Ciao
a tutti…
So
che manco decisamente da un po’…
E
che la mia ff è ancora ferma allo stesso punto da secoli..
Ma
credo di stare attraversando quello universalmente conosciuto come blocco dello
scrittore…
Anche
se questo implicherebbe considerarmi scrittrice e non credo di potermelo
permettere…:P
Comunque
se sono qui è per postare questa nuova ff…
Una
ff che non so se riuscirò mai a pubblicare, in quanto, purtroppo è un fatto che
sta succedendo davvero nella mia vita…
E
per tanto, ancora più difficile da esprimere e rendere noto..
Coppie: Harry/Ginny… Hermione/Ron
Genere:
Introspettivo, triste
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
E’
incredibile come un evento tanto lieto, possa trasformarsi in una delle più
grandi tragedie della vita e sconvolgere qualsiasi accenno di equilibrio.
Ciao
a tutti;
sono
Hermione Granger e sono qui perché non so più dove andare, con chi parlare.
Non
ho nessuno a cui confidare le mie insicurezze, le mie ansie, le mie idee, se
non i miei amici;
ma
proprio da loro in questo momento non posso andare.
Vorrei
tanto poter essere d’aiuto a loro, proprio loro che hanno sempre saputo trovare
le parole, per aiutare me nei miei, ammetto rari, momenti tristi.
Incredibile
come io, una persona dalle grandi certezze sul mondo, sulla vita, crolli in un
profondo baratro per un evento così;
ma
torniamo un attimo indietro, non posso certo piombare qui e, come se niente
fosse, pretendere di esprimervi tutti i miei dubbi, le mie incertezze, senza
prima spiegarvi cosa è successo.
4
mesi,
16
settimane
120
giorni ,
2880
ore,
172800
secondi.
Il
periodo più gioioso della mia vita.
Ammetto
anche quello più pieno di speranze e progetti.
1
telefonata,
5
minuti,
300
secondi.
Il
momento più brutto della mia vita.
O
meglio, l’inizio del periodo più brutto della mia vita.
Esattamente
4 mesi fa la mia cara amica Ginny e il mio praticamente fratello Harry mi hanno
comunicato quella che è stata la cosa che mi ha reso più felice al mondo,
aspettavano
un altro bambino.
Eh
si, dopo la nascita di James ormai 6 anni fa, iniziavo a dubitare di poter
vedere un altro piccolo Potter per casa.
A
dire il vero iniziavo a dubitare di poter vedere unA piccola Potter in casa.
Eh
si perché tra tutti i nuovi maghi nati, non ci sono state femmine.
Tutti
maschi, uff…
Luna
e Neville hanno avuto un maschio.
Fred
e Angelina un maschio.
Bill
e Fleur un maschio.
Perfino
Malfoy e Parkinson un maschio( e quel poverino, non lo sa ma è la causa del
perché loro stanno ancora insieme) e ora ne aspettano 1 altro…
Che
poi dico io, se proprio doveva succedere, e mi maledico solo al pensarla una
cosa del genere, perché non è capitata a loro?
Mi
sto perdendo.
Sono
quasi sicura che non avete capito molto da ciò che ho detto,
perché
quando non so come gestire una situazione inizio a fare discorsi così…
a
vanvera…
e
non capisco più nulla neanche io, figuriamoci.
2
settimane fa circa ore 22.00
Festa
per la promozione di Charlie.
In
questo momento non ricordo bene neanche che razza di promozione ha avuto…
Eravamo
tutti in questa specie di casupola,
un
salone da ricevimento.
Una
volta tanto Molly aveva ceduto a non festeggiare nel loro giardino.
Ma
secondo me solo per impedire a Ginny di aiutarla e quindi di sforzarsi, lei è
in cinta; e quel bel pancione ricoperto da quella calda mantella ne è la prova.
Siamo
qui,
Ron
appoggiato allo stipite della porta con James che gli gironzola intorno
entusiasta per qualsiasi cosa faccia il suo Mitico Zio come lo chiama lui.
È
incredibile vedere un bimbo così spigliato com’è James, il che mi fa seriamente
dubitare della vera identità dei suoi genitori, intimidire alla presenza di una
sola persona: Ron.
Si
vabbè ma la sua, tipicamente potteresca, timidezza svanisce dopo pochi secondi;
dopo
che Ron gli ha lanciato uno dei suoi sorrisini e gli ha scombinato i capelli,
dicendogli che così è più alla moda.
