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Autore: amy    24/04/2007    20 recensioni
E’ incredibile come un evento tanto lieto, possa trasformarsi in una delle più grandi tragedie della vita e sconvolgere qualsiasi accenno di equilibrio.
Incredibile come io, Hermione Granger, una persona dalle grandi certezze sul mondo, sulla vita, crolli in un profondo baratro per un evento così;
ciao a tutti...ecco che torno con una one-shot lunga lunga...e per questo non più shot...diciamo + che altro un solo capitolo abbastanza lungo, come quelle che piacciono tanto a me e gab. Il genere triste non è dovuto a situazioni romantiche fra le coppie, ma più che altro al tema trattato, centro di tutta la ff..
spero di essere riuscita a esprimere almeno una minima partedi ciò che provo. grazie in anticipo.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti…

Ciao a tutti…

So che manco decisamente da un po’…

E che la mia ff è ancora ferma allo stesso punto da secoli..

Ma credo di stare attraversando quello universalmente conosciuto come blocco dello scrittore…

Anche se questo implicherebbe considerarmi scrittrice e non credo di potermelo permettere…:P

 

Comunque se sono qui è per postare questa nuova ff…

Una ff che non so se riuscirò mai a pubblicare, in quanto, purtroppo è un fatto che sta succedendo davvero nella mia vita…

E per tanto, ancora più difficile da esprimere e rendere noto..

 

Coppie: Harry/Ginny… Hermione/Ron

 

Genere: Introspettivo, triste

 

 

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

 

E’ incredibile come un evento tanto lieto, possa trasformarsi in una delle più grandi tragedie della vita e sconvolgere qualsiasi accenno di equilibrio.

 

Ciao a tutti;

sono Hermione Granger e sono qui perché non so più dove andare, con chi parlare.

Non ho nessuno a cui confidare le mie insicurezze, le mie ansie, le mie idee, se non i miei amici;

ma proprio da loro in questo momento non posso andare.

Vorrei tanto poter essere d’aiuto a loro, proprio loro che hanno sempre saputo trovare le parole, per aiutare me nei miei, ammetto rari, momenti tristi.

Incredibile come io, una persona dalle grandi certezze sul mondo, sulla vita, crolli in un profondo baratro per un evento così;

 

ma torniamo un attimo indietro, non posso certo piombare qui e, come se niente fosse, pretendere di esprimervi tutti i miei dubbi, le mie incertezze, senza prima spiegarvi cosa è successo.

 

4 mesi,

16 settimane

120 giorni ,

2880 ore,

172800 secondi.

 

Il periodo più gioioso della mia vita.

Ammetto anche quello più pieno di speranze e progetti.

 

1 telefonata,

5 minuti,

300 secondi.

 

Il momento più brutto della mia vita.

O meglio, l’inizio del periodo più brutto della mia vita.

 

Esattamente 4 mesi fa la mia cara amica Ginny e il mio praticamente fratello Harry mi hanno comunicato quella che è stata la cosa che mi ha reso più felice al mondo,

aspettavano un altro bambino.

Eh si, dopo la nascita di James ormai 6 anni fa, iniziavo a dubitare di poter vedere un altro piccolo Potter per casa.

A dire il vero iniziavo a dubitare di poter vedere unA piccola Potter in casa.

Eh si perché tra tutti i nuovi maghi nati, non ci sono state femmine.

Tutti maschi, uff…

Luna e Neville hanno avuto un maschio.

Fred e Angelina un maschio.

Bill e Fleur un maschio.

Perfino Malfoy e Parkinson un maschio( e quel poverino, non lo sa ma è la causa del perché loro stanno ancora insieme) e ora ne aspettano 1 altro…

Che poi dico io, se proprio doveva succedere, e mi maledico solo al pensarla una cosa del genere, perché non è capitata a loro?

 

Mi sto perdendo.

Sono quasi sicura che non avete capito molto da ciò che ho detto,

perché quando non so come gestire una situazione inizio a fare discorsi così…

a vanvera…

e non capisco più nulla neanche io, figuriamoci.

 

2 settimane fa circa ore 22.00

 

Festa per la promozione di Charlie.

 

In questo momento non ricordo bene neanche che razza di promozione ha avuto…

 

Eravamo tutti in questa specie di casupola,

un salone da ricevimento.

Una volta tanto Molly aveva ceduto a non festeggiare nel loro giardino.

