tra sé e sé non si accorse di essere in cima alle scale e mise un piede in fallo, sbilanciandosi. Stava già immaginandosi con il collo rotto alla fine della rampa quando una mano salvatrice lo afferrò, piuttosto rudemente a dire il vero, per il braccio, riportandolo in salvo.

Girandosi per ringraziare si trovò davanti il sorriso divertito di Jackson.

“Wow. Allora è umano, almeno in parte. Si insomma… avevo qualche dubbio ormai: prima le squame, poi la pelliccia, prima ancora era un’idiota… uhm, magari dovrei ringraziarlo.” Soppesò l’ipotesi, le parole già sulle labbra quando l’ultimo acquisto del branco non gliele fece inghiottire nuovamente.

«Se non vuoi irritare ulteriormente Derek ti sconsiglierei i tentativi di suicidio. Per quanto siano divertenti e totalmente inefficaci.»

«Non stavo cercando di suicidarmi. Altrimenti avrei scelto un modo più rapido, idiota.» lo rimbeccò

«Eccoti, Stiles. Vieni con me.» s’intromise Lydia, la quale dopo aver salutato il suo ragazzo con un appassionato bacio che innervosì Stiles, lo afferrò per un braccio prima di cominciare a trascinarlo in giro per i corridoi senza dirgli nemmeno una parola.

«Lydia, cosa… dove mi stai portando? Jackson…» tentò confusamente di farsi spiegare, ma la ragazza si limitò a scuotere la testa e a tirare dritto per la sua strada.

Stiles pensò che tutti, o almeno tutti quelli che avevano a che fare con il branco di Derek, ne stavano assumendo sempre più il modo di rapportarsi con lui: non lo ascoltavano, quello forse per preservare l’udito considerata la quantità di parole che vomitava senza alcun controllo o filtro, non gli davano spiegazioni di alcun tipo quando, come in quel momento, lo trascinavano in giro; gli facevano gli agguati, anche se questa era più che altro una prerogativa strettamente riservata ad Isaac, Erica e Boyd, oltreché al loro Alpha, ovvio, quando era totalmente estraniato dal mondo.

La rossa si fermò davanti ad un aula vuota e senza troppe cerimonie ve lo spinse dentro; dopodiché gli si piazzò di fronte con le mani sui fianchi e un cipiglio severo.

«Devi fare qualcosa per Allison» gli ordinò

«Qualcosa… per Allison? Io?» domandò confuso guardandosi intorno.

«Si, tu. Suo padre non vuole lasciarla venire.» ribadì afferrandogli il mento per riportarlo su di lei.

«Venire… dove?»

«Alla tua festa, sabato. Sveglia Stiles. Oggi pomeriggio devi andare a casa di Allison e convincere suo padre. Ora muoviamoci o arriveremo in ritardo.»

«Ehi, Lydia. Aspetta… è andata. Un attimo, cosa? Oh, no. Non se ne parla proprio. Devo trovare Allison e spiegarle perché non posso aiutarla.» decise scappando fuori dalla classe per cercare la ragazza, che sembrava essere sparita, insieme con il suo migliore amico.

Ricomparvero entrambi all’ora di pranzo, prendendolo alle spalle e sedendosi una da una parte e uno dall’altra. Pochi minuti dopo si aggiunsero anche Lydia e Jackson.

Stiles sapeva che ormai era già stato incastrato, perciò ciondolò la testa con un sospiro rassegnato prima di rivolgersi alla mora: «Andiamo a casa tua insieme?» domandò con una strana smorfia che doveva essere un sorriso.

Allison ebbe un moto di pena e stava per informarlo che avrebbe parlato lei con il padre, ma Lydia le assestò un calcio che la fece saltare sulla sedia.

«Non ti preoccupare Allison, ci vediamo all’uscita. Scott, ti odio, sappilo. È tutta colpa tua: se morirò mi avrai sulla coscienza. Anzi mi avrete sulla coscienza, tutti voi. E il mio spirito non vi darà pace!» sentenziò con solennità alzandosi con un ghignò soddisfatto.

Le restanti ore di lezione parvero trascorrere ad una velocità impressionante e in un batter d’occhi Stiles si ritrovò davanti alla porta di casa Argent, mentre ancora cercava di venire a patti con sé stesso.

«Allison, davvero, non credo di farcela. Tua padre mi mette una paura fottuta addosso.» iniziò, ma lo sguardo implorante della ragazza lo costrinse a gemere rassegnato «E va bene. Facciamolo. Dopo di te.»

Dieci minuti dopo il figlio dello sceriffo era a balbettare delle rassicurazioni, di cui non era molto sicuro, ma di cui cercava di ostentare sicurezza, al padre di Allison che lo osservava con un sorriso freddo con in mano un bicchiere di liquore.

Scott gli aveva raccontato che la prima volta che l’aveva conosciuto gli aveva offerto una tequila e di un’altra volta ancora in cui gli aveva offerto una birra, e Stiles si chiese se quello fosse un modo del tutto particolare di scoprire se qualcuno era un licantropo, dato che non potevano ubriacarsi, almeno in apparenza, o se fosse semplicemente un futuro problema di alcolismo.