Da
quel momento in poi anche quel briciolo di timidezza è stato sostituito da
energia pura.
Ha
iniziato a saltellare qua e la e chiedere qualsiasi cosa a Ron, da quando poi
si è fatto assumere nei cannoni di chudley, è diventato davvero il suo mito.
Avevo
appena finito di spolverare Ron che appoggiandosi allo stipite con la sua
solita posa “ehi…sono Ron Weasley…portiere dei cannoni di chudley” non si era
accorto che la parete era ricoperto di polvere di gesso che gli ha imbiancato
tutto il maglione nero che aveva indossato per l’occasione.
Comunque
avevo appena finito di spolverarlo che Ginny arriva ,radiosa più che mai e con
un espressione sorniona, tipica di quando qualcosa bolle in pentola,
sussurrandomi all’orecchio che finalmente l’attesissima nuova fidanzata di
charlie era arrivata.
Si
perché ammettiamolo, per quanto io sia fiera di charlie e dei suoi progressi, e
per quanto io non sia particolarmente pettegola; abbiamo così tanto sentito
parlare di questa misteriosa fidanzata da Molly che ora
E
così la mia attenzione viene distratta da Ginny che mi si affianca e dopo aver
sistemato meglio la mantella sul pancione inizia con me a sbirciare tra la
folla alla ricerca della possibile ragazza.
Finalmente
la vediamo.
Mmh…
Non
è proprio come me l’aspettavo;
i
Weasley hanno sempre avuto buon gusto nella scelta dei partners, e quindi mi
aspettavo una ragazza carina dall’animo e comportamento molto alla weasley, o
al massimo alla me, più chiusa e posata.
Ma
invece questa ragazza ostenta un comportamento quasi altezzoso che me la rende
antipatica.
Mi
ripeto però che non può essere così, che magari quando ce la presenteranno
capirò che in realtà è molto dolce o qualcosa del genere.
E
mi soffermo quindi, in attesa delle presentazioni, con Ginny in commenti sulla
nostra, ammettiamolo, delusione.
Ma
i nostri commenti durano poco perché vengono interrotti dalla comparsa dei cibi
sul buffet.
Hanno
fatto proprio le cose in grande questa volta.
E
ammetto che capisco anche il perché, a questa festa sono presenti quasi tutti i
maggiori esponenti del campo dell’allevamento di draghi, dell’inghilterra e
non…
Ginny
ha sempre avuto un certo appetito, ma da quando è in cinta mangia per
quattrocento, tant’è che avevo sospettato che fossero gemelli, infondo ci sono
già in famiglia…
Ma
il medimago ha smentito: - uno e anche abbastanza tracagnotto..-
Sorrido
sempre al ricordo delle parole del medimago.
Hihihi
tracagnotto.
Beh
ora siamo qui all’esplorazione del buffet.
Si
perché Molly ancora non ha dato il via alla cena e quindi noi possiamo solo
guardare se non vogliamo essere punite severamente.
Scorgo
un piatto di paccheri con frutti di mare.
-
Ron è allergico ai frutti di mare, glieli vado a indicare, senò lo sappiamo si
fa prendere dalla foga e ingoia qualsiasi cosa -
Dico
a Ginny allontanandomi in direzione di Ron e della pulce saltellante.
Incredibile,
a volte più di un migliore amico mi sembra di aver guadagnato un bambino.
Ovviamente parlo di Ron, non di James, lui è il più adulto.
-
Ron attento ora che vai a mangiare, c’è un primo con i frutti di mare,e tu sei
allergico ai frutti di mare – gli dico raggiungendolo e rispolverandolo, non
imparerà mai…
-
oh si herm grazie, ma non credo che mangerò – mi risponde lui.
-
come mai non mangi Ron? Non stai bene? – gli chiede scettica Ginny toccandogli
la fronte
-
nah..sto benissimo, solo non ho fame, tutto qui. – risponde lui..
Ah
beata ignoranza, e beata faccia tosta.
Loro
non sanno ma lui, giusto prima di scendere, si è mangiato
Inguaribile,
incorreggibile Ron.
-
James tu vuoi mangiare qualcosa?- Chiedo allora a James, per evitare di
concentrarmi sul vero bambino della situazione e strangolarlo davanti a tutti.