Ma secondo me solo per impedire a Ginny di aiutarla e quindi di sforzarsi, lei è in cinta; e quel bel pancione ricoperto da quella calda mantella ne è la prova.

 

Siamo qui,

Ron appoggiato allo stipite della porta con James che gli gironzola intorno entusiasta per qualsiasi cosa faccia il suo Mitico Zio come lo chiama lui.

È incredibile vedere un bimbo così spigliato com’è James, il che mi fa seriamente dubitare della vera identità dei suoi genitori, intimidire alla presenza di una sola persona: Ron.

Si vabbè ma la sua, tipicamente potteresca, timidezza svanisce dopo pochi secondi;

dopo che Ron gli ha lanciato uno dei suoi sorrisini e gli ha scombinato i capelli, dicendogli che così è più alla moda.

Da quel momento in poi anche quel briciolo di timidezza è stato sostituito da energia pura.

Ha iniziato a saltellare qua e la e chiedere qualsiasi cosa a Ron, da quando poi si è fatto assumere nei cannoni di chudley, è diventato davvero il suo mito.

Avevo appena finito di spolverare Ron che appoggiandosi allo stipite con la sua solita posa “ehi…sono Ron Weasley…portiere dei cannoni di chudley” non si era accorto che la parete era ricoperto di polvere di gesso che gli ha imbiancato tutto il maglione nero che aveva indossato per l’occasione.

Comunque avevo appena finito di spolverarlo che Ginny arriva ,radiosa più che mai e con un espressione sorniona, tipica di quando qualcosa bolle in pentola, sussurrandomi all’orecchio che finalmente l’attesissima nuova fidanzata di charlie era arrivata.

Si perché ammettiamolo, per quanto io sia fiera di charlie e dei suoi progressi, e per quanto io non sia particolarmente pettegola; abbiamo così tanto sentito parlare di questa misteriosa fidanzata da Molly che ora la Dobbiamo vedere…

E così la mia attenzione viene distratta da Ginny che mi si affianca e dopo aver sistemato meglio la mantella sul pancione inizia con me a sbirciare tra la folla alla ricerca della possibile ragazza.

Finalmente la vediamo.

Mmh…

Non è proprio come me l’aspettavo;

i Weasley hanno sempre avuto buon gusto nella scelta dei partners, e quindi mi aspettavo una ragazza carina dall’animo e comportamento molto alla weasley, o al massimo alla me, più chiusa e posata.

Ma invece questa ragazza ostenta un comportamento quasi altezzoso che me la rende antipatica.

Mi ripeto però che non può essere così, che magari quando ce la presenteranno capirò che in realtà è molto dolce o qualcosa del genere.

E mi soffermo quindi, in attesa delle presentazioni, con Ginny in commenti sulla nostra, ammettiamolo, delusione.

Ma i nostri commenti durano poco perché vengono interrotti dalla comparsa dei cibi sul buffet.

Hanno fatto proprio le cose in grande questa volta.

E ammetto che capisco anche il perché, a questa festa sono presenti quasi tutti i maggiori esponenti del campo dell’allevamento di draghi, dell’inghilterra e non…

Ginny ha sempre avuto un certo appetito, ma da quando è in cinta mangia per quattrocento, tant’è che avevo sospettato che fossero gemelli, infondo ci sono già in famiglia…

Ma il medimago ha smentito: - uno e anche abbastanza tracagnotto..-

Sorrido sempre al ricordo delle parole del medimago.

Hihihi tracagnotto.

Beh ora siamo qui all’esplorazione del buffet.

Si perché Molly ancora non ha dato il via alla cena e quindi noi possiamo solo guardare se non vogliamo essere punite severamente.

Scorgo un piatto di paccheri con frutti di mare.

- Ron è allergico ai frutti di mare, glieli vado a indicare, senò lo sappiamo si fa prendere dalla foga e ingoia qualsiasi cosa -

Dico a Ginny allontanandomi in direzione di Ron e della pulce saltellante.

Incredibile, a volte più di un migliore amico mi sembra di aver guadagnato un bambino. Ovviamente parlo di Ron, non di James, lui è il più adulto.

- Ron attento ora che vai a mangiare, c’è un primo con i frutti di mare,e tu sei allergico ai frutti di mare – gli dico raggiungendolo e rispolverandolo, non imparerà mai…

- oh si herm grazie, ma non credo che mangerò – mi risponde lui.

