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Autore: _myhappyending    12/10/2012    0 recensioni
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Santana/Sebastian
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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IV chapter.

 
Per tutto il tempo, in macchina, Sebastian e Santana non avevano proferito parola. La mora aveva cercato più volte di alzare lo sguardo verso il suo ragazzo, ma la faccia severa di quest’ultimo l’aveva intimorita.
E se l’avesse lasciata? Santana era scossa. Non sapeva cosa fare. Se l’avesse lasciata, non avrebbe saputo dove andare. Aveva la sua famiglia, sì, ma per un anno intero aveva basato tutta la sua vita su una persona sola e perderla avrebbe significato perdere un piccolo pezzetto di se. Amava Sebastian, di questo era certa. Ma lui? Lui la amava? Santana non aveva niente da perdere, la sua famiglia non poteva che essere orgogliosa che fosse fidanzata con uno Smythe, ma lui? Lui aveva tutto da perdere: la sua famiglia, il suo denaro. Non poteva permetterglielo.
“Credo di doverti delle scuse..”. Santana miagolò, raggomitolata in un angolo del letto con le lenzuola azzurre. Santana odiava l’azzurro. Le avrebbe volute rosse, ma in un paio di lenzuola azzurre avevano fatto l’amore la prima volta e.. non aveva saputo resistere.
Il francese la guardò, mentre si toglieva la cravatta. “Non è colpa tua, sapevo bene com’è fatta mia madre”.
“Ho insistito io per incontrarla”
“Quella è stata una mossa poco intelligente. Imparerai ad ascoltarmi la prossima volta”. Borbottò l’ex usignolo, ormai rimasto in boxer, mentre si infilava sotto le coperte.
“Sei arrabbiato?”. Santana sfoderò quel tono tanto ingenuo che faceva sciogliere Sebastian ogni volta.
E lui non seppe resistere. “No, piccola. Vieni qui”. Si girò verso di lei e le prese una mano, osservando le sue dita. Gli sembrò che mancasse qualcosa a quella mano, qualcosa che avrebbe dovuto comprare presto.
 
“Penso che sua madre mi odi”. Santana fece spallucce e si morse un labbro, guardando fuori dalla finestra immensa. Ancora non era abituata, dopo un anno, ad abitare in un loft enorme.
“Ah, no, tranquilla. Pensavo odiasse anche me, ma poi le è passata”. Jeff Sterling, sempre più biondo, si accingeva a sottolineare frasi di un enorme libro per l’imminente esame di letteratura inglese.
“Credi che dovrei trovarmi un lavoro?”. Domandò l’ispanica.
“Beh, non penso che rimanere sulle spalle di Sebastian sia un modo per farti piacere a sua madre. Tra l’altro, gli taglieranno sicuramente i conti”. Jeff, forse, nemmeno si era accorto che a Santana era scesa una lacrima. Ma lui era così: parlava senza peli sulla lingua, ed era per quel motivo che erano rimasti amici. Santana sapeva di avere comunque un consiglio sincero e disinteressato dal biondo. “Pensi che dovrei lasciarlo?”
“Sì”. Rispose lui, ancora confuso da una frase sulla Bronte che non aveva capito. “NO!”. Si corresse, non appena realizzò. “N.. No, Santana. Ascoltami, ti ama, tu lo ami e.. starete bene insieme, okay? Ha scelto te, nonostante tutto”. Resosi conto del danno appena provocato, Jeff chiuse il libro e si concentrò solamente sull’ispanica.
“Jeff, il punto è che ha dovuto scegliere”
“E ha scelto te”.
“Non doveva andare così. Non avrebbe dovuto scegliere e io non avrei dovuto mettermi in mezzo”. Santana si morse un labbro con violenza, sbattendo il pugno sul tavolo. Perché doveva essere sempre così complicata, ogni dannata cosa?
“Santana.. Se tu lo lasci, non te lo perdonerà mai. Sebastian non insegue chi se ne va, te lo dico per esperienza. Ti ha dato tutto, non lasciare che vada tutto vano. Se lo ferisci, ti odierà per sempre”. Jeff scosse la testa, con lo sguardo fisso in quello di Santana.
Aveva ragione e l’ispanica lo sapeva. Ma cosa avrebbe potuto fare? Voleva stare con Sebastian e voleva essere accettata, allo stesso tempo, dalla famiglia francese. “E se provassi a parlare di nuovo con sua madre?”
“Ah, non credo proprio ti farebbe entrare in casa. E Sebastian si arrabbierebbe. Sai.. Potresti parlare con suo padre! E’ una brava persona e in fondo ti ha già visto, no?”. Jeff inclinò il viso di lato.
“Hai ragione! Sì. Proverò a parlare con lui senza destare sospetti. Okay. A che ora è allo studio, il signor Smythe?”
Jeff fece spallucce. “Non ne ho idea, sai? Chiedi a Sebastian, ma immagino comunque la mattina”.
Santana annuì. Non era sicura che il padre di Seb l’avrebbe accettata, ma doveva fare di tutto per mantenere quel rapporto.
L’aveva detto più volte: non era perfetto, non erano la principessa e il suo principe azzurro, non era una storia alla Romeo e Giulietta. Lui a volte urlava, sbatteva la porta e usciva di casa. Ma tornava, sempre. E lei lo sapeva, perciò gli preparava una tazza di thè francese e lo aspettava seduta comodamente al tavolo in vetro. Si amavano. Non se lo dicevano ogni giorno, la loro prova d’amore era tornare in quel loft, tra le coperte azzurre, e fare finta di dormire a turno per poi guardarsi durante la notte. Non si era mai sentita così con nessuno, e Santana Lopez era abituata ad ottenere ciò che voleva. Dato che Sebastian l’aveva già avuto, avrebbe dovuto lottare per tenerselo.
   
 
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