-
no grazie, non ho fame – mi risponde la piccola peste tornando ad ammirare il
mitico…
Sono
sicura che non lo ammetterà mai, ma in realtà sta morendo di fame, ma non
mangia solo perché Ron non mangia.
-
vabbè io vado a mangiare qualcosa – affermo avviandomi verso la coda
neo-formata davanti al buffet, dove scorgo e affianco Harry.
-
tuo figlio è innamorato di Ron…non mangia perché Ron non mangia… - gli
comunico.
-mpfh…-
si limita a dire lui, troppo concentrato sul buffet.
-
Harry guarda che se vuoi, vado da Ron e gli dico di mangiare qualcosa, così
almeno James mangerà… -
Lui
si limita a dire – se ha fame mangerà. – non lo ammetterà mai, ma io sono
sicura che è un po’ geloso del fatto che James consideri Ron e non lui il suo
eroe.
Eroe
per tutti, tranne che per il proprio figlio.
Piccolo
stolto Harry.
Ancora
non ha capito che per quanto quel bambino ammiri Ron, farebbe di tutto per lui.
Però
in questo momento ancora non lo capisce; e lasciamolo nella sua ignoranza…
Per
ora.
Perdo
di vista Harry dopo che ha riempito due piatti uno per lui e uno ancora più
pieno per Ginny.
Rimango
sola in fila, e ci rimango per un tempo decisamente esagerato...
Si
perché una serie di anziani maghi pare aver deciso di non farmi mangiare…
Prima
uno poi un altro mi passano davanti e io non faccio nulla per ostacolarli…
Sono
pur sempre anziani…
Poi
all’improvviso mi sento strattonata per un braccio e mi ritrovo
Una
strana vecchietta dai capelli bianchi tagliati corti e un grosso paio di
occhiali da sole(e sono le 10 di sera passate) mi ha strattonato per parlare
con me…
-
tu sei la ragazza di Ron vero? – mi domanda la strana vecchietta.
Non
so proprio come risponderle; io e Ron effettivamente non abbamo mai parlato di
tutto ciò…
Cosa
siamo noi?
Fidanzati?
Amici?
Amici
che condividono qualcosa in più?(quindi solo bugiardi)
Ammetto
di essere veramente in crisi e di non sapere cosa rispondere.
Cosa
che mi mette già a disagio di suo.
Vorrei
tanto poter dire: si sono la ragazza di Ron. Ma il fatto è che non lo so.
Però
per fortuna(o sfortuna) Ron, il ragazzo in questione ha avuto la decenza e il
tempismo di venirmi a salvare.
-
zia rosmary! - Afferma raggiante salutando allegramente la, ora lo so, zia
invitandola ad abbracciarlo.
La
zia libera immediatamente la presa dal mio braccio e approfitta per stringere
Ron, uno di quelli che generalmente sono riluttanti a farsi abbracciare.
Mentre
abbraccia la zia , vedo Ron fare strane espressioni con la faccia, e dopo poco
capisco che vuole consigliarmi di scappare ora che ne ho l’occasione.
E
ovviamente io lo faccio, prima che la zia si ricordi di me e quindi ci faccia
ricadere in una brutta situazione.
Se
deve dirmi qualcosa, lo farà senza che qualche zia impicciona forzi la mano.
Torno
da Ginny che intanto ha già finito di pappare tutto e ora se ne sta beata tra
le braccia di suo marito, che conversa amorevolmente con James e un’altra
decine di persone accorse per sentire cosa avrà mai da dire quella pulce.
Appena
mi vede, si gira verso di me e – zia Hermione, dov’è zio Ron? – mi domanda.
-
zio Ron è con una sua cara zia – gli rispondo io. Ormai mi sono abituata quel
bimbo ha occhio solo per Ron, tra i suoi zii…che poi io neanche lo sono a tutti
gli effetti.
Ma
non ho neanche il tempo di crogiolarmi ancora nei miei problemi che James mi
trascina con lui al centro dell’attenzione – stavo parlando di quando tu, zio
Ron, mamma e papà avete combattuto contro il signore oscuro….che poi mamma,
ancora non ho capito; tu che hai fatto veramente per aiutarli? – dice James,
trascinando tutti noi in una di quelle discussioni che avevamo ripetuto troppe
volte, ma che qualcuno ancora non aveva sentito.
Mi
siedo sfiaccata da James e i suoi ragionamenti troppo maturi per un bimbo di 6
anni e sento una forte mano, massaggiarmi delicatamente il collo.