- come mai non mangi Ron? Non stai bene? – gli chiede scettica Ginny toccandogli la fronte

- nah..sto benissimo, solo non ho fame, tutto qui. – risponde lui..

Ah beata ignoranza, e beata faccia tosta.

Loro non sanno ma lui, giusto prima di scendere, si è mangiato 850 grammi di 4 salti in padella, una scoperta del mondo babbano che ha emozionato sia Ron che Arthur.

Inguaribile, incorreggibile Ron.

- James tu vuoi mangiare qualcosa?- Chiedo allora a James, per evitare di concentrarmi sul vero bambino della situazione e strangolarlo davanti a tutti.

- no grazie, non ho fame – mi risponde la piccola peste tornando ad ammirare il mitico…

Sono sicura che non lo ammetterà mai, ma in realtà sta morendo di fame, ma non mangia solo perché Ron non mangia.

- vabbè io vado a mangiare qualcosa – affermo avviandomi verso la coda neo-formata davanti al buffet, dove scorgo e affianco Harry.

- tuo figlio è innamorato di Ron…non mangia perché Ron non mangia… - gli comunico.

-mpfh…- si limita a dire lui, troppo concentrato sul buffet.

- Harry guarda che se vuoi, vado da Ron e gli dico di mangiare qualcosa, così almeno James mangerà… -

Lui si limita a dire – se ha fame mangerà. – non lo ammetterà mai, ma io sono sicura che è un po’ geloso del fatto che James consideri Ron e non lui il suo eroe.

Eroe per tutti, tranne che per il proprio figlio.

Piccolo stolto Harry.

Ancora non ha capito che per quanto quel bambino ammiri Ron, farebbe di tutto per lui.

Però in questo momento ancora non lo capisce; e lasciamolo nella sua ignoranza…

Per ora.

Perdo di vista Harry dopo che ha riempito due piatti uno per lui e uno ancora più pieno per Ginny.

Rimango sola in fila, e ci rimango per un tempo decisamente esagerato...

Si perché una serie di anziani maghi pare aver deciso di non farmi mangiare…

Prima uno poi un altro mi passano davanti e io non faccio nulla per ostacolarli…

Sono pur sempre anziani…

Poi all’improvviso mi sento strattonata per un braccio e mi ritrovo 10 centimetri più in basso con la testa…

Una strana vecchietta dai capelli bianchi tagliati corti e un grosso paio di occhiali da sole(e sono le 10 di sera passate) mi ha strattonato per parlare con me…

- tu sei la ragazza di Ron vero? – mi domanda la strana vecchietta.

Non so proprio come risponderle; io e Ron effettivamente non abbamo mai parlato di tutto ciò…

Cosa siamo noi?

Fidanzati?

Amici?

Amici che condividono qualcosa in più?(quindi solo bugiardi)

Ammetto di essere veramente in crisi e di non sapere cosa rispondere.

Cosa che mi mette già a disagio di suo.

Vorrei tanto poter dire: si sono la ragazza di Ron. Ma il fatto è che non lo so.

Però per fortuna(o sfortuna) Ron, il ragazzo in questione ha avuto la decenza e il tempismo di venirmi a salvare.

- zia rosmary! - Afferma raggiante salutando allegramente la, ora lo so, zia invitandola ad abbracciarlo.

La zia libera immediatamente la presa dal mio braccio e approfitta per stringere Ron, uno di quelli che generalmente sono riluttanti a farsi abbracciare.

Mentre abbraccia la zia , vedo Ron fare strane espressioni con la faccia, e dopo poco capisco che vuole consigliarmi di scappare ora che ne ho l’occasione.

E ovviamente io lo faccio, prima che la zia si ricordi di me e quindi ci faccia ricadere in una brutta situazione.

Se deve dirmi qualcosa, lo farà senza che qualche zia impicciona forzi la mano.

Torno da Ginny che intanto ha già finito di pappare tutto e ora se ne sta beata tra le braccia di suo marito, che conversa amorevolmente con James e un’altra decine di persone accorse per sentire cosa avrà mai da dire quella pulce.

Appena mi vede, si gira verso di me e – zia Hermione, dov’è zio Ron? – mi domanda.

- zio Ron è con una sua cara zia – gli rispondo io. Ormai mi sono abituata quel bimbo ha occhio solo per Ron, tra i suoi zii…che poi io neanche lo sono a tutti gli effetti.