Tuttavia ora si ritrovava seduto sul divano bianco, accanto all’ex-ragazza del suo migliore amico e, mentre una parte di lui sperava di riuscire a convincere il cacciatore evitando di riaprire le ostilità con i lupi e di riportare a casa il suo culo del tutto umano, un’altra parte, più piccola e fastidiosa sperava che l’uomo non gli raccontasse nuovamente la storia del cane rabbioso, che a quanto pareva era una delle sue preferite.

Lanciando una fuggevole occhiata alla sua destra, si chiese dubbioso quante volte l’avesse raccontata ad Allison, o a chiunque altro in generale...

All’improvviso la parte piccola e fastidiosa assunse le sembianze di Derek e gli ringhiò contro di prestare attenzione alla situazione invece che ai suoi film mentali; nonostante lo sconcerto per l’intrusione mannara nella sua testa, decise di seguire il consiglio e riprese contatto con la realtà.

«Signor Argent, le assicuro che non succederà nulla di pericoloso, sabato.»

«Sarà meglio per tutti, Stiles. A partire da te. In ogni caso non lascerò mia figlia con un branco di lupi mannari per una giornata intera.»

«Papà…» intervenne Allison guardandolo implorante e arrabbiata allo stesso tempo.

Prima che potesse dire qualcosa di avventato e mandare in fumo il suo tentativo di convincimento, intervenne: «Mi rendo conto della sua preoccupazione, anche tenendo conto del suo… ehm… lavoro extra, ma si tratta di una cosa tranquilla. Nessuno perderà il controllo. Il massimo che potrà accadere sarà di sporcarci i vestiti di foglie o cibo. Nulla di più… letale. A meno che qualcuno non sia allergico al polline, in quel caso sarebbe spiacevole stare all’aperto in mezzo a… » divagò nuovamente Stiles, finché non gli arrivò una gomitata nelle costole, accompagnata da uno sguardo di ammonimento.

L’uomo alzò un sopracciglio soppesandolo.

Il silenzio calò nella stanza e il ragazzo sentì il bisogno di infrangerlo nuovamente

«Senta,signor Argent, ci terrei davvero che Allison venga al mio compleanno. Nessuno vuole che succeda niente a qualcuno di noi. Come ho già detto, ci terrei ad avere una vita lunga e il più possibile sicura e so per certo che se succedesse qualcosa a sua figlia, questa possibilità sarebbe immediatamente invalidata perché lei metterebbe fine ai miei sogni adolescenziali nel modo più doloroso possibile.

Certo, con gli amici che ho non è detto che questo non si avveri comunque presto, ma se lei potesse provare a fidarsi di Allison e a concederci una tregua giusto per sabato, gliene saremmo tutti estremamente grati. So che avete un codice che vi impone di cacciare solo chi vi da la caccia, ma non è di certo questo il caso, diavolo è una festa di compleanno e sono anni che non festeggio con qualcuno che non siano mio padre, Scott e sua madre. Diciamo che quella di quest’anno, nonostante la premessa poco rassicurante con cui ha avuto inizio è una piacevole novità.» concluse mordendosi le labbra.

Dopo un lungo momento di stallo, in cui i due ragazzi si scambiarono un’occhiata preoccupata e speranzosa, Chris Argent annuì brevemente. Stiles stava per scattare su come una molla quando le successive parole dell’uomo lo freddarono sul posto con un brivido.

«D’accordo Stiles, una tregua per sabato. Ma come hai detto, se succederà qualcosa ad Allison ti riterrò responsabile e le conseguenze non piaceranno né a te né Derek e al suo branco.» l’informò con un sorriso freddo, prima di buttare giù l’ultimo sorso di liquore e alzarsi.

Pochi minuti dopo la ragazza aveva accompagnato Stiles alla porta e lo stava salutando, quando il ragazzo la guardò e, sventolandole l’indice sotto al naso, le disse: «Non chiedermi mai più una cosa del genere Allison. La prossima volta chiama il tuo super ragazzo, non il suo umanamente terrorizzabile migliore amico, ok?»

Allison annuì contrita, nonostante il sorrisino divertito sul suo volto, e allungandosi gli diede un bacio sulla guancia, facendolo arrossire.

«Grazie Stiles. Potrei raccontare le tue eroiche imprese a Lydia e metterti in ottima luce.»

Stiles la salutò con gli occhi grandi di confusione e una punta di aspettativa.

Mentre saliva sulla sua Jeep le gridò: «Non dirlo a Scott!» suscitando le sue risate, ignaro dell’amico appollaiato sul tetto che con uno sbuffò di risata si allontanò.

 

 

 

 

 

 

Angolo pazzo:

Ehilà!

Tremate tremate, le streghe son tornate!

Piaciuto il nuovo capitolo? Povero cucciolo che viene tirato in mezzo a fare da mediatore.

Ci rendiamo conto che questo capitolo è un po’ più serio degli altri, ma con Chris Argent è più difficile fare del sarcasmo alla Stilinski.

Anche perché non è che le interazioni che Stiles ha avuto con gli uomini Argent siano state delle più pacifiche…

Anyway, ci teniamo a ringraziare chi ci segue, preferisce e recensisce, in particolare: More_B, susyko, Natina, sasosasosaso.

Grazieeee!! ^_____^

A venerdi prox...

  
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