-
Hermione,perché non ce ne andiamo? – mi dice lui a volume talmente basso che
perfino io faccio difficoltà a sentirlo.
-ma
come facciamo? È presto…e James inizierà a lamentarsi appena ti vedrà
allontanarti. – gli rispondo io,anche se avrei una voglia matta di andare a
casa e semplicemente stendermi sul letto a farmi coccolare da qualcuno, se
semplicemente si fermasse da me.
-
ho io un piano… - conclude facendomi l’occhiolino e avvicinandosi al piccolo
che ancora intrattiene tutti con storie avventurose sul nostro passato.
Non
ho ben capito cosa abbia detto a quella piccola trottola intelligente, ma ha
funzionato, perché James è miracolosamente scomparso.
Lo
vedo avvicinarsi e al tempo stesso parlare con Ginny.
Poi
scorgo dietro la sua schiena una mano che mi invita a prenderla e scappare.
Lo
sento farfugliare una scusa simile a : “sai…Hermione non è abituata a vestirsi
bene…sta per morire vestita a quel modo…la accompagno a casa e poi torno…non mi
fido…”
Me
la pagherà? Ma perché da la colpa a me?
Vabbè
per questa volta gliela faccio passare perché almeno ce ne stiamo andando; e
poi effettivamente non sopporterei un secondo di più questo odiosi tacchi e
questo altrettanto odioso vestito che mi sono costretta a mettere stasera; odio
stare con la gonna.
Questa
poi mi sembra che mi si azzecchi a dosso, anche se so che non è così, perché
quando ci siamo visti, Ron mi ha detto che se fosse stato così probabilmente
non mi avrebbe fatto uscire di casa.
Salutiamo
brevemente tutti, senza soffermarci con nessuno in particolare(tranne un bacio
a Ginny che ci guarda sorniona) e ci dirigiamo verso l’uscita.
La
fidanzata di charlie, la misteriosa ci guarda con fare schifato quando ci
avviciniamo a lui per salutarlo; almeno lui dovevamo salutarlo;
o
almeno, questa era la mia idea prima che ci strizzasse l’occhiolino e
affermasse un po’ troppo sorridente – si certo ragazzi…herm ha mal di
piedi…certo…non vi preoccupate non dirò nulla – facendoci arrossire entrambi.
Io
sulle guance ormai fosforescenti e Ron con le orecchie che sembravano due
pentole a pressione pronte ad esplodere.
Da
lì è stato tutto decisamente meglio.
Noi
che ci avviciniamo all’anglia.
Lui
che viene ad aprirmi la portiera.
Sempre
lui che mi da un leggero bacio e mi sgancia un sorrisino dei suoi.
Il
breve tragitto in macchina ascoltando la musica più svariata.
Lui
che parcheggia sotto casa mia.
Noi
che saliamo.
Eh
beh il resto non c’è bisogno che ve lo dica.
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Passa
una settimana .
È
domenica.
Ore
11.30.
Ron
dorme a pancia sotto coperto da un semplice lenzuolo fino a metà schiena, che
poi come fa con il freddo che fa.
Io
me ne sto qui con una tazza fumante di caffè e un plico del lavoro che devo
finire per lunedì, e che ovviamente ho già finito, ma mi piace controllare.
Tutto
normale.
Suona
il telefono.
Questo
non è normale.
A
casa mia di domenica mattina non suona mai il telefono.
Che
poi chi potrà mai essere?
Solo
Harry ha deciso di usare il telefono.
E
ha costretto me, che ne avrei fatto volentieri a meno, a comprarne uno.
Che
poi alla fine è come quel gioco che fanno i bambini con due bicchieri e un
filo.
Mi
giro alla ricerca del telefono; e ti pareva che non era dalla parte di Ron?
Non
voglio svegliarlo, però non voglio neanche scendere per fare il giro, fa
freddo.
Decido
per rischiare di svegliarlo, tanto ghiro com’è non se ne accorgerà neanche.
Mi
allungo su di lui e finalmente metto fine a quello stressante driin…
-
Pronto? – rispondo allora.
-H..Herm…
- è Harry.
Ma
non ha la stessa voce gioviale che lo contraddistingue.
Anzi.
Inizio
seriamente a preoccuparmi.
-
Harry , tutto bene? –
-
herm c’è Ron? – si limita a dirmi lui.
Ne
un si ne un no. Solo c’è Ron?