Ma non ho neanche il tempo di crogiolarmi ancora nei miei problemi che James mi trascina con lui al centro dell’attenzione – stavo parlando di quando tu, zio Ron, mamma e papà avete combattuto contro il signore oscuro….che poi mamma, ancora non ho capito; tu che hai fatto veramente per aiutarli? – dice James, trascinando tutti noi in una di quelle discussioni che avevamo ripetuto troppe volte, ma che qualcuno ancora non aveva sentito.

Mi siedo sfiaccata da James e i suoi ragionamenti troppo maturi per un bimbo di 6 anni e sento una forte mano, massaggiarmi delicatamente il collo.

- Hermione,perché non ce ne andiamo? – mi dice lui a volume talmente basso che perfino io faccio difficoltà a sentirlo.

-ma come facciamo? È presto…e James inizierà a lamentarsi appena ti vedrà allontanarti. – gli rispondo io,anche se avrei una voglia matta di andare a casa e semplicemente stendermi sul letto a farmi coccolare da qualcuno, se semplicemente si fermasse da me.

- ho io un piano… - conclude facendomi l’occhiolino e avvicinandosi al piccolo che ancora intrattiene tutti con storie avventurose sul nostro passato.

Non ho ben capito cosa abbia detto a quella piccola trottola intelligente, ma ha funzionato, perché James è miracolosamente scomparso.

Lo vedo avvicinarsi e al tempo stesso parlare con Ginny.

Poi scorgo dietro la sua schiena una mano che mi invita a prenderla e scappare.

Lo sento farfugliare una scusa simile a : “sai…Hermione non è abituata a vestirsi bene…sta per morire vestita a quel modo…la accompagno a casa e poi torno…non mi fido…”

Me la pagherà? Ma perché da la colpa a me?

Vabbè per questa volta gliela faccio passare perché almeno ce ne stiamo andando; e poi effettivamente non sopporterei un secondo di più questo odiosi tacchi e questo altrettanto odioso vestito che mi sono costretta a mettere stasera; odio stare con la gonna.

Questa poi mi sembra che mi si azzecchi a dosso, anche se so che non è così, perché quando ci siamo visti, Ron mi ha detto che se fosse stato così probabilmente non mi avrebbe fatto uscire di casa.

Salutiamo brevemente tutti, senza soffermarci con nessuno in particolare(tranne un bacio a Ginny che ci guarda sorniona) e ci dirigiamo verso l’uscita.

La fidanzata di charlie, la misteriosa ci guarda con fare schifato quando ci avviciniamo a lui per salutarlo; almeno lui dovevamo salutarlo;

o almeno, questa era la mia idea prima che ci strizzasse l’occhiolino e affermasse un po’ troppo sorridente – si certo ragazzi…herm ha mal di piedi…certo…non vi preoccupate non dirò nulla – facendoci arrossire entrambi.

Io sulle guance ormai fosforescenti e Ron con le orecchie che sembravano due pentole a pressione pronte ad esplodere.

 

Da lì è stato tutto decisamente meglio.

Noi che ci avviciniamo all’anglia.

Lui che viene ad aprirmi la portiera.

Sempre lui che mi da un leggero bacio e mi sgancia un sorrisino dei suoi.

Il breve tragitto in macchina ascoltando la musica più svariata.

Lui che parcheggia sotto casa mia.

Noi che saliamo.

Eh beh il resto non c’è bisogno che ve lo dica.

 

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

 

Passa una settimana .

È domenica.

Ore 11.30.

Ron dorme a pancia sotto coperto da un semplice lenzuolo fino a metà schiena, che poi come fa con il freddo che fa.

Io me ne sto qui con una tazza fumante di caffè e un plico del lavoro che devo finire per lunedì, e che ovviamente ho già finito, ma mi piace controllare.

Tutto normale.

Suona il telefono.

Questo non è normale.

A casa mia di domenica mattina non suona mai il telefono.

Che poi chi potrà mai essere?

Solo Harry ha deciso di usare il telefono.

E ha costretto me, che ne avrei fatto volentieri a meno, a comprarne uno.

Che poi alla fine è come quel gioco che fanno i bambini con due bicchieri e un filo.

 

Mi giro alla ricerca del telefono; e ti pareva che non era dalla parte di Ron?

Non voglio svegliarlo, però non voglio neanche scendere per fare il giro, fa freddo.

Decido per rischiare di svegliarlo, tanto ghiro com’è non se ne accorgerà neanche.

Mi allungo su di lui e finalmente metto fine a quello stressante driin…

 

- Pronto? – rispondo allora.

-H..Herm… - è Harry.

Ma non ha la stessa voce gioviale che lo contraddistingue.

Anzi.

Inizio seriamente a preoccuparmi.

- Harry , tutto bene? –

- herm c’è Ron? – si limita a dirmi lui.

Ne un si ne un no. Solo c’è Ron?

- si aspetta, lo sveglio. – ammetto arrossendo leggermente, per quanto Harry e Ginny siano le uniche due persone a sapere ufficialmente quello che succede tra di noi.

 

-Ron…Ron… - lo chiamo io, sono preoccupata per la voce di Harry, non è il momento di andare per il sottile.

- eh? Che c’è? – dice lui, o meglio bofonchia.

- Ron, è Harry, a telefono. Ti vuole. –

Lui percepisce qualcosa nella mia voce e scatta su, facendo capitolare anche me di lato.

Prende la cornetta che gli sto porgendo, nonostante tutto.

 

- Harry- dice allora al telefono.

Non sento quello che gli dice, ma so che mano a mano che va avanti, Ron allenta la presa che aveva sulla mano, cosa che stranamente non mi rasserena.

Ad un certo punto lo vedo abbassare il capo e dire: - arriviamo. – e chiude.

Non gli chiedo che cosa è successo, visto che mi ha stretto a se in un impeto disperato.

E poco dopo si è alzato dicendomi di vestirmi in fretta che dovevamo andare.

Ancora non ho capito che è successo.

Ma obbedisco e lo seguo.

Mentre mi vesto mille idee si affollano nella mia mente e non so scegliere la migliore.

Penso a Molly, a James, a Ginny, a uno dei mille weasley.

Non so più a che pensare a dire la verità, ma proseguo.

 

Prendiamo la solita anglia e in pochi, silenziosi momenti, siamo al san mungo.

Ora ho davvero paura.

Lui parcheggia.

Si prepara a scendere.

Ma io non mi muovo.

Ho una paura folle che sia successo qualcosa di terribile e che non me lo vogliano dire.

E io voglio, devo sapere.

Rimango lì immobile.

Ron apre la portiera dal mio lato.

E mi prende una mano per farmi scendere.

Vede che non accenno a reagire.

E, stanco e preoccupato si abbassa alla mia altezza e affondando il suo volto nel miei capelli mi dice solamente – Ginny, bambino…non James –

So che può non avere senso, ma almeno ho iniziato a capire qualcosa.

Gli stampo un bacio, lentamente, sulla folta chioma rossa e mi decido a uscire dalla macchina.

 

Ci avviamo mano nella mano per i corridoi del san mungo, finchè non troviamo un grappolo di teste rosse davanti a un stanza.

E tra quelle teste una più scura e occhialuta.

È Harry.

Non abbiamo bisogno di parole noi tre.

Lui ci percepisce e si alza.

Si fa spazio tra la folla rossa e ci viene incontro.

Non piange.

Ma quando mai ha pianto lui.

Ha urlato, si, ma pianto no.

Ci stringiamo in un abbraccio noi tre.

E il mondo scompare.

Siamo solo noi tre.

Il magico trio.

Unito come sempre.

Soprattutto nei brutti momenti.

 

Dopo poco lo sento rilassarsi leggermente, e le sue gambe cedere.

Si è totalmente appoggiato a noi.

E noi siamo ben disposti a sorreggerlo, come sempre.

 

Finalmente parla.

- ha una malattia. Una malattia genetica. Incompatibile con la vita. Non potrà nascere. Non possiamo farlo nascere. Dobbiamo fare ancora altri accertamenti. Ma è sicuro, ormai. –

Chiaro ma telegrafico.

Harry.

 

Sento il mio cuore spezzarsi.

 

Ma lo sento ancor peggio frantumarsi, quando sento un minimo segno di cedimento anche da parte di Ron.

 

Se lui cede, io non posso.

 

E lui ora sta cedendo.

 

Stiamo ancora abbracciati, quando un medimago esce da una saletta in fondo e ci avvisa che Ginny si è svegliata.

 

Sento le loro teste scattare su in un attimo.

Vogliono vederla, e li capisco.

Ma non possono.

Se loro stanno così, immagino Ginny.

E vederli così le farebbe solo male.

 

Vedo il gregge rosso spostarsi verso la camera dove stava Ginny, e mossa da chissà quale forza urlo: - no! –

 

Si bloccano immediatamente.