-
si aspetta, lo sveglio. – ammetto arrossendo leggermente, per quanto Harry e
Ginny siano le uniche due persone a sapere ufficialmente quello che succede tra
di noi.
-Ron…Ron…
- lo chiamo io, sono preoccupata per la voce di Harry, non è il momento di
andare per il sottile.
-
eh? Che c’è? – dice lui, o meglio bofonchia.
-
Ron, è Harry, a telefono. Ti vuole. –
Lui
percepisce qualcosa nella mia voce e scatta su, facendo capitolare anche me di
lato.
Prende
la cornetta che gli sto porgendo, nonostante tutto.
-
Harry- dice allora al telefono.
Non
sento quello che gli dice, ma so che mano a mano che va avanti, Ron allenta la
presa che aveva sulla mano, cosa che stranamente non mi rasserena.
Ad
un certo punto lo vedo abbassare il capo e dire: - arriviamo. – e chiude.
Non
gli chiedo che cosa è successo, visto che mi ha stretto a se in un impeto
disperato.
E
poco dopo si è alzato dicendomi di vestirmi in fretta che dovevamo andare.
Ancora
non ho capito che è successo.
Ma
obbedisco e lo seguo.
Mentre
mi vesto mille idee si affollano nella mia mente e non so scegliere la
migliore.
Penso
a Molly, a James, a Ginny, a uno dei mille weasley.
Non
so più a che pensare a dire la verità, ma proseguo.
Prendiamo
la solita anglia e in pochi, silenziosi momenti, siamo al san mungo.
Ora
ho davvero paura.
Lui
parcheggia.
Si
prepara a scendere.
Ma
io non mi muovo.
Ho
una paura folle che sia successo qualcosa di terribile e che non me lo vogliano
dire.
E
io voglio, devo sapere.
Rimango
lì immobile.
Ron
apre la portiera dal mio lato.
E
mi prende una mano per farmi scendere.
Vede
che non accenno a reagire.
E,
stanco e preoccupato si abbassa alla mia altezza e affondando il suo volto nel
miei capelli mi dice solamente – Ginny, bambino…non James –
So
che può non avere senso, ma almeno ho iniziato a capire qualcosa.
Gli
stampo un bacio, lentamente, sulla folta chioma rossa e mi decido a uscire
dalla macchina.
Ci
avviamo mano nella mano per i corridoi del san mungo, finchè non troviamo un
grappolo di teste rosse davanti a un stanza.
E
tra quelle teste una più scura e occhialuta.
È
Harry.
Non
abbiamo bisogno di parole noi tre.
Lui
ci percepisce e si alza.
Si
fa spazio tra la folla rossa e ci viene incontro.
Non
piange.
Ma
quando mai ha pianto lui.
Ha
urlato, si, ma pianto no.
Ci
stringiamo in un abbraccio noi tre.
E
il mondo scompare.
Siamo
solo noi tre.
Il
magico trio.
Unito
come sempre.
Soprattutto
nei brutti momenti.
Dopo
poco lo sento rilassarsi leggermente, e le sue gambe cedere.
Si
è totalmente appoggiato a noi.
E
noi siamo ben disposti a sorreggerlo, come sempre.
Finalmente
parla.
-
ha una malattia. Una malattia genetica. Incompatibile con la vita. Non potrà
nascere. Non possiamo farlo nascere. Dobbiamo fare ancora altri accertamenti.
Ma è sicuro, ormai. –
Chiaro
ma telegrafico.
Harry.
Sento
il mio cuore spezzarsi.
Ma
lo sento ancor peggio frantumarsi, quando sento un minimo segno di cedimento
anche da parte di Ron.
Se
lui cede, io non posso.
E
lui ora sta cedendo.
Stiamo
ancora abbracciati, quando un medimago esce da una saletta in fondo e ci avvisa
che Ginny si è svegliata.
Sento
le loro teste scattare su in un attimo.
Vogliono
vederla, e li capisco.
Ma
non possono.
Se
loro stanno così, immagino Ginny.
E
vederli così le farebbe solo male.
Vedo
il gregge rosso spostarsi verso la camera dove stava Ginny, e mossa da chissà quale
forza urlo: - no! –
Si
bloccano immediatamente.
E
mentre faccio sedere Ron e Harry su una panchina, mi rivolgo di nuovo al
gregge.
-
non entrerete. Nessuno di voi entrerà, se non avrà prima assimilato questa cosa
e sarà pronto a sostenere Ginny. Non le farete altro male. – dico mordendomi la
lingua a ogni parola, mi fa male parlare così alla mia seconda famiglia.
Harry
si è piegato sulle sue ginocchia e si tiene la testa con le mani.
Ron
ha invece buttato la testa all’indietro, esausto.
Per
fortuna i Weasley riuniti mi hanno ascoltato.
Mi
avvicino a Molly e le chiedo di James.
Non
deve assolutamente vedere la madre, e ora deve stare lontano da tutti.
Lei
capisce, annuisce e manda arthur da lui, che tanto non avrebbe retto ulteriormente
la situazione.
Poi
vedo che piano piano tutti realizzano cosa sta realmente succedendo.
Chi
piange.
Chi
si allontana.
Chi
picchia forte contro il muro.
Ma
almeno, loro, realizzano.
Forte
della mia faccia tosta mi avvio alla porta di Ginny.
Busso
leggermente e lei da dentro mi risponde con voce alquanto squillante.
Apro
ed entro.
La
trovo lì, su quel lettino d’ospedale a carezzare la sua panciona.
Mi
avvicino e vedo che ostenta un tirato sorriso finto.
Ma
mano a mano che mi avvicino a lei, vedo che quello stesso sorriso inizia a
tremare.
E
quando il mio ginocchio tocca il lettino, dirompe in pianto.
-
piangi piccola, ti fa bene – con lei servono le parole.
Non
è come con Harry.
Harry
e Ron riusciranno a consolarsi senza una parola; magari si picchieranno ma non
parleranno.
Ma
Ginny ha bisogno di parlare. Ne ha sempre avuto bisogno.
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Tutti
gli accertamenti sono stati fatti.
È
certo.
Non
ci sono chances.
Il
piccolo/a potter non nascerà.
Non
questa volta almeno.
Ora
rimane solo James a cui dirlo.
Aspettava
con tanta ansia l’arrivo di questo fratellino.
Stava
solo decidendo i nomi…
Ne
aveva due come preferiti: Ron, ovviamente, e Darius, il migliore amico di Ron,
dopo Harry.
Questo
momento era stato temuto con tutto il cuore.
Dire
una cosa del genere a un bimbo di 6 anni voleva poter dire niente o tutto.
Dipendeva
da cosa lui capive.
E
James capiva sempre troppo.
Eravamo
alla tana.
Tutti
seduti in soggiorno.
Come
succedeva spesso in quella casa.
Ma
ora non si respirava la solita aria.
Ora
l’aria era più che pesante.
-James,
ti dobbiamo dire una cosa a proposito del tuo fratellino.- cominciò Harry,
rivolto al piccolo che sedeva mogio sul tavolino al centro della stanza.
Lui
scosse la testa.
E
tutti tememmo che non volesse ascoltarci.
Ma
come sempre quella piccola peste ci sconvolse tutti.
-mamma,
papà – disse allora prendendo fiato.
E
facendolo mancare a noi.
-
io lo so. So che il mio fratellino non verrà…beh certo saperlo mi ha fermato il
sorriso in gola. Ma io non piangerò. Io non piangerò se voi sarete sereni. –
Tutto
ci saremmo aspettati da un bambino di 6 anni tranne che questo.
Ci
fu chi lasciò uscire un sorriso rilassato.
Chi
una lacrima.
Harry
e Ginny abbracciarono stretto James.
Io
semplicemente non ce la facevo.
Stavo
per piangere.
Piangere
a fontana.
Come
non avevo mai fatto.
Ma
non volevo farlo davanti a James.
Non
dopo le sue parole.
Quindi
con passo normale mi avviai verso la cucina e poi da li di corsa in giardino
dove potei finalmente ricominciare a respirrare.
Dopo
poco sentii una calda presenza alle mie spalle.
Una
calda presenza che mi avvolgeva e mi stringeva a se.
Allora.
E solo allora mi liberai in un pianto senza fine, insieme a Ron.
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Il
giorno seguente si sarebbe svolto tutto.
E
Ginny ci intimò di starle lontani.
Chiese
a tutti di fare una qualsiasi cosa.
Ma
di non stare a non fare nulla, in attesa di sue notizie.
Mi
ricordava qualcuno quando faceva così.
Ma
proprio io in quel momento non seppi dirle di no.