 

E mentre faccio sedere Ron e Harry su una panchina, mi rivolgo di nuovo al gregge.

 

- non entrerete. Nessuno di voi entrerà, se non avrà prima assimilato questa cosa e sarà pronto a sostenere Ginny. Non le farete altro male. – dico mordendomi la lingua a ogni parola, mi fa male parlare così alla mia seconda famiglia.

 

Harry si è piegato sulle sue ginocchia e si tiene la testa con le mani.

 

Ron ha invece buttato la testa all’indietro, esausto.

 

Per fortuna i Weasley riuniti mi hanno ascoltato.

 

Mi avvicino a Molly e le chiedo di James.

 

Non deve assolutamente vedere la madre, e ora deve stare lontano da tutti.

 

Lei capisce, annuisce e manda arthur da lui, che tanto non avrebbe retto ulteriormente la situazione.

 

Poi vedo che piano piano tutti realizzano cosa sta realmente succedendo.

Chi piange.

Chi si allontana.

Chi picchia forte contro il muro.

Ma almeno, loro, realizzano.

 

Forte della mia faccia tosta mi avvio alla porta di Ginny.

 

Busso leggermente e lei da dentro mi risponde con voce alquanto squillante.

Apro ed entro.

La trovo lì, su quel lettino d’ospedale a carezzare la sua panciona.

Mi avvicino e vedo che ostenta un tirato sorriso finto.

Ma mano a mano che mi avvicino a lei, vedo che quello stesso sorriso inizia a tremare.

E quando il mio ginocchio tocca il lettino, dirompe in pianto.

- piangi piccola, ti fa bene – con lei servono le parole.

Non è come con Harry.

Harry e Ron riusciranno a consolarsi senza una parola; magari si picchieranno ma non parleranno.

Ma Ginny ha bisogno di parlare. Ne ha sempre avuto bisogno.

 

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

 

Tutti gli accertamenti sono stati fatti.

È certo.

Non ci sono chances.

Il piccolo/a potter non nascerà.

Non questa volta almeno.

Ora rimane solo James a cui dirlo.

Aspettava con tanta ansia l’arrivo di questo fratellino.

Stava solo decidendo i nomi…

Ne aveva due come preferiti: Ron, ovviamente, e Darius, il migliore amico di Ron, dopo Harry.

Questo momento era stato temuto con tutto il cuore.

Dire una cosa del genere a un bimbo di 6 anni voleva poter dire niente o tutto.

Dipendeva da cosa lui capive.

E James capiva sempre troppo.

 

Eravamo alla tana.

Tutti seduti in soggiorno.

Come succedeva spesso in quella casa.

Ma ora non si respirava la solita aria.

Ora l’aria era più che pesante.

 

-James, ti dobbiamo dire una cosa a proposito del tuo fratellino.- cominciò Harry, rivolto al piccolo che sedeva mogio sul tavolino al centro della stanza.

Lui scosse la testa.

E tutti tememmo che non volesse ascoltarci.

Ma come sempre quella piccola peste ci sconvolse tutti.

-mamma, papà – disse allora prendendo fiato.

E facendolo mancare a noi.

- io lo so. So che il mio fratellino non verrà…beh certo saperlo mi ha fermato il sorriso in gola. Ma io non piangerò. Io non piangerò se voi sarete sereni. –

Tutto ci saremmo aspettati da un bambino di 6 anni tranne che questo.

Ci fu chi lasciò uscire un sorriso rilassato.

Chi una lacrima.

Harry e Ginny abbracciarono stretto James.

 

Io semplicemente non ce la facevo.

Stavo per piangere.

Piangere a fontana.

Come non avevo mai fatto.

Ma non volevo farlo davanti a James.

Non dopo le sue parole.

Quindi con passo normale mi avviai verso la cucina e poi da li di corsa in giardino dove potei finalmente ricominciare a respirrare.

Dopo poco sentii una calda presenza alle mie spalle.

Una calda presenza che mi avvolgeva e mi stringeva a se.

Allora. E solo allora mi liberai in un pianto senza fine, insieme a Ron.

 

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

 

Il giorno seguente si sarebbe svolto tutto.

E Ginny ci intimò di starle lontani.

Chiese a tutti di fare una qualsiasi cosa.

Ma di non stare a non fare nulla, in attesa di sue notizie.