Vedendo
il resto della sua famiglia alquanto riluttante, affidò a ognuno di loro un
compito diverso.
Stavamo
quasi tutti per uscire da casa sua, quando si rivolse a Ron – per favore, stai
con James. Sei il suo secondo eroe dopo suo padre, non lasciarlo solo. Io ho
bisogno del suo primo eroe qui. –
Disse
rivolta sia a Ron che a Harry.
Anche
in una situazione del genere era sempre Ginevra.
Le
diedi un leggero bacio sulla fronte e me ne andai.
Stavamo
camminando silenziosamente per il pianerottolo e giù per le scale. Quando Ron
mi prese per mano e mi tirò leggermente indietro.
-
devo andare da James. Tu ce la fai senza di me? –
Doveva
stare con il Suo piccolo eroe.
E
voleva che fosse una cosa solo fra loro due.
Lo
capii e lo accettai.
-
si ce la farò. Andrò da mia madre. Stare qui sarebbe una tentazione troppo
grande. Solo torna presto a prendermi. – e lo salutai con un bacio, prima che
si smaterializzasse.
Tornata
da mia madre non feci altro che chiedermi come faceva Ginny.
Come
faceva a sopportare tutto questo.
Se
pensavo che una cosa del genere stava davvero succedendo a due persone che
davvero non lo meritavano.
Che
poi chi lo meritava?
Nessuno.
Neanche
quelle belve dei malfoy.
Pensavo.
Pensavo
a tante cose.
A Ginny. A Harry. A James. A Ron. A noi.
E
pensavo a un nostro possibile figlio.
E
pensavo che lo stesso sarebbe potuto succedere anche a noi.
E
più ci pensavo e più ero sicura che io non l’avrei mai fatto.
Non
ce l’avrei mai fatta.
chiamatemi
egoista.
Chiamatemi
insensibile.
Dite
quello che volete.
Sapere
di avere dentro di me un'altra vita, sentirla vivere, sentirla muoversi.
E
sapere di doverla uccidere.
Mi
dispiace proprio non sono d'accordo.
Quando
lo dissi a mia madre, lei mi disse di riflettere; avrei mai potuto far nascere
un bambino che chissà quanto sarebbe potuto sopravvivere? e in che condizioni?
Lì per lì la risposta da dire sarebbe stata un
no...
che
razza di Crudeltà far nascere un bimbo in queste condizioni.
Ma
non ci posso fare nulla.
La
sola ideami scomussola.
O
povera Ginny.
E
io non posso starle neanche vicina.
Solamente
assecondare i suoi desideri e starmene qui a casa dei miei, in quella casa che
ormai non riconosco più come mia, ma dove ogni volta trovo rifugio.
Suona
il telefono.
-
pronto? - rispondere a telfono in una casa di Babbani non è poi cosa così fuori
dal comune.
ma
fuori dal comune è la voce del mio interlocutore.
-
Hermione? - è Molly Weasley.
temo
già per il peggio; non riesco a credere di poter sentire molly a telefono, e mi
preoccupo.
- Molly - dico cercando di non far trasparire
la mia preoccupazione.
-
E' andata, Hermione. E' finita. -
so
che non ci sarebbe nulla id più sbagliato da dire, ma non ce la faccio, c'è
qualcosa in me che mi spinge a chiederlo ugualmente - E Ginny, come sta? -
-
Oh sta bene, cara. Dice che si sente sollevata. Era una tortura per lei sentire
dentro di lei quel figlio che non potrà mai nascere. Ora sta dormendo. Ma è
serena. -
Per
quanto stenti a credere di poter provare una simile sensazione, sono felice che
lei stia serena.
Forse
ci è più facile concentrarci sul benessere di qualcuno che conosciamo, qualcuno
a noi caro, che pensare al terribile vuoto che hanno lasciato, quelli che
ancora non avevamo potuto conoscere.
Penso
tra me e me.
Molly
riaggancia.
E
ora sono qui, raggomitolata sul letto a parlare con una foto di voi due.
I
miei più saldi pilastri: Preside, Professoressa…
A
paola e a quel piccolo esserino che purtroppo non ho potuto conoscere.
A
boby che sapeva che avrei pubblicato: tesora ti giuro che io ho provato a
finire entro ieri sera, pensa che all'una e 30 stavo ancora qui a scrivere, per
pubblicare entro sera, ma che ci posso fare se si è bloccato word?? :P
A tutti coloro che hanno letto, grazie