Mi ricordava qualcuno quando faceva così.

Ma proprio io in quel momento non seppi dirle di no.

Vedendo il resto della sua famiglia alquanto riluttante, affidò a ognuno di loro un compito diverso.

Stavamo quasi tutti per uscire da casa sua, quando si rivolse a Ron – per favore, stai con James. Sei il suo secondo eroe dopo suo padre, non lasciarlo solo. Io ho bisogno del suo primo eroe qui. –

Disse rivolta sia a Ron che a Harry.

Anche in una situazione del genere era sempre Ginevra.

Le diedi un leggero bacio sulla fronte e me ne andai.

 

Stavamo camminando silenziosamente per il pianerottolo e giù per le scale. Quando Ron mi prese per mano e mi tirò leggermente indietro.

- devo andare da James. Tu ce la fai senza di me? –

Doveva stare con il Suo piccolo eroe.

E voleva che fosse una cosa solo fra loro due.

Lo capii e lo accettai.

- si ce la farò. Andrò da mia madre. Stare qui sarebbe una tentazione troppo grande. Solo torna presto a prendermi. – e lo salutai con un bacio, prima che si smaterializzasse.

 

 

Tornata da mia madre non feci altro che chiedermi come faceva Ginny.

Come faceva a sopportare tutto questo.

Se pensavo che una cosa del genere stava davvero succedendo a due persone che davvero non lo meritavano.

Che poi chi lo meritava?

Nessuno.

Neanche quelle belve dei malfoy.

Pensavo.

Pensavo a tante cose.

A Ginny. A Harry. A James. A Ron. A noi.

E pensavo a un nostro possibile figlio.

E pensavo che lo stesso sarebbe potuto succedere anche a noi.

E più ci pensavo e più ero sicura che io non l’avrei mai fatto.

Non ce l’avrei mai fatta.

chiamatemi egoista.

Chiamatemi insensibile.

Dite quello che volete.

Sapere di avere dentro di me un'altra vita, sentirla vivere, sentirla muoversi.

E sapere di doverla uccidere.

Mi dispiace proprio non sono d'accordo.

Quando lo dissi a mia madre, lei mi disse di riflettere; avrei mai potuto far nascere un bambino che chissà quanto sarebbe potuto sopravvivere? e in che condizioni?

  per lì la risposta da dire sarebbe stata un no...

che razza di Crudeltà far nascere un bimbo in queste condizioni.

Ma non ci posso fare nulla.

La sola ideami scomussola.

O povera Ginny.

E io non posso starle neanche vicina.

Solamente assecondare i suoi desideri e starmene qui a casa dei miei, in quella casa che ormai non riconosco più come mia, ma dove ogni volta trovo rifugio.

Suona il telefono.

- pronto? - rispondere a telfono in una casa di Babbani non è poi cosa così fuori dal comune.

ma fuori dal comune è la voce del mio interlocutore.

- Hermione? - è Molly Weasley.

temo già per il peggio; non riesco a credere di poter sentire molly a telefono, e mi preoccupo.

 - Molly - dico cercando di non far trasparire la mia preoccupazione.

- E' andata, Hermione. E' finita. -

so che non ci sarebbe nulla id più sbagliato da dire, ma non ce la faccio, c'è qualcosa in me che mi spinge a chiederlo ugualmente - E Ginny, come sta? -

- Oh sta bene, cara. Dice che si sente sollevata. Era una tortura per lei sentire dentro di lei quel figlio che non potrà mai nascere. Ora sta dormendo. Ma è serena. -

Per quanto stenti a credere di poter provare una simile sensazione, sono felice che lei stia serena.

Forse ci è più facile concentrarci sul benessere di qualcuno che conosciamo, qualcuno a noi caro, che pensare al terribile vuoto che hanno lasciato, quelli che ancora non avevamo potuto conoscere.

Penso tra me e me.

Molly riaggancia.

 

E ora sono qui, raggomitolata sul letto a parlare con una foto di voi due.

I miei più saldi pilastri: Preside, Professoressa…

 

 

 

A paola e a quel piccolo esserino che purtroppo non ho potuto conoscere.

 

A boby che sapeva che avrei pubblicato: tesora ti giuro che io ho provato a finire entro ieri sera, pensa che all'una e 30 stavo ancora qui a scrivere, per pubblicare entro sera, ma che ci posso fare se si è bloccato word?? :P

 

A tutti coloro che hanno letto, grazie

